Nel 1996, votando massicciamente al-Fatah, i palestinesi espressero la speranza di una pace giusta con Israele. Questa speranza venne però uccisa sul nascere dalla sistematica violazione israeliana degli accordi. Essi prevedevano che entro il 1999 Israele avrebbe dovuto ritirare le truppe e smantellare gli insediamenti coloniali dal 90% dei Territori occupati.
Giunto al potere dopo la sua provocatoria «passeggiata» nella spianata di Gerusalemme, Sharon congelò il ritiro dell’esercito e accrebbe gli insediamenti coloniali — ovvero città razzialmente segreganti i cui abitanti, armati fino ai denti, agiscono come milizie ausiliarie di Tsahal. Come se non bastasse, violando anche stavolta le risoluzioni O.N.U., diede inizio alla edificazione di un imponente «Muro di sicurezza» la cui costruzione ha implicato l’annessione manu militari di un ulteriore 7% di terra palestinese.
Nel tentativo di schiacciare la seconda Intifada, Israele travolse l’Autorità Nazionale Palestinese e mise a ferro e fuoco i Territori. Migliaia i palestinesi uccisi o feriti dalle incursioni, decine di migliaia quelli rastrellati e arrestati senza alcun processo. Migliaia le case rase al suolo. Decine i dirigenti ammazzati con le cosiddette «operazioni mirate». Lo stesso presidente Arafat, una volta dichiarato «terrorista», venne intrappolato nel palazzo presidenziale della Mukata, poi bombardato e ridotto ad un cumulo di macerie.
Evidenti sono dunque le ragioni per cui Hamas (nel frattempo iscritta da U.S.A. e U.E. nella black list dei movimenti terroristici) ottenne nel gennaio 2006 una straripante vittoria elettorale. Prima ancora che una protesta contro la corruzione endemica tra le file di al-Fatah, i palestinesi gridarono al mondo che non si poteva chiedere loro una «pace» umiliante, imposta col piombo e suggellata col proprio sangue.
Invece di ascoltare questo grido di aiuto del popolo palestinese, le potenze occidentali decisero di castigarlo decretando un embargo totale contro la Cisgiordania e Gaza. Seguendo ancora una volta Israele (che immediatamente dopo la vittoria elettorale di Hamas aveva bloccato unilateralmente i trasferimenti dei proventi di imposte e dazi di cui le Autorità palestinesi erano i legittimi titolari), U.S.A. e U.E. congelarono il flusso di aiuti finanziari causando una vera e propria catastrofe umanitaria, ciò allo scopo di costringere un intero popolo a piegare la schiena e ad abbandonare la resistenza.
Questa politica, proprio come speravano i suoi architetti, ha dato poi il suo frutto più amaro: una fratricida battaglia nel campo palestinese. Coloro che avevano perso le elezioni, con lo sfacciato appoggio di Israele e dei suoi alleati occidentali, hanno rovesciato il governo democraticamente eletto per rimpiazzarlo con un altro abusivo. Hanno poi scatenato, in combutta con le autorità sioniste, la caccia ai loro avversari, annunciando l’illegalizzazione di Hamas col pretesto di una nuova legge per cui solo chi riconosce Israele potrà presentarsi alle elezioni. USA ed UE, una volta giustificato il golpe, sono giunte in soccorso di questo governo illegittimo abolendo le sanzioni verso le zone da esso controllate, e mantenendole invece per Gaza.
Un milione e mezzo di esseri umani restano dunque sotto assedio, accerchiati dal filo spinato, senza possibilità né di uscire né di entrare. Come nei campi di concentramento nazisti essi sopravvivono in condizioni miserabili, senza cibo né acqua, senza elettricità né servizi sanitari essenziali. Come se non bastasse l’esercito israeliano continua a martellare Gaza con bombardamenti e incursioni terrestri pressoché quotidiani in cui periscono quasi sempre cittadini inermi.
Una parola soltanto può descrivere questo macello: genocidio!
Una mobilitazione immediata è necessaria affinché venga posto fine a questa tragedia.
