Il ministro Damiano a Repubblica Tv annuncia un ulteriore aumento
dei versamenti per gli atipici, in modo da favorire le assunzioni a tempo indeterminato
"Per il lavoro flessibile contributi al 33%"
"L'accordo è frutto di vera concertazione, e di un negoziato durato sei mesi"
ROMA - Il protocollo sul Welfare va difeso perché rappresenta un autentico passo avanti per lavoratori e pensionati e perché è frutto di sei mesi di trattativa, e dunque di un'autentica e corretta concertazione. Lo ha detto il ministro del Lavoro Cesare Damiano, negli studi di Repubblica Tv. Damiano ha assicurato che intento del governo è anche quello di combattere gli usi distorti della legge Biagi: "Il lavoro in un call center non può essere regolato da un contratto a progetto". In questa direzione va anche la proposta di portare al 33 per cento i contributi previdenziali dei lavoratori flessibili, incentivando così indirettamente i contratti a tempo indeterminato.
Il protocollo sul Welfare e la concertazione. Prima di respingere il protocollo sul Welfare firmato a luglio da governo e parti sociali, ha detto il ministro Damiano, bisognerebbe tener presente il fatto che è frutto "di una vera contrattazione, una vera trattativa". "Siamo andati fino in fondo, e c'è stato un momento in cui sul tema delle pensioni si rischiava di fare saltare tutto". Invece, pur avendo alle spalle "una coalizione di dieci partiti", il negoziato si è concluso con successo: "Al traguardo siamo arrivati con la firma delle maggiori organizzazioni delle imprese e del lavoro. La nostra intenzione è di porre un limite agli strumenti dei contratti a termine, e abbiamo incentivato i contratti a tempo indeterminato".
E quindi già solo sulla scorta di questo l'accordo andrebbe ratificato, pur non essendo, ha ammesso il ministro, il miglior accordo possibile: "In 40 anni di lavoro non ho mai visto un risultato che lasciasse tutti soddisfatti, anche chi ha firmato aveva le sue riserve. La Cgil le ha espresse, anche Confindustria ha firmato dichiarando di non essere convinta. Però tutti hanno firmato". Damiano si è detto però fiducioso sul fatto che il no della Fiom (secondo il ministro si tratta di un 'no' politico più che sindacale) non sovvertirà l'esito del referendum tra i lavoratori e i pensionati: "Sono sicuro che l'esito sarà favorevole", anche se "L'opinione della Fiom potrà avere un'influenza", e in "alcune fabbriche anche importanti prevarrà il no".
Il lavoro precario. Molte le domande degli utenti sul lavoro precario. In particolare è stata contestata la clausola che prevede la stipula di un nuovo contratto a tempo determinato presso l'ispettorato del lavoro passati i 36 mesi, clausola che ha sostituito quello che originariamente era stato pensato come un vero e proprio tetto. "Stipulare il nuovo contratto di lavoro con il controllo degli ispettori è una clausola molto vincolante - ha obiettato il ministro - questa normativa è un salto in avanti importantissimo".
Del resto a questa norma se ne affiancano altre che dovrebbero rendere meno conveniente per il datore di lavoro ricorrere ai contratti a tempo determinato, ha ricordato Damiano: "Per una retribuzione di 21.000 euro lordi annui ciascuna impresa avrà uno sconto di circa 5-600 euro a lavoratore, ma solo per contratti a tempo indeterminato". Di contro, i contributi pensionistici dei lavoratori flessibili dovranno salire al "33% entro la fine della legislatura". Così, ha concluso il ministro, "incentiveremo il lavoro che diventa stabile facendolo costare di meno, e chi sarà flessibile avrà contributi per avere una pensione analoga a chi ha un lavoro stabile".
Il nuovo tesoretto per il risanamento. Rispondendo a una domanda del vicedirettore di Repubblica Massimo Giannini sull'utilizzo di quello che è stato definito "il nuovo tesoretto", Damiano ha detto: "Sono gradualista, farei quello che abbiamo già fatto. Le tre parole: risanamento, sviluppo ed equità, sono la strada da seguire anche nella prossima Finanziaria".
Pertanto, anche se "L'anno scorso è stata una Finanziaria pesante - ha detto il ministro - non molliamo sul risanamento, perché gli interessi sul debito sono come uno zaino di pietre sulle spalle di un atleta che corre". Sono però anche da considerare le politiche per lo sviluppo, ha aggiunto Damiano: "Si può fare qualcosa per la non autosufficienza, il miglioramento delle tutele per il danno biogico, migliorare gli ammortizzatori sull'agricoltura, ma dobbiamo considerare che è il debito che condiziona lo sviluppo del Paese e quindi va ridotto".
(17 settembre 2007)
fonte: http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/economia/conti-pubblici-49/conti-pubblici-49/conti-pubblici-49.html
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2 commenti:
Solo un paio di appunti a Damiano:
1) tutti hanno firmato, anche se con qualche dubbio: qualcuno ha anche usato l'arma del ricatto, se non erro... Non era la Bonino che "o così o mi dimetto"? Giochetto molto poco democratico, a mio parere.
2) tutti soddisfatti. Ma tutti chi? Prima di cantare vittoria per il gran risultato ottenuto, forse sarebbe il caso di sentire come la pensano i diretti interessati. Aspettiamo le votazioni che si svolgeranno grazie alla FIOM, per quanto non saranno attendibili al 100%, poi ne parliamo...
3) "Stipulare il nuovo contratto di lavoro con il controllo degli ispettori è una clausola molto vincolante" - ha obiettato il ministro (omissis): già... come quando una donna con un figlio sotto l'anno viene licenziata o si licenzia. L'unica domanda che ti fanno è "qualcuno le ha fatto pressioni?" e se dici no, basta che metti una firma e finisce lì! Che razza di controllo sarebbe? Mah!
Suerte...
Dopo un contratto a termine le possibilità dovrebbero essere solo due: o il lavoratore effettivamente serviva solo per un periodo e quindi adesso non serve più, oppure il lavoratore è funzionale alla sua mansione è allora il contratto deve diventare a tempo indeterminato. Punto
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