"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

giovedì 13 settembre 2007

Welfare, Bertinotti replica a Epifani

Il presidente della Camera: "Ammutolire la dialettica democratica non giova neppure ai lavoratori"
La risposta dopo l'invito del leader Cgil ai partiti a farsi da parte per far decidere in autonomia sul protocollo

"Non capisco discorso del passo indietro"

Fausto Bertinotti


ROMA - Il presidente della Camera Fausto Bertinotti non condivide del tutto la richiesta di Guglielmo Epifani ai partiti affinché facciano un ''passo indietro'' e lascino solo ai lavoratori il giudizio sul protocollo sul welfare. ''Una parte di ciò che dice il segretario della Cgil Epifani è assolutamente fondata. I lavoratori - dice Bertinotti - devono essere nelle condizioni di esprimersi liberamente e ancora di più la politica deve poi ascoltare, con attenzione, il responso dei lavoratori. Non capisco però il discorso del 'passo indietro'''.

Per il presidente della Camera ''ammutolire la dialettica democratica, sindacale e partitica, non fa bene neanche alla possibilità di libera espressione dei lavoratori. I lavoratori sappiano cosa pensano tutti e poi decidano in proprio''. Non si tratta di ascoltare le ''sirene dei partiti'' continua ancora, e conclude: ''Credo che l'autonomia del sindacato si difende perché il sindacato, come diceva Di Vittorio, sa essere autonomo dai padroni, dal governo, dai partiti. Non perché i padroni, il governo e i partiti smettano di esistere, ma perché il sindacato e i lavoratori hanno la capacità di esprimersi autonomamente''.

La precisazione di Bertinotti arriva dopo l'invito rivolto da Epifani ai partiti - con riferimento specifico a Rifondazione comunista - a "fare un passo indietro" sul welfare, in vista del voto sul protocollo previsto nelle fabbriche dall'8 al 10 ottobre.

(13 settembre 2007)

fonte: http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/economia/conti-pubblici-48/bertinotti-epifani/bertinotti-epifani.html

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3 commenti:

Franca ha detto...

Quindi, secondo il sindacato la sinistra dovrebbe rinunciare a battersi per la difesa del mondo del lavoro? Uno dei temi fondamentali della sua stessa esistenza!
Qualcuno è fuori di testa...

Anonimo ha detto...

Guai se non ci fossero i sindacati, ma qyesti hanno da molto tempo oltrapassato i loro limiti, che dovrebbero consistere nella difesa della qualità del lavoro, dei diritti e delle retrobuzioni. Di fatto difendono chiunque e a qualsiasi costo, ottenendo solo che le grosse aziende vadano all'estero, le piccole vanno ad espandersi all'estero, che molte altre sono state chiuse e soprattutto, con la difesa ad oltranza, una scadenza delle prestazioni dei lavoratori almeno nel pubblico impiego. Una cosa è certa, dove il peso dei sindacati si sente molto le aziende soffocano, e chi resiste lo fa grazie al precariato.

elena ha detto...

Anonimo... ho già detto altrove (ma forse tu non ci sei ancora arrivato, nel senso che non l'hai letto) che detesto coloro che non si firmano. Non pretendo che tutti si creino un profilo. Mi basta che al termine del commento uno scriva, chessò, anche Pinco Pallino. Così non ho la sensazione di parlare con qualcuno che non ha il coraggio di metterci la firma. La sostanza non cambia, la forma sì'.
Dici che i sindacati soffocano le aziende, che resistono solo grazie al precariato. Probabilmente parli per le tue esperienze. Da noi il padrone (proprio nel senso di proprietario) minaccia di buttar fuori a calci qualsiasi sindacalista si presenti alla sua porta (e non lo fa perché, almeno in alcuni casi, non può). Piccola azienda, piccolissima. Artigianale. Difese sindacali zero. Sempre con la spada di damocle del licenziamento per "mancanza di lavoro". Poi però si fanno gli straordinari...
Tutto questo per dire che generalizzare è facile, ma anche sbagliato. Neppure io sono d'accordo in assoluto con la difesa del posto di lavoro, se significa proteggere i lavativi. Ma lavorare senza tutele , diritti e garanzie a chi può servire? Non ai lavoratori certamente. Serve alle grosse aziende, tipo FIAT per intenderci. Che fanno una politica discutibile, si mettono nei guai, cassintegrano (con i soldi dell'INPS, mica con i loro) gli operai, poi si risollevano e si tengono i profitti. Forse che qualcuno ha reso qualcosa all'INPS (cioè ai lavoratori dipendenti che ci hanno messo i contributi e adesso, anceh per questo, si vedono aumentare l'età pensionabile) quando son tornati in attivo? A me non risulta... Come dire che i profitti son privati e le perdite sono pubbliche. Mi sembra un po' troppo comodo...