"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

lunedì 10 settembre 2007

Università, truffa nei test di ammissione

Perquisizioni delle Fiamme gialle a Bari, Ancona, Chieti e catanzaro nel mirino le prove a Medicina e Odontoiatria: anche docenti nell'organizzazione

Da 8.000 a 30.000 euro per un "aiuto esterno"




BARI
- Ci sono sette indagati, dalla Procura della Repubblica di Bari, nell'ambito delle indagini (iniziate nel giugno del 2006) condotte dalla Guardia di finanza del capoluogo pugliese sui test di ingresso alle facoltà di Medicina e Odontoiatria delle Università di Bari, Chieti e Ancona. Nei giorni scorsi le Fiamme gialle hanno eseguito una serie di perquisizioni e sequestri presso gli atenei delle tre città e nei confronti degli indagati per i quali si ipotizzano i reati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e alla truffa ai danni dello Stato. Un'organizzazione collegata con personale interno, amministrativo e docente delle università coinvolte, che garantiva "aiuti esterni" agli studenti per superare il test. Una cinquantina gli studenti coinvolti che, nel corso delle prove del 4 e 5 settembre scorsi, avrebbero ricevuto "aiuti esterni".

Il prezzo dell'"assistenza". Agli studenti venivano chiesti fino a 8000 euro per frequentare un corso di preparazione con la garanzia di "assistenza" durante la prova, e fino a 30.000 euro se poi l'esame veniva superato.

Mussi, "Un altro caso" a Catanzaro. Il ministro dell'Università Fabio Mussi aveva segnalato un altro caso di "buste aperte prima di un concorso". Si tratta dell'università Magna Grecia di Catanzaro, in cui ci sarebbe stata una sottrazione di modelli dai plichi inviati all'ateneo per i test di ammissione a Medicina. Sulla vicenda indaga il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Salvatore Curcio. Proprio nell'ateneo ci sarebbero stati quattro casi di massimo dei voti sui sette registrati in tutta Italia: una percentuale che fa ipotizzare presunte irregolarità. L'inchiesta è stata avviata sulla base di un esposto presentato dal rettore Francesco Saverio Costanzo, e dal preside di Medicina, Giovanbattista De Sarro. Dagli accertamenti è emerso che il numero di modelli sarebbe inferiore a quello previsto e dichiarato nel verbale di consegna.

La dinamica. L'organizzazione aveva provveduto a iscrivere, per ogni studente, almeno un'altra o più persone incaricate di aiutare direttamente l'interessato o di comunicare all'esterno il contenuto del questionario. A comunicazione avvenuta, l'organizzazione, dislocata in due "sale operative", provvedeva all'invio delle risposte agli studenti con sms o telefonate.

Le "staffette". In alternativa, c'erano degli "accompagnatori" incaricati di portare all'esterno delle aule i questionari e di consegnarli a "staffette" munite di scooter che a loro volta avrebbero recapitato i documenti presso le "sale operative".

La composizione delle aule. Negli atenei coinvolti ci sarebbe stato anche un tentativo di concordare la composizione delle aule, al fine di agevolare gli studenti che dovevano assolutamente superare la prove. Nell'ateneo di Bari, tuttavia, il tentativo è fallito: alla vigilia del concorso il rettore ha ricollocato gli studenti secondo l'età anagrafica evitando così che persone non interessate alla prova, come genitori e accompagnatori, potessero interferire.

L'inchiesta
. L'attività illecita è stata monitorata dalle Fiamme gialle baresi sia attraverso intercettazioni telefoniche (e degli sms) sia con pedinamenti, appostamenti, riprese video e foto.

(10 settembre 2007)

fonte: http://www.repubblica.it/2006/09/sezioni/scuola_e_universita/servizi/test-universit-/indagine-bari/indagine-bari.html

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SUGLI ERRORI NEI TEST DI AMMISSIONE

Gli errori e le dichiarazioni di Modica

Gent.ma redazione, le dichiarazioni rese al Messaggero del 10 settembre sono meritorie di attenta osservazione. Appaiono quantomai irrazionali ed arroganti le dichiarazioni del sottosegretario Luciano Modica che afferma che "i quiz sono validi". Egli dimentica che il bando ne prevede 80 e non 78, che per ogni quesito deve essere presente una ed una sola risposta corretta.

