"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

sabato 21 aprile 2007

La Grande Sete Australiana












LA PRIMA VITTIMA DELL'EFFETTO SERRA


Jhon Howard, il Primo Ministro australiano che sbeffeggiava i teorici del riscaldamento globale e rifiutava di incontrare Al Gore per una discussione sulle conseguenze dell’effetto serra, ha invitato i suoi concittadini a pregare.

Se entro sei settimane non pioverà, l’Australia dovrà bloccare fino al maggio 2008 l’irrigazione dei campi, l’unica misura che potrà consentire alla gente di avere ancora un po’ d’acqua per bere, lavarsi e cucinare.

Se Dio non ascolterà le preghiere di Howard, saranno bloccate le chiuse del bacino dei fiumi Murray e Darling, che produce il 40 per cento del cibo dell’Australia e che è grande come Francia e Spagna messe insieme.

Milioni di alberi da frutta e di ulivi moriranno, con le piante di riso e di cotone, gli agrumi, le mandorle, i vigneti. Moriranno le pecore e le mucche, e circa 50 mila farmers dovranno lasciare le fattorie che abitano da generazioni in quella che, agli emigrati che la colonizzarono all’inizio dell’800, sembrava una terra protetta dal cielo.





Per la prima volta, gli effetti del riscaldamento globale si abbattono in modo devastante su di una nazione sviluppata, una delle più potenti e progredite del mondo. Jhon Howard, come molti altri, pensava che siccità e carestie fossero una prerogativa del Corno d’Africa, che mai ci avrebbero colpito nelle nostre confortevoli case.

Insieme a Gorge Bush, è stato l’unico leader di un paese industrializzato a non firmare il Protocollo di Kyoto, permettendo all’Australia di restare in testa alla classifica mondiale del consumo di energia e di emissioni di CO2 per abitante e di progettare come se niente fosse nuove centrali a carbone.

Sono bastati sei anni di scarse precipitazioni, aggravate dagli ultimi terribili sei mesi, a mettere il Paese in ginocchio. Se gli alberi moriranno, ci vorranno da cinque a dieci anni prima che nuove piante siano in grado di produrre frutta e lo stesso vale per i vigneti e molte altre coltivazioni. I prezzi dei generi alimentari stanno già salendo e i danni per l’economia australiana saranno enormi.

Il bacino del Murray-Darling era stato indicato poche settimane fa dalla FAO come uno di quelli più a rischio tra i grandi fiumi del mondo. Nel rapporto si denunciavano la cattiva gestione idrica che portava ad uno spreco d’acqua e l’evidente brusco calo della portata dei due fiumi dovuta all’evaporazione.


La riduzione negli ultimi anni del 60 per cento dei raccolti ed i suicidi di decine di agricoltori che avevano perso tutto hanno lasciato il governo insensibile, fermo a scrutare se nel cielo fosse in arrivo qualche nuvola che avrebbe risolto tutto. Solo il mese scorso, a pochi mesi dalle elezioni federali, è stato approvato un piano per centralizzare la gestione dei fiumi (che era affidata a quattro Stati diversi), per coprire i canali e ridurre gli sprechi.

Se non pioverà, il piano, già presentato con drammatico ritardo, non servirà a nulla. Howard ha annunciato che invierà la polizia e l’esercito lungo i fiumi, per garantire che la poca acqua rimasta arrivi alle case di Canberra, Adelaide e Melbourne.

La settimana scorsa, il segretario agli Esteri inglese, Margaret Beckett, aveva presentato al Consiglio di Sicurezza dell’Onu un rapporto nel quale si sottolineava il pericolo di conflitti armati dovuti al riscaldamento globale a causa della mancanza d’acqua, di cibo e di terre coltivabili. Nel Darfour, un conflitto già devastante è stato aggravato dalla lotta tra arabi ed africani per la conquista dell’acqua disponibile ed anche il Governo australiano si prepara a quanto pare ad affrontare una simile emergenza.

In Australia sta arrivando l’autunno, che dovrebbe placare la forza del Niño, la corrente del Pacifico considerata responsabile della siccità. Ma tutti gli esperti sono concordi che dovrà piovere molto a lungo per rimediare all’attuale situazione e le previsioni non sono favorevoli.

Rimasta immobile ad aspettare che finalmente le stagioni tornassero come prima, l’Australia rischia di diventare un drammatico simbolo per tutte le altre Nazioni industrializzate del mondo e per le loro politiche ambientali.

Come ha scritto, con un gioco di parole, l’Indipendent di Londra, quello che sta accadendo in Australia non è “Global Warming” (riscaldamento globale) ma “Global Warning”: un avvertimento per tutti.

