"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

domenica 9 settembre 2007

Timori sull'economia Usa




8 settembre 2007

Il Mibtel perde il 2,07%, in rosso le piazze europee

di
Marco Valsania


NEW YORK
- Il mercato del lavoro americano, scottato dalla recessione immobiliare e dalla crisi del credito, perde occupati per la prima volta in quattro anni. E il chiaro sintomo di contagio per l'intera economia della bufera finanziaria affonda le Borse: a Wall Street il Dow Jones ha ceduto 250 punti, l'1,87%, lo Standard and Poor's 500 l'1,69% e il Nasdaq l'1,86 per cento.Il Dow ha chiuso la settimana in calo dell'1,8 per cento. Il dollaro ha a sua volta battuto in ritirata.

L'economia degli Stati Uniti ha eliminato 4mila buste paga in agosto, la prima flessione dall'agosto 2003, smentendo seccamente le previsioni più pessimistiche che si attendevano almeno alcune decine di migliaia di nuovi occupati. Il pronostico medio della vigilia era di 110mila nuovi impieghi. Il tasso di disoccupazione è riuscito a rimanere invariato al 4,6% solo grazie a una contrazione della forza lavoro di 340mila persone.

Sull'onda delle preoccupazioni economiche e delle perdite americane in Borsa, anche le piazze europee sono state dominate dal pessimismo: la flessione ha superato complessivamente il 2,15%, stando all'indice paneuropeo FTSEurofirst 300. L'indice britannico Ftse 100 ha ceduto l'1,9%, il francese Cac 40 il 2,6%, il Dax tedesco il 2,4 per cento. A Milano lo S&P/Mib ha perso il 2,39 per cento. I titoli finanziari e bancari sono stati tra i più penalizzati, da Société Générale (-4,4%) a Barclays (-4,2%) a UniCredit (-4,2%). Anche a Wall Street i titoli finanziari sono finiti nel mirino delle vendite. Sui mercati valutari il dollaro è a sua volta arretrato a 1,3763 (dopo aver sfiorato un minimo a 1,3798) sull'euro, da 1,3689. Mentre i titoli del Tesoro hanno guadagnato terreno e, avvantaggiandosi della caccia a investimenti più sicuri, è lievitato anche l'oro.

La crisi dei mutui, che ha mandato in bancarotta numerose finanziarie negli Stati Uniti, ha investito in pieno Countrywide. Il più grande erogatore di prestiti d'America, che nelle settimane scorse aveva annunciato possibili licenziamenti, ieri sera ha quantificato il numero di esuberi: saranno 12mila i dipendenti licenziati, un quinto di tutta la forza lavoro (che conta 60mila addetti). La compagnia si attende un crollo del 25% nella concessione di mutui il prossimo anno.

L'improvvisa debolezza dell'occupazione ha rafforzato le scommesse su un taglio dei tassi d'interesse interbancari, da oltre un anno fermi al 5,25%, in occasione del prossimo vertice della Federal Reserve del 18 settembre. «L'economia è chiaramente in difficoltà - ha detto Ken Mayland di ClearView Economics- e i dati dimostrano la necessità di un allentamento dei tassi». Ma le incognite di politica monetaria non sono svanite: «Il dibattito è adesso tra una riduzione del costo del denaro di 25 o di 50 punti base», ha sottolineato Zach Pandl della Lehman Brothers.
Nuovi appelli a immediati e drastici stimoli per l'economia sono risuonati in Congresso. L'amministrazione Bush ha invece cercato di inviare messaggi tranquillizzanti: «Le probabilità di recessione- ha dichiarato il Segretario al Commercio Carlos Gutierrez- restano basse. Lo scenario più accreditato rimane il superamento di questa fase e la continuazione della crescita».

Lo shock per il dato di agosto non è rimasto isolato. Ad alimentare i timori di un aggravarsi della crisi, che si traduca in brusche frenate nei profitti aziendali e recessione, hanno contribuito revisioni al ribasso dell'occupazione nei mesi precedenti. Il dipartimento del Lavoro ha calcolato che a luglio sono state create solo 68mila buste paga invece di 92mila e a giugno 69mila anziché 126mila. La media degli ultimi tre mesi è scesa a 44mila, una drastica frenata rispetto a quasi 150mila tra gennaio e maggio.

In agosto, inoltre, il ventaglio di settori che ha eliminato occupati è stato ampio: dal manifatturiero ( 46mila posti persi) alle costruzioni (22mila buste paga eliminate), fino ai trasporti e al pubblico impiego. Tra i pochi comparti che hanno creato posti di lavoro si sono contati l'istruzione, l'assistenza sanitaria e il commercio al dettaglio. I servizi, grande motore occupazionale, hanno nell'insieme generato solo 60mila nuovi impieghi, l'incremento più modesto dall'ottobre 2005.

