"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

martedì 3 aprile 2007

SOLIDARIETA’ E FRATELLANZA COME ESPERIENZA































Nell'ex cascina di Villapizzone a Milano, da anni, si è realizzata una comunità ove si condivide veramente tutto, risorse e bisogni. Padre fausti, gesuita, in un articolo seppur datato fa una disamina ancora attuale. Ve lo ripropongo.
mauro

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 Come vede Milano, padre Fausti? 
"Come luogo di solitudine e violenza. Dove tutti sono bravi e buoni però fanno un gioco di competitività, di rivalità. E quando non riescono più a farlo ce li ritroviamo qui in discarica, che diventano finalmente uomini".

In discarica?
"Eh, si: penso che qui a Villapizzone abbiamo un luogo privilegiato per vedere Milano. Come un archeologo che rintraccia una cultura passata da ciò che è stato scartato. Così, vivendo ai margini della cità, con gente che sta di proposito o per necessità ai margini, si vede ciò che la società scarta o butta via. Ciò che non è a norma, che non è omologato o omologabile, che è scaduto: e finalmente può vivere di buone relazioni, di solidarietà, di dialogo. Da ciò che la società elimina capisci la norma. Tenendo presente una cosa fondamentale: l'eccezione non conferma la regola ma ne mostra una superiore che le comprende entrambe, come nelle leggi fisiche..".

Sandali, jeans e camicia a scacchi, il padre gesuita Silvano Fausti siede nel suo nuovo studio, un cubicolo largo un metro e 42 affacciato sul gasometro della Bovisa. Sopra il tavolino si vedono il testo critico del Vangelo di Giovanni, i caratteri greci annotati per un nuovo commento, e pochi altri libri. La maggior parte - ottanta metri di scaffale, migliaia di volumi rari, testi in ebraico, commentarii del Seicento, libri di esegesi e filosofia nelle lingue più svariate - sono bruciati per il rogo che ha devastato la cascina di Villapizzone nella notte del 12 agosto. La barba si allarga in un sorriso: "Fortuna che li avevo letti. Il problema è il tetto, speriamo che non ci siano rallentamenti burocratici del Comune, se non si rifà la copertura prima dell'inverno finirà tutto in rovina, addio lavori".

Studi di filosofia e teologia, dottorato in fenomenologia del linguaggio a Münster, Silvano Fausti è una delle voci più ascoltate del pensiero cristiano. Da venticinque anni vive alla periferia di Milano, assieme ad altri quattro gesuiti ed una comunità di famiglie, 65 persone che condividono risorse, spazi, vita. Nella sua ultima opera, L'idiozia, ha scritto: "La parola della croce rivela un assurdo al quale il nostro orecchio è sordo ( ab-surdo )".

Se Villapizzone è l'eccezione, quale regola superiore rivela?
"L'uomo è zoòn politicòn, diceva Aristotele, un animale politico, e quindi sta necessariamente insieme, costruisce la polis, un tessuto di relazioni a esprimere la sua natura che è cultura. E qual'è la regola nascosta dello stare insieme? In tutti i miti di fondazione - e i miti rivelano ciò che si vive ora - la città si fonda sempre sulla fraternità uccisa. Romolo costruisce la città sul cadavere di Remo. Anche Caino è fondatore di città, di culture, dell'arte e dei mestieri".

Quindi?
La polis ha come regola fondamentale il trionfo dell'invidia, della competitività, della rivalità. Che è poi l'uccisione della fraternità e della solidarietà, i valori dell'uomo. Il filosofo francese
Alain Finkielkraut ha detto che il XX secolo è quello dell’umanità perduta. Oggi una città come Milano è il luogo della perdita di umanità".

E in discarica cosa resta?
"Restano gli uomini: i bambini, i vecchi, quelli che hanno bisogno e in fondo rappresentano l'umanità dell'uomo che è bisogno di accoglienza, di aiuto, di dialogo, tutte le cose che ormai non ci sono più".

Ma in cosa rintraccia questa spietatezza di Milano?
"Già uno ha problemi enormi solo per venire al mondo. C'è spazio per lui, i genitori possono mantenerlo? Nasce isolato in ospedale, e quando viene a casa si troverà con i genitori assenti, perché se devono lavorare e reggere a questa società devono anche stare fuori dieci ore al giorno. Guarderà la tv. In molti quartieri non ci sono le strutture per far giocare i bambini o trovarsi. Stanno sulla strada, chiaro che poi esplode la violenza, in fondo uno im para tutto dalla parola dei genitori".

