di ALBERTO SINIGAGLIA
Due libri preziosi per chi desideri capire meglio le ragioni della tragedia della Birmania e orientarsi davanti al riacceso dibattito su una tragedia più intima, l’anoressia, e sul dibattito riacceso da una drammatica pubblicità ideata da Oliviero Toscani, che sbatte sulle pagine dei giornali una giovane modella francese pericolosamente smagrita e invecchiata, un’immagine che ricorda quelle degli ebrei nel Lager di Hitler.
«Il Pavone e i generali» di Cecilia Brighi è il solo libro pubblicato in Italia che affronta la drammatica questione della Birmania e del suo simbolo di sempre, Aung San Suu Kyi, la donna che ha pagato il suo impegno nella resistenza non violenta al regime dittatoriale con il carcere e l’esilio. La Birmania non è soltanto un affascinante paese dell’Estremo Oriente: templi, arte, tradizioni millenarie, magie. E’anche il primo esportatore di metanfetamine al mondo e il secondo per il traffico di oppio. Un Paese che da quasi mezzo secolo è oppresso da una sanguinosa dittatura militare, che schiaccia il popolo con il lavoro forzato, con violenze, stupri e deportazioni. Un regime dittatoriale che, da oltre dieci anni- come ha ricordato Enzo Bettiza sulla «Stampa» - tiene sequestrata agli arresti domiciliari Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la Pace e simbolo della resistenza democratica e non violenta. Cecilia Brighi, da ventinove anni impegnata nell’attività sindacale (attualmente responsabile per la Cisl dei rapporti con le istituzioni internazionali e con i Paesi asiatici) racconta nel libro le vicissitudini e la fuga rocambolesca all’estero di alcuni protagonisti politici e sindacali dell’opposizione. Nato dal lungo lavoro di collaborazione dell’autrice con alcuni di loro,«Il Pavone e i generali» dipana un intreccio di vicende attraverso le quali scorre anche la storia politica e sociale della Birmania, dal dopoguerra a oggi, la brutalità e la repressione della dittatura di fronte alla quale molti governi ancora oggi chiudono gli occhi.
È la storia dei sentimenti e delle emozioni di uomini e donne che, per uno scherzo amaro del destino, sono stati costretti a trasformare la loro vita, ad abbandonare i loro amori, i figli, le famiglie, i loro progetti di lavoro, per diventare protagonisti della resistenza democratica e dell'opposizione al regime dei cosiddetti «macellai di Rangoon».Racconta momenti che sembrano cronaca di oggi: «E Aung San Suu Kyi scese dalla sua auto per salutare la sua gente. Purtroppo non ci fu tempo, né per i saluti, né tanto meno per un breve comizio. La gioia e l'eccitazione d'improvviso si trasformarono in terrore e paura. Oltre un migliaio di soldati, polizia, gentaglia e criminali fatti arrivare dalla prigione di Mandalay, armati di fucili, di spranghe di ferro e di bambù, si riversò sulla folla. Molti di loro si erano addirittura travestiti da monaci. La violenza fu indiscriminata. I malviventi e i militari in combutta erano armati fino ai denti e pestarono senza tregua i contadini e l'ampia delegazione del partito. Alcune ragazze furono spogliate e lasciate nude. Alcuni furono picchiati a morte. Nella notte di quel terribile venerdì nero, la giovane leader birmana sparì nel nulla. Non si ebbero più notizie di lei per giorni e giorni. La giunta non era riuscita a farla fuori, ma l'aveva rapita».
Autore: Cecilia Brighi
Titolo: Il Pavone e i generali.
Birmania: storie da un Paese in gabbia
Edizioni: Baldini Castoldi Dalai
Pagine: 320 Prezzo: 16,50 euro
L’ANORESSIA, LE DOMANDE FONDAMENTALI
Due psicoanalisti, che da anni studiano i «disturbi alimentari» rispondono, in un linguaggio chiaro e accessibile, ai quesiti fondamentali che l’anorressia-bulimia e l’obesità pongono non solo al clinico ma anche al soggetto che ne soffre e ai suoi familiari. Quale rapporto c'è tra anoressia, bulimia e obesità? Quali sono i problemi sottesi alla loro diagnosi differenziale? Quali sono le cause dei disturbi dell'alimentazione? Perchè essi si manifestano prevalentemente nell'adolescenza e nei paesi del benessere? Perchè l'anoressia bulimia è una patologia femminile? Vi sono dei segnali che possono annunciare il rischio della malattia? Qual è la cura e come orientarsi nelle sue difficoltà? Che cosa fare con i familiari e la loro angoscia? Ne risulta una «conversazione» che aiuta a sgombrare il campo da molte approssimazioni che ancora circolano intorno a queste malattie, che sono sicuramente tra le forme più diffuse e più scabrose del disagio contemporaneo.Massimo Recalcati, tra i più noti psicoanalisti lacaniani, è fondatore di Jonas: Centro di ricerca psicoanalitica per i nuovi sintomi. Insegna all'Università di Bergamo. Tra le sue pubblicazioni: «L’ultima cena: anoressia e bulimia» (Bruno Mondadori, 1997); «Il corpo in ostaggio: teoria e clinica dell'anoressia-bulimia» (Borla, 1998); «Clinica del vuoto: anoressie, dipendenze e psicosi» (Angeli, 2002).Umberto Zuccardi Merli, psicoanalista, è membro dell’Associazione mondiale di psicoanalisi e di Jonas. Collabora con l’Università di Bergamo. Ha pubblicato diversi articoli sulle dipendenze patologiche e curato «Il soggetto alla deriva. Panico e depressioni» (Franco Angeli, 2005).
Autore: Massimo Recalcati e Uberto Zuccardi Merli
Titolo: Anoressia, bulimia e obesità
Edizioni: Bollati Boringhieri (collana Temi)
Pagine: 116
Prezzo: 10euro
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2 commenti:
Pienamente daccordo per salvare Birmani dall'oppressione.
Ma ci troviamo, secondo il mio modo di vedere, tra l'incudine e il martello.
Vogliamo liberarli per salvaguardare la loro arte e cultura millenaria per trasformarla, dopo la liberazione, in un Mc Donalds in stile pop-art? Con una modella-cantante pop che ne auguri l'apertura e qualche politico occidentale che dichiari superiore la nostra civiltà??
Ecco il mio dilemma sull'attuale intervento pro-Birmania: LA CEDIAMO IN TOTO ALL'OCCIDENTE O RESTERA' SOTTO UNA CRUDELE TIRANNIA?
Non sarebbe meglio intervenire politicamente lontano dai riflettori?
E per gli altri popoli? Non facciamo nulla? Aspettiamo che qualcuno abbia intenzione di strumentalizzare qualche gruppo pacifista o qualche religione o qualche premio nobel?
Ciao.
Per quanto rigurada Oliviero Toscani, a volte mi sono trovato concorde con le sue iniziative, altre no.
Questo è un caso che mi trova concorde.
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