"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

martedì 6 marzo 2007

Calabresi beato?


Argomento spinoso… se amassi il quieto vivere me ne starei zitta.

Invece, come sempre, dico la mia: chissà mai che qualcuno mi prospetti un’altra verità cui non sono arrivata e mi faccia cambiare idea!

E’ – casualmente? – ripartita in questi giorni la campagna che spinge perché il commissario Calabresi venga beatificato. Casualmente perché, in concomitanza, si torna a parlare di BR e terrorismo…



Allora: chiariamo subito che sono assolutamente contraria al terrorismo ed ai terroristi, non foss’altro perché, alla prova dei fatti, non reggono la mia domanda preferita: CUI PRODEST? Giovano a tutti tranne che a quelli cui vorrei giovare io. Che sono poi coloro che vogliono cambiare il mondo. Non passano la domanda, dicevo: tant’è vero che, in nome del “far quadrato intorno allo Stato”, si è cercato di chiudere la bocca a chi “era contro” con leggi che andavano sì a colpire le BR (quando faceva comodo, dico io che son maligna…), ma anche tutti coloro che non erano schierati con il governo. Che, infatti,era un governo di unità nazionale… strane analogie, strani riaccadimenti…

Ma torniamo a Calabresi. Come uomo non dico nulla – non lo conoscevo. Come poliziotto… mah, sarebbe magari interessante sentire anche l’opinione di Pinelli e degli altri “cumunisti” che gli sono capitati sotto le sgrinfie in questura. Certo, l’indagine per la morte di Pinelli ha detto che lui non era nella stanza… ma un altro anarchico fermato sostiene di sì. Molto ci sarebbe da disquisire… anche sull’obiettività dei giudici e dei giornali, ma questa è un’altra storia. Possiamo credere a chi vogliamo, il punto comunque non è Pinelli – non solo lui almeno. In discussione c’è il modo in cui “certi” interrogatori vengono effettuati. Sarebbe come credere alle confessioni estorte dall’inquisizione alle “streghe” tramite tortura… e non ditemi che le botte si sarebbero viste. Lo so anch’io – che non pratico – che esistono sistemi che non lasciano traccia…

Insomma, che Calabresi fosse schierato contro la sinistra (anzi, contro “i cumunisti”) è un dato di fatto. Solo che lui è stato ammazzato. Mi dispiace, non penso che sia stato un atto giusto, non lo giustifico, non fiancheggio chi l’ha fatto, sono contraria e punto. Ma non è mica stato l’unico… perché allora non beatifichiamo tutti gli innocenti uccisi in nome di qualche giustizia che poi tanto giusta non è/era? Tanto per restare in tema, perché non beatifichiamo Guido Rossa? Anche lui è un martire del terrorismo, no? Ma già… era un sindacalista e non un poliziotto. A ben vedere, ha avuto più merito Rossa (che appunto non lavorava in polizia) a rendere testimonianza contro un brigatista che non un commissario a fare il suo lavoro. E Valpreda allora? Ah no, scusate… lui è ancora vivo – non sia mai che lo proponiamo per la beatificazione e la prossima bomba (dio non voglia, anzi, sarà meglio che non vogliano i poteri occulti…) lo coglie sprovvisto di alibi…

No, qui gatta ci cova. Mi pare che qualcuno stia cercando di riscrivere la storia come più gli conviene… voi, che ne pensate?



Stralci di intervista a Pietro Valpreda

tratta dal libro "La notte della Repubblica" di Sergio Zavoli


Z: C'è un tempo della verità che viene per le persone, cioè dentro di noi, al di là di ciò che accade fuori. In genere è il dolore, la sofferenza a risistemare, negli anni, cose, pensieri, sentimenti e giudizi. Quella strage ha avuto strascichi gravi, persino delittuosi (penso all'uccisione del commissario Calabresi). Di fronte alla colpevolizzazione di Calabresi, concitata, emotiva, senza appello, qual era il suo stato d'animo, allora? Come reagì alla notizia di quell'evento e come lo giudica, oggi?

