La guerra è madre di tutte le cose. Divagazioni semiserie di un cuore irriducibilmente anarchico
"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci
giovedì 13 settembre 2007
UNIVERSITA' - Così distruggete la nostra fiducia nelle istituzioni
LETTERA APERTA
Onorevole Ministro dell' Università e della Ricerca, sono una tra le migliaia di giovani "scartate" dall'esame di ammissione alla facoltà di Medicina e Chirurgia, rimasta con una profonda delusione e la convinzione dell'inadeguatezza del sistema di selezione.
Non perché io sia stata esclusa per la seconda volta, ma perché non si possono valutare, con un test a crocette, le profonde motivazioni che portano un giovane a scegliere una strada altamente impegnativa e impegnata dal punto di vista personale e sociale. Immagino che riceviate ogni giorno centinaia di lettere come questa, infatti la mia esperienza è molto comune, banale, potreste pensare, ma mi ha comunque segnata, anzi, "marchiata".
La seconda esclusione mi pone ancora di fronte alla fatidica domanda: quale strada dovrò imboccare? So che tantissime persone si trovano nella mia condizione, so che vi potrò sembrare immatura o contestataria, ma non riesco a rassegnarmi. Nel superamento dei test la preparazione c'entra poco, conta soprattutto la fortuna! E come può il caso stroncare via i nostri sogni, lasciandoci con l'amaro in bocca e con un senso di non appartenenza a quello che facciamo?
Ho compiuto da poco 19 anni, ho già un anno di CTF alle spalle, corso di studi su cui ho ripiegato, nonostante lo senta estraneo a me. Potrei ritentare e non superare i test per una terza volta, pronta a lasciarmi alle spalle due anni di studio e di fatica, oppure, dato gli scandali di cui i media parlano ogni giorno, potrei lanciarmi, con i miei compagni di corso, in una battaglia legale contro lo Stato? Tutto questo per il desiderio di studiare!
Perché si parla di diritto allo studio, quando in realtà si riduce tutto a selezioni ingiuste e poco trasparenti? Perché non si comunica con noi aspiranti medici, chiedendoci perché vogliamo avere il camice? Per prestigio, ambizione, desiderio altrui o proprio? Questa, Onorevole Ministro, è una protesta contro il sistema, che senza neanche guardarci negli occhi taglia le gambe a noi giovani che sentiamo di poter dare tanto, anche a costo di passare 10 anni sui libri, alla luce fioca della biblioteca, in cambio di un modesto pezzo di carta e un camice.
Chiedo molto umilmente di rivedere questi metodi di selezione perché non è giusto, lo ripeto, e non è obiettivo; in due ore non si può decidere del futuro di una persona, non si tratta di una scelta transitoria, di un posto dove stare "parcheggiati" per 5 anni, ma di una vita intera! Certamente, bisogna essere flessibili, ci sono tante facoltà interessanti, tante opportunità offerte dall' Italia, dall' Europa, da questo "villaggio globale".
Einstein scriveva che "l'impulso più importante al lavoro nella scuola e nella vita è il piacere che si riceve dal lavoro, dai suoi risultati e la conoscenza del valore che questi risultati hanno per la comunità". Sarebbe quindi ingiusto investire i propri sforzi in qualcosa verso cui non si è motivati e ingannarsi sperando in soddisfazioni future perché ciò che conta è il presente e la serenità con cui lo si vive! Ho letto che non bisogna ostinarsi a pensare a una scuola che abbia "come obiettivo solo l'essere in funzione della richiesta del mercato", infatti la mia più grande paura è proprio questa: lasciare che gli ostacoli soffochino i miei sogni, fino a spegnerli del tutto ed essere invasa dall' "idea di una vita vuota e senza senso".
Voi che potete cambiare le cose, pensate un po' a noi giovani, che ci troviamo ad affrontare un futuro incerto, che non possiamo seguire le nostre aspirazioni, che dobbiamo costruirci già da ora una vita fondata su "seconde scelte", scelte di ripiego che non potranno mai essere all'altezza delle nostre aspettative. Pensate un po' a noi... che abbiamo investito tempo e neuroni nello studio, per mesi e mesi, alcuni anche per anni. Per cosa poi? Per aspettare il verdetto seduti davanti al computer per 48 ore? Per vedere domande annullate? Per leggere sui giornali di scandali, tangenti e commercio di lauree?
Pensate a noi giovani, questi fatti di cronaca stanno distruggendo la fiducia che noi, il vostro futuro, abbiamo riposto nelle istituzioni. Non possiamo continuare a ripeterci che "arriveranno tempi migliori".basta con le frasi costruite, basta con le belle parole! Qui rimangono solo la delusione, l'amarezza e la certezza di non voler mai e poi mai consegnare la propria salute nelle mani di gente corrotta, come ci fanno sospettare i giornali!
La cosa più triste, alla luce delle ultime vicende, è che ragazzi come noi, appoggiati dalle facoltose famiglie, scendano a compromessi con "rispettabilissimi" docenti. Allora la legge vera non è uguale per tutti, continua a vigere la legge del più forte? Lo scandalo di Catanzaro è solo la punta di un iceberg, sappiamo per certo che in tanti altri atenei si sono svolte, nell'ultima settimana di agosto, "prove preliminari" di cui solo alcuni studenti erano a conoscenza. Quindi verranno penalizzati solo coloro che sono stati scoperti? E tutto ciò che rimane nascosto verrà taciuto? Continueremo ad essere delle vittime?
A cosa voglio arrivare? Certamente non sarò riammessa, ma permettetemi un piccolo sfogo, almeno in questo Paese rimane la libertà di espressione, l'unica arma che abbiamo a disposizione. Spero di aver dato voce non solo al mio stato d'animo, ma anche a quello di tanti altri giovani e spero, signor Ministro, che lei sappia prendere delle decisioni che facciano rinascere la speranza e la fiducia di poter fare scelte che siano conformi al nostro progetto di vita. Fiduciosa nella sua cortese attenzione, la saluto cordialmente.
Elisa Rizzo
(12 settembre 2007)
fonte: http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=8912&sez=HOME_MAIL
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1 commento:
Io sono per il libero accesso all'università, senza numero chiuso.
Ci sono tanti altri modi per poter poi selezionare la gente che vale
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