Il Bossi Padan ha fatto un'altra delle sue "sparate". Canta la canzone della disobbedienza e del separatismo in nome di un'ideologia dell'odio, e non di fratellanza.
Riportiamo questo scritto di Teresa Mattei, che potrà forse illuminarlo (e illuminarci) su cosa è e cosa deve essere la nostra Costituzione.
Teresa, per chi non lo sapesse, è stata partigiana combattente nella formazione garibaldina Fronte della Gioventù, con la qualifica di Comandante di Compagnia, nonchè la più giovane eletta all'Assemblea Costituente.
mauro
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Le Costituzioni le fa il popolo, le fa un popolo che ha imparato dalla guerra, dall'ingiustizia come si devono fondare le leggi nuove.
Non si può fare una Costituzione se non attraverso una elezione proporzionale e non maggioritaria, perché ognuno deve avere la sicurezza che il suo voto vale come tutti gli altri, e non si può fare a colpi di maggioranza.
Quando noi eravamo alla Costituente abbiamo cercato con una grandissima attenzione di avere il consenso maggiore possibile in tutte le cose, ed eravamo uno schieramento ampio, dai vecchi liberali ai comunisti; ed eravamo tutti Partiti del Comitato di liberazione nazionale ed era stata la concordia che ci aveva portato alla vittoria contro il fascismo e contro il nazismo. Cercavamo sempre di avere il consenso massimo, ci contavamo solo per avere la sicurezza di avere dalla nostra parte la maggior parte dei consensi.
Questa Costituzione è stata realizzata solo in parte, bisogna realizzarla, non cambiarla.
Bisogna far si che viva per popolo, che sia conosciuta da tutti ed io qui mi appello a tutti voi, bisogna che dai giovani la storia sia conosciuta bene, bisogna che i ragazzi conoscano le leggi, bisogna che la Costituzione sia ancora studiata, conosciuta e vissuta da ognuno di noi.
L'articolo I della Costituzione dice: "la sovranità appartiene al popolo" è la cosa più importante che noi dobbiamo difendere, la sovranità è nelle mani nostre, nelle mani del popolo e paritariamente in ogni cittadino; per questo la Repubblica ci ha fatto diventare cittadini e non sudditi. Oggi si vorrebbe farci ridiventare sudditi e non più cittadini, noi ci opponiamo a questo!
E' ogni giorno l'impegno ad essere il meglio che possiamo essere e sopratutto a capire anche gli altri, anche quelli che non la pensano come noi, ma sono cittadini italiani come noi.
Dobbiamo riuscire a trovare il massimo del consenso sulle cose essenziali, sono poche le cose essenziali, giustizia, libertà, solidarietà, e sue queste cose il popolo italiano ha sempre dimostrato di essere un popolo bravo ed anche prudente, un popolo che corre quando c'è bisogno, corre e fa qualcosa di utile.
Ognuno che sia un cittadino deve avere un progetto, piccolo, più grande, più ambizioso, più modesto, più umile, ma un progetto, ci porta ad essere migliori tutti. Cerchiamo di avere un progetto comune per preparare tutti gli strumenti, in modo che ognuno abbia quella parte di giustizia, di lavoro, di libertà che oggi viene negata.
La libertà dei mezzi di informazione, voi sapete quanto oggi il nostro popolo sia in parte addormentato da una televisione male condotta, una televisione che istupidisce grandi e piccoli, una televisione che ci permette di credere di essere vivi, mentre siamo solo degli spettatori.
Dobbiamo riuscire a fare noi l'informazione e che i mezzi di informazione siano in mano a tutti, il più possibile collettivizzati, perchè tutti possano dire la loro, tutti possano sapere di essere compartecipi della costruzione della cultura, e di quella che è la vita nelle sue linee essenziali.
Le donne hanno una mentalità orizzontale: guardano intorno a sé, praticamente, si tirano su le maniche per fare le cose. Non guardano al potere, è più un modo degli uomini questo, verticistico.
Le donne guardano lontano ma sempre al loro livello, e questo vuol dire democrazia, vuol dire pace, vuol dire concretezza nella vita.
La politica delle donne è la vera politica. Se voi pensate bene, le donne dicono delle cose semplici, non ho mai visto uno scandalo politico fatto da donne qui in Italia, come mai?
E quante poche donne ci sono nel nostro Parlamento, quante poche donne vengono ascoltate, quante poche donne sono dirigenti!
E noi pensiamo di valere qualcosa, sopratutto perché siamo portatrici di vita, sopratutto perché vogliamo un mondo diverso!
Vogliamo un mondo di pace, vogliamo costruire nella pace che regni nelle case, che regni nelle nostre famiglie e nel nostro Paese.
Dobbiamo ancora dire: ascoltate le donne che danno la vita, che non hanno mai cercato il potere, ma il sapere, la conoscenza.
Abbiamo uno sguardo orizzontale che è lo sguardo della pace. Lo sguardo verticale ce l'ha il potere maschile che dirige le cose, fa tutto quello che vuole, comanda.
Noi non vogliamo comandare, vogliamo stare insieme e decidere delle nostre sorti, decidere della nostra vita e dei nostri figli e di quello che loro potranno fare meglio di noi.
Offriamo anche agli uomini queste nostre opportunità ed allora vi sarà una parità costruttiva.
Ne 60° anniversario del primo voto alle donne, questo è l'augurio che mi faccio e faccio a tutti voi, che da questo ricordo della Resistenza, da questa certezza del potere straordinario che hanno le donne, che si esprime anche con il voto; che non cerca il potere, ecco, da tutto questo venga la rinascita del nostro Paese e venga la pace per il mondo intero.
I partiti politici, oggigiorno, non sono più quelli che erano al tempo in cui noi abbiamo lavorato per la Costituzione. Sono diventati delle specie di "insegne" per la gente che non partecipa attivamente.
Lo spirito democratico vero è questo: che tutti partecipino, che le questioni siano dibattute nella base del Paese, che la politica economica sia di nuovo presente nelle famiglie, fra gli individui, nelle scuole, dappertutto, nelle fabbriche, negli uffici. E questo lo si può fare solo se si organizzano di nuovo delle forme di rappresentanza popolare.
Bisogna ritornare a prendere possesso della vita politica, a sentirci tutti cittadini rappresentanti dei valori che nessuno può amministrare per noi, ma dobbiamo essere tutti noi ad amministrarceli, a discuterli, a verificarli.
Bisogna riprendere il gusto dell'assemblea, il gusto della rappresentanza. Bisogna che ritorniamo ad essere, in ogni sede della vita del nostro Paese, dei componenti di una elaborazione democratica.
Teresa Mattei
maggio, 2006
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1 commento:
Belle parole quelle della Mattei.
Invece a noi tocca ascoltare Bossi e per fortuna che per lui garantisce Berlusconi!
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