"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

sabato 29 settembre 2007

I satelliti «urlano» le violenze del regime birmano




ROMA Resti di incendi nascosti nel mezzo della fittissima foresta tropicale, sbarramenti, nuove strade, villaggi distrutti, insediamenti militari sparsi ovunque spesso costruiti proprio sulle macerie dei villaggi: sono alcuni segni della devastazione avvenuta nei distretti di Toungoo, Papun e nello stato Shan, in Birmania, documentati per la prima volta con immagini ad alta risoluzione via satellite raccolte ed analizzate nell’ambito del progetto 'Geospatial Technologies and Human Rights' dell’Associazione Americana per l’Avanzamento Scientifico – American Association for the Advancement of Science (AAAS).

Nelle foto, analizzate con la supervisione di Lars Bromley, direttore del progetto, c'è la drammatica testimonianza del prima e del dopo, di quel che c'era prima in quei territori e di quanto è rimasto dopo le devastazioni e violenze perpetrate per mano dell’esercito sotto il comando della giunta militare al potere, che in questi giorni sta attuando, come già in passato, un’efferata repressione degli oppositori del regime scesi in piazza a manifestare.
Come già fatto nell’ambito dello stesso progetto per realtà drammatiche come il Darfur e lo Zimbabwe, l’AAAS ha speso scienza e tecnologia nella battaglia contro le violazioni dei diritti umani.
Secondo quanto riferisce una nota, il progetto Birmania è solo l’ultimo di uno sforzo trentennale della AAAS che ha permesso di documentare atrocità avvenute nel mondo dal Guatemala al Kosovo per cercare di promuovere il rispetto dei diritti umani e prevenire nuove violenze.

Penetrare in questo paese del Sud-Est asiatico con i satelliti è stata una vera impresa, dichiara Bromley, ma l’AAAS ha localizzato e mappato 31 degli oltre 70 siti in cui sono state testimoniate violazioni dei diritti umani e per 25 dei 31 siti mappati, attraverso l’accurato confronto delle immagini via satellite 'scattatè negli ultimi anni, ha potuto per la prima volta portare una prova certa di quel che già numerosi testimoni oculari avevano denunciato nonostante la volontà del regime di mettere a tacere la verità.
«Per 18 dei luoghi riconosciuti le foto forniscono una prova certa dei villaggi danneggiati o distrutti – dichiara Bromley – abbiamo trovato traccia dell’espansione dei presidi militari in altri quattro siti come pure dello spostamento di molti villaggi, e della crescita di campi profughi al confine con la Thailandia».

I satelliti hanno 'immortalato' identiche scene di devastazione nei distretti di Papun, Toungoo e nello stato Shan dove è riportato che 23.700 persone sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni. E proprio dello stato Shan sono due drammatiche immagini, dichiara Bromley, che documentano la devastazione di ben 24 strutture di insediamento presenti al primo scatto nel 2000 e praticamente rase al suolo nella seconda foto del 2007.
Questa iniziativa, di fronte alla feroce volontà del regime di mettere a tacere in ogni modo i crimini che sta perpetrando, è un ottimo modo per denunciare la violazione dei diritti umani e per prevenire altre atrocità, concludono i coordinatori del progetto, che va avanti, e portare prove di quel che sta avvenendo in quei luoghi.

Paola Mariano

28/9/2007



vedi anche: www.aaas.org

...

Nessun commento: