"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

venerdì 23 marzo 2007

MESSICO, CRONACA DI MORTI ANNUNCIATE
















Premessa.

Su questo blog si sta portando avanti un onesto e costruttivo confronto sul tema della nonviolenza (vedi post "Non c'è più religione"), che ha generato una discussione ampia e articolata, forse più sul cosa non fare che sul come intervenire sulla violenza tout-court. Violenza che nessuno di noi caldeggia, ma che giornalmente ci presenta il conto..
Non si può chiudere gli occhi, questo è certo, né si può restare indifferenti, qualsiasi forma di violenza sia. Ma pare che, invece, la società nella sua forma di massificazione degli individui, sia orientata sempre più verso un atteggiamento tipo "le tre scimmiette". Curiamo l'orticello riuscendo a pensare, al massimo, "speriamo non succeda a me". L'ultimo orrore è sul giornale di oggi: a Venezia un ambulante, per una faida tra pregiudicati, è stato assassinato a colpi di sprangate dopo essere stato legato come un salame e quindi totalmente impotente a reagire. Questa violenza fa male, questa sorte di tumore che ci avvelena il cuore e ci strangola l'intelletto.
Il post di oggi riguarda l'ennesimo episodio di violenza in puro stile sudamericano fascista. Nulla di nuovo, certo, però non si può tacere, come nemmeno far finta di non sapere.. Perché, come sempre, è l'indifferenza ciò che maggiormente uccide.
mauro

(tutte le foto del post sono inerenti alla manifestazione di Oaxaca che ha scatenato la repressione)
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Ventitré delitti impuniti. Stupri, torture, sequestri. Centinaia di arresti illegali, altrettante persone costrette alla clandestinità o scomparse. E i maestri, che fine hanno fatto i maestri di Oaxaca? Meno di un anno fa erano in strada per rivendicare un aumento del salario, un adeguamento al costo della vita. Presi in giro, alla fine di ottobre avevano coagulato tutti i movimenti popolari di questa valle assolata del Sud messicano, radunando fino a ottocentomila persone, in uno stato di 3 milioni di abitanti. E scatenando la la reazione della polizia del governatore Ulises Ruiz.

Che ha aperto il fuoco contro la disobbedienza civile - tra le prime vittime il reporter americano di Indymedia Brad Will - e nei giorni successivi ha ordinato retate e altre azioni di forza, incluso l'assalto all'Università.
Quattro mesi più tardi, decine di insegnanti continuano a mancare all'appello. Le commissioni internazionali dei diritti umani denunciano "omicidi e violazioni delle garanzie fondamentali".
L'Unione Europea minaccia di escludere il Messico dai trattati commerciali, in mancanza di un'inchiesta che smascheri i responsabili degli abusi. Ma intanto l'Appo (Assemblea Popular de los Pueblos de Oaxaca) ha ripiegato le sue bandiere e il governatore Ruiz resta in carica.

"Con la benedizione dei due partiti della destra conservatrice, Pri e Pan, protagonisti del patto che ha portato all'elezione del presidente Felipe Calderon, Ruiz ha risposto da par suo - con assassinii, violenza e torture - alla richiesta del popolo di esercitare un proprio diritto" commenta Paco Ignacio Taibo II. Lo scrittore messicano è amareggiato due volte. Perché questa storia di Oaxaca lui la conosceva in anticipo: l'aveva raccontata in un romanzo che esce oggi in Italia (Svaniti nel nulla, Net-Il Saggiatore), ultima avventura di Héctor Belascoaran Shayne, l'investigatore guercio del Distriyo Federal. Dove lo sfortunato e irresistibile detective deve rintracciare "il più vivo di tutti i morti", forse ucciso da un dirigente del sindacato insegnanti che a Oaxaca guida la rivolta, facendo i conti con una polizia corrotta e violenta.
Incredibile coincidenza?

"La verità è che Oaxaca ha una tradizione di ingiustizie, soprusi e barbarie dei governatori." dice Taibo II. "Io ho scritto il libro con grande anticipo sulle violenze di qualche mese fa: purtroppo la logica degli assassini, della repressione, è sempre la stessa". E però, aggiunge lo scrittore, nell'autunno passato Oaxaca ha vissuto una stagione diversa. Unica. Per la prima volta i cittadini hanno reagito all'ingiustizia tutti insieme. Ecologisti e pittori, operai e commercianti, contadini e artigiani. Maestri, tassisti, studenti, dipendenti pubblici. Ma, ancora una volta, lo Stato ha soffocato la protesta con la violenza".

