"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

giovedì 11 ottobre 2007

Welfare, larga vittoria del si'. Polemica la Fiom

L'OPINIONE DI BIANI



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Roma 10 ottobre 2007

Secondo i primi dati sul referendum sul welfare il sì al protocollo prevarrebbe con l'82%. Lo riferiscono Cgil, Cisl e Uil.

Dai primi dati di Mirafiori, sembra vincere il 'no' al protocollo sul welfare. Secondo fonti sindacali, infatti, negli stabilimenti delle meccanica i 'no' sarebbero 821, i si' 162 e 9 tra i voti bianchi e nulli.

Sempre a Mirafiori, nelle costruzioni sperimentali, su 622 aventi diritto avrebbero votato in 363. Di questi, i no sarebbero 260 e i sì 103.

Anche nello stabilimento Iveco, su 2.790 aventi diritto, hanno votato in 2.164: i no sarebbero 1.427, i sì 708 e 29 le schede tra bianche e nulle.

Vincono i sì, invece, in un'altra sede storica: la sede di Fiom, Fim e Uilm, ovvero i settori metalmeccanici delle confederazioni sindacali. Su 82 votanti aventi diritto, di cui 80 hanno espresso il voto, 48 si sono espressi a favore e 32 hanno votato no.

Anche alla Zanussi di Pordenone sarebbero prevalenti i no. Nello stabilimento friulano lavorano circa duemila persone.

Alle acciaierie Tyssenkrupp di Terni il sì ha prevalso per il 77,5%. Lo segnala la Cgil spiegando che gli addetti complessivi delle acciaierie sono 2.199, i votanti 1.294, i sì 1.002 (77,5), i no 268.


I metalmeccanici dicono di no
I metalmeccanici dicono no al protocollo sul welfare. Secondo i primi dati forniti dall'ufficio organizzazione Fiom Cgil, le tute blu in quasi tutte le aziende hanno votato contro con punte dell'85% come alla Fiat di Cassino. I sì invece hanno vinto al Nuovo Pignone di Firenze, all'Ima di Bologna e alla Selex-Si di Roma Nord.


Cremaschi: risultato "privo di credibilità"
Il dato parziale riferito a poco meno di centomila schede diffuso da Cgil, Cisl, Uil che fanno segnare un 82% per il sì al protocollo sul welfare "è privo di qualsiasi credibilità ed è stato ottenuto sommando i voti unicamente di aziende dove ha vinto il sì. Mancano tutte le aziende dove già si sa che ha vinto il no". Questa la versione di Giorgio Cremaschi che conclude: "Inviterei la politica e i commentatori ad aspettare prima di dare giudizi e di non correre dietro
all'eccesso di solerzia di alcuni funzionari".

"Il dato diffuso da Cgil, Cisl, Uil di 82% di sì è privo di qualsiasi credibilità". Lo afferma in una nota il segretario nazionale della Fiom e esponente della rete '28 aprile', Giorgio Cremaschi. Un risultato, aggiunge, "ottenuto sommando i voti unicamente di aziende dove ha vinto il sì. Mancano tutte le aziende dove già si sa che ha vinto il no". "Inviterei la politica e i commentatori - conclude Cremaschi - ad aspettare prima di dare giudizi e di non correre dietro all'eccesso di solerzia di alcuni funzionari".


Angeletti: i partiti non strumentalizzino il referendum
I partiti della sinistra radicale non devono strumentalizzare i lavoratori chiamati dai sindacati ad esprimersi sul protocollo del Welfare. E' quanto ha affermato il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, il quale dalla trasmissione televisiva Ballarò ha difeso l'accordo con il governo sottoposto in questi giorni alla consultazione dei lavoratori. "Trovo curioso - ha dichiarato il leader della Uil - che parte dei ministri e delle forze politiche che sorreggono il governo decidano che il governo deve cambiare il patto: se avevano da ridire lo dovevano dire prima. Perché strumentalizzano i lavoratori? Devono dire piuttosto a Prodi che non hanno fiducia in lui. Perché sorreggono un governo in cui non hanno fiducia?".

Rispondendo alle domande del conduttore il segretario generale della Uil ha detto che troverebbe anche "molto curioso" l'ipotesi che il governo cada per questo accordo: "E' il primo in cui non ci sono scambi".

Al contrario - ha proseguito - se le cose restassero come prima dell'accordo peggiorerebbero per tutti. Secondo Angeletti però "gli unici cambiamenti possibili" al testo siglato a Palazzo Chigi possono farli "gli stessi soggetti che hanno prodotto quei risultati". Infine il leader sindacale ha contestato gli attacchi portati oggi da esponenti politici, che hanno denunciato episodi poco chiari nella consultazione, dove alcuni lavoratori avrebbero anche votato più volte: "In nessun Paese al mondo esiste un sindacato che fa giudicare il suo operato da tutti i lavoratori; quando va bene, fanno votare gli iscritti, come in Germania. Questo capita solo da noi per un costume radicato di democrazia".


