I metalmeccanici: "Quel documento non va e deve essere respinto"
Per la prima volta una federazione Cgil vota contro un'intesa interconfederale
Giordano: "Sono rilievi giusti"
Epifani: "Quel voto è fuori dalla logica confederale"
Prodi smussa: "Era scontato, c'è il diritto di esprimere posizioni di minoranza"
Il segretario nazionale Fiom Giorgio Cremaschi
ROMA - La Fiom-Cgil ha bocciato l'accordo sul Welfare. Il Comitato centrale del sindacato ha accolto la proposta del segretario generale, Gianni Rinaldini, di dire no al Protocollo del 23 luglio 2007 con 125 voti. E' la prima volta dal 1946 che una federazione della Cgil vota contro un accordo interconfederale siglato dall' organizzazione sindacale. Una posizione che irrita il segretario generale della Cgil: "Quella scelta è fuori dalla logica confederale"
A favore dell'intesa sul Welfare invece un documento presentato da Fausto Durante, vicino alle posizioni del segretario generale Guglielmo Epifani, che ha raccolto solo 31 voti. Tre sono state le astensioni. Rinaldini ha avuto l'appoggio del leader della sinistra Giorgio Cremaschi.
I motivi del no. Nel documento di Rinaldini si valutano positivamente alcuni aspetti del protocollo d'intesa, come l'aumento delle pensioni basse, il miglioramento del sistema di rivalutazione delle pensioni, le norme sulla totalizzazione dei contributi previdenziali ed i primi interventi sul sistema degli ammortizzatori sociali. Le critiche della Fiom si concentrano però sul superamento dello scalone, sul mercato del lavoro e sulla competitività.
Le reazioni. "La bocciatura netta dell'accordo del 23 luglio 2007 da parte della Fiom è un segnale preciso che questo accordo non va e che deve essere respinto", ha detto il segretario nazionale della Fiom, Giorgio Cremaschi. "Adesso - ha continuato Cremaschi - ci auguriamo tanti no nei luoghi di lavoro".
Di tutt'altro segno il commento del segretario dei Ds. Secondo Piero Fassino quando l'accordo ''andrà al vaglio sui luoghi di lavoro sarà largamente approvato''. Il presidente del Consiglio, Romano Prodi ha parlato di un no ''abbastanza previsto e scontato'', ha affermato il premier a margine del seminario dell'Ulivo. ''L'accordo è stato firmato da tutti. Se la Fiom si discosta - ha detto Prodi - penso ci sia il diritto di esprimere posizioni di minoranza''.
"Riconosco pienamente l'autonomia del sindacato e le sue valutazioni", ha detto il ministro del Lavoro, Cesare Damiano. "Quello che conta per me - ha aggiunto il ministro - è che le confederazioni sindacali abbiano firmato unitariamente questo protocollo, che lo sosterranno unitariamente e che si svolgerà una grande consultazione democratica fra milioni di lavoratori e pensionati". E ha concluso: "Di quel giudizio che si concluderà il 10 di ottobre tutti dovranno, ovviamente, tenerne conto".
Dalla sinistra radicale, invece, arriva un forte appoggio alla Fiom. "Si tratta di critiche che sono state sollevate in questi mesi anche da Rifondazione comunista", ha detto il segretario del Prc Franco Giordano. "Ci sentiamo impegnati a sostenere queste istanze in Parlamento e nel Paese - ha aggiunto -, così da verificare concretamente i positivi intendimenti di collegialità della maggioranza e del governo dell'Unione".
"Il no della Fiom all'accordo su pensioni e welfare è il segno positivo del grande senso di responsabilità del sindacato dei metalmeccanici verso i giovani, i lavoratori e i pensionati", ha detto l'europarlamentare del Pdci Marco Rizzo. "Con questa scelta - ha sottolineato Rizzo - sono convinto che sia il referendum sia la mobilitazione d'autunno avranno molto più vigore".
"Non c'è nessuna novità", è stato il commento del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. "Sappiamo dell' avversione della Fiom - ha spiegato Bonanni - a ogni modifica su ogni questione rilevante riguardante il sociale, il contrattuale e le vicende economiche che ci hanno impegnato. Quindi - conclude il leader della Cisl - nulla di nuovo".
Il sì "con riserva" della Cgil. Lo scorso 25 luglio Epifani aveva scritto una lettera a Romano Prodi per spiegare il sì "con riserva" del suo sindacato al protocollo sul welfare accettato, invece, da Cisl e Uil. Nel testo il leader di Corso d'Italia sottolineava "la contrarietà", in particolare, sugli incentivi al lavoro straordinario e sulla fragilità dei vincoli ai contratti a termine. Ma oggi, di fronte al 'no' della Fiom, Epifani chiarisce ulteriormente la sua posizione: l'accordo del 23 luglio, dice, "è un'intesa che, proprio per la sua ampiezza e complessità, va valutata assumendo una logica di confederalità. Logica che non ritrovo nella scelta fatta oggi dal comitato centrale della Fiom".
(11 settembre 2007)
fonte: http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/economia/conti-pubblici-47/fiom-no-welfare/fiom-no-welfare.html
...
1 commento:
Quello che stupisce non è il NO della FIOM, ma il SI della CGIL
Posta un commento