Sara Mendez, segretaria della Rete oaxaquena per i diritti umani, ricorda che "ci sono stati casi di maestri portati via dalle classi mentre facevano lezione. Diffondere il panico, questa era la strategia". Persino Ruiz ha ammesso che tra gli arrestati c'è stata una maggioranza estranea ai fatti. Oltre trecento persone sono finite in prigione. E alcuni mesi dopo, il posto dei vecchi maestri - quelli che non sono tornati - è stato preso da nuovi insegnanti.

"Mi dispiace", abbassa la voce Taibo II. "E' il mio secondo romanzo premonitore, era già successo con Cosa facil (uscito in Italia come Il ritorno di Zapata). Ma questa volta è diverso. Fa male".

Massimo Calandri, giornalista del Venerdì di Repubblica



13 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho seguito, fin quando e come ho potuto (compreso su Indymedia Italia che ora è semichiuso) la questione in merito ad Oxaca.
Ho anche visto il filmato dell'uccisione del cameramen. Ho visto come i repressori sparavano sulla gente con le armi e i rivoltosi tiravano solo pietre e calci.
Poi, chiuso Indymedia (che ora sta rinascendo dalla ceneri, spero più forte di prima) non ho saputo più nulla. Nelle immagini del post, vedo poliziotti credo morti a terra, poliziotti catturati dai manifestanti, leggo di insegnanti scomparsi (il che mi duole perchè amo quella categoria che mi ha instradato nella vita).
Leggo infine, che non è cambiato nulla e che il sistema altamente corrotto della nazione messicana ha avuto il sopravvento.
Ora mi arrabbio, organizzo un viaggio ad Oxaca, porto bazooka e carri armati e CHIUDENDO gli occhi sparo sul potere costituito della cittadina.
Ho pensato che se noi andassimo insieme a manifestare ad Oxaca, pacificamente con striscioni e quant'altro, non faremmo in tempo a bere un caffè amaro dopo una cassatina che subito, spariremmo nel limbo dei desaparecidos.

Piper ha detto...

Una volta quando sentivo queste notizie la prima cosa che mi veniva in mente era la faccia della persona che aveva dato l'ordine.

Adesso invece cerco di immaginare le facce delle persone che hanno materialmente eseguito gli ordini. Le facce dei poliziotti o dei militari che hanno sparato.

Perchè chi decide di uccidere non è che ha un esercito di robottini telecomandati.

Le persone che sparano sulla folla sono uomini anche se può dar fastidio dirlo o sentirlo dire. Sono uomini ma sono anche figli della violenza. Se si desse alla pace una possibilità non ci sarebbero figli della violenza.

E' ovvio che quando si leggono cose del genere si prende subito la difesa dei più deboli e l'idea di una rivoluzione sembra essere di conforto. Ma una rivoluzione violenta non serve a nulla se non a generare altri figli della violenza. La rivoluzione in sè è bella come una festa. Ma quando finisce cosa rimane? Sappiamo che molto spesso quello che viene dopo la rivoluzione non è meglio di quello che c'era prima. Cambiano solo gli aguzzini.

Ma se si fa una rivoluzione diversa, se le persone che tengono in mano il fucile capiscono che stanno sparando sulla loro stessa gente, che quella gente è uguale a loro (perchè poi a livello sociale stanno sullo stesso piano... no è che i poliziotti dopo aver sparato vanno a cena con il presidente) allora le cose cambiano davvero, in qualsiasi contesto.

La risposta a qualsiasi ingiustizia è una rivoluzione "culturale", se non si cambiano le teste delle persone gli impulsi interiori rimangono gli stessi.

Rimango sempre convinto che la maggiorparte delle persone sono buone e che non esistono persone realmente cattive. Se fosse il contrario, se qualcuno può pensare il contrario allora non c'è ragione di denunciare gli abusi e i sopprusi.

Piper ha detto...

Si ma Nunzio... vai con il bazooka contribuirai ad allungare la lista dei morti e basta; Belzebù ringrazia. Con la lotta violenta le cose non cambiano perchè la guerra vuole i morti, fino all'ultimo.

