"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

martedì 13 novembre 2007

Pakistan, Bhutto circondata da 4 mila poliziotti

Pakistan, arresti tra il partito della Bhutto - foto Ansa - 220*156 - 13-11-07

La leader dell'opposizione pachistana Benazir Bhutto, agli arresti domiciliari a Lahore, ha rilanciato la sfida al regime militare del presidente Pervez Musharraf, esigendo per la prima volta che si dimetta da capo dello stato.

Bhutto ha fatto questa richiesta in una telefonata a Sky Tv. Finora si era limitata a chiedere che il generale Musharraf abbandoni la carica di capo delle forze armate e divenga un presidente civile.

«C'è un consenso politico generale sul fatto che il generale Musharraf se ne debba andare... e la situazione nel Paese può solo aggravarsi se resta. È un Paese con armi nucleari, e il ruolo dei militari è esagerato».

Bhutto è stata posta lunedì sera agli arresti domiciliari per una settimana nella casa di un esponente del suo partito a Lahore (170 km a sud est di Islamabad), per impedirle di guidare la marcia di protesta fino a Islamabad indetta per martedì.

Ben 18 mila poliziotti presidiano la grande città da cui deve partire la manifestazione, con l'ordine di impedire anche con la forza lo svolgimento della protesta.

Il Partito del popolo pachistano (Ppp, della Bhutto) ha però lanciato la sfida a Musharraf, che il 3 novembre ha imposto lo stato di emergenza nel Paese.

«Faremo la nostra marcia. Lei (Benazir Bhutto) uscirà allo scoperto», ha detto uno dei principali dirigenti del Ppp, Shah Mehmood Qureshi. «Il governo vuole il confronto. Noi siamo pronti a combattere questa battaglia per la democrazia», ha aggiunto.

Bhutto nei giorni scorsi ha indetto quella che ha chiamato una "lunga marcia", un corteo di automobili che dovrebbe percorrere i 170 km da Lahore alla capitale, per chiedere che Musharraf lasci la carica di capo delle forze armate, ponga fine allo stato di emergenza, ripristini la costituzione e liberi i militanti arrestati, fra cui molti esponenti del Ppp.

«Chiedo alla comunità internazionale di porre fine al suo sostegno all'uomo la cui dittatura minaccia di cacciare questa potenza nucleare nel caos», ha aggiunto la Bhutto.

Nella notte di lunedì circa 4 mila poliziotti hanno circondato la casa dove è ospitata la Bhutto, stendendo tutto attorno reticolati di filo spinato, erigendo barricate e bloccando le strade di accesso con camion carichi di sabbia. L'ordine di arresti domiciliari è stato attaccato al cancello di ingresso, perchè la leader dell'opposizione e ex primo ministro non si è fatta vedere.

«La sua residenza adesso è la sua prigione ufficiale», ha commentato un ufficiale delle forze di sicurezza sul posto.


Pubblicato il: 13.11.07
Modificato il: 13.11.07 alle ore 16.39

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1 commento:

Franca ha detto...

Che farà Bush?
Accordo con Musharraf o con Bhutto?