«LE CONTESTAZIONI DI MIRAFIORI? A ME NON SUCCEDE MAI»
Il segretario del Pdci: il premier non si tappi le orecchie, abbia la saggezza di percepire il malessere
ROMA - Di fronte ai fischi ricevuti a Mirafiori dai vertici sindacali intervenuti per spiegare la riforma del welfare, il premier Prodi non deve «tapparsi le orecchie». Anzi: dovrebbe avere soprattutto «la saggezza che induce ad ascoltare il Paese». Ne è convinto Oliviero Diliberto, segretario del Pdci, che parlando con i cronisti nel Transatlantico di Montecitorio ribadisce la ferma contrarietà del suo partito al protocollo stilato da governo e sindacati. «Noi lavoreremo per cambiare quell'accordo - spiega il leader del Pdci - ed in particolare ci impegneremo sul tema del precariato. Non credo che questo nostro atteggiamento possa essere considerato antigovernativo, anzi è il contrario».
«SEGNO DI MALESSERE» - Il leader dei comunisti italiani torna sulle contestazioni di ieri a Mirafiori: «Sono un segno di malessere molto ma molto forte. Migliorare quell'accordo significa permettere al governo di recuperare i consensi che ha perduto tra i lavoratori». Diliberto considera «surreale» la discussione nata sulle differenze «tra fischi e mugugni» raccolti davanti alle fabbriche: «Hanno fatto notizie quelle contestazioni perchè alcuni ci vanno poco nei luoghi di lavoro. A me che ci vado spesso non fischiano...».
«PRESSIONE DI MASSA» - Per il segretario del Pdci comunque la vittoria del sì nelle consultazioni «è scontata»: «Il problema - spiega - sarà la quantità. Il tema ora riguarda il Parlamento. Io - osserva ancora - spero che ci sia una pressione di massa che permetta, anche attraverso la manifestazione del 20 ottobre, un miglioramento della legge». Diliberto infine torna sull'ala moderata della coalizione: i diniani? «Ho sempre detto che il pericolo viene da quella parte. Ma fino a quando non si siflano restano miei alleati».
MONTEZEMOLO E I LAVORATORI - Dei fischi di Mirafiori ha parlato anche il presidente degli industriali italiani, Luca Cordero di Montezemolo. «Vivo dentro una fabbrica - dice Montezemolo a margine della cerimonia di inaugurazione del Cersaie di Bologna - e ho il massimo rispetto della libertà di espressione di chi lavora in fabbrica».
02 ottobre 2007
fonte: http://www.corriere.it/politica/07_ottobre_02/diliberto_prodi_fischi_mirafiori.shtml
fonte foto di testa: www.unita.it/view.asp?IDcontent=69098
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POI LA BACCHETTATA: «RISCHI DI INVASIONE DI CAMPO»
Costi politica, tensione Bertinotti-governo
Costi politica, tensione Bertinotti-governo
Il presidente di Montecitorio: alla Camera aumentibloccati prima che ne parlasse Palazzo Chigi
ROMA - Sul fronte dei tagli dei costi della politica, Montecitorio è stato più veloce di Palazzo Chigi. Lo sostiene il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, che parlando con i cronisti parlamentari ha spiegato che, sul congelamento degli aumenti degli stipendi dei parlamentari e sulla riduzione del numero degli stessi, «il governo viene qualche mese dopo». La camera, da questo punto di vista, è stata più rapida nel porre un freno alla crescita degli emolumenti dei deputati.
«BENE LE RIDUZIONI» - Ai cronisti che gli chiedevano un commento sulla notizia dello stop agli aumenti dei parlamentari previsto dal governo nell'ambito della Finanziaria, il presidente della Camera ha spiegato che «ogni qual volta si va verso una riduzione va bene». Però, ha osservato Bertinotti, si tratta di «un obiettivo giá praticato», perchè in quest'ambito «la Camera dei deputati ha preceduto l'iniziativa del governo».
«INVASIONE DI CAMPO» -Bertinotti ha poi sollevato dei dubbi sull'iniziativa del governo a favore della riduzione del numero dei parlamentari, che non è in contraddizione con quanto stanno facendo le Camere, ma rasenta l’invasione di campo. Bertinotti bacchetta l’esecutivo, evitando però di assumere toni polemici. Sulla questione, spiega, «si possono fare molte questioni di forma». L'ex segretario del Prc ricorda che «alla Camera dei deputati, in concorso con il Senato, la prima commissione sta lavorando su delle proposte di riduzione dei parlamentari», poi ammette che da parte del governo «sì, c’è qualche diciamo così propensione a invasioni di campo, ma sono questioni di carattere...». La terza carica dello Stato ribadisce comunque che «se si va, come abbiamo avviato in parte anche con il nostro lavoro sul bilancio, verso una riduzione dei costi della politica, inutile propendersi alla polemica».
02 ottobre 2007
fonte: http://www.corriere.it/politica/07_ottobre_02/bertinotti_camera_taglio_stipendi.shtml
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1 commento:
Speriamo che i fischi di Mirafiori si siano sentiti bene.
Chi ha orecchi per intendere, intenda...
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