V: Quando fu ammazzato il commissario Calabresi mi trovano ancora in carcere, attraversavo un periodo abbastanza critico. Il commissario fu ucciso poco tempo dopo che fu sospeso il mio primo processo a Roma e non vedevo una via d'uscita. Se dicessi che allora mi è dispiaciuto della morte del commissario Calabresi sarei un ipocrita. Adesso, forse, riuscirò a scindere il Calabresi uomo che conoscevo dal Calabresi politico, portato avanti come emblema di morte da Lotta continua, dai compagni e anche dal sottoscritto. Calabresi era sicuramente un individuo preparato e intelligente.

Credo che uno dei motivi per cui è arrivato dove poi è arrivato, cioè ad essere assassinato, sia stata l'ambizione. Sì, Calabresi era un ambizioso… nel senso che anche nei nostri interrogatori non voleva mostrarsi un commissario sprovveduto, ma diceva: "Guarda, io ho letto Bakunin, perciò non mi dire questo, ho letto Malatesta" e così via. Aveva una certa preparazione, insomma. E' certo che Calabresi non era nella stanza quando morì Pinelli. C'erano quattro poliziotti e un carabiniere, si sanno i nomi e i cognomi. Un altro dato è certo: Calabresi conosceva me e conosceva ancora meglio Pinelli, che era quello che andava in questura a chiedere i permessi per le affissioni dei manifesti e per le manifestazioni. Lo conosceva benissimo e sapeva benissimo che Pinelli era innocente… ne sono convinto. Perché a un sospetto di strage, fermato in un gruppo anarchico, si dice:"Noi andiamo in macchina, tu seguici con il motorino." Quella era una strage. Quando mai si è visto che la polizia, anche a uno sospettato di avere accoltellato la moglie, dica:"Siamo stretti, noi andiamo in macchina, tu seguici in bicicletta"? Qui si prende in giro l'intelligenza delle persone. La morte di Calabresi credo che alla sinistra abbia fatto più male che bene. Mentre con Calabresi vivo potevano forse emergere alcune responsabilità, Calabresi morto diventava una pietra tombale.

Z: Che cosa pensa sia accaduto quella notte negli uffici della questura, dopo che Pinelli fu interrogato da Calabresi?

V: Senta, io ci ho pensato per anni e ci penso ancora sul piano politico, e sul piano umano, perché per me Pinelli era un amico e un compagno. Pinelli trascorse settantadue ore in questura, ben oltre i tempi di un fermo regolamentare. In quei due giorni poté muoversi, telefonare alla moglie, la moglie poté andare a ritirare la sua paga. Ora, quel minimo di libertà che Pinelli aveva in questura non era la libertà che si dà a un individuo sospettato non dico di strage, ma nemmeno di un volgare furto. Difatti, appena c'è un piccolo sospetto, la polizia tiene altri comportamenti. Il fermato viene accompagnato anche per i suoi bisogni personali e la porta rimane aperta. Pinelli, invece, ha potuto, come dicevo prima, telefonare a casa fino alle dieci di sera. Alle dieci di sera comincia questo interrogatorio e Pinelli precipita dal quarto piano della questura. Sembra che ci sia una frattura tra queste settanta ore e le ultime due, che sia successo un qualcosa che esuli da piazza Fontana, un avvenimento diverso, estraneo: qualunque ipotesi è buona. Che Pinelli sia stato assassinato, ne sono pienamente convinto. Io, chi lo conoscevo bene, so che non si sarebbe mai suicidato. Aveva due bambine che adorava, la Silvia e la Claudia, aveva una moglie… e poi tutta la sua attività politica, gli amici, eccetera. Quanto è successo lì, in questura, anche a distanza di anni, mi è incomprensibile, davvero…

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23 commenti:

Val ha detto...

Facciamo così.
Visto che per in quarto sono comunista,per tre quarti anarchico e interamente vero socialista, propongo di nominare nuovo santo protettore dei ciabattini,il Calabresi.
Pinelli e le sue scarpe docet!
Quando non ci saremo più,questi cialtroni tenteranno di beatificare i vari Pavolini,Farinacci,Ferida,Valenti,veri e propri delinquenti.

Equo ha detto...

