"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

domenica 25 marzo 2007

IL SILENZIO CHE UCCIDE

















Uccide l'uomo e la sua dignità.
Ed è opera anche del Governo Italiano, che ha portato avanti un'operazione d'immagine nella liberazione di Mastrogiacomo (a dispetto del compagno di merenda Bush), avendone poco o nulla merito. Mentre il merito principale va a Gino Strada ed a Emergency, e principalmente a
Rahmatullah Hanefi, il mediatore che ha reso possibile l'operazione libertà per il giornalista italiano. E Hanefi non è solo un mediatore: è il portavoce ufficiale di Emergency, quindi non uno qualsiasi preso alla bisogna, e passibile di sospetti o certezze terroristiche.
Perché tanto accanimento? E perché il Governo non si leva a sol uomo contro questa ingiustizia?
Forse perché l'amichetto ricco e potente si è un tantino alterato, sentendosi scavalcato e usurpato nelle sue prerogative? O perché Hanefi non può essere paragonato per censo e religione a un italiano qualsiasi?
Questo silenzio grida vendetta.
mauro

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COMUNICATO STAMPA

5 marzo '07 - Rahmatullah Hanefi sottoposto a torture

Siamo angosciati per la sorte di Rahmatullah Hanefi.
Il responsabile afgano dell'ospedale di Emergency a Lashkargah è stato prelevato all'alba di martedì 20 dai servizi di sicurezza afgani. Da allora nessuno ha potuto vederlo o parlargli, nemmeno i suoi familiari. Non è stata formulata nessuna accusa, non esiste alcun documento che comprovi la sua detenzione. Alcuni afgani, che lavorano nel posto in cui Rahmatullah Hanefi è rinchiuso, ci hanno detto però che lo stanno interrogando e torturando "con i cavi elettrici". Rahmatullah Hanefi è stato determinante nella liberazione di Daniele Mastrogiacomo, semplicemente facendo tutto e solo ciò che il governo italiano, attraverso Emergency, gli chiedeva di fare. Il suo aiuto potrebbe essere determinante anche per la sorte di Adjmal Nashkbandi, l'interprete di Mastrogiacomo, che non è ancora tornato dalla sua famiglia.
Oggi, domenica 25, il Ministro della sanità afgano ci ha informato che in un "alto meeting sulla sicurezza nazionale", presieduto da Hamid Karzai, è stato deciso di non rilasciare Rahmatullah Hanefi. Ci hanno fatto capire che non ci sono accuse contro di lui, ma che sono pronti a fabbricare false prove. Non è accettabile che il prezzo della liberazione del cittadino italiano Daniele Mastrogiacomo venga pagato da un coraggioso cittadino afgano e da Emergency. Abbiamo ripetutamente chiesto al Governo italiano, negli ultimi cinque giorni, di impegnarsi per l'immediato rilascio di Rahmatullah Hanefi e il governo ci ha assicurato che l'avrebbe fatto. Chiediamo con forza al Governo italiano di rispettare le parola data.

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9 commenti:

elena ha detto...

Sono talmente d'accordo con questo post (che non è parto delle mie dita) che ho scritto al ministero degli affari esteri perché intervenga.
Potete farlo anche voi, anzi, vi invito a farlo: relazioni.pubblico@esteri.it
Sommergiamoli di mail!
Suerte.

Anonimo ha detto...

"è stato prelevato all'alba di martedì 20 dai servizi di sicurezza afgani. Da allora nessuno ha potuto vederlo o parlargli, nemmeno i suoi familiari"

Nooo! Questa non la sapevo, l'avevo detto stasera anche a mia moglie: "Se ti diranno che G. Strada è stato ucciso da terroristi/talebani, non credergli perchè a qualcuno ha dato fastidio il suo operato".

Anonimo ha detto...

Stanno cominciando appunto, con i suoi collaboratori. Formati tralatro, proprio da emergency, come vedete i buoni creano altri buoni, poi arrivano i cattivi e trasformano tutto. Scusate, continuo a leggermi il post ora.

ska ha detto...

L'importante è che il nosro cittadino di serie A sia libero, no? Abbiamo già rischiato di litigare con Giorgino per lui, mo' dobbiamo farlo per un afghano di cui non frega un cazzo a nessuno? Uno di Emergency?
Questo è uno dei momenti in cui mi vergogno di essere italiana.

Anonimo ha detto...

