"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

lunedì 10 settembre 2007

La Brambilla inciampa sul canile

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MA DAI? ANCA LA SIURA BRAMBILA? CHE TEMP!!
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Dal Comune di Lecco
542mila euro per 9 anni. I volontari: animali maltrattati

APPALTO DORATO, ED ORA LE DENUNCE

Dall'inviato di Repubblica
Paolo Berizzi
10/09/07

LECCO - Michela Vittoria Brambilla vive nella natia Calolziocorte in una villa che è una specie di zoo: 25 gatti, 14 cani, quattro cavalli, due asini, tre caprette, duecento piccioni. Un manifesto-spot della sua passione per gli animali. Soprattutto, i cani.

Pochi lo sanno, ma oltre ad essere imprenditrice “votata all’iniziativa di successo” (vedi curriculum vitae) – ramo importazione e vendita prodotti ittici, e alimenti per cani e gatti – la signora dei Circoli della Libertà gestisce anche il canile di Lecco. Da sette anni. Per questo incarico, nel 2002, Brambilla, con la sua lega italiana per la difesa degli animali, ha ricevuto dal Comune l’affidamento diretto per nove anni. Il che vuol dire 540mila euro. Il che vuol dire che i 307 cani ospitati in questo capannone in zona Pescarenico dovrebbero per lo meno passarsela discretamente. Ed invece pare che questo non sia.

I volontari che ci lavorano hanno presentato una denuncia al Comune ed all’Asl per raccontare lo stato di abbandono ed incuria in cui versa il canile. Da un mese loro non possono più entrare. Lo ha deciso Michela Brambilla, interrompendo qualsiasi collaborazione.

In effetti il posto non è proprio accogliente. Nella denuncia si parla di sovraffollamento (Fido vive in gabbie con simili non proprio idonei), di morti a causa di sbranamento, di box fatiscenti, umidi e bagnati, e gravi problemi fognari. Ed ancora: “cibo di scarsa qualità”, con conseguenti problemi intestinali, e presenza di topi. “Una realtà drammatica – dice Susanna Chiesa, una volontaria -. Non abbiamo ancora ricevuto risposta dal Comune, e la sospensione improvvisa della nostra attività non è ancora stata revocata”.

Ma c’è anche un aspetto burocratico: di affidamento e gestione del canile. Marcello Saponaro, consigliere regionale dei Verdi, ha acquisito le delibere con cui il Comune ha dato in mano a Michela Brambilla quello che, di fatto, è stato un buon affare. La prima convocazione è datata 2001. Brambilla all’epoca è presidente della sezione lecchese della Lega per la difesa del cane. La parte più interessante arriva però nel 2002. Il Consiglio Comunale delibera l’affidamento diretto (per urgenza e senza consultare altri soggetti esterni) della gestione del canile municipale alla Lida (ora si chiama Leida). La Onlus risultava assegnataria da parte dell’Asl dei servizi di canile sanitario e di accalappiamento. Fino al 31-12-2003. L’amministrazione invece concede la gestione per un periodo molto più lungo (9 anni rinnovabili, importo 542mila euro, di molto superiore al limite di 200mila euro fissato per gli appalti di pubblici servizi) Siamo al 2 dicembre 2002. Con una lettera al Comune la Lega nazionale per la difesa del cane rinuncia “a malincuore” a gestire il canile. Ma, attenzione, lo stesso giorno la stessa presidente Brambilla, questa volta a nome della neonata Lega italiana per la difesa degli animali, da lei fondata, si dichiara pronta a sottoscrivere un nuovo contratto, ed a riprendersi il canile.


Due lettere nello stesso giorno, ed un bel po’ di soldi che ballano. Con un particolare: quando diventa assegnataria, la Lida non è ancora iscritta al registro nazionale della associazioni di volontariato, “condizione necessaria per accedere ai contributi pubblici”.


Finisce tutto quanto in una interrogazione regionale urgente (ne seguirà una parlamentare) presentata da Saponaro. “Vogliamo solo sapere con che titoli Brambilla ha iniziato a gestire il canile ed in quali condizioni mantiene i cani – dice -. Se saranno confermate tutte le denunce ed irregolarità, avrebbe poca credibilità per presentarsi ancora come l’amante degli animali”.

Canile Lecco agosto 2007
9 / 8 / 2007

IL TESTO DELL`ESPOSTO SUL CANILE DI LECCO
CHE LA BRAMBILLA GIUDICA ATTACCO POLITICO


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La dottoressa Susanna Chiesa


Pubblichiamo il testo completo dell`esposto originale protocollato il 26 luglio 2007 presso gli uffici del Comune di Lecco dalla dottoressa Susanna Chiesa di Mandello del Lario che ha dato la stura alle polemiche sullo stato di salute del canile di Lecco. Il documento, che ha avuto un`appendice il 6 agosto 2007 ( il cui testo è pubblicato di seguito al primo ) era stato preceduto da una presa di posizione dell`ex consigliere comunale Salvatore Rossi ed è stato valutato da Michela Vittoria Brambilla, Presidente dell`associazione Leida che gestisce la struttura comunale di via Rosmini, come un gratuito attacco politico alla sua persona. In aiuto della Brambilla è intervenuto il suo referente politico Bruno Colombo, mentre il servizio veterinario dell`Asl di Lecco si è premurato di diffondere un comunicato rassicurante. Nel frattempo ai giornalisti del quotidiano cittadino è stato proibito l`accesso al canile. Silenzio da parte dell`amministrazione comunale.

