"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

martedì 20 novembre 2007

Bangladesh, gli aiuti in difficoltà

Si aggrava ancora il bilancio del ciclone che ha colpito il Paese, difficili i soccorsi
I sopravvisuti: "Non serve farci foto o girare filmati per la tv, abbiamo bisogno di mangiare e bere"

"Cento mani per un pacchetto di cibo"

L'Onu ha stanziato 6 milioni di euro. "Una prima tranche, ma altri arriveranno"
Dalla Farnesina aiuti urgenti per oltre un milione di euro. In partenza aiuti alimentari


Una donna con la sua bambina
sopravvissute alla tragedia


ROMA
- Saranno necessarie settimane per avere un'idea precisa della devastazione provocata dal ciclone Sidr. Il bilancio ufficiale, ancora provvisorio, della sciagura che ha investito il Bangladesh è al momento di 3.447 vittime. Ma la Mezzaluna Rossa (la principale organizzazione umanitaria attiva nel Paese) calcola che il computo finale potrebbe essere di oltre 10 mila morti. E alcune organizzazioni umanitarie parlano di 15 mila. Intanto emerge che le conseguenze del ciclone sarebbero state meno catastrofiche se il falso allerta-tsunami, scattato nel Paese due mesi fa, non avesse indotto gran parte della popolazione a sottovalutare l'allarme.

Soccorritori in difficoltà. Molti villaggi delle zone costiere, rimaste finora isolate, sono stati raggiunti solo oggi dai soccorritori, a cinque giorni dalla catastrofe. Ma i mezzi a disposizione non sono sufficienti. L'esercito ha rinforzato le squadre con altri elicotteri e cargo per il trasporto di cibo, medicinali, acqua e beni di prima necessità. In arrivo anche due C-130 dell'esercito americano.

"Il cibo non basta". "Centinaia di mani che si sollevano per assicurarsi un pacchetto di cibo": questo il racconto di un reporter dell'agenzia Reuters dal distretto di Patuakhali. "Sembra follia ma è davvero quel che accade nelle aree devastate dal ciclone". Le forniture di cibo sono insufficienti e i sopravvissuti - riferisce il reporter - sfogano la loro rabbia con cameramen e fotografi: "Non serve che mettiate le nostre foto sui giornali o le nostre immagini in televisione, ciò di cui abbiamo bisogno è cibo, acqua e riparo".

Pericolo sottovalutato. E' stato difficile persuadere del pericolo gli abitanti delle località a rischio, abituati a tempeste e altri fenomeni atmosferici dalla potenza meno devastante. All'origine di tale atteggiamento, il violento terremoto che il 13 settembre si è verificato al largo delle coste di Sumatra, facendo temere una gigantesca onda anomala. L'allerta fu lanciato in tutti gli Stati vicini e, appunto, anche in Bangladesh. Ma nel giro di qualche ora l'allarme rientrò. Memori di quell'episodio, il 16 novembre troppi abitanti del Golfo del Bengala hanno ignorato gli avvertimenti, e la stessa Mezzaluna Rossa ha faticato a intervenire in modo tempestivo. Quando l'onda di marea di cinque metri, che annunciava l'arrivo di Sidr, si è abbattuta sulle coste, con le raffiche di vento fino a 250 chilometri orari, le operazioni di evacuazione non erano ancora completate, o non erano proprio iniziate. Ed è stata una strage.

Tragico paradosso. Una situazione tragicamente paradossale, tenuto conto che, di per sé, il sistema nazionale di prevenzione anti-cicloni ha funzionato alla perfezione. Al punto da consentire, nonostante tutto, di portare in salvo oltre un milione di persone in piena notte, sistemandole nei rifugi o in luoghi che il cataclisma non era in grado di colpire.

L'Onu, primi aiuti. "Altri seguiranno". L'Onu ha approvato lo stanziamento di 6 milioni di euro, "una prima tranche, altri seguiranno quando avremo valutato le condizioni sul terreno" spiega da Ginevra la portavoce dell'Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari, Elisabeth Byrs. Le Nazioni Unite hanno già avviato la distribuzione di 208 tonnellate di biscotti altamente energetici e di 240 mila confezioni di pastiglie per purificare l'acqua potabile. Tra i principali donatori finora ci sono l'Arabia Saudita (più di 70 milioni di euro) e la Gran Bretagna (tre milioni e mezzo di euro).

Italia, il piano di intervento. La Farnesina ha definito il piano di interventi: 100 mila euro alla Federazione Internazionale delle Croci e Mezzelune Rosse (FICROSS) per la distribuzione di generi di prima necessità, e 400 mila euro al Programma Alimentare Mondiale (PAM). Per venire incontro alle necessità più urgenti sarà inoltre inviato, con un volo speciale, materiale del Deposito Nazioni Unite di Brindisi (tende, coperte, farmaci) per un valore di circa 600 mila euro.

Gli aiuti alimentari. Accelerate le procedure per l'invio di aiuti alimentari, già programmati, del valore di 2 milioni di euro. Il 26 novembre giungeranno presso il porto di Chittangong 5.200 tonnellate di grano tenero. Quanto agli italiani in Bangladesh, circa 130 connazionali, "la loro situazione non desta al momento preoccupazione - spiega la Farnesina - sono tutti lontani dalle zone colpite e non si ha notizia di vittime".

(20 novembre 2007)

fonte: http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/esteri/ciclone-bangladesh/ciclone-tsunami/ciclone-tsunami.html

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1 commento:

Franca ha detto...

Cambiamenti climatici: siamo vicini al punto di non ritorno