"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

giovedì 5 aprile 2007

Nessuno gridò "UOMO IN MARE!"








PORTOPALO
naufragio fantasma e vittime senza giustizia..

(stralcio di articolo, da Emergency n. 42)

Il 26 dicembre 1996 la Yiohan arriva al largo della costa siciliana, dove l'attende la F174 per il trasbordo. E' buio, e le manovre di avvicinamento sono approssimative. A metà del trasbordo, la nave più piccola finisce contro la Yiohan, ed un'enorme falla si apre nella sua chiglia.

Cola a picco: 283 clandestini (160 indiani, 31 pachistani e 92 tamil) vengono inghiottiti dalle onde, mentre il capitano e altri ventinove riescono a raggiungere gli altri che ancora non avevano trasbordato.

Anziché lanciare l'SOS, il comandante della Yiohan fugge verso la Grecia dove, al primo approdo, si libera di ciò che rimane del suo ingombrante carico umano - 150 persone - per riprendere il mare.

Nessuno crede al racconto dei superstiti, che vengono arrestati dalle autorità greche: una simile sciagura di tali proporzioni non può essere vera, quegli uomini mentono per impietosire le autorità greche e mendicare l'asilo politico.

La Yiohan cambia nome e viene nuovamente utilizzata per il trasporto di migranti verso le coste siciliane. Intercettata e posta sotto sequestro dalle autorità italiane, rivela solo in seguito la sua vera identità: sotto la vernice del suo nuovo nome spuntano le lettere "h" e la "n"...

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morale: ancora oggi i resti delle vittime devono essere recuperati, nonostante le pressioni e le richieste dei parenti delle vittime e un folto stuolo di intellettuali di tutte le nazioni, e le assicurazioni del Governo per un "pronto" intervento..
E come dice il giornalista di Repubblica Giovanni Maria Bellu (che per primo si è interessato alle dicerie che circolavano fra i pescatori ed ha documentato con prove fotografiche l'immane tragedia): "Se si recupera il relitto si potrà fare il riconoscimento di un certo numero di corpi. Esiste quindi la possibilità che il nostro Paese dia almeno un ristoro morale ai familiari delle vittime. Ma l'Italia, ahimé, è un Paese che ha sempre vissuto al di sopra delle proprie possibilità morali".
mauro



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I fantasmi di Portopalo di Giovanni Maria Bellu

Il libro
La notte di Natale del 1996 nel canale di Sicilia è avvenuto il più grande naufragio della storia del Mediterraneo dalla fine della seconda guerra mondiale. Nel tentativo di sbarcare nel nostro paese, circa trecento clandestini di origine pakistana, indiana e tamil, muoiono per l’affondamento di una “carretta del mare” del tutto inadeguata a sopportare un tale carico. Il fatto passa quasi completamente sotto silenzio. Nulla avviene durante quei giorni di festa e quando all’inizio di gennaio arrivano dalla Grecia le prime denunce dell’accaduto, la reazione delle autorità italiane è il rifiuto di credervi: come poteva veramente essere successa una tragedia di simili proporzioni senza che il mare e le coste siciliane ne portassero la traccia? Infatti anche a distanza di settimane non era ancora venuto a galla alcun resto del naufragio. Ma allora che cosa era accaduto?

Nei mesi seguenti i pescatori di Portopalo di Capo Passero, che battevano quel tratto di mare, trovarono ogni giorno nelle proprie reti, insieme al pescato, corpi umani. L’avvio di qualsiasi indagine avrebbe significato la chiusura dello spazio di pesca per un tempo indeterminato. Che fare allora di quei cadaveri? Tutti presero la stessa decisione.

I fantasmi di Portopalo è la ricostruzione di questa incredibile vicenda, la storia, raccontata in prima persona, di come Giovanni Maria Bellu sia riuscito a dimostrare che quel naufragio è davvero avvenuto e di come un intero paese abbia custodito per anni un atroce segreto. Ma anche il racconto di un viaggio, quello di Anpalagan, un giovane tamil che, insieme a un gruppo di amici, aveva vinto, nella sua cittadina dello Sri Lanka, una “borsa di studio” messa a disposizione dalla comunità: 6500 dollari per pagare i trafficanti che lo avrebbero dovuto portare in Europa. Un viaggio in condizioni estreme, che durò mesi e che finì tragicamente a poche miglia dall’arrivo.

Quella raccontata da Bellu è una storia sorprendente, ricostruita con grande passione civile. È come il resto di un naufragio di cui si voleva dimenticare e che all’improvviso torna a galla.

L’autore
Giovanni Maria Bellu è nato nel 1957 a Cagliari da genitori originari della Barbagia e della Gallura. Vive a Roma ed è inviato speciale del quotidiano " la Repubblica". Nella sua attività giornalistica si è occupato soprattutto dei "misteri d’Italia", dalla strage di Piazza Fontana a padre Pio.

I fantasmi di Portopalo
Natale 1996: la morte di 300 clandestini e il silenzio dell’Italia
di Giovanni Maria Bellu

Mondadori, Strade blu, 2004
€ 14,50




1 commento:

Val ha detto...

Dopo cotanta miseria umana.....Auguro a tutti voi di passare una Pasqua serena e felice.
Val