I salari orari sono saliti dello 0,3% a 17,50 dollari, pari a un rialzo del 3,9% nell'ultimo anno. Segno di contenute pressioni inflazionistiche, che non dovrebbero ostacolarela strada verso imminenti interventi di aiuto all'espansione da parte della Fed.

fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2007/09/borse-in-rosso.shtml?uuid=d9146800-5d4b-11dc-a8d6-00000e25108c&type=Libero

...


7 settembre 2007


Fuga dalle polizze vita:
In un anno "persi" 8,5 miliardi

di Nicola Borzi


FUGA DALLE POLIZZE VITA / Le associazioni dei consumatori:
responsabili le compagnie


Cosa sta succedendo nel mercato delle polizze Vita?
Il confronto tra il primo trimestre del 2006 e lo stesso periodo di quest'anno mostra che le compagnie italiane hanno "perso per strada" 8,5 miliardi, tra minori premi incassati e maggiori uscite sborsate. Proprio le uscite sollevano i maggiori interrogativi: i riscatti, tra gennaio e marzo, hanno avuto un peso pari al 70% di tutti gli oneri e all'82% dei premi. Premi che, per la prima volta da un anno, sono stati inferiori alle uscite.

La grande fuga.
I dati trimestrali sul mercato Vita dell'Ania, l'associazione delle imprese di assicurazione, segnalano un aumento rilevante dei riscatti negli ultimi cinque trimestri: da 8,493 miliardi nel primo trimestre 2006 a 13,209 miliardi di euro nel primo trimestre 2007. Una crescita del 55,5%, per un valore pari a 4,72 miliardi in più rispetto al 2006. Nello stesso periodo, la raccolta di premi lordi è calata da 18,3 a 16,2 miliardi e le uscite cresciute da 13 a 19,4 miliardi: il flusso netto è passato da 5,3 miliardi di attivo nei primo quarto 2006 a un passivo di 3,2 miliardi.

I dati statistici.
Le cifre vanno lette con attenzione. Roberto Manzato, direttore dei rami Danni non Auto, Vita e Prevenzione dell'Ania, spiega che «per riscatto, nelle statistiche, si intende non solo l'estinzione anticipata del contratto ma anche lo switch che il cliente opera tra i diversi fondi sottostanti a polizze unit linked: in questo caso a fronte dell'uscita sarà registrato, tra i premi, l'ingresso su un altro fondo. Inoltre questi dati riguardano solo il cosiddetto "lavoro diretto italiano": non comprendono, dunque, i flussi delle polizze commercializzate in Italia da imprese comunitarie in libera prestazione di servizi».

Interpretazione difficile.
Manzato sostiene che l'interpretazione «è complessa perché i dati non sono disaggregati e la serie storica è molto breve, cinque trimestri appena. Possono essere scattate prese di beneficio su polizze che avevano reso molto perché collegate ai corsi di Borsa, che a inizio anno erano sui massimi. Può avere pesato una massa di switch con la riallocazione nei fondi delle unit linked, un ribilanciamento di asset allocation tra categorie diverse, azionario, obbligazionario e bilanciato. Infine, i clienti possono aver valutato che, in un periodo di tassi in crescita, fosse preferibile uscire dalle polizze per investire in strumenti divenuti nel frattempo competitivi in termini di rendimento, come i BTp».

Nessun flusso dai fondi.
Manzato spiega che «il pegno su polizza, che comunque non rientra fra i riscatti, non credo sia un fenomeno rilevante: i dati di Banca d'Italia dimostrano che il risparmio non è calato al punto da portare le famiglie a un "saving crunch", cioé a riscattare risparmi per sostenere le spese correnti. Potrebbero magari aver pesato maggiore raccolta di prodotti esteri o qualche incertezza sulla fiscalità delle polizze, oggi al 12,5% sul realizzato. Una cosa però è certa: i dati dimostrano che non esiste un trasferimento netto di risparmi dai fondi alle polizze», conclude Manzato.


DOCUMENTI

Il bilancio delle polizze Vita nel primo trimestre 2007
I premi Vita raccolti nel primo trimestre 2007
I flussi in uscita dalle polizze Vita nel primo trimestre 2007
I dati Ania sul primo trimestre 2006
I dati Ania sul secondo trimestre 2006
I dati Ania sul terzo trimestre 2006
I dati Ania sul quarto trimestre 2006
I dati Ania sul primo trimestre 2007

Invia una emailnicola.borzi@ilsole24ore.com


fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2007/09/polizze-vita-borzi-070907.shtml?uuid=a6d59f52-5d2e-11dc-a8d6-00000e25108c&type=Libero

...

Nessun commento: