Il socialdemocratico Alvaro Colom è il nuovo presidente del Guatemala, una vittoria che rappresenta un altro trionfo per la sinistra nell'America Latina e una novità, invece, per il poverissimo Paese, tradizionalmente governato dalla destra.
Candidato per la terza volta consecutiva, il 56enne ingegnere industriale sarà il primo governante di sinistra del Paese, il settimo da quando il Guatemala è tornato alla democrazia nel 1985, dopo una successione di dittature militari, iniziate nel 1954.
I guatemaltechi hanno scelto Colom e la sua proposta di sviluppo sociale per porre un freno alla violenza e risollevare il Paese dalla povertà; e hanno preferito il suo programma alla "mano dura" offerta dal suo rivale, il generale in congedo Otto Perez Molina, a cui i pronostici assegnavano la vittoria.
Il Guatemala si unisce così ai Paesi latino-americani che hanno scelto leader che si ispirano in qualche modo alla sinistra (uniche eccezioni il Messico, l'Honduras, El Salvador, la Colombia e il Paraguay).
Colom eredita un Paese in cui si commettono 17 omicidi al giorno nella quasi assoluta impunità, dove il narcotraffico è infiltrato praticamente ovunque e dove il 50 per cento della popolazione vive in povertà, il 15 per cento al di sotto della soglia di sopravvivenza.
Tra i più svantaggiati, soprattutto gli indigeni, che costituiscono il 42 per cento dei 13,3 milioni di guatemaltechi, e con i quali Colom ha contratto un debito di riconoscenza: ha ricevuto da loro infatti l'appoggio elettorale negato al premio Nobel per la Pace Rigoberta Menchù, che era stata la sorpresa negativa del primo turno, con poco più del 3% dei voti.
Pubblicato il: 05.11.07
Modificato il: 05.11.07 alle ore 18.03
fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=70343
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1 commento:
Spira un vento nuovo in America latina!
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