"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

domenica 16 settembre 2007

D'Alema: Grillo non riempie i vuoti

Ma la Bindi: non va sottovalutato. Pezzotta: sono io l'anti Beppe

D'Alema: Grillo non riempie i vuoti

Distrutti i partiti, vince chi ha soldi e tv
Il vicepremier: «Se su Unipol fosse emerso qualcosa sarei già indagato. Fassino? Non cerca un posto»


BOLOGNA
— Messaggio da Massimo D'Alema ai magistrati di Milano: «In qualsiasi momento ritengano di dovermi sentire sul caso Unipol, eccomi, sono disponibile. Certo, se fosse emerso qualcosa, sarei stato a questo punto già indagato...». Festa dell'Unità, Bologna, sala «14 ottobre». Bianca Berlinguer intervista il ministro degli Esteri. Nella platea piena, il sindaco- simbolo della Bologna rossa, Renato Zangheri e il sindaco di oggi, Sergio Cofferati. La domanda della giornalista arriva alla fine: «Prima dell'estate lei e Fassino vi pronunciaste per il sì del Parlamento all'uso delle intercettazioni sul caso Unipol-Bnl. Ora nelle vostre memorie difensive vi rimettete alle decisioni del Parlamento... D'Alema prima alza un sopracciglio, poi: «Abbiamo sempre detto che attendiamo le decisioni del Parlamento. Abbiamo presentato le memorie per confutare che in quelle telefonate si possano configurare complicità e reati. Non è un problema personale. Sono stato già indagato per 9 anni come capo di un'associazione per delinquere fra il nostro partito e il movimento cooperativo e sono stato assolto. Ho piena fiducia nella giustizia e credo sia lecito che la politica si occupi dei grandi fatti economici». Quindi, insiste Berlinguer, lei è favorevole al sì del Parlamento sull'utilizzo delle intercettazioni... «Deciderà il Parlamento».

Parliamo di Grillo, aveva esordito la giornalista Rai. Amato ha detto che i calci nel sedere fanno bene, Bertinotti ha detto che Grillo colma un vuoto politico... «Provo un fastidio antropologico verso le mode. Grillo non riempie vuoti, perché non dà risposte. Il suo movimento sostiene che vanno distrutti i partiti. Ma i partiti sono già quasi distrutti! I partiti sono strumento di democrazia. Il problema è ricostruirli. Negli anni '90 furono annullati i partiti. E chi ha vinto? Berlusconi. Che aveva i soldi e le tv». Prima di salire sul palco D'Alema aveva detto: «Mi preoccupa chi dice che si devono spaccare i denti ai politici, vedo una carica di violenza totalmente inutile, che non produce niente di positivo».

Era stato D'Alema a lanciare l'allarme sulla marea antipolitica, in un'intervista sul Corriere. E per lui la vera risposta alla disgregazione del sistema, alla fragilità delle istituzioni, è ricostruire gli strumenti di partecipazione, rafforzare le istituzioni. Quindi, la costruzione del Partito Democratico. «Pensiamo al 15 ottobre, quando tutti insieme coloro che hanno corso per la leadership dovranno lavorare nel nuovo partito. Pensiamo alla novità dell'elezione dal basso dei segretari regionali. Una volta i segretari regionali erano il braccio operativo del segretario nazionale...». Parole da saggio, segnala l'intervistatrice. E D'Alema: «Ricordo quella canzone di De André: chi non può più dare il cattivo esempio, può dare buoni consigli».

Su Grillo sono intervenuti anche Rosy Bindi e Savino Pezzotta. Per il ministro della Famiglia «c'è una venatura di qualunquismo ma il fenomeno non va sottovalutato, c'è domanda di buona politica». Mentre per l'organizzatore del Family Day «Grillo è la pancia del Paese. Tocca a noi cattolici essere i custodi della democrazia». D'Alema ha parlato poi di welfare: «Se i lavoratori bocciano l'accordo, si apre una fase nuova. In teoria dovremmo cancellare anche gli aumenti delle pensioni minime, i contributi per i giovani, e ripristinare lo scalone». Il rimpasto di governo: «È intollerabile aver pensato che Piero Fassino abbia posto il problema perché cerca un posto. Fassino non cerca lavoro, lungo è l'elenco delle cose importanti che potrà fare».

Andrea Garibaldi


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