Il quesito 79 si può annullare perché non contenendo nessuna risposta esatta non può conferire punti o penalità a nessuno. Il quesito n° 71 (sempre di matematica e fisica) non può essere annullato poiché reca due risposte corrette in luogo di una e chi ha correttamente risposta barrando una delle due opzioni deve acquisire questo punto legittimato dall'aver fornito in sede d'esame una risposta corretta a prescindere dal fatto che ce n'erano due per errore di chi ha elaborato i test, ed essendo impossibilitato ad indicarne una seconda per regolamento concorsuale.

Chi ha risposto in maniera errata a questo quesito merita una penalità di 0,25 punti (prevista dal bando per le risposte errate). L'annullamento di questo quesito fa perdere un legittimo punto al candidato che ha risposto in modo corretto, e guadagnare 0,25 punti ha chi aveva meritato la penalità in sede di esame e si vede premiare in sede d'annullamento. Il tutto porta ad un perfido ed illegittimo giochetto di punti 1,25 (uno lo perde chi ha risposto in modo corretto e 0,25 li acquisisce chi ha risposto in modo errato) che sposta artificiosamente e drammaticamente le posizioni di graduatoria di decine di posti e crea centinaia di ingressi ed uscite illegittime.

Altro errore affermare da parte di Modica, a proposito dei ricorsi, che: "negli ultimi 8 anni nessun giudice ha dato loro ragione" perché il Tar di Genova nell'anno 2000-2001 ha concesso la sospensiva ad un certo numero di studenti che hanno perso la causa di merito ma che hanno frequentato ugualmente l'Università di Medicina in quella città e adesso per laurearsi sono in attesa di una sanatoria parlamentare.

Il caso di Catanzaro (le buste erano aperte) indica che qualcuno ha conosciuto i test in anticipo e che non necessariamente è di Catanzaro. Questo ipotetico ladrone si sarà già arricchito perché un furto del genere è preliminare all'esaltazione delle mercificazione già in atto da tempo. Insomma. Ragazzi voi che studiate andate in vecchia Cinquecento, gli altri vanno con la Ferrari.

Dr Giannotta

(10 settembre 2007)

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Doverose le scuse del sottosegretario Modica

Anche io come quasi tremila studenti non ho passato il test d'accesso a Medicina e Chirurgia; dopo aver sacrificato tutta l'estate alla preparazione del suddetto, subito dopo l'esame di maturità, come d'altronde la maggior parte degli studenti diplomandi quest'anno. Mi meravigia che ancora si stia parlando se annullare la prova o no. L'annullamento dovrebbe venire da sé!

La domanda giusta è perché continuare a ritenere valida una prova di cui sono stati aperti dei plichi (Catanzaro), in cui continuano a susseguirsi denunce di irregolarità su irregolarità, in cui due domande avevano soluzioni, di fatto, errate! Sono inoltre rimasta profondamente scioccata, risentita, e scocciata dalle dichiarazioni del sottosegretario Modica apparse oggi, 10 Settembre 2007, sul vostro giornale.

Oltre all'inesattezza di queste, che non starò a ribadire perché già espressa in una e-mail di un'altra persona pervenuta a voi oggi, vorrei soffermarmi sulla loro indelicatezza. Infatti tengo a precisare che non si polemizza sui test d'ammissione perché l'aspettativa delle famiglie è avere un figlio o un nipote medico; ma perché ci sono state irregolarità e "sotterfugi", che non dovrebbero essere né ammissibili né concepibili in un concorso pubblico nazionale. Si nega in questo modo alle persone mosse da vera passione per la professione di medico, come me e molte altre, non tanto la possibilità di entrare, quanto l'opportunità almeno di concorrere onestamente!

