Unità della sinistra per contrastare il Partito Democratico. In poco più di due ore i segretari della sinistra dell´Unione hanno riposizionato la bussola su un obiettivo comune: la nascita di un nuovo soggetto unitario, una priorità che corre parallelamente al lavoro da impostare tutti insieme sulla Finanziaria.
Certo, alcuni nodi da sciogliere restano ancora sul tavolo: la manifestazione del 20 ottobre contro il protocollo sul welfare, che non convince del tutto Fabio Mussi ed Alfonso Pecoraro Scanio, e poi i distinguo sulla riforma della legge elettorale. Il tema, accennato solo marginalmente, sarà affrontato in un'apposita riunione forse già la prossima settimana. La riunione di venerdì, la prima dopo la pausa estiva, è servita però a serrare le file dopo i contrasti degli ultimi giorni sulla manifestazione del 20 ottobre, divisioni che avevano rischiato di mettere in serio pericolo il futuro dell'unità a sinistra.
Il punto sui cui Franco Giordano, Oliviero Diliberto, Fabio Mussi e Alfonso Pecoraro Scanio hanno rinsaldato l'intesa è il rischio che il governo diventi un monocolore del Partito democratico. Un pericolo reso ancora più reale da una sinistra divisa che non riesce a incidere sull'azione di governo. Il problema posto all'attenzione dei presenti da Fabio Mussi, che ha tenuto la relazione introduttiva, ha subito trovato il consenso di tutti. Per contrastare il Pd, il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio avrebbe proposto di dare vita nel più breve tempo possibile ad un gruppo di lavoro che si occupi delle forme attraverso cui poter organizzare un soggetto unitario.
Convinto che si debba al più presto avviare la fase unitaria è anche il segretario del Pdci Oliviero Diliberto. Un soggetto unico della sinistra, avrebbe spiegato il segretario dei Comunisti Italiani, serve per contrastare la politica messa in campo dal Pd, bisogna accelerare visto che fino ad ora, è l'opinione di Diliberto, la "Cosa Rossa" ha dato una brutta dimostrazione. Il banco di prova per tastare concretamente l'unita della sinistra sarà la costruzione della legge finanziaria. Di fronte ad un'assenza di «collegialità nelle decisioni» all'interno del governo, i vertici di Prc, Verdi, Sd e Pdci hanno deciso di affidare ai capigruppo la stesura di un documento in cui saranno contenute le proposte della sinistra per la manovra economica.
«Non siamo l'intendenza che segue il Partito democratico», avverte il capogruppo del Prc al Senato Giovanni Russo Spena, mentre il leader di Rifondazione Franco Giordano è ancora più chiaro: dobbiamo evitare che «il Pd detti legge in campo economico e sociale». Oliviero Diliberto ribadisce che «nessuno vuole aprire un braccio di ferro con il governo», ma quest'ultimo «deve tener conto delle istanze della sinistra». Quello che deve essere chiaro agli alleati insomma è che «l'esecutivo non finisce con il Pd».
Il calendario dei prossimi giorni dunque è già segnato: la stesura del documento, che già sabato sarà presentato al vertice dell'Unione nelle sue linee generali, e poi la presentazione del testo in un'assemblea pubblica a cui prenderanno parte tutti i parlamentari dei 4 partiti. Se la "battaglia" sulla finanziaria è il collante per l'unità della sinistra, restano le riserve di Sd e Verdi sull'appuntamento del 20 ottobre. Prc e Pdci ribadiscono che la manifestazione si farà, Pecoraro Scanio e Fabio Mussi non chiudono la porta ma chiedono chiarimenti sul programma alla base della manifestazione.
Pubblicato il: 08.09.07
Modificato il: 08.09.07 alle ore 12.30
fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=68738
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Ammonimenti socialisti
Red., 06 settembre 2007
Politica Una forte critica alla manifestazione del 20 ottobre, il richiamo di tutta la coalizione di governo al senso di responsabilità e la richiesta di un chiarimento di fondo all'interno dell'esecutivo prima di affrontare la Finanziaria. Ecco i punti salienti del documento stilato oggi da Gavino Angius ed Enrico Boselli
"La situazione politica è davvero preoccupante". E' il giudizio comune del segretario dello Sdi, Enrico Boselli, e del vicepresidente del Senato, esponente di Sinistra Democratica, Gavino Angius, dato al termine di un lungo incontro che si svolto nel primo pomeriggio.
Il dado è tratto. Se c'erano ancora dei dubbi sulla nuova collocazione politica del senatore Angius, questi sono stati sciolti nella giornata di oggi. Poche ore dopo la riunione che ha visto i leader di sinistra democratica, Prc, PdCi e Verdi tracciare insieme le prime linee di un documento unitario sulla prossima legge Finanziaria, ecco che l'ormai ex esponente del Movimento nato lo scorso 5 maggio a Roma stila in tandem con Enrico Boselli una controproposta per affrontare la ripresa parlamentare e di governo.
"Sul governo Prodi - si legge nel documento congiunto dei firmatari dell'appello per la nascita di una partito del socialismo europeo in Italia - si accentuano gli elementi di instabilità poiché le forze politiche della coalizione vanno letteralmente a ruota libera. Ne è l'esempio più significativo e allarmante la manifestazione del 20 ottobre che vede l'estrema sinistra abbracciare l'arma della protesta di piazza contro il governo di cui fa organicamente parte con tanto di presenza dei propri ministri. Non contribuisce certo alla stabilità la anomala situazione che si è creata nella coalizione dove convivono due premier, l'uno in carica e l'altro virtuale, due programmi, due politiche economiche. A tutto ciò si aggiunge l'incombere del referendum che sembra fatto apposta per porre una mina che faccia definitivamente saltare gli equilibri della coalizione.
In queste condizioni si rischia una crisi rovinosa del governo Prodi, a cui sarebbe assai difficile trovare un'alternativa. La conseguenza più probabile sarebbe quindi quella di andare dritti dritti alle elezioni anticipate e favorire il ritorno di Berlusconi a Palazzo Chigi".
"Non si va avanti così - dicono Boselli e Angius - e non si può affrontare senza un chiarimento di fondo la finanziaria che rischia di essere un percorso di guerra per il governo e per il centrosinistra. Nella finanziaria dovranno essere messi all'ordine del giorno i principali problemi aperti del paese che è impossibile rinviare se non si vuole peggiorare la situazione.
Noi da tempo sosteniamo che la priorità assoluta nella distribuzione delle risorse deve essere costituita in forte investimenti nei settori della scuola, della ricerca, dell'innovazione e della formazione. Diminuzione del potere d'acquisto di stipendi e di salari, tassazione eccessiva e talvolta vessatoria delle imprese, tassazione bassa delle rendite e alta dei redditi da lavoro, precarietà, ambiente e sicurezza sono i fronti dove vanno fatte delle scelte chiare ed incisive. L'aumento delle pensioni minime si è mosso in una direzione giusta. Non si può, invece, pensare che si possa fronteggiare la diminuzione del potere d'acquisto attraverso lo strumento degli sgravi fiscali sull'imposta personale che per i redditi più bassi da' vantaggi del tutto irrisori".
"Occorre - proseguono Boselli e Angius - per sopperire ai bisogni delle famiglie un miglioramento dei servizi sociali, un abbassamento dei costi complessivi della scuola e degli asili nido, un abbassamento dell'ICI per la prima casa, escluse quelle di lusso e un incremento delle forme di assistenza nei confronti degli anziani e soprattutto di quelli non autosufficienti. La flessibilità è un dato con il quale è necessario fare i conti. Irrigidire il mercato del lavoro non porterebbe alcun vantaggio, incentiverebbe una maggiore delocalizzazione, diminuirebbe il tasso di occupazione e favorirebbe il già largo settore del lavoro nero. Occorre invece completare la legge Biagi con un sistema di ammortizzatori sociali, molto più di quanto si è finora timidamente fatto. Bisogna evitare che il lavoro intermittente si trasformi in una situazione di reddito intermittente e di lavoro precario a vita".
"Sono queste scelte di grande rilievo - concludono - che non possono certo essere affrontate senza una riqualificazione della spesa pubblica che è essenziale per portare avanti il risanamento economico e ridurre il debito di cui il carico enorme di interessi pesa gravemente sui conti pubblici. Alla riunione dei segretari sulla finanziaria occorre, innanzitutto, un chiarimento politico che riguarda la sinistra più radicale e i rapporti tra il presidente Prodi e il futuro leader del Pd, Veltroni. Noi ci muoveremo in questa direzione con uno spirito di responsabilità, sapendo che il centro-sinistra gioca tutte le sue carte sul successo della sua maggioranza, uscita per un soffio dalle elezioni e che non può certo pensare che avvenga qualche cosa di buono da una crisi profonda provocata da contrasti continui e crescenti tra i partiti della coalizione".
fonte: http://www.aprileonline.info/4452/ammonimenti-socialisti...
1 commento:
Ben venga l'unità delle forze di sinistra, ma senza perdere i propri riferimenti. Io vedrei bene una federazione
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