"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

mercoledì 7 novembre 2007

I musulmani-schiavi che piacciono agli Usa





ARABIA SAUDITA & ARABIA ROMANA

Nei giorni scorsi Romano Prodi e Joseph Ratzinger hanno ricevuto a Roma il re dell’Arabia Saudita. Un regime medievale e sanguinario. L’analisi che segue fu pubblicata sul Cronista del 2 ottobre 2001, ma potrebbe essere stata scritta oggi. A dimostrazione che la parte malsana dell’ecumene, né gli uomini che la gestiscono, non dànno alcun segno di miglioramento.


Il presidente americano George Bush ha diviso il mondo islamico in Paesi buoni e cattivi. La palma dei buonissimi spetta all’Arabia Saudita. Perché? Innanzitutto perché l’Arabia Saudita ospita da sempre le forze di occupazione americane. Secondo: perché l’Arabia è il primo esportatore di petrolio del mondo (dal petrolio ricava il 90% delle proprie risorse) e ha il 25% delle riserve del Pianeta. Qualcuno argomenta che le società petrolifere che sfruttano tanto oro nero sono discretamente controllate da società made in Usa: insomma, i padroni del petrolio sono i petrolieri texani, Bush in testa, ma questo è un dettaglio che aggiunge poco alla sudditanza totale dell’Arabia agli Stati Uniti.


Se dunque l’Arabia è il modello di Paese additato ai musulmani cattivi che vogliono redimersi, vediamone i tratti salienti.


Regno indipendente (nel senso che dipende solo dagli Usa) dal 1932, l’Arabia ha meno di 20 milioni di abitanti, al 35% analfabeti. Saper leggere e scrivere e correttamente esprimersi gli servirebbe a poco, perché l’Arabia è uno Stato totalitario in cui sono vietati i partiti politici ed è messa al bando ogni forma di critica al regime. Le sanzioni sono terribili: torture, mutilazioni, lapidazioni, centinaia di esecuzioni capitali ogni anno. Vittime della repressione sono soprattutto i lavoratori immigrati dal terzomondo.


Al confronto con i despoti dell’Arabia Saudita, i talebani afgani sono gentiluomini pacifisti e ultratolleranti.


La mancanza di libertà civili spiega perché l’opposizione sia clandestina e abbia il proprio quartier generale a Londra. Qui, nel 1994, è nato il Cdlr (Comitato per la difesa dei diritti legittimi), che si batte per l’instaurazione in Arabia di un regime democratico. Ovviamente gli Usa bollano il Cdlr come covo eversivo: le battaglie per le libertà democratiche sono legittime soltanto quando hanno la benedizione del governo americano e si svolgono sotto la sua direzione. Cautela comprensibile: un regime democratico potrebbe mettersi in testa di far pagare eque tasse alle società americane che sfruttano il petrolio arabo o, peggio, nazionalizzarle.

Da sempre è al potere la famiglia El Saoud (base tribale: Nejd), alleata con gli ulema, usciti soprattutto dalla famiglia di Mohamed Ibn Abdel Wahhah, fondatore del wahhabismo, dottrina puritana. È una dinastia sanguinaria che impera grazie a una polizia folta di torturatori e di briganti in divisa. L’unica libertà lasciata ai sudditi è quella di figliare: il tasso di natalità è del 4%, tra i più alti del mondo. Altre distrazioni non sono consentite: i canali televisivi nazionali fanno vomitare e issare un’antenna parabolica per ricevere quelli stranieri (per esempio Al-Jazeera, la libera televisione in lingua araba che trasmette dal Qatar) è un reato. È un reato anche andare al cinema: infatti l’Arabia è l’unico Paese al mondo in cui è vietato aprire una sala cinematografica.

L’Arabia era un Paese ricchissimo (nel senso che i suoi despoti erano ricchissimi) sino a qualche anno fa. Dagli anni Ottanta è un po’ in crisi. Il motivo è la dissipazione eccessiva delle risorse pubbliche a vantaggio dei padroni stranieri e dei satrapi interni. Un terzo del bilancio statale se ne va in armi. L’Arabia ha più aerei militari che piloti attivi! Sugli acquisti di armi la famiglia reale ha una tangente del 30-40%. Secondo il mensile americano Fortune il re ha un patrimonio personale di svariate decine di miliardi di dollari. La corte deve mantenere 5.000 nobili, tra principi e principesse. La reggia è una versione peggiorativa della reggia di Versailles alla vigilia della rivoluzione francese. Ma qui, ammonisce Bush, di rivoluzione non se ne parla.

Le crisi speculative sul mercato del petrolio, con il loro altalenare dei prezzi, si ripercuotono su conti statali già provati dalle ruberie. E questa è la ragione che spinge l’Arabia a usare ogni mezzo, lecito e illecito (ma soprattutto illecito) per imporre agli altri produttori di petrolio un calo delle loro produzioni, in modo che i prezzi restino elevati.


Il re estende la propria influenza sui media internazionali. Ha acquisito la United Press International, poi Al Hayat, uno dei principali quotidiani del Medio Oriente, poi Mbc, rete tivù basata a Londra (che controlla Ana, Arab Network of America, in Usa). Tramite l’uomo d’affari Al Walid Ben Talad (che il Silvio Berlusconi politico ha ricevuto a Palazzo Chigi con gli onori riservati a un capo di Stato), il regime sanguinario d’Arabia Saudita è diventato – a metà degli anni Novanta – socio del Silvio Berlusconi imprenditore, acquistando il 4,1% delle televisive di Mediaset.


Osama Bin Laden è nato in Arabia Saudita, dove voleva fare politica e criticava gli Usa. Indovinate perché ne è stato cacciato.

fonte: http://www.ilcronista.org/arabia071107.htm

...

3 commenti:

Equo ha detto...

Niente di nuovo, no? "Sono dei bastardi... ma sono i NOSTRI bastardi!" come disse un generale USA a proposito dei sud-vietnamiti...

Anonimo ha detto...

da Wikipedia:
"I teatri e i cinema pubblici sono proibiti, perché ritenuti incompatibili con l'Islam. In ogni caso, in alcune città come Dhahran, Ras Tanura, Abqaiq, e Udhailiya i teatri e i cinema pubblici non sono proibiti."

L'Arabia Saudita è la Mecca. Niente di strano che si applichino le leggi coraniche.

Bin Laden fù cacciato perchè era più estremista-fondamentalista dello stesso re e voleva espellere dal sacro suolo tutti gli stranieri e non solo gli americani.

Se giudicate l'Arabia significa che state giudicando l'islam fondamentalista. Benvenuti nella società di Allah il misericordioso.

Mat

Franca ha detto...

Che bel quadretto!
Ma gli americani sono così.
Come per l'Afghanistan di Musharraf che nonostante sia l'autore di due colpi di stato viene ritenuto un fedele alleato