Ritengo perciò le scuse del sottosegretario ai partecipanti al test quanto meno doverose. I miei ringraziamenti alla redazione. Distinti saluti

Virginia
(10 settembre 2007)

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Io lotterò

Gent.ma redazione, sono una studentessa di Biotecnologie di Torino. Prima di tutto vorrei dire a tutti quei ragazzi che scrivono di aver passato l'estate studiando per il test di Medicina, di smetterla... Anche io ho studiato, mi sono impegnata, pur non essendo passata.

La meritocrazia non esiste ragazz! Sono uscita con 100 da un liceo scientifico, ho frequentato il 4° anno all'estero dove mi sono diplomata in una scuola statunitense con 98/100 in Honor Society, ho superato il test di biotecnologie per non rimanere indietro ed ho concluso l'anno con una media di 28.5/30... la Meritocrazia, ma anche solo la determinazione, voglia, spinta, desiderio.. dove sono? Insomma basta!

Molti abbiamo studiato e molti abbiamo il desiderio di diventare medici. Mi chiedo che diritto, in più di noi, hanno altri ragazzi che non devono passare tra le grinfie di un maledettissimo test anticostituzionale per ragiungere il loro obiettivo. Ma vi prego, non dimentichiamoci la cosa più importante: il diritto allo studio e la libertà di conoscenza che ognuno di noi ha. Io lotterò! Forza!

Francesca
(10 settembre 2007)

lattere inviate al sito www.messaggero.it

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(immagine: www.modern-english.com/arca/ita_studenti.htm)


Presentato in Parlamento il 6 settembre
Sorpresa: c'è un meccanismo che limita gli accessi


Università, avanza la riforma
varato il nuovo regolamento



di BARBARA GOBBI


ROMA - Le discussioni e le polemiche di questi giorni sull'opportunità di un nuovo meccanismo per limitare l'accesso alle università, nascono dal contenuto dell'articolo 6 dello schema di regolamente di attuazione dell'autonomia degli atenei che il ministro Ortensio Zecchino ha trasmesso al Parlamento il 6 settembre. La presentazione del documento costituisce un passo avanti nel lungo e defatigante iter che prevede decreti e regolamenti per dare sostanza alla riforma universitaria che teoricamente sarebbe dovuta partire con questo anno accademico. Un altro dovrebbe essere la predisposizione dei cosiddetti decreti d'area, per la definizione del contenuto minimo dei nuovi corsi. Ma il dibattito pubblico si sta concentrando sull'articolo 6, una vera novità, preannunciata solo da alcune dichiarazioni di Zecchino durante l'estate.

Si tratta di un filtro di accesso agli studi universitari, per tutti coloro che alle superiori non abbiano seguito orientamenti omogenei. Tanto per intenderci, per chi ha frequentato il Liceo classico sarà automatica l'iscrizione alla Facoltà di Lettere, mentre per chi viene dall'istituto per geometri sarà necessario un esame di ammissione. L'articolo 6 ("Requisiti di ammissione ai corsi di studio") non fissa limiti precisi sulla verifica delle conoscenze iniziali, ma parla di "requisiti curriculari" o di "prove di esame", che ricordano molto da vicino i test di accesso alle facoltà. Una piccola rivoluzione, che scardina il principio della libertà di accesso all'università.

"Questa novità - commenta Luciano Modica, presidente della Conferenza dei rettori italiani - è stata accolta molto bene dall'ambiente accademico, anche perché spesso le maggiori difficoltà incontrate dai ragazzi all'inizio della carriera universitaria derivano proprio dalla totale assenza di preparazione in chi si sia formato su indirizzi diversi. E' anche vero, però, che il criterio rompe il meccanismo in auge fino ad ora, secondo cui qualsiasi studio si fosse seguito alle scuole superiori, si era comunque liberi di iscriversi a tutte le facoltà. D'ora in poi non sarà più così, perché le università potranno introdurre, in base all'autonomia, criteri e test diversi. Come Crui, pur apprezzando il principio introdotto dal Ministro, noi chiederemo alle commissioni parlamentari che stanno esaminando il regolamento di proporre maggiore flessibilità, magari lasciando allo studente la possibilità di formarsi nelle materie in cui è carente, proprio durante il primo anno di corso. Al temine di questo percorso iniziale, proseguire negli studi scelti sarà possibile solo a patto di aver colmato le lacune".

