"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

mercoledì 25 aprile 2007

25 aprile, ricordiamolo con l'ANPI








25 APRILE 1945

L’ITALIA CONQUISTA LA LIBERTÀ

Quando i primi partigiani scelsero la via della lotta e salirono sulle montagne per combattere il nazifascismo, rischiarono e spesso offrirono la loro vita per affermare i princìpi stessi sui quali costruire la convivenza civile: la libertà, l’uguaglianza, la giustizia, la democrazia.
Il prezzo pagato fu altissimo: decine di migliaia di partigiani uccisi, feroci rappresaglie contro la popolazione civile che sosteneva il movimento di Liberazione, oltre 40 mila, tra cittadini e lavoratori, deportati nei campi di concentramento, eccidi, come a Cefalonia, di soldati che rifiutarono di consegnarsi ai tedeschi, 600 mila militari internati in Germania, 87 mila militari caduti nella guerra di Liberazione.
Da quella lotta, che vide combattere fianco a fianco uomini e donne, operai e intellettuali, contadini e liberi professionisti di diversa fede politica e religiosa,
nacque la nostra Costituzione.
Una Costituzione ancora attuale e vitale, fra le più avanzate tra quelle esistenti, non a caso difesa dalla stragrande maggioranza dei cittadini italiani nel referendum del giugno scorso, quando si cercò di snaturarne la sostanza ed i valori.
Ma, a sessantadue anni dal giorno della Liberazione, l’Italia sta correndo nuovi pericoli. Non può essere, infatti, sottaciuto l’allarme per una ripresa del terrorismo, un nemico da sempre della democrazia e delle libertà, che ha sempre visto in prima fila per sradicarlo le forze democratiche antifasciste.
Permangono, d’altro canto, ancora oggi, i tentativi di sminuire e infangare la storia della Resistenza, cercando di equiparare i “repubblichini”, sostenitori dei nazisti, ai partigiani e ai combattenti degli eserciti alleati contro il nazifascismo a cui dobbiamo in Europa la distruzione del regime del genocidio: un modo per intaccare le ragioni stesse fondanti la nostra Repubblica.
Per questi motivi, per difendere nuovamente le conquiste della democrazia, il 25 APRILE, anniversario della Liberazione, assume il valore di una ricorrenza non formale.
Il Comitato Antifascista e la Confederazione Italiana tra le Associazioni Combattentistiche e Partigiane, nel ricordo dei caduti, si rivolge ai giovani, ai democratici, agli antifascisti, per una mobilitazione straordinaria in tutto il Paese.
Il 25 Aprile è oggi una data più viva che mai, in grado di unire tutti gli italiani attorno ai valori della democrazia.
Confederazione Italiana fra le Associazioni Combattentistiche e Partigiane
Fondazione Corpo Volontari della Libertà (CVL)
ANPI-FIAP-FIVL-ANPPIA-ANED-ANEI
DS-LA MARGHERITA-PRC-SDI-PdCI
CGIL-CISL-UIL-ACLI-Centro Puecher
Comitato Permanente Antifascista contro il terrorismo
per la difesa dell’ordine repubblicano

Appello tratto da www.anpi.it

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3 commenti:

ska ha detto...

Ciao ragazzi, sono solo "di passaggio" perché ho una cara ospite da intrattenere e portare in giro. Rimando la lettura del ricco materiale. Colgo però l'occasione per fare a voi tutti, anche se in ritardo, gli auguri di un meraviglioso 25 aprile: che la vostra memoria storica possa semore trionfare sul sempre più dilagante qualunquismo.

Un abbraccio
Ska

Equo ha detto...

Ora e sempre.

elena ha detto...

"La Resistenza non è nata a Cefalonia" di Vittorio Melandri.

Non c’ero, sono nato dopo, nel 1948, insieme alla Costituzione che della Resistenza è figlia primogenita, figlia gemella insieme alla Repubblica. Ma anche se non c’ero, mi sono convinto grazie alle testimonianze raccolte in quasi sessant’anni, che la Resistenza non è nata a Cefalonia, come secondo me ingiustamente ha affermato il nostro Presidente della Repubblica. Reso ogni onore ai caduti di Cefalonia, credo che la Resistenza sia nata nei tanti “borghi inermi straziati” dallo sterminio della libertà, cantati nella sua famosa epigrafe da Piero Calamandrei, sin dal 1952. Se è vero, ed è vero, che il 25 Aprile è la festa di tutti gli italiani, questa non può però essere festeggiata come alcuni vorrebbero, sciogliendo il “sangue dei vinti” (neanche fosse quello di San Gennaro) dai grumi di responsabilità che ne hanno in primo luogo determinato il versamento. Se così fosse, sarebbe proprio un insulto all’idea base della democrazia, che è quella capace di distinguere, almeno con il senno di poi, torti e ragioni. Non intendo mettere in dubbio le buone intenzioni del Presidente Napolitano, volte si legge, a dare il giusto risalto sia appunto alla qualità del 25 Aprile festa di tutti gli italiani, sia al ruolo troppo spesso lasciato in ombra, che l’esercito italiano ebbe nella resistenza. Non credo però nemmeno sia giusto dimenticare, che non da ieri la Resistenza è stata non solo celebrata, ma anche correttamente rappresentata. Oltre a Calamandrei, da me preso a riferimento, non ultimo, ne fa fede il riconoscimento tristemente postumo reso a Luigi Comencini che già nel 1960, la bellezza di quarantasette anni fa, con il suo “Tutti a casa”, dava testimonianza della dignità degli italiani in divisa, all’indomani dell’8 settembre 1943.

Da http://www.democrazialegalita.it/