ESPOSTI CANILE TESTO 1

Spett.le COMUNE DI LECCO
Cortese attenzione: Preg.mo Sig. SINDACO

Spett.le COMUNE DI LECCO
Cortese attenzione: Gent.le Assessore Ambiente Arch. VIRGINIA TENTORI


Mandello del Lario, 26 Luglio 2007
LETTERA DEPOSITATA PRESSO GLI UFFICI COMUNALI

Oggetto: CANILE DI LECCO / ESPOSTO

Gent.li Sigg.ri,
vengo incaricata da numerosi cittadini, che attualmente vogliono rimanere anonimi (alcuni presenti all’assemblea che si terrà oggi stesso alle ore 16,30 presso gli uffici comunali), onde evidenziare i numerosi problemi riguardanti il Canile Lecchese.

Il presente esposto non vuole essere un atto di accusa nei confronti di associazioni animaliste e volontari seriamente impegnati nella lotta al randagismo e nella lotta contro l’abbandono, ma un atto di denuncia nei confronti di pubbliche amministrazioni e dei vari soggetti che ignorano quotidianamente la legislazione in materia di animali d’affezione.

La legge-quadro 281/91, con l’intento di tutelare gli animali d’affezione e favorire la corretta convivenza tra uomo e animale, la salute pubblica e l’ambiente ha dettato precise norme tra le quali quelle rivolte a:
- limitare le nascite di cani e gatti randagi (a cura della Asl);
- risanare i canili comunali esistenti e costruire rifugi garantendo buone condizioni di vita per i cani ed il rispetto della normativa in materia igienico-sanitaria;
- costruire ambulatori veterinari e canili sanitari per le prestazioni obbligatorie relative alle sterilizzazioni, la cura di malattie infettive, ecc.;
- svolgere attività informative anche in ambiente scolastico al fine di sensibilizzare i cittadini;
- adottare un programma di prevenzione del randagismo in simbiosi con le associazioni animaliste;
- svolgimento di corsi di aggiornamento per gli operatori del settore;
- destinazione di fondi statali, regionali, comunali, ecc.

Ricordando che la L. 281/91 ha come fine quello di tutelare anche l’ambiente, la salute, l’ incolumità pubblica (dunque non solo gli animali), con il presente esposto si segnala la realtà territoriale del Canile di Lecco.

Alcune delle problematiche che sarò ad esporre in data odierna, riguardano innanzitutto quanto segue.
1. Uno dei più rilevanti problemi riguardo al Canile lecchese è senza dubbio il SOVRAFOLLAMENTO. Il Canile di Lecco, la scorsa settimana contava 307 cani in una struttura che potrebbe contenerne poco più della metà. I cani vengono ritirati da tutti i privati che ne avanzano semplice richiesta, le Amministrazioni non attuano una adeguata campagna di sensibilizzazione dei cittadini. Una proposta risolutiva ed immediata potrebbe essere la costruzioni di canili-succursali in altre zone della provincia per ridurre almeno il sovraffollamento nel Canile Lecchese.
2. A conseguenza di quanto illustrato al punto precedente, si sono verificate svariate MORTI A CAUSA DI SBRANAMENTO (sovraffollamento o cani inseriti in gabbie con simili non idonei);
3. I BOX IN CUI VIVONO I CANI SONO SPESSO UMIDI E BAGNATI, procurando agli animali diverse malattie. I bancali in legno posti all’interno delle gabbie, su cui DORMONO I CANI, sono impregnati di acqua, umidi ed unti. Vi sono parecchi cani che soffrono di artrite alle zampe a causa dell’umidità in cui vivono perennemente;
4. Vi sono visibili ed innegabili PROBLEMI FOGNARI (il liquido fognario fuoriesce spesso). Si domanda un sopralluogo tecnico onde accertare la situazione delle fogne presso la struttura e nel luogo circostante e prossimo al Canile;
5. I CORRIDOI ED IL TERRENO (in parte asfaltato) ALL’INTERNO DELLA STRUTTURA È DISSESTATO e pericoloso non solo per i cani, ma anche per chiunque visiti o presti la propria attività presso il Canile;
6. I cani non apprezzano il CIBO DI SCARSA QUALITÀ, spesso rifiutandolo. Tantissime crocchette vengono buttate e pertanto parecchi soldi dei contribuenti sono sprecati. Quasi tutti i cani hanno problemi intestinali, diarrea con feci liquide od addirittura con sangue, i valori del fegato sono alterati e lo stomaco è gonfio. Da qui si evidenzia il problema, per i volontari, di raccogliere le feci, causa di disappunto da parte dei cittadini (spesso di impossibile raccolta in quanto liquide);
7. PRESENZA CONSIDEREVOLE DI TOPI (anche di grosse dimensioni), nonché di gallerie sotterranee. Si segnala il pericolo di malattie per chi lavora quotidianamente presso la struttura e per chiunque presti la propria attività, anche di volontariato, nonché per i cani stessi. Le trappole dislocate all’interno del Canile non hanno risolto l’enorme problema. Si domanda un intervento immediato e diretto da parte dell’ASL competente;
8. All’interno del canile vi sono almeno 15 GATTI. Le spese di gestione e cura vengono affidate esclusivamente ai privati, non esistendo alcun genere di finanziamento al proposito;

RIGUARDO AI RILEVANTI PROBLEMI STRUTTURALI

I COSIDDETTI “