Non una parola del governo su queste due persone ancora in mano ai servizi segreti afghani.Il mediatore di Emergency ho letto in una lettera di Gino Strada è stato torturato. Possibile che questi nostri raprresentanti non si ricordino mai che devono nel loro agire politico essere fedeli alla Costituzione? Hanno il dovere di spingere sul governo afghano, sui talebani affinchè queste due persone presto tornino libere e magari se sono in pericolo là nel loro paese si poteva e si può pensare di concedere asilo politico in Italia. Sempre che si abbia chiara la pari dignità tra tutte le persone abitanti sul pianeta terra e tra gli Stati. Altrimenti meglio se ne vadano a casa. laura

Val ha detto...

Raga,la PACE va fatta con il nemicooooooo! E che ca...
Se pero',ci spiegassero chi è il nemico e se questi lo sanno,il nostro appprezzamento sarebbe molto più sentito...o no?
Questo è il prezzo che abbiamo da pagare...e purtroppo con avvallo nostro.
Suerte
Val
Per Elena:quando ero nel PSI,Pertini era intervenuto ad un'assemblea presentato da Martelli è,logicamente imposto' il discorso sul socialismo.
Lo sguardo che si scambiarono Martelli e Craxi fu pari alla considerazione che hanno questi signori(casi personali a parte)di Gino Strada...uguale uguale.

ska ha detto...

...a quanto pare abbiamo davvero bisogno di ribadire il trinomio libertà/uguaglianza/fratellanza esposto qualche post più sotto, Laura. Sembrano concetti scontati, ma non lo sono affatto...

Anonimo ha detto...

Ulteriori aggiornamenti e chiarimenti:

- Rahmatullah Hanefi è il manager dell'ospedale di Emergency a Lashkargah ed è nelle mani dei servizi segreti afgani che secondo fonti locali è sottoposto a tortura;
- Adjmal Nashkbandi è l'interprete di Mastrogiacomo, nelle mani dei talebani secondo alcuni, in quelle dei servizi afgani secondo altre fonti.

Per firmare l'appello di emergency:
http://www.emergency.it/appello/

Intanto il generale italiano Fabio Mini ha detto: "Parliamo con i Talebani, con il Nemico, con i Terroristi? E' naturale per un militare sperare d’incontrare l’avversario durante il conflitto per discutere di tregua o al termine dei combattimenti per discutere di pace".
Finalmente un militare con il buon senso.

Anonimo ha detto...

Ultime dal sito di emergency:

02 aprile '07 - Il Comitato Internazionale della Croce Rossa incontra in carcere Rahmatullah Hanefi.

Nella giornata di sabato 31 marzo Rahmatullah Hanefi, il collaboratore di Emergency sequestrato dai servizi “di sicurezza” del governo afgano, ha ricevuto in carcere, a Kabul, la visita di rappresentanti del Comitato Internazionale della Croce Rossa, del quale apprezziamo la collaborazione.
Ci pare evidente che non aver fatto incontrare Rahmatullah con Emergency costituisca, ben più che uno sgarbo, un gesto di aperta ostilità nei confronti di Emergency, sulla quale si vogliono scaricare tensioni politiche interne ed esterne che con Emergency, in verità, nulla hanno a che vedere.
Si tratta anche di una inadempienza, dal momento che un protocollo sottoscritto da Emergency con il ministero della giustizia afgano prevede che la nostra associazione visiti i detenuti in ingresso nelle carceri afgane nelle quali gestisce delle cliniche.


L’attività di Emergency in Afganistan non è intesa a compiacere qualche governo o qualche autorità, ma soltanto a rispondere ai bisogni di feriti e malati. Non è pertanto modificabile da circostanze esterne e ad essa non direttamente connesse.
Questa attività, ovviamente, può avere luogo solo nelle condizioni che ne consentono lo svolgimento: non ha alcuna funzione simbolica o “di rappresentanza” che ne giustifichi la durata “comunque”.
Si svolge grazie al sostegno di un gran numero di donatori che di null’altro ci incaricano che dell’impegno a salvare vite umane.
Continueremo in queste attività finché saranno possibili, ma soltanto se saranno possibili.
Se in Afganistan essere dipendenti di Emergency costituirà un inedito titolo di reato, non sarà possibile a Emergency continuare quella parte delle sue attività che si svolge in Afganistan.
Vogliamo evitare questa situazione esclusivamente per la consapevolezza che l’assenza o la sospensione di questa onerosa attività sarebbe di grave, irrimediabile danno per feriti e malati.