Russo Spena: mai detto ok Prc con 70%
"Non ho mai detto che il Prc accetterà l'accordo sul welfare se il 70% dei lavoratori voterà sì al referendum", ha detto il capogruppo del Prc al Senato Giovanni Russo Spena che spiega: "Il senso di una mia frase nel corso dell'intervista a Nessuno Tv è stato evidentemente male interpretato. Rispondendo a una domanda su quale esito della consultazione fosse prevedibile, ho pronosticato un 70% a favore del sì, chiarendo che sarebbe ugualmente stato necessario tenere in massimo conto il parere dei lavoratori direttamente coinvolti e in particolare il voto delle fabbriche. Come sia stato possibile rovesciare il significato di una frase così chiara è per me un mistero". In ogni caso, conclude il capogruppo del Prc, "è opportuno ribadire che se il protocollo non sarà modificato il Prc non potrà votarlo"


fonte: http://www.rainews24.it/notizia.asp?newsID=74564

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LA POLEMICA

BROGLI OD OPERAZIONE MEDIATICA. VOI CHE NE DITE?



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Referendum sul welfare: Sui presunti brogli, ‘tutti contro Rizzo’

Dopo le accuse di Rizzo, in molti sono scesi in campo in difesa del referendum indetto dai sindacati per consentire ai lavoratori di esprimersi in merito al protocollo welfare.
Le prime smentite, chiaramente, arrivano dai sindacati stessi che, in una nota congiunta, fanno sapere che non consentiranno “ che siano minimamente messe in discussione regolarità, trasparenza e finalità del processo in atto”.

Le tre confederazioni parlano piuttosto di “un tentativo teso a sminuire e inquinare l’importanza dell’espressione democratica da parte di lavoratori e pensionati”.
“La verifica in corso – assicurano- è gestita secondo le regole e gli schemi adottati dal sindacato in caso di accordi interconfederali e di contratti di categoria e sta registrando una diffusa partecipazione e la volontà di concorrere al giudizio sul protocollo”.

A schierarsi dalla parte dei sindacati sono, innanzitutto, i Verdi e il Prc che, non solo prendono le distanze dalle insinuazioni dell’eurodeputato del Pdci, ma esprimono anche tutta la loro solidarietà a Cgil, Cisl e Uil, allontanando i sospetti di presunti brogli.
Il referendum, sottolinea il capogruppo alla Camera del ‘Sole che Ride’, Angelo Bonelli, è “una grande prova di democrazia, ci vuole grande rispetto e bisogna evitare l’errore che compie la politica con accuse reciproche di brogli”.

Sulla stessa linea, il segretario del Prc Franco Giordano: “Non sono in grado di sapere se ci siano o meno dei brogli - osserva- dico soltanto che delegittimare il referendum è un grandissimo errore perché non consente di leggere nella sua interezza il malessere che quel voto esprime, c’è il rischio di oscurarlo”.
Gli fa eco il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero: “Chi fa politica – ha commentato - dovrebbe tacere, questa è veramente una cosa che riguarda il sindacato al suo interno e quindi i sindacalisti”.

“Marco Rizzo organizza una burletta con qualche amico suo, e presume così di inficiare la partecipazione democratica di milioni di lavoratori al referendum sindacale. E’ una cosa che fa vergogna, e che merita la riprovazione di tutta la sinistra”, attacca Fabio Mussi, coordinatore di Sinistra Democratica.

E, in difesa delle parti sociali interviene anche il presidente della Camera, Fausto Bertinotti.
“Non ne sono a conoscenza – scandisce il presidente di Montecitorio - e sarei molto cauto nell’usare il termine brogli. Si tratta di un’operazione impegnativa e complessa, fondata sull’autodisciplina. E’ un esercizio di democrazia straordinario, possono esserci dei nei, ma trovo fuorviante discutere di brogli”.

“E’ assolutamente scorretto- fa notare il segretario generale dell’Ugl, Renata Polverini - che la persona che denuncia i brogli si sia attivato per farli venir fuori. Mi fa specie che tale queste accuse arrivino da uno che si definisce un rappresentante della democrazia”.
“Il referendum – ricorda- è uno strumento di democrazia, delegittimandolo si fa male al processo democratico del Paese”.

“Parlare di brogli è sbagliato”, ammonisce il segretario generale dei metalmeccanici della Cgil, Gianni Rinaldini ma è “possibile”, ammette, che in una consultazione che riguarda milioni di persone ci siano state delle “incongruenze”.
Pertanto, sebbene si tratti di “episodi isolati”, di fronte a tali incongruenze, “i sindacati farebbero bene a valutarle per quelle che sono e non chiudersi a riccio dicendo che va tutto bene”.

Ed anche l’Idv, con il capogruppo a Palazzo Madama, Nello Formisano invita chi si fa portavoce dei brogli “a non toccare una delle poche cose serie che è rimasta in Italia: la classe lavoratrice”.

Intanto Marco Rizzo, risponde a quanti lo hanno criticato dopo le sue dichiarazioni e, in un’intervista ad ‘Affari italiani’ rilancia le accuse di irregolarità nel referendum sul protocollo welfare e pensioni.
“Io sono dalla parte dei lavoratori – ribadisce.- Quello che mi interessa è solo il giudizio dei lavoratori, non il resto”.

