"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

martedì 2 ottobre 2007

Total sotto accusa per crimini in Myanmar

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L'inviato Onu finalmente ricevuto dai generali

Total torna sotto accusa in Europa per complicità in crimini contro l'umanità commessi nel Myanmar. La magistratura del Belgio ha deciso di accogliere la denuncia presentata nel 2002 da alcuni rifugiati birmani e di riaprire l'inchiesta l'azienda petrolifera francese. Per l'accusa Total avrebbe utilizzato manodopera forzata fornita dalla giunta militare al potere in Birmania dal 1962 per la costruzione di un gasdotto. La denuncia è diretta contro l'azienda, il suo ex responsabile Thierry Desmarest e l'ex direttore delle operazioni della Total in Birmania, Hervé Madeo. Secondo il quotidiano francofono belga Le Soir la procura deciderà entro la fine del mese se aprire o meno il processo. ll ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner ha affermato che se venisse deciso di applicare delle sanzioni economiche e commerciali alla Birmania la Total non ne verrebbe esclusa.

Intanto l'inviato speciale delle Nazioni Unite, il nigeriano Ibrahim Gambari, ha lasciato la nuova capitale del Myanmar, Naypyidaw, dove era giunto sabato per incontrare i vertici del regime birmano e tentare di convincerli ad accettare una soluzione pacifica della crisi e rinunciare alla sanguinosa repressione contro i manifestanti per la democrazia, spronati nelle scorse settimane dalla discesa in campo dei monaci buddhisti. Prima di partirealla volta di Singapore l'inviato dell'Onu, secondo fonti diplomatiche, ha nuovamente incontrato la leader dell'opposizione e premio nobel per la pace Aung San Suu Kyi, da undici anni agli arresti domiciliari. Un segnale «molto positivo», secondo un diplomatico asiatico contattato da Associated Press: «Dobbiamo sperare - ha affermato - che sia iniziata la ricerca di un processo di riconciliazione nazionale».

Confermato l'atteso colloquio tra Gambari, 63 anni, e il capo della giunta militare al potere, il 74enne generale Than Shweh. I contenuti dell'incontro sono per ora top secret. L'emissario dell'Onu ha subito tre giorni di anticamera prima di essere ricevuto. Certo, a giudicare dall'intervento di lunedì all'assemblea generale delle Nazioni Unite del ministro degli esteri del Myanmar, Nyan Win, pare che le pressioni della comunità internazionale sul regime abbiamo ottenuto risultati pressoché nulli, almeno per il momento.

Nyan Win ha dichiarato che la democrazia «non può essere imposta dall'esterno» ed ha accusato non meglio precisati «elementi interni ed esterni» di «offrire sostegno finanziario e politico» al movimento di protesta che ha condotto alle manifestazioni delle scorse settimane. Lunedì la giunta militare sostenuta da Cina e Russia aveva parlato addirittura di «neocolonialismo» occidentale ed aveva aggiunto di avere usato «massima moderazione» nel sedare la protesta nelle strade di Yangon e Mandalay.

L'Unione europea, dal canto suo, ha chiesto al Consiglio per i Diritti umani dell'Onu, riunito a Ginevra, di «condannare con forza» il governo della Birmania. Il Consiglio Onu doveva ascoltare il racconto di testimoni oculari alla violenza usata dal regime birmano contro i dimostranti, che avrebbe causato la morte di oltre 200 persone stando alle stime dei dissidenti. Il regime ha parlato di una decina di vittime. Secondo la Bbc i monaci arrestati e in buona parte in corso di deportazione nel Nord del Paese sarebbero almeno 4 mila.

Altre fonti birmane e delle Nazioni Unite riportano che circa 1.700 persone arrestate , fra cui circa 500 monaci buddhisti, sono state rinchiuse in un campus universitario di Rangoon,. Secondo le stesse fonti, fra gli arrestati detenuti preso il Government Technical Institute (Istituto tecnico governativo) vi sarebbero anche 200 donne. I 500 monaci sono rinchiusi in uno stanzone senza finestre e sono stati costretti a spogliarsi. Molti di loro rifiutano il cibo. Tony Bambury, responsabile per l'Asia del Programma alimentare mondiale (Pam) ha detto di aver avuto informazioni secondo cui i detenuti nel campus sono già stati trasferiti altrove.

Resta un capitolo aperto il mistero delle presunte divisioni in seno alla giunta militare, alimentate dal fatto che molti soldati si sono rifiutati di sparare sulla folla inerme. Secondo una ricostruzione di AsianTimes ci sarebbero profondi disaccordi tra i due generali alla guida del governo, il generale Than Shwe e il suo vice Maung Aye, 70 anni. Non è chiaro se tali dissidi abbiano portato o meno a una spaccatura decisiva tra i due leader, ma ci sarebbero comunque segnali del timore di Than Shwen di un sorta di ammutinamento, metodo che lui stesso utilizzò per andare al potere nel 1992. Il generale avrebbe già fatto allontanare dal paese la sua famiglia.

Intanto, stop ai viaggi da Italia e dalla Francia. I tour operator che aderiscono all'Astoi, l'Associazione italiana che riunisce i maggiori tour operator, dopo l'avviso della Farnesina che consiglia di rinviare i viaggi non necessari in Birmania, hanno sospeso i tour in quel Paese in attesa degli sviluppi della situazione. Anche l'associazione dei tour operators francesi (Ceto) ha annunciato la sospensione delle partenze verso la Birmania finoalmeno al 15 ottobre.

(Al.An.)


2 ottobre 2007




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1 commento:

Franca ha detto...

Ho parlato anch'io della coerenza di certe nazioni, come la Francia, che adesso chiedono sanzioni, quando a causa dei loro interessi (Total) nel 2004 le hanno fermate.
Non sarà per caso che l'interesse della Cina le abbia messe in apprensione?