Il saggio di Robert Sutton è diventato un bestseller negli Stati Uniti e in Italia
ROMA - In Italia hanno arruolato Sergio Marchionne e con lui la Fiat, che va ad aggiungersi a pregiati esempi americani come la Google e la Southwest Airline. Tutte aziende di successo. Sul blog italiano, non ne sono proprio certi ma una scommessa la farebbero: Marchionne applica il «metodo antistronzi ». Il nome del metodo non è un granché, poco autorevole per un testo vuol cambiare la cultura aziendale, promettendo più civiltà e produttività. Ma, secondo il suo autore, «stronzo» è il termine migliore per esprimere la paura e il disprezzo che contemporaneamente insorgono in ufficio di fronte al superiore bastardo. Il libro è nato da un articolo sull'Harvard Business Review dove Robert I. Sutton — docente di Tecnica aziendale alla Stanford University — spiegava come non vi fosse alcun vantaggio a tenersi dei prevaricatori in azienda. Sommerso di email, ne ha fatto un saggio che ha venduto oltre un milone di copie in America.
Passato pressoché sotto silenzio stampa e per giunta pubblicato da un editore appena nato, in Italia Robert I. Sutton
Il metodo antistronzi (Elliot, pp. 250, e 14,50) ha superato le 240.000 copie: un bestseller. Senza contare il successo dei blog: quello nazionale (metodoantistronzi.splinder.com) e quello di Sutton (bobsuttontypepad.com), che si è trasformato in un gruppo di auto aiuto on line per angariati e di ogni nazione: 12 milioni di utenti soltanto nella Ue. Cifre da débâcle, per una società che stigmatizza il bullismo nelle scuole e poi lo ripropone come modello di relazione negli uffici.
Il saggio non è però un manuale di consigli ai «mobbizzati». Sutton offre qualche suggerimento ma, pur mosso da solidarietà umana, punta al cambiamento collettivo. Non che prospetti a modello uffici popolati da smidollati. È un fermo sostenitore del confronto costruttivo, quello generato da discussioni sulle idee. «Se hai torto taci, se hai ragione combatti» suggerisce, elencando numerosi esempi dove il metodo ha portato risultati eccezionali. Ma niente di personale, niente «intimidazioni, scherni, sguardi di traverso, sufficienza, offese pubbliche camuffate da battute, trattamenti del prossimo come fosse trasparente». Altrimenti il fatturato cala. I bulli, infatti, provocano danni enormi non solo alle loro vittime, anche all'azienda. Secondo numerosi studi, chi — pur non direttamente coinvolto — assiste alle prepotenze, riduce il proprio rendimento.
Un'organizzazione basata su paura e disprezzo non può certo aspettarsi dedizione. Accade, piuttosto, che l'assenteismo cresca, che le azioni siano volte innanzitutto a guardarsi le spalle, che il timore di rappresaglia annulli l'intraprendenza e cancelli ogni spinta allo sforzo discrezionale.
Sutton racconta che un'azienda della Silicon Valley ha calcolato il costo (per difetto) del comportamento di un singolo bastardo: 160.000 dollari l'anno. Se si considera che l'incidenza del bullismo sul lavoro in Europa è del 15%... Ma c'è di più, qualche bastardo ben piazzato può generare ripercussioni in borsa, allontanando potenziali clienti e minando la fiducia degli investitori. È successo alla Cerner Corporation nel 2001 per colpa di Neal Patterson. Il titolo ha perso 22 punti in un giorno a causa di una sua sgradevole email ai dipendenti. Certo, questo avviene in America, dove i grandi gruppi fanno a gara per essere considerati a prova d'etica, perché la stress economy non paga più e i consumatori premiano chi ha buona fama. Ma, si sa, le tendenze statunitensi viaggiano veloci verso l'Europa.
Intanto, in America, sono sempre di più le aziende che si dotano di un codice di correttezza interna. Il saggio di Sutton ne fornisce uno in dieci punti. Il precetto base consiste nel non assumere bastardi. E chi ha già in azienda un arrogante molto efficiente applichi il punto 4 del metodo: «trattate gli stronzi da incompetenti», e ricordi la lezione della Men's Wearhouse. Licenziato il commesso bastardo coi colleghi ma recordman delle vendite, il negozio vide aumentare il suo venduto del 30%. Nessun commesso vendeva più della «star», ma la «squadra» funzionava meglio. È uno dei tanti esempi che Sutton propone inoltrandosi nella spiegazione del suo metodo. Oggi al Palazzo delle Esposizioni di Roma ricorderà che «Gli stronzi sono contagiosi», perciò la loro efficacia nel far danni è esponenziale
Cinzia Fiori
09 novembre 2007
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1 commento:
Bravi! Siete proprio "anti bast..di" ;)
Queste sono le notizie che vorrei ascoltare di più in giro, perchè sono la realtà quotidiana ed invece... viene sottaciuto.
Bello l'esempio citato nel post sul fatto che, si parla tanto di bullismo nelle scuole e poi non si prende in considerazione quello sui luoghi di lavoro. Dalla risultante di questo esempio, viene fuori il mare di ipocrisia che oggigiorno ci sommerge.
Salutoni.
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