Calabresi santo subito! Perché perdere tempo? Io credo che la Chiesa, in questo modo, non faccia altro che mostrare il suo vero volto. Calabresi non è peggio degli inquisitori, dei conquistadores, dei persecutori di Valdesi o "pagani" che già sono stati forniti di aureola regolamentare. Mi preoccupa di più il "revisionismo storico" strisciante che induce persino compagni di non dubbia onestà ad usare impropriamente termini come "terrorismo". Neanch'io giustifico in nessun modo l'assassinio politico, sia chiaro (Maresciallo prenda nota, eh?). Tuttavia terrorismo, per definizione, è quello delle bombe nelle banche, sui treni o nelle piazze, che colpisce a caso, per "terrorizzare", appunto. E non è MAI stato patrimonio dell'azione comunista od anarchica, ma sempre e solo prerogativa dell'estrema Destra, per creare quel caos che avrebbe portato ad un Ordine Nuovo.
Se Calabresi non combatteva degli avversari politici del sistema (seppur chiusi in una visione aberrante) ma dei "terroristi", allora beatifichiamolo pure: Peccato che Bush sia protestante...

elena ha detto...

Tranquillo, Equo: Bush sarà pur protestante, ma in nome della clemenza e della magnanimità della Chiesa, sai quante cose si possono fare??? :)

Anonimo ha detto...

Permettetemi di fare chiarezza sulla base dei documenti che ho avuto la possibilità di studiaree a Milano. Pinelli fu ucciso, lo ammise il senatore Taviani in una seduta segreta della commissione stragi del 1997, aggiungendo che per lui il questore andava rimosso.
Ora si può fare santo Calabresi o qualunque altro si voglia, ma la verità è fissata per sempre in quel documento. Un abbraccio. Laura

Anonimo ha detto...

Grazie Laura. Sarebbe interessante poterne avere una copia di tale documento. Tu puoi procurarcela?
mauro

Val ha detto...

Le verità nascoste dall'estremismo rosso,dagli infiltrati e dai voltagabbana passati con i soldi del soccorso rosso dall'altra parte(alcuni restando di qua).
Pinelli e le sue scarpe docet!
L'unico terrestre in grado di calzare tre scarpe:due ancora indossate da cadavere sfracellato al suolo e l'altra in mano al santo commissario a dimostrazione(per i giornalisti)di aver tentato di fermarlo nel tentativo riuscito di gettarsi nel vuoto....
Ah dimenticavo: un personaggio venuto apposta dalla Sicilia,molto somigliante a Valpreda, prese il taxi del famoso testimone che indicò in Valpreda stesso il colpevole della strage.
Da lì il poi la strage impunita,la terra dei cachi e...dei caconi!

ska ha detto...

Ah, questa delle scarpe mi mancava...

elena ha detto...

Ska, è vera... ma rientra nelle "verità" che, essendo poi state smentite, non vanno mai più raccontate... altrimenti il potere, quello che ci difende e protegge, che figura ci fa?
Se ti interessa approfondire, ecco un paio di link (ma ce ne sono molti di più...):
http://www.informagiovani.it/Terrorismo/piazzafontana/comm1.htm
http://www.informagiovani.it/Terrorismo/piazzafontana/personaggi.htm
Val... noi che siamo "vecchi" certe cose le sappiamo. Ma, se non noi, chi gliele racconta ai giovani, certe verità scomode? Grazie!
Equo: non ho capito se l'appunto sulla distinzione tra terrorismo e assassinio politico era rivolto a me (vedi che prima o poi ci penso...). Se sì, non ho capito lo stesso. Comunque, Calabresi combatteva quello che per lui e per tanti a quei tempi "era terrorismo"... peccato che quelli contro cui si scagliava non c'entrassero nulla! Ergo, beatificazione non accordata - da me.

Anonimo ha detto...

