"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

sabato 10 novembre 2007

Sempre più teenager in cura nei Sert

Pubblicata dal ministero della Salute l'ultima rilevazione sulle tossicodipendenze
Lo 0,2 per cento dei ragazzi ricoverati ha meno di 15 anni di età

In aumento il consumo di cocaina

La percentuale di chi fa uso di cannabinoidi si è stabilizzata intorno al 10 per cento





ROMA - Aumenta, nel nostro Paese, la percentuale di teenager in cura nei servizi pubblici per le tossicodipendenze. E' la prima volta che si registra un dato del genere: secondo la "Rilevazione attività nel settore delle tossicodipendenze - Anno 2006", appena pubblicata sul sito del ministero della Salute, dei 171.353 tossicodipendenti in cura nei 544 Sert presenti sul territorio italiano, lo 0,2 per cento ha un'età inferiore ai quindici anni. Vale a dire, circa 327 ragazzini.

L'arco di tempo considerato va dal 1991 al 2006. Quindici anni fa i minori di quindici anni ricoverati erano appena ottantasette, con una percentuale costante sul totale pari allo 0,1 per cento. Lo scorso anno l'aumento allo 0,2.

All'interno di un quadro non certo confortante, arriva comunque anche una buona notizia. Secondo la rilevazione, nel tempo, si osserva un progressivo invecchiamento dei pazienti. La percentuale di età compresa tra i 20 e i 24 è diminuita (28,6 per cento nel 1991, 11 nel 2006) e quella dei maggiori di 39 anni è regolarmente aumentata (2,8 per cento nel 1991, 27,5 nel 2006).

Per quanto riguarda le sostanze assunte, i dati testimoniano una situazione ambivalente. Da una parte, infatti, si registra un aumento del consumo di cocaina rispetto a quello di eroina. Dall'altra, però, il 71,3 per cento dei pazienti del 2006 fa ricorso al Sert per disintossicarsi dall'eroina. E questo significa che i cocainomani sono meno inclini a mettere fine alla propria dipendenza. L'uso primario di cannabinoidi e cocaina riguarda, rispettivamente il 9,6 per cento e il 14 per cento dei soggetti in cura.

Analizzando il trend si nota infatti una diminuzione del ricorso all'eroina (90,1 per cento nel 1991, 85,6 nel 1998, 71,3 nel 2006) e un aumento, a partire dal 1995 (evidente in particolare negli anni 2000) del consumo di cocaina (1,3 per cento nel 1991, 14 nel 2006). La percentuale di chi fa uso di cannabinoidi, finora sempre in aumento, negli anni più recenti sembra essersi stabilizzata intorno al 10 per cento.

(10 novembre 2007)

fonte: http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/cronaca/sert/sert/sert.html

...

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Più facile far casotto a genova contro polizia e carabinieri che urlare e far arrestare uno spacciatore.
e allora???
Si naviga di poppa in nome di principi sempre meno comprensibili.

Mat

Franca ha detto...

La cocaina è la droga dei vip quindi fa tendenza.
A me quello che spaventa è l'abuso di alcool, qui sì che le percentuali sono "bulgare"!

elena ha detto...

Mat, mi pare proprio che tu stia facendo del facile qualunquismo. Primo, perché non tutti quelli che sono andati a Genova hanno "fatto casotto". Secondo, perché gli stessi non fanno automaticamente uso di stupefacenti. E terzo, perché dimmi: quanto resta in galera uno spacciatore arrestato?
Quindi...

Mi sembra di essere tornata ai "vecchi tempi", quando andavo al liceo e c'era la mica tanto tacita convinzione che TUTTA la sinistra extraparlamentare facesse quantomeno uso di spinelli. Niente di più falso. Chiunque abbia un minimo di coscienza e di memoria storica sa e può confermare che "i bacchettoni" del MLS erano e sono sempre stati contrari.
E' improduttivo generalizzare e non aiuta nessuno, non credi?

Franca, hai ragione: l'alcool non viene recepito come sostanza che dà assuefazione e provoca danni - magari anche perché il monopolio ci guadagna, ma non solo (infatti quello lucra anche sul tabacco). Ma il rito dell'iniziazione alcolica è ben radicato, purtroppo... il che non significa che vedrei di buon occhio la "chiusura" dei paesi del nord europa (o dell'america del proibizionismo per intenderci). Ho avuto abbastnza colleghi norvegesi da recuperare sotto i tavoli alla fine di "cene di lavoro" per pensare che tutto sommato forse è meglio un po' di sana autolimitazione!