"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

venerdì 16 novembre 2007

Corteo G8, Genova blindata



16 novembre 2007

Ieri nuovo vertice in prefettura. Il questore Presenti: non abbiamo notizie dell’arrivo anche di ultrà. Il programma e la mappa del corteo


di Vincenzo Galiano
e Bruno Viani


Alla vigilia del giorno della manifestazione no global che domani pomeriggio attraverserà il cuore di Genova, la tensione sale. E i servizi privati di security vivono un momento di celebrità, chiamati a vigilare discretamente, in borghese, su negozi e condomìni. Ma anche a suggerire uno scenario non perfettamente coincidente con quello (rassicurante) ufficiale.


«I nostri informatori confidenziali ci hanno fatto sapere
che, tra le tifoserie in arrivo per il corteo, ci saranno anche piccoli gruppi autonomi provenienti da Roma, Napoli, Brescia, Verona, Bergamo e Milano - dice Giovanni Sgambellone, titolare dell’agenzia di vigilantes in borghese Studio Uno investigazioni - ovvero tutti gli ultras più temibili». Fantasmi o pericoli concreti? Certo la morte del tifoso laziale Gabriele Sandri, 28 anni, ucciso dal colpo esploso da un poliziotto all’autogrill di Arezzo, ha complicato terribilmente le cose. Anche il questore, Salvatore Presenti, dice: «Non abbiamo segnali di arrivi di ultras, ma siamo pronti, eventualmente, ad evitare che sbarchino in città nelle ore della manifestazione». Per il resto, solo messaggi tranquillizzanti sono usciti ieri dal vertice istituzionale che si è svolto in prefettura tra il prefetto, Giuseppe Romano, il sindaco Marta Vincenzi, il questore Presenti, rappresentanti dei commercianti e alcuni organizzatori del corteo (in prima fila la comunità di San Benedetto, guidata da Don Andrea Gallo, Rifondazione comunista e Pdci).


«Ho scommesso che sarà una manifestazione
assolutamente pacifica», dice Romano. Il sindaco chiede pubblicamente «ai genovesi di vivere una giornata normale». «Scendere in piazza - aggiunge Vincenzi - è un diritto civile straordinario che va tutelato e che è stato conquistato con lotte. La nostra città può continuare ad essere sede di incontri e di manifestazioni, ma non può diventare il luogo dove si consuma il pendolarismo della violenza». Preoccupazioni per eventuali incursioni di provocatori o schegge impazzite del tifo più estremo? Il sindaco mostra tranquillità: «Esiste una separazione molto netta tra la manifestazione e frange violente raccattabili in giro per l’Italia per rovinarci la festa». Festa alla quale il sindaco non parteciperà «non per via del mio ruolo ma perché condivido solo per metà le ragioni che ispirano l’iniziativa».


E cioè: d’accorso sulla richiesta, ribadita martedì anche dal consiglio comunale, di una commissione d’inchiesta sui fatti del G8, in dissenso sul «giudizio che i manifestanti danno sulla magistratura» rispetto alle pesanti condanne richieste per i 25 no global accusati di devastazione saccheggio. Chi arriverà veramente a Genova si potrà sapere solo tra quarantott’ore. Nel frattempo la città si attrezza sperando il meglio e preparandosi al peggio. I vigili depositano sulle auto in sosta nelle strade che saranno attraversate dal corteo e in alcune aree limitrofe i volantini che preannunciano “rimozione forzata” a partire dalle sette del mattino: una limitazione che rende, di fatto, precluso alle auto private gran parte del centro. Il colpo di grazia al traffico cittadino potrebbe venire dalla chiusura della Sopraelevata, in direzione Ponente, «per motivi di sicurezza».


«L’obiettivo è scongiurare l’eventualità
di lanci di oggetti sul corteo che sfilerà per un lungo tratto sotto la Sopraelevata», spiega Giacomo Tinella, vicecomandante della polizia municipale. Un altro provvedimento che nontranquillizza. E anche se il sindaco Vincenzi ha invitato i negozianti a non chiudere, sono già molti quelli che hanno deciso che è meglio prendere una giornata di vacanza: «Tanto, in queste condizioni, non entrerebbe nemmeno un cliente». Tanto più che, proprio sabato, è fissato lo sciopero del comparto commerciale che potrebbe bloccare soprattutto l’attività dei punti vendita più grandi. Ma i sindacati invitano le imprese a fare chiarezza: «Perché se la serrata è dovuta al timore di scontri, i dipendenti hanno diritto al pagamento della giornata».


«Ricevo molte telefonate di colleghi preoccupati,
ma spero che alla fine non prevalga la paura», è il commento del presidente regionale di Confesercenti, Patrizia de Luise, presente ieri all’incontro in prefettura Antonio Ornano, di Ascom, confida che «le aperture saranno maggiori del previsto». Gli organizzatori attendono a Genova circa 20 mila manifestanti. Diecimila avrebbero già acquistato i biglietti per il viaggio. Tra i mezzi utilizzati: un centinaio di pullman e due treni speciali da Venezia e da Napoli. Il servizio d’ordine del corteo sarà assicurato da circa 200 persone.


Dal centro destra si moltiplicano
le richieste di annullamento del corteo. «Non solo per motivazioni di buon senso, ma anche e soprattutto di ordine politico», dice Daniela Santanchè, portavoce di “La destra”, annunciando la richiesta di una commissione d’inchiesta “per conoscere i volti e i nomi” dei black bloc. «Genova - spiega Santanchè - aspetta ancora giustizia per i giorni di terrore e distruzione causata dai cosiddetti pacifisti».


Giorgio Bornacin e Gianni Plinio,
senatore e capogruppo regionale di An, si riservano di citare in giudizio il sindaco «per eventuali danni che dovessero essere arrecati a cose e persone» e chiedono alla magistratura di valutare la legittimità dell’ok al corteo.


fonte: http://www.ilsecoloxix.it/genova/view.php?DIR=/genova/documenti/2007/11/16/&CODE=4834fa90-940d-11dc-8279-0003badbebe4

...

Come è morto Carlo?

Notate un dettaglio: Giuliani è chino verso terra per raccogliere la bombola antincendio, ad una certa distanza dalla camionetta dei carabinieri, sullo sfondo si intravede la mano armata del Placanica GIA' PRONTA A SPARARE.

Io traggo una doppia conclusione: che il Placanica, impaurito dallo svolgersi degli eventi, abbia impugnato l'arma PRIMA, e non dopo, che Carlo si appropriasse dell'estintore, e che Carlo abbia fatto ciò come reazione dettata dalla rabbia nel vedere minacciato sè stesso, ed i suoi compagni, da un carabiniere ARMATO E PRONTO A SPARARE!, fatto che si arguisce dalla perfetta posizione di tiro, leggibile nella foto benchè sgranata.
mauro

...

1 commento:

Franca ha detto...

Sapremo mai la verità?