“L’importanza dei temi della consultazione – prosegue- è enorme, dal lavoro precario per i giovani alle pensioni. E’ un referendum su un tema fondamentale e serve quindi certezza delle regole. Nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro sembra prevalere il no a questo accordo, ma il risultato viene messo in contraltare da quello abbondantemente a favore del sì negli svariati seggi allestiti nelle sedi sindacali e nei seggi volanti”. “Sarà bene certificare che tutto si svolge secondo regola, ma – insiste- così non è e ci sono le prove.”

09/10/2007

fonte: http://www.noipress.it/attualita/DettaglioNews.asp?ID_News=5397

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Welfare, la ferita a sinistra






Gianfranco Pagliarulo, 09 ottobre 2007

Con l'accusa di "brogli" nel corso del referendum sul protocollo di luglio, sembra che Marco Rizzo voglia delegittimare la più grande organizzazione di lavoratori del Paese, porsi contro l'unità della sinistra e invelenire il clima della manifestazione del 20 ottobre, già sufficientemente confuso


Pierone, al secolo Niccolai Piero, si è recato in diversi seggi referendari e ha più volte votato. Così dice - perlomeno - Marco Rizzo. Chi è Pierone? E' un collaboratore del Pdci di Torino, quello che si industria a fare i pacchi, a stampare i volantini, a rispondere a telefono, e così via. Di dov'è Marco Rizzo? Di Torino. I due sono amici. Con tutta probabilità Marcone e Pierone si sono messi d'accordo per organizzare quella che giustamente Mussi ha definito "una burletta", che però, aggiunge, "fa vergogna". Assieme a Pierone, Rizzo accenna ad altri. Aristotelicamente, la conclusione potrebbe essere questa: alcune persone, di cui una sicuramente amica di Rizzo, forse col suo consenso (e forse più), hanno consapevolmente violato le regole referendarie. E inoltre: tutto ciò è stato presumibilmente confezionato come scoop (scoopino) ad hoc per il piacere di Bruno Vespa e di Porta a Porta. Questo si è capito la sera di lunedì.

All'ora di pranzo di martedì, durante il Tg, riappare il mezzobusto onnipresente di Rizzo, il quale conferma tutto quello che ha sostenuto precedentemente. Come si sa, la figura politica di Rizzo esiste in gran parte - grandissima, quasi tutta - in quanto evento mediatico. Egli appare infatti con frequenza inusitata sul piccolo schermo. E ha utilizzato questa sua frequentazione per lanciare il suo devastante messaggio. Davanti alle critiche della sinistra, nel primo pomeriggio di martedì, naturalmente attraverso un'intervista ad Affari Italiani che naturalmente finisce su di un'agenzia, afferma: "Io sono dalla parte dei lavoratori. Quello che mi interessa è il giudizio dei lavoratori, non il resto". Lavoratori che non andranno mai né a Porta a Porta, né su Affari Italiani, né sulle agenzie.

E così si apre una ferita nella sinistra italiana e col movimento sindacale, proprio nel giorno della straordinaria prova di democrazia che sta avvenendo in Italia grazie al referendum sul protocollo di luglio.

Sembra che Rizzo voglia delegittimare la più grande organizzazione di lavoratori del Paese. Creare un baratro fra una parte della sinistra e il movimento dei lavoratori. Porsi contro l'unità della sinistra. Invelenire il clima della manifestazione del 20 ottobre, già sufficientemente confuso. Irridere allo straordinaria esperienza democratica in corso grazie ai sindacati confederali.
Poco importa una situazione generale del Paese dove è a rischio la coesione sociale, insomma, la tenuta. Nulla importa che una delle poche agenzie nazionali di massa che tiene sul piano della coesione sociale, della solidarietà e della partecipazione si chiami Cgil.

Ciò che conta è che Rizzo Marco interroghi lo specchio mediatico con la consueta domanda: "Specchio, specchio delle mie brame, appaio io come quello più vicino ai lavoratori del reame?". Di questi tempi - si sa - ciò che conta è l'immagine, e cioè lo specchio mediatico. Forza Italia, naturalmente, ringrazia commossa.

Rimangono aperte alcune domande, allo stato senza risposta: è pensabile che Diliberto non fosse informato di tutta la macchinetta messa in piedi da Rizzo? O no, o sì. Nel primo caso, ci si chiede perché Diliberto non prenda le distanze. Nel secondo, obiettivamente più probabile, si apre un problema non piccolo nei rapporti unitari a sinistra.

fonte: http://www.aprileonline.info/4949/welfare-la-ferita-a-sinistra

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3 commenti:

gianfalco ha detto...

Ma s'è capito per il welfare di chi si è votato?

elena ha detto...

Cerrrrto che sì... almeno quelli che hanno fatto la propaganda pre-voto...

Franca ha detto...

Rizzo, se non ha prove, ha sbagliato a parlare di brogli. Se le ha le tiri fuori.
Comunque, in tutta onestà, non mi aspettavo questo risultato.
Se i lavoratori non sanno più difendere i loro diritti...