Anonimo ha detto...

Nel mio luogo di lavoro ho affisso in bacheca una foto delle manifestazioni di Oxaca (vi è rappresentata una barricata in strada) e un membro della P.M. venuto a rompere i cosidetti, vedendola ha detto: "Quando sei stato in vacanza in Messico?"

(Eppure ci ho scritto sopra: "barricate ad Oxaca"!)

Non gli ho risposto.

Anonimo ha detto...

Marzino caro, avendo previsto un tuo intervento ho scritto in maiuscolo "CHIUDENDO" gli occhi, appunto. Per farti capire (solo a te e a nessun altro) che io non voglio... però ho immaginato cose che non farei, piuttosto mi organizzerei politicamente e cercherei di far cadere quell'Amministrazione per poi farla giudicare da un tribunale.

Se tua madre e/o tuo figlio fossero tenuti illegalmente nascosti (tipo desaparecidos) in qualche area messicana, dalle forze di cui sopra, cosa faresti?

E bada che non sono di quelli che dicono: "e se ti succedesse una cosa simile..." alludendo alla vendetta.
Io non provo vendetta e l'ho specificato in un commento dall'altra parte.
Ma tutto ciò che di violento può raggiungermi nello spirito, deriva solo da indignazione profonda... se rapiscono te, per esempio,
chiamo Elena, Ska, Mauro e quanti altri posso e ti organizzo una manifestazione violenta a mò di fuoco devastante contro chi osa interrompere il nostro cammino per la tua liberazione.
S'è capi?

ska ha detto...

Vedi, Marza...io quando leggo queste cose non posso non pensare alle barricate...che violenza avevano esercitato quegli insegnanti che rivendicavano solo i loro diritti?
No, davvero, pur apprezzando le tue parole, mi convinco sempre di più che c'è differenza fra violenza e lotta.

ska ha detto...

...e però vedi, allo stesso tempo mi tornano in mente le immagini e le parole del film "l'odio". E non so più cosa dire.

Piper ha detto...

Si si è capito Nunzio :)
Ti ringrazio ma non mi fareste un favore... Sicuramente ne sarei commosso vedendo a cosa siete disposti a fare... ma non mi fareste un favore a farvi ammazzare per niente. Se servisse a qualcosa le vostre vite, oltre alla mia, rimarrebbero come minimo scosse. Ma se vuoi veramente dare un calcio in culo a chi ti porta via tua madre, tua sorella, etc. e se quello che ti interessa non è solo la vendetta personale allora la scelta giusta è un'altra.

Guarda che lo so quello che sto dicendo. :)
Lo so quanto può essere difficile, ma so anche che mi sono stancato di sentire di quanta gente muore di qua e quanta ne muore di là come se si stesse parlando di coriandoli!

Non è per menare sulle balle in continuazione... :) ma i buddisti fanno un esercizio palloso ma molto utile. Quando cercano di analizzare un problema cercano di capire qual è la causa che l'ha generato; e poi cercano di capire qual è la causa della causa. E così via fino ad arrivare alla causa prima che ha generato un girotondo di causa-effetto.

Capisci quello che voglio dire?

Mi rendo conto che quando ci si ritrova di fronte a cose come queste sentir parlare in questo modo ti fa scappare come minimo un bel "ma va' a cagare". Anche io mi sento in imbarazzo a parlare così... ma se mi lascio prendere dall'indignazione e dalla rabbia continuo ad alimentare questo "fuoco" che si spegnerà solo o quando tutti saranno morti o quando le vittime decideranno di smettere di lottare.

Piper ha detto...

Skakkina :)
E' ovvio che gli insegnanti non avevano esercitato nessuna violenza. Ma è alla violenza che è stata esercitata su di loro che non bisogna rispondere con la violenza.

Basta una pietra. Cosa credi? Il poliziotto che ti sta davanti sta aspettando solo quello per ficcarti un colpo in testa!

Ma ti ricordi la cazzata del castello di carte?

Sempre Gandhi... quando organizzò la rivolta del sale... Gli indiani dovevano pagare una tassa agli inglesi sul sale; il sale che loro estraevano, lavoravano, producevano... sale che era sul loro territorio. Gandhi organizzò una rivolta pacifica durante la quale nessuno alzò una mano. Le persone che lavoravano nelle saline si fecero percuotere per tutto il giorno dai soldati inglesi senza dire una parola e senza rispondere ai loro colpi.

Come nella storiella del castello di carte lo sai chi ha vinto alla fine e chi ha capito di essere un perdente?

Se gli indiani avessero reagito ne sarebbero morti in gran numero, l'esercito avrebbe avuto una scusa per giustificare un massacro ("erano in rivolta, ci hanno aggredito") e gli indiani non avrebbero ottenuto nulla.

La lotta non violenta significa piantare i piedi per terra come un ciuccio!

La lotta armata significa entrare di propria spontanea volontà al mattatoio.

Anonimo ha detto...

Bè Marzapane - a furia di nominarti, mi verrà il diabete? :) - hai ragione quando parli di non violenza.
Forse è proprio il fatto che siamo in pochi e dispersi a farci mettere in assetto violentemente ribelle.
E' giusto che manifestiamo piantando i piedi a terra come un ciuco... a parte che la vedrei come una provocazione grandiosa!
Ma non saprei, penso, come ho detto nell'altro post, che forse Gandhi ha potuto agire così perchè ha trovato appoggio nel contesto culturale indiano.
Lui è stato in gamba però, ci mancherebbe. Come Cristo che appunto, viene definito il maggior rivoluzionario, ma non ha mai mosso un azione violenta (se non quello di scaraventare quelle che oggi chiameremmo "bancherelle" di mercato davanti al tempio).
Marzì, solo che, se penso alle ginocchiere delle divise dei moderni poliziotti, carabinieri e guardia di finanza, se penso alle spalliere rinforzate, ai tipi di caschi protettivi, qui sembra di affrontare numerosi robocop e questa è una provocazione da parte del potere, non credi?
Perchè si presentano conciati in quel modo?
Poi penso, che con quanto ti ho detto prima, relativamente ai nuovi armamenti anti-manifestazioni architettati dagli U.S.A., cosa vuoi ottenere più con una manifestazione in stile Gandhiano? Vengono con la pala meccanica di un escavatore e ti spostano in un batter d'occhio o peggio ancora con questi armamenti che attraverso ultrasuoni o laser particolari, ti fanno soffrire come un dannato senza ucciderti, in modo che tu, esasperato devi allontanarti dalla zona che presiedi (io qui, poi passerei alla viole sputafuoco-missili-atomici-raffica-mortale, ecc. Sempre chiudendo gli occhi però).
Comunque fai benissimo a ribadire ogni concetto di non-violenza che da persona di buona volontà non posso fare a meno di accettare.
Ma sappi, che forse è proprio la paura che da entrambi gli schieramenti muove la violenza.
Quindi diamoci da fare politicamente e socialmente!
Infatti sto lavorando alla formazione di una scuola di "tattiche armate in città e guerriglia bombarola in provincia" ;)))))

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti, ho letto attentamente tutti i post.
E’ un tema delicato, toccante e attualissimo.
Queste repressioni in “grande stile”, eseguite dai poteri forti della “politica”, mi fanno pensare che in giro per il mondo, ci sono troppi governi che per imporre la propria grandezza, adottano e adotterebbero qualsiasi mezzo.
Sono d’accordo che l’unico modo per dimostrare i propri diritti, sia di farlo pacificamente unendo le forze per farsi sentire da più gente possibile.
Purtroppo il rispetto da parte degli amministratori, nei confronti dei lavoratori va mano a mano scemando, ed inoltre ci sono troppi paesi dove addirittura non esiste e non è mai esistito.
Il bene comune è diventato una chimera persino qui da noi, dove si dovrebbe parlare di democrazia.
Vedo che la dignità verso il popolo dei lavoratori è sempre
meno praticata……
Ma questa gente non si accorge che sta raschiando il fondo?
Un abbraccio
Mario

A. ha detto...

ho seguito molto da vicino i fatti di Oaxaca e me ne sono occupato spesso nel mio blog, deplorevole l'atteggiamento prima del governo Fox e poi di quello Calderon.
reiterate violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali.
Uno scandalo che fai benissimo a denunciare.

Un saluto

Morgan ha detto...

Ciao, volevo segnalarvi che l'iniziativa PRO BENITO ha portato ad un primo passo concreto. Guardatevi il video, scusate il disturbo e a presto.

Morgan