A prevedere l'autonomia didattica - è bene ricordarlo - è stata la legge 127/97 (cosiddetta Bassanini 2), sulla cui base il ministro Zecchino ha varato il decreto ministeriale 18 dicembre '98, che costituiva i gruppi di lavoro sui decreti d'area relativi all'autonomia didattica: un gruppo per il coordinamento, con il compito di delineare l'architettura generale; gli altri cinque per le macro-aree didattiche (scientifiche, umanistiche, d'ingegneria e architettura, di scienze giuridiche, economiche, politiche, sociali e sanitarie). La fase in cui ci troviamo ora è, appunto, di definizione dei criteri generali e di analisi della costruzione delle nuove aree didattiche, contenute nei decreti d'area.

Il regolamento che ora è all'esame delle commissioni parlamentari contiene anche la codificazione di altre novità della riforma, che tuttavia erano già state annunciate. Vediamo le principali.

- Assodato senza intralci il criterio che segna il passaggio da un sistema con un unico livello, la laurea tradizionale, a uno che prevede più gradi: laurea triennale, laurea specialistica, dottorato di ricerca da conseguire dopo tre o quattro anni. Vengono meno le attuali lauree brevi, che non prevedevano il proseguimento degli studi verso specializzazioni successive.

- Confermato anche il principio secondo cui i contenuti di ogni corso di laurea vanno determinati per i due terzi dallo Stato (proprio grazie ai decreti d'area) e per un terzo dalle università in totale autonomia.
I corsi di studio considerati equivalenti tra loro per obiettivi e attività formative, comunque siano denominati dagli atenei, sono raggruppati in classi di appartenenza. Ne consegue che il valore legale della laurea non discenderà più dal titolo in sé, ma dall'appartenenza a una "classe" di corsi di studio. Per fare un esempio, se due materie rientrano nella stessa "classe", i laureati in ciascuna di esse avranno gli stessi diritti. "Sarà così possibile - spiega ancora Luciano Modica - anche inventare nuove lauree, purché l'università individui la classe in cui collocarle, e trovi gli studenti che ne vogliano seguire i corsi".

- Altro punto cardine della riforma è il criterio che introduce i crediti formativi: lo studente, cioè, non dovrà più aver sostenuto un tot di esami per laurearsi, ma aver accumulato dei crediti. Le carriere saranno infatti composte, più che da esami, da attività didattiche complesse, anche di laboratorio e tirocinio. Un sistema già diffuso in altri paesi d'Europa. Non tutte le materie avranno lo stesso "peso": quelle che richiedono maggiore studio o esercitazioni, consentiranno di accumulare più crediti di altre, meno impegnative.

- La conoscenza della lingua straniera diventa obbligatoria per tutti i laureati. Non sarà più necessario "dare esami" di inglese, di francese o di altre lingue: ne verrà piuttosto certificata la conoscenza effettiva.

(10 settembre 1999)

fonte: http://www.repubblica.it/online/scuola/universit_/decreti/decreti.html

4 commenti:

Franca ha detto...

Io sono per l'accesso libero a tutti.
La selezione si può fare dopo in tanti altri modi

Anonimo ha detto...

ritengo si debba ripetere la prova d'ammissione in tutta Italia,considerando la prova del 4 settembre non valida,in particolare negli atenei in cui si sono verificate anomalie,ma più in generale per l'invalidtà di ben due domande del test,assurdo.

Anonimo ha detto...

il test va ripetuto.

adelaide ha detto...

la truffa sui test è finalmente stata scoperta dopo 3 anni di imbarazzanti silenzi..credo che ci vorranno altri 3 anni per poter sistemare la nostra disastrosa situazione.