"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

lunedì 12 novembre 2007

Telefonia, si rischia il boom delle tariffe

Dario Bonacina
News
lunedì 12 novembre 2007



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Roma - Aumento delle tariffe della telefonia mobile in un mercato destinato a essere gestito esclusivamente dai pesi massimi del settore: questo è il fantasma agitato da esperti, consumatori ed operatori a pochi giorni, forse poche ore, dall'approvazione di una temutissima deregulation. L'apertura del mercato della telefonia mobile, destinato ad uscire dalle "morse" del controllo regolamentare, può provocare uno sconquasso che i consumatori pagheranno, euro dopo euro.

Ad affermarlo sono i tanti che guardano allarmati all'agenda della Commissione Europea. L'Esecutivo comunitario approverà in settimana con ogni probabilità il progetto di riforma delle telecomunicazioni. Un progetto che prevede sì l'istituzione di un'Autorità TLC sovranazionale (ETMA - European Telecom Market Authority) di cui si parla da lungo tempo ma che soprattutto, come accennato, introduce una deregulation del mercato della telefonia mobile.

Il commissario alla Concorrenza Neelie Kroes e quello all'Industria Gunter Verheugen hanno ottenuto di inserire nella riforma l'eliminazione del mercato 15 (accesso ed originazione da mobile) dalla lista dei mercati rilevanti della Raccomandazione: in altre parole non sarà più un mercato soggetto a regolamentazione. Tutto bene? Parrebbe proprio di no: in queste ore, opinione pressoché unanime degli esperti è che alla luce delle nuove tecnologie e della tendenza ad un'offerta sempre più convergente del mercato possano corrispondere un aumento di tutte le tariffe dei servizi di telefonia.


Perché preoccuparsi?
Lo spiega, ad esempio, il guru delle TLC Stefano Quintarelli, che ricorda come dal 1999 al 2007 le tariffe siano diminuite in modo asimmetrico. Prendendo come riferimento una telefonata di tre minuti da rete fissa, si osserva una diminuzione tariffaria dell'87,5% per le chiamate verso rete fissa, e del 42,5% per quelle indirizzate verso rete mobile. Tutto questo è motivato da un'asimmetria regolamentare:
"- nella rete fissa l'operatore dominante è obbligato a fornire all'ingrosso qualunque operatore gliene faccia richiesta e i prezzi all'ingrosso sono regolamentati per evitare extra-profitti che graverebbero sulle tasche dei consumatori (forse sarebbe meglio dire "limitare", non "evitare")
- nella rete mobile gli operatori dominanti non hanno alcun obbligo di fornitura all'ingrosso e i prezzi all'ingrosso non sono regolamentati ma lasciati a negoziazioni commerciali: l'operatore mobile decide chi può o meno comprare da lui e a che prezzi".
Se si ottenesse la deregulation del mercato della telefonia mobile, dunque, vista l'integrazione fisso-mobile "in Europa prospererebbero solo 4-5 grandi operatori molto forti nel mobile. A spese dei consumatori".


La mobilitazione
E sono queste le ragioni che spingono società come BT, Fastweb e Tiscali, insieme ad organizzazioni come AIIP, Altroconsumo e Anti Digital Divide a rivolgersi con urgenza alla Commissione Europea esortandola ad un ripensamento: il rischio, spiega l'avvocato Marco Pierani di Altroconsumo in una lettera inviata al vicepresidente Frattini, è quello "di consolidare nel settore della telefonia mobile, e non solo in quello, un oligopolio pericoloso per lo sviluppo efficiente del mercato e contrario agli interessi dei consumatori". Una situazione che si sta evidenziando in Italia, "ove i due maggiori operatori (l'incumbent tradizionale nonché quello entrato per primo: TIM e Vodafone) dominano sempre di più il mercato, mentre gli operatori entrati successivamente (Wind e 3) non hanno la forza di reagire. Questo anche a seguito della pur giusta eliminazione dei costi di ricarica che, operata impropriamente per mezzo di un decreto legge e non con i più consoni strumenti a disposizione dell'Autorità Regolamentare di settore (AGCOM) e dell'Antitrust, ha prodotto un ulteriore rafforzamento di TIM e Vodafone".

"È un fatto drammatico - osserva AIIP - che diminuirebbe la già scarsissima possibilità di fare concorrenza nel settore e lascerebbe, ai pochi operatori mobili già esistenti, il potere di stabilire a quanto ammonta il pedaggio che gli altri operatori devono pagargli se vogliono accedere alla loro rete. Questo pedaggio sarebbe dunque messo fuori controllo, e conseguentemente porterebbe a prezzi più alti per i cittadini che già spendono cifre che sono tra le più alte del mondo per questo tipo di servizio".

"Siamo ancora in tempo - aggiunge però l'associazione - per manifestare tutta la nostra disapprovazione direttamente al Presidente Barroso e a tutti gli altri membri della Commissione. Alcuni commissari ritengono che sia una scelta sbagliata, e una protesta dei consumatori potrebbe aiutarli a spostare l'ago della bilancia".

A tale proposito AIIP promuove un'azione di protesta per ricordare "che i cittadini vogliono maggiore - e non minore - concorrenza nel settore della Telefonia mobile, e che non devono venir prese decisioni contro gli interessi dei consumatori".

Azione di protesta da concretizzare con l'invio di un'email alla Commissione Europea: chi volesse aderire può cliccare qui.

Dario Bonacina

fonte: http://www.pitelefonia.it/p.aspx?i=2111855

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1 commento:

Franca ha detto...

E io pago...