Ci rivolgiamo al governo Prodi affinché:
1. Rompa l’embargo contro Gaza cessando di appoggiare la politica di due pesi e due misure per cui chi sostiene al-Fatah mangia e chi sta con Hamas crepa;
2. si faccia carico in tutte le sedi internazionali sia dell’urgenza di aiutare la popolazione assediata sia di quella di porre fine all’assedio militare di Gaza;
3. annulli la decisione del governo Berlusconi di considerare Hamas un’organizzazione terrorista riconoscendola invece quale parte integrante del popolo palestinese;
4. cancelli il Trattato di cooperazione con Israele sottoscritto dal precedente governo.
Tutte le firme devono essere inviate a info@gazavive.com e verranno pubblicate su http://www.gazavive.com/
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- Ascanio Bernardeschi – Prc Volterra (PI)
- Fabio Faina – Capogruppo Pdci al Consiglio comunale di Perugia
- Roberto Massari – Editore, Utopia Rossa
- Fausto Schiavetto – Soccorso Popolare
- Luca Baldelli – Consigliere provinciale Prc Perugia
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7 commenti:
Che casino, che casino nella mezzaluna fertile!
Credo, senza alcuna minima provocazione, che Israele possa sbarazzarsi dei palestinesi in un solo colpo.
Il problema secondo me, non è tra Israele e Palestina, ma tra Israele e popoli arabi.
Dopo la proclamazione dello stato d'Israele nel 1948, i popoli arabi confinanti si resero conto dell'entità dell'accaduto. Mossero guerra allo stato ebreo e persero, gli restò in seguito, solo la Striscia di Gaza.
Cosa voglio dire?:
1)la provocazione di Sharon sulla spianata;
2)l'assedio di Arafat nel suo palazzo;
3)gli attacchi "mordi e fuggi" degli israeliani nei territori palestinesi;
Tutti punti che servono a "provocare" i vicini paesi arabi, capire le loro intenzioni e i loro movimenti... perchè Israele è da questi che vuole difendersi non da Hamas, numericamente e territorialmente circoscritto.
......annunciando l’illegalizzazione di Hamas col pretesto di una nuova legge per cui solo chi riconosce Israele potrà presentarsi alle elezioni.
Non sono schierato e simpatizzo per chi lotta per la libertà, ma che pace si può costruire se non si riconosce Israele?
E se Israele vedesse in pericolo la sua esistenza userebbe o meno le armi nucheari di cui, sembra, sia dotata?
In ogni caso l'embargo sui generi di prima necessità non è giusto.
By Mat
...I popoli arabi rivogliono quella terra, quella stessa terra che abbandonarono durante il dominio dell'Impero britannico e durante la formazione dello Stato Israeliano.
In altre parole... dormivano, mentre gli ebrei gli toglievano la "proprietà presunta" da sotto i piedi.
Ecco perchè la rabbia del giorno dopo e l'attacco che persero rovinosamente.
Io non ho la soluzione. Questo il dato di fatto:
in una terra di nessuno, dove prima vi erano gli ebrei, poi i turchi, poi i nomadi arabi (i futuri profughi contesi) sotto l'impero britannico, poi tornano i primi ebrei, ed ora quel che sappiamo... un "inguacchio di enormi proporzioni"... io non credo che far vivere i palestinesi nella striscia di Gaza sia un successo.
I popoli arabi non vollero all'epoca, accogliere i profughi per strumentalizzarli a loro favore davanti alla comunità internazionale.
Quella terra comunque, resterà sempre e ricordatelo, una "pietra d'inciampo" per tutte le nazioni della terra.
Ti leggo ora Mat (stavo continuando a scrivere il mio secondo commento quando tu hai pubblicato il tuo)...
concordo sulla crudeltà degli embarghi... di tutti gli embarghi.
Ancora una volta "qualcuno" ha scelto per un altro popolo chi deve governare il suo paese quando quelli democraticamente eletti non gli sono piaciuti.
E così può continuare ad esportare la democrazia... la su...
ad integrazione di quanto detto fin d'ora, suggerisco: http://www.zmag.org/Italy/avnery-lacrimedicoccodrillo.htm
Franca, siamo seri, Hamas non è stata eletta proprio democraticamente per il semplice motivo che in palestina non vi sono condizioni che favoriscono una vera libertà di opinione.
by Mat
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