"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

lunedì 24 settembre 2007

Okkio: vogliono cancellare il diritto di privacy




La tutela dei dati personali è una questione di democrazia

20 settembre 2007


E' in corso al Senato un nuovo tentativo di svuotare la legge sulla protezione dei dati personali, a danno dei cittadini e dei lavoratori e a favore delle imprese. La Commissione Industria sta esaminando gli emendamenti alla cosiddetta "lenzuolata Bersani". In seguito alle pressioni di forti organizzazioni imprenditoriali, alcuni parlamentari di entrambi gli schieramenti hanno proposto che tutte le imprese siano esonerate dal predisporre le misure minime di sicurezza a tutela dei dati personali.

Prima dell'estate la Camera aveva già introdotto questo esonero per le imprese con meno di 15 dipendenti. Ora si vorrebbe estendere la cosa a tutte le aziende, violando così la normativa comunitaria, che non consente di sottrarre intere categorie di titolari del trattamento dall'ambito applicativo della disciplina della sicurezza dei dati personali.

Secondo la nostra legge ciascun titolare del trattamento ha l'obbligo di adottare misure di sicurezza "idonee" a ridurre "al minimo" i rischi di distruzione o di perdita, anche accidentale dei dati o di accesso non autorizzato ai dati stessi, ed è esposto a responsabilità per risarcimento del danno ove non riesca a provare di avere adottato tutte le misure idonee ad evitare il pregiudizio eventualmente verificatosi. Tutto ciò verrebbe ora cancellato per le imprese. Già era grave l'esclusione delle piccole imprese.

L'estensione a tutte le aziende è addirittura paradossale, oltre che gravemente lesivo dei diritti dei cittadini. Basti pensare ai dati, anche sensibili, dei lavoratori dipendenti da queste imprese. Un esempio? Le notizie riguardanti la salute. E' un micidiale attacco ai diritti fondamentali.

Ma se tale approccio si rivela come un indizio preoccupante di una deriva sociale che antepone i profitti ai diritti dei cittadini, può trasformarsi in un boomerang per le stesse aziende.

Infatti, se tale esonero può apparire nell'immediato come un "risparmio" per le aziende, avrà l'effetto di ingenerare perplessità e sfiducia nei lavoratori e nei clienti, che non si sentiranno più adeguatamente tutelati, sollecitando i consumatori a preferire quelle imprese che la privacy la considerano un valore da tutelare e un asset della propria attività.

Tale esonero determinerà anche un freno alla spinta innovativa di quelle aziende che nella tutela e nel corretto trattamento dei dati personali hanno trovato uno stimolo per innovare procedure e professionalità e ampliare la propria offerta di servizi.

Ancora più grave è però che gli stessi emendamenti prevedono l'eliminazione delle tutele per le persone giuridiche, gli enti e le associazioni. Si dà il via libera alla schedatura delle associazioni con l'effetto di limitare grandemente il diritto alla libertà di associazione, critica e libera manifestazione del pensiero che sono il sale di ogni democrazia.

Per questo chiediamo al Parlamento di intervenire subito per impedire un attacco tanto micidiale alla libertà dei cittadini.


Stefano Rodotà, Fiorello Cortiana, Carlo Formenti, Arturo Di Corinto



3691 persone, ad oggi, hanno firmato questo appello...

link per firmare la petizione: www.adunanzadigitale.org/privacy/

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Il garante sottolinea l'illegittimità degli emendamenti del ddl Bersani
che mettono a rischio la tutela dei dati personali dei lavoratori raccolti dalle imprese

Privacy, Garante e sindacati
"Norme in contrasto con il diritto"

Anche il segretario della Cgil chiede di fermarsi: "Serve un confronto con le organizzazioni sindacali"
Bonanni della Cisl: "Perchè difendere la riservatezza sulle tasse e indebolirla negli altri casi"



ROMA - Anche il Garante per la privacy Francesco Pizzetti manifesta una forte preoccupazione sulla normativa introdotta da alcune norme ed emendamenti nell'ambito del ddl Bersani ter sulle liberalizzazioniche, che mette a rischio la privacy sul posto di lavoro. Pizzetti ha inviato alcuni giorni fa una lettera al presidente del Consiglio, al ministro dello Sviluppo Economico e ai presidenti di Senato e Camera per esprimere le proprie preoccupazioni, e far sapere che tali norme, se approvate, sarebbero in contrasto con le normative europee.

Gli fanno eco i segretari sindacali. Guglielmo Epifani della Cgil chiede uno stop: "Ci sono problemi che riguardano la privacy dei lavoratori e anche delle associazioni. La Commissione apra un confronto con le organizzazioni sindacali". Raffaele Bonanni della Cisl, domanda di non abbassare i livelli di guardia: "Non capisco perchè, sul tema della privacy, bisogna abbassare il livello di guardia nelle aziende per quanto riguarda la tutela dei dati personali dei lavoratori. Così come non capisco - ha aggiunto Bonanni - chi fa di tutto per difendere la privacy in alcuni argomenti, come per le tasse, e poi vuole indebolirla negli altri casi. Proprio non capisco questo doppio atteggiamento".

E il Garante per la privacy Francesco Pizzetti avverte: se questi emendamenti venissero approvati, "porrebbero l'Autorità di fronte alla necessità di segnalazione alla Commissione europea". Mentre ricorda al Parlamento "che la giusta esigenza di semplificare alcuni adempimenti a carico delle imprese, avvertita anche dalle Autorità, potrebbe e dovrebbe essere perseguita senza compromettere i diritti fondamentali di cittadini e lavoratori".

Pochi mesi or sono, ricorda il Garante in una nota, "è stato approvato in prima lettura alla Camera un emendamento che esclude dall'applicazione le norme privacy a tutela dei lavoratori e in materia di sicurezza per le imprese con meno di 15 dipendenti e il Garante non aveva mancato di sottolineare, anche in occasione della Relazione Annuale, la propria contrarietà".

La norma, ad avviso dell'Autorità, "presenta profili di incostituzionalità per "disparità di trattamento" e si pone in contrasto con la normativa europea che non consente di sottrarre intere categorie dall'applicazione della disciplina sulla protezione dei dati personali".

I nuovi emendamenti presentati, continua la nota, "aggravano la situazione. Alcuni estenderebbero ulteriormente la platea dei soggetti che verrebbero esentati dall'applicazione della normativa in materia di sicurezza dei dati. Dall'obbligo sarebbero, quindi, esonerate non più soltanto le piccole imprese, ma tutte le aziende private operanti nel mercato e i liberi professionisti".

Altri emendamenti, sottolinea, "sono volti a restringere le categorie di dati sensibili da proteggere, come l'adesione a organizzazioni aventi carattere sindacale, o prevedono l'eliminazione di ogni forma di tutela per le persone giuridiche (imprese, enti pubblici e privati, partiti, sindacati, organizzazioni religiose, organismi no profit) che renderebbero tra l'altro tali soggetti più esposti ad atti illeciti o ad attività di dossieraggio e spionaggio".

(24 settembre 2007)

fonte: http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/cronaca/privacy-ufficio/pizzetti-intervento/pizzetti-intervento.html
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2 commenti:

Anonimo ha detto...

ho firmato.

by mat

Franca ha detto...

E che dire di tutte le telecamere che ormai ci spiano in ogni momento?
Persino in un paese come il mio, di appena 4.000 anime stanno progettando un sistema di videosorveglianza motivandolo con la necessità di garantire la sicurezza dei cittadini.
Chi gestirà quelle immagini?
Perchè qualcuno deve sapere chi viene a casa mia?