Vittorio Sabadin

LA STAMPA

Sabato 21 aprile 2007

……………………………..


IL 2007 SARA' ANNO DA CALDO RECORD

ROMA(ansa) - Il 2007 sara' ricordato come l'anno piu' caldo finora registrato. A sostenerlo, come riporta la Bbc, e' l'ente metereologico nazionale della Gran Bretagna, secondo cui la corrente di El Nino sull'Oceano Pacifico fara' salire la temperatura globale, dando origine ad un esteso periodo di caldo. Secondo i metereologi inglesi, c'e' il 60% di possibilita' che la media delle temperature sia uguale o superiore a quella registrata nel 1998. La previsione e' di 0,54°C sopra la temperatura media di lungo periodo di 14°C, piu' alta quindi rispetto al record segnato nel '98, pari a 0,52°C. Gli esperti hanno tratto le loro conclusioni principalmente da due fattori: l'effetto dei gas-serra e quello di El Nino, annunciato dall'arrivo di un insolito calore nelle acque delle coste nord-occidentali del Sud-America. Il record di caldo del 2007 sarebbe quindi legato alla moderata energia gia' acquisita da El Nino sull'Oceano Pacifico. Fenomeno che, secondo l'Organizzazione mondiale metereologica (Omm), dovrebbe proseguire per tutto il primo quadrimestre dell'anno, con un effetto a catena. ''C'e' un intervallo piuttosto lungo di quattro mesi tra El Nino e il riscaldamento globale delle temperature - spiega Chris Folland, capo del centro di ricerca sul climadi Hadley -Ci siamo serviti di due metodi per prevedere gli effetti di El Nino: uno statistico e l'altro matematico, analizzando anche i dati registrati nei precedenti 50 anni. Cosi' abbiamo ricavato una probabilita' del 60% di un'annata da caldo record, il che significa che e' piu' probabile che avvenga''. Lo scorso dicembre la media della temperatura globale, secondo i dati dell'Omm, e' stata di 0,42°C superiore a quella registrata tra il 1961 e il 1990, conferendo cosi' all'ultimo semestre appena trascorso il record di piu' caldo, con una temperatura media di 9,7°C, cioe' un grado in piu' rispetto a quella segnata nello stesso periodo tra il 1971 e il 2000. http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/daassociare/visualizza_new.html_2057353940.html

……………………………

3 commenti:

Equo ha detto...

Questa mattina, passeggiando il cane sulle colline emiliane, ho rinvenuto il cadavere di un rettile, poi identificato come un piccolo di Natrice Tesselata, una biscia acquatica abbastanza comune. Il problema è che tutti i testi di zoologia affermano che la deposizione delle uova di questa specie avviene tra Giugno e Luglio e la schiusa in Agosto inoltrato od inizio Settembre. Oggi è il 21 Aprile ed il "cucciolo" di Natrice era nato da alcuni giorni! La situazione è VERAMENTE allarmante e gli scompensi ecologici, come sappiamo, hanno effetti cumulativi.
Non so se abbiamo già superato il "punto di non ritorno", ma certo l'allarme per il riscaldamento globale planetario deve essere portato all'ordine del giorno come priorità assoluta... ma mi aspetto anche che in un mondo dominato dalle multinazionali ciò non accada.

Anonimo ha detto...

E, guardando bene, caro Equo, chissà quanti "cambiamenti" potremmo notare se solo fossimo più avezzi ad osservare la Natura. D'altra parte, non è solo questione di volontà.. la verità è che simo diventati molto più ignoranti di come eravamo: non sappiamo riconoscere le piante più comuni, tanto per dirne una.. Non parliamo poi dei bambini di città (ho letto, per esempio, l'intervista ad un bambino che diceva come lui fosse convinto che i polli nascessero già spennati..) ma il discorso si allargherebbe.
Cmq, sicuramente c'è di che essere preoccupati.. Se i contadini del Midi francese stanno acquistando terra nel meridione dell'Inghilterra per trapiantarvi i loro preziosi vitigni è segno che davvero il clima sta mutando. E non certo in meglio per noi.
mauro

Equo ha detto...

Credo che Mauro si renda conto di quello che ha detto, ovviamente, ma avete colto tutti le implicazioni: soprattutto per via della "ricerca del massimo profitto" senza scrupoli stiamo mutando il clima del pianeta...ed il rimedio che l'Uomo sta cercando (vedi viticultori francesi) è...preservare i nostri profitti. Se fossi certo della sopravvivenza dei Delfini, quasi quasi tiferei per l'estinzione della nostra specie!