A mauro.
Sto facendo una tesi sulla strage di Piazza Fontana e devo tornare a Milano per fotocopiare i documenti, tra cui quello di Taviani che ammette l'assassinio di Pinelli. Non è il solo purtroppo che fissa una verità che non è mai stata detta ufficialmente. Borghese lo ricorderete quello della Decima mas cominciò a lavorare al golpe già dal 1968. Il ministero degli interni sa passo dopo passo quello che fa Borghese nel 1969, compresa la costituzione di "comitati di salute pubblica" che anche con la violenza devono impedire che il Pci non solo vada al governo, ma rimanga con forte presenza nei settori più importanti della vita del paese. A quel punto avviene la Strage di Piazza Fontana. Qualcosa comincia ad andare storto, fino a quel punto Borghese aveva anche l'appoggio americano al colpo di stato in funzione anticomunista. I fascisti però vogliono loro il potere, tutto il potere e alcuni settori delle Forze armate anche loro informati e fino a quel momento inerti tramite Vito Miceli capo del Sios esercito informano una settimana dopo la strage di Piazza Fontana Aldo Moro dell'attività di Borghese per il colpo di stato. La Dci e gli alleati americani al potere in Italia sono minacciati dai fascisti che vogliono il loro posto. Borghese continuerà ad andare avanti con il progetto del colpo di stato ma lo fermeranno e tutto fallirà solo perchè voleva troppo, tutta la torta del potere, che chi lo detiene veramente in Italia certo non era disposto a cedergli. laura

Anonimo ha detto...

Cara Laura,
grazie per le precisazioni, anche se è storia che abbiamo, purtroppo, amaramente masticato per troppi anni.. però rinfrescarsi la memoria fa sempre bene.
Non so se la tua ricerca abbracci anche il periodo susseguente (il '69)che vede la nascita dei primi nuclei armati.. nel caso, lo conoscerai forse, è interessante il sito www.brigaterosse.org.. E se ti servisse, e non sapessi come rintracciarlo, posso dirti anche come trovare Curcio, a titolo di memoria storica, sempre ammesso che lui abbia ancora voglia di parlare di quegli anni così dolorosi per tutti.
mauro

Anonimo ha detto...

A Mauro
Non sono le mie delle precisazioni, ma solo i risultati di una mia ricerca sui documenti della Procura a Milano. Per quanto riguarda Curcio fammi capire meglio, vuoi presentarmelo? Lasciamo perdere. Digli tu piuttosto che se ha della documentazione che potrebbe essere utile per ricostruire cosa accadde dopo il 1969 la invii a laurapicchi56@hotmail.com, non si può fare una tesi a carattere scientifico con un' intervista a Curcio o altri e basta, servono documenti a prova di cosa si dice. Digli anche che mi riservo di fare su eventuali suoi documenti che desidera(?) inviarmi un'approfondita analisi critica.... Laura

elena ha detto...

Laura, non credo di aver interpretato correttamente il tuo commento... spiegami per favore!
Che vuol dire "lasciamo perdere" al presentarti Curcio e poi "digli tu piuttosto..."? Rintracciarlo,se vuoi, non è così difficile (consulta internet) e poi sai, le ideologie NON SONO contagiose... se non per chi vuole essere contagiato. Oltretutto si è pure dissociato... dopodiché potrei anche aggiungere che, soprattutto in un momento in cui le BR sembrano aver rialzato la testa, lui è sicuramente uno che è controllato al microscopio.
Quanto poi al "servono documenti a prova di quel che si dice", che significa? Che se un testimone dei fatti dice una cosa ma questa non è scritta, perde automaticamente di valore? Ma scherzi? Sarebbe come sostenere che se Pertini (ho scritto Pertini non a caso...) avesse detto di aver partecipato alla Resistenza e ciò non fosse scritto su nessuna carta, potremmo accusarlo di falso? Non sta in piedi, devo per forza aver capito male...

Anonimo ha detto...

A Elena
Vuol dire che per scelta personale non chiederei mai io a Curcio o altri terroristi documentazione per la mia tesi, a Pertini sì se fosse vivo perchè è un uomo democratico e ha sempre agito nell'ambito Costituzionale. La mia era ironia e sarcasmo su Curcio, non su te o i tuoi amici. Curcio si può anche essere dissociato, ma ancora la Verità sugli omicidi commessi dalle Br, i rapimenti ecc. non l'ha raccontata proprio tutta, ha detto solo quello che gli conveniva dire. Laura

Anonimo ha detto...

Il mio professore a me non permetterebbe nemmeno di fare la tesi su interviste, non so se puoi capire. Vuole che io porti come fonti libri pubblicati, atti istituzionali o processuali, al di là di quello che è il mio giudizio non solo su Curcio ma sui terroristi neri e rossi in generale che hanno solo detto parte di quello che sanno, quello che conveniva dire. Laura

Anonimo ha detto...

Io sono lontanissima dalle Br e da chi ha scelto la lotta armata(poi spiegassero tutti i perchè l'hanno fatto), sono una ragazza democratica che ha come unico riferimento la Costituzione italiana, le leggi italiane e la non violenza di Ghandi. Per me Curcio non sarà mai una vittima di quel periodo, le vittime sono altre, quelli che loro hanno ammazzato o rapito per far pressione sulllo stato, io sto dalla parte di chi è stato ucciso Elena e aspetto che terroristi come Curcio e tutti gli altri neri o rossi che siano dicano tutto quello che sanno. Hanno ferito gravemente anche il comunismo democratico che ha raggiunto la maturità nella resistenza, gambizzare magistrati o giornalisti non si potrà mai chiamare resistenza, quella è ben altra cosa dalla lotta armata dei brigatisti o di altri. Allora non c'era la Costituzione ai tempi della resistenza, dopo sì e si poteva lottare in maniera non violenta per la tutela dei diritti fondamentali della Persona Umana. Spero potrete rispettare il mio pensiero, pur se diverso dal vostro. Laura

Anonimo ha detto...

Se un testimone qualunque dice una cosa vanno fatte le opportune verifiche, non si può certo prendere per buono quello che dice senza averle fatte le verifiche. Io sono una studentessa e non un giudice, non ho gli strumenti per farle accuratamente quelle verifiche, così se mi basassi solo su quello che mi viene detto non supportato da documentazione di riscontro che è vero rischierei di prendere per verità quello che potrebbe essere depistaggio o polpetta avvelenata(un po'di verità e molte menzogne). Per chi cerca di fare un lavoro in rispetto delle vittime vere di quel periodo serve la certezza assoluta che ciò che si scrive è la verità provata dei fatti. Laura

Anonimo ha detto...

Precisazione
Volevo dire rapire magistrati e gambizzare giornalisti e uomini delle forze dell'ordine non si potrà mai dire che è resistenza.

elena ha detto...

Laura... tranquilla! Non mi sembra di aver mai detto che la Resistenza è uguale alle BR, né di aver mai detto scritto o anche solo pensato che sono d'accordo con il terrorismo! Ho detto e scritto più di una volta che le BR e qualsiasi "movimento" terrorista non ha i miei favori per il semplice fatto che le loro teorie non reggono alla domanda "cui prodest", e con questo considero chiusa la discussione. SONO CONTRO IL TERRORISMO, va bene? E lo sono sempre stata - anche quando tu con tutta probabilità non eri ancora nata e qualcuno diceva che bisognava capirli, che erano compagni che sbagliavano. Compagni un beato cavolo!
Non ho mai pensato che stessi facendo ironia su me o sui miei amici (ma poi chi sarebbero, questi amici?) e se anche fosse, ben venga. E' un'arma che uso spesso anch'io e se non fossi in grado di accettarla poi dagli altri, sarei proprio una povera di spirito... Quanto a Curcio, è evidente che il suo essersi dissociato non gli lava automaticamente la coscienza. Ma vogliamo pensare che un uomo possa anche capire i suoi errori, e da questi imparare? Oppure lo marchiamo a fuoco e non gli diamo più alcuna possibilità? Certo le vittime del terrorismo non ne hanno avute, di seconde possibilità... ma allora cosa facciamo, ci mettiamo tutti allo stesso livello? Forse che noi siamo perfetti ed infallibili? Be', io personalmente no. Non dico di perdonarli, i terroristi. Io per prima non ne sarei capace. E nemmeno di stendere un velo pietoso. La memoria dovrebbe però aiutare a non commettere gli stessi errori...
Dopodiché, stabilito che io la forza di Gandhi non ce l'ho, spiegami che altre differenze di pensiero ci dividono: tu sei una ragazza democratica, e io? Mi sembra che tu nel mio blog scriva quello che vuoi... senza censure e senza limiti di spazio. Allora dimmi dove sbaglio!

Anonimo ha detto...

A Elena.
Penso che niente ci divida, tranne forse il fatto che io penso che Curcio non li ha capiti tanto bene i suoi errori, visto che continuava a dire prima di chiudersi in un assoluto silenzio che non aveva nulla di cui pentirsi. Le differnze stanno con Curcio e i brigatisti, io sono democratica, loro no. Non ho mai pensato che tu e gli altri che ho il piacere di leggere nel tuo blog non siate democratici, visto che a partire da te e Nilde siete tra le poche persone per esempio che vi siete schierate con Mario Ciancarella appena conosciute le sue vicende. Un brigatista o un fascista non lo avrebbe fatto di solidarizzare per esempio con Mario o avrebbe finto di farlo per secondi fini. Io rivendico la mia diversità non da te o da chi scrive qui, ma dai terroristi e dagli uomini dentro al sistema di potere i quali tradiscono quotidianamente la Costituzione. Spero possa essere chiarita la cosa, ma fammi sapere se c'è ancora qualcosa che ho scritto che non ti è chiaro. Un abbraccio, laura

Anonimo ha detto...

P.s. Se Curcio dicesse tutto quello che sa e invece di dissociarsi facesse sincera autocritica sull'avere teorizzato la lotta armata cambierebbero di molto le cose e credo non solo io, ma tanti altri non avrebbero nulla in contrario ad un sincero confronto e dialogo con lui che nessuno nega abbia i diritti fondamentali come tutti e che vanno tutelati nonostante i suoi gravissimi errori di cui ancora non si pente realmente e sinceramente. Laura

Anonimo ha detto...

Volevo anche dirti che ho imparato a stimarti per la tua umiltà, la tua sincerità e l'affetto che ho sentito verso di me quando ti ho scritto dei miei malesseri. Laura

elena ha detto...

Va bene Laura, ci siamo chiarite. Pace! :)
Ti abbraccio.

Anonimo ha detto...

Camera dei deputati 29 aprile 1969, parla l'attuale Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.




Se fosse stata presa in seria considerazione da chi di dovere la Sua denuncia forse si sarebbero potute evitare stragi e strategia della tensione, si sarebbe potuto evitare che terroristi neri e rossi facessero morti e feriti su tutto il territorio nazionale.




Forse tutte quelle famiglie che hanno perso qualcuno hanno diritto di sapere che l'attuale Presidente della Repubblica tentò con quella sua denuncia probabilmente di evitare sangue, dolori e lutti. Grazie lo stesso Presidente, anche se abbiamo tutti poi purtroppo drammaticamente perso, grazie. Laura




(.......)





La situazione è torbida, onorevoli colleghi; evidenti sono le spinte repressive e reazionarie,le provocazioni e gli intrighi che partono da determinati ambienti delle classi dirigenti e dell 'apparato dello Stato. Non è facile dire dove queste spinte possano in ultima istanza condurre. Non si tratta di intessere romanzi, come talvolta ci si accusa di fare, su presunti pericoli di colpi di Stato . Si tratta di guardare in faccia a quel che di torbido e pericoloso vi è nella situazione e di intervenire con decisione, facendo appello , tra l'altro, a quelle forze legate agli ideali della Resistenza, lealmente impegnate a difendere la Costituzione, che esistono in ogni settore dell'apparato statale, anche se spesso sono mortificate e scavalcate dagli elementi più reazionari che si annidano nei diversi corpi dell'organizzazione dello Stato .Guardare in faccia a quel che di torbido e pericoloso (pericoloso per lo stesso avvenire democratico del nostro paese) vi è nella situazione anche in rapporto a disegni ed intrighi autoritari che possono concepirsi oltreoceano, in ambienti politici, militari e spionistici americani, e procedere per i canali della NATO, di quella organizzazione dell 'alleanza atlantica che noi denunciamo come fonte permanente di limitazione e di insidia per la sovranità e lo sviluppo democratico del nostro paese .