E' il ritmo della città che è antiumano?
"E' il ritmo dello stare assieme. Abbiamo il modello della rivalità, la mimesi del desiderio dell'altro. Il principio dell'economia è produrre sempre di più. Ma che mi interessa produrre di più, a me interessa vivere: posso limitare i miei bisogni materiali, vivere nel mio metro e 42 ma stare in pace. Non scannarmi per allargare i muri e poi crepo quando li ho allargati del tutto".

Si potrebbe obiettare: l'idea di Villapizzone è utopistica..
"E invece è realistica e funziona da venticinque anni: un modo di stare insieme simpatico che ognuno se vuole può scegliere con costi minori. Perché se vivi condividendo spazi e stipendi hai più sicurezza economica, meno bisogno di lavorare e più tempo libero senza per questo tagliarti fuori dalla società: i nostri ragazzi vivono nella loro epoca, com'è giusto. C'è una cassa comune dove si mette ciò che si prende e ognuno prende quello che vuole".

Possibile che la città sia intimamente violenta?
!Come spiegava René Girard, nella società come nel branco domina il più violento. I libri di storia danno ragione a chi vince e nascondono sempre il cadavere di uno sconfitto, che guarda caso è tuo fratello. La Bibbia al contrario dà ragione agli altri: non al faraone, ma al Popolo d'Israele".

Come avete iniziato?
"All'inizio facevamo sgomberi e traslochi. Ora ciascuno fa il proprio mestiere, molti sono professionisti: medici, insegnanti, biologi, matematici. Cambiano le priorità: anziché lavorare dieci ore al giorno, mettiamo, uno divide studio con un altro, resta competitivo ed ha più tempo libero per vivere quei valori che sono il pane quotidiano".

E la gente intorno che dice?













"Questo stile di vita diventa una bonifica per tutto il quartiere. Non viviamo isolati, i nostri ragazzi a scuola sono i più comunicativi e questo si riflette in tutta la zona, i ragazzi, le mamme, tutti i problemi arrivano qui, è diventato un luogo di umanizzazione. Dopo pochi anni i costi sociali vengono ammortizzati: furti, droga, ladri, squilibrati, emarginati non ci sarebbero, o almeno ci sarebbero in misura minore, se ci fosse un luogo di aggregazione. Ecco, il Comune ha tanti spazi come questo che vanno in rovina: potrebbe aprirli ad esperienze simili".

La "Milano col cuore in mano" è un luogo comune?
"No, c'è davvero sensibilità all'altro, oltre al volontariato si avverte una grandissima fioritura fra la povera gente. Non credo sia un caso che Villapizzone sia nata qui. E c'è anche una borghesia illuminata davvero attenta, per noi i Radice Fossati sono stati ammirevoli".

Diffidenze?
"All'inizio sì, ma ora ci guardano con rispetto. Non viviamo in contraddizione con la città, quasi dicessimo: sono perversi! Ognuno fa le scelte che vuole. La gente che ha compiuto questa scelta è assai colta che a un certo punto ha capito un pò il gioco. Si sono detti: ma perché devo rovinarmi la vita per sentirmi male?".

Gian Guido Vecchi  

(corriere della sera - sabato 27 ottobre 2001)

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per chi desiderasse scrivergli:

P. Silvano Fausti: fausti.s@gesuiti.it


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Villaggi Ecologici, Comunità, Case Aperte,
Condomini Solidali
Esperienze di stili di vita sostenibili, Progetti

in Italia
http://www.sostenibile.org/aContenuti/rive/elenco.html

2 commenti:

ska ha detto...

Bravo Mauro, ci vogliono di questi tempi ogni tanto post come questo per..."risollevarci".
Credo che il discorso di Don Fausti valga non solo per Milano, ma anche per Roma e per tutte le grandi città, dove è scomparso qualunque luogo di aggregazione, fosse anche solo un campetto per tirare due calci a un pallone.
Quello di Don Fausti è un progetto interessante, e ci credo che dia risultati positivi.
Il problema però andrebbe affrontato a monte da parte di tutti i grandi comuni.

Anonimo ha detto...

!!!
Ma... Mauro se hai questa sensibilità perchè non ci conosciamo più a fondo?

"Io riconosco che la società è divenuta altamente rivaleggiante, dove regnano sovrani e incontrastati i sentimenti della gelosia e dell'invidia. Ciechi uomini, vuoti, contenitori del nulla, dove state correndo? Ditemi, non è che state andando ad uccidere quelli che son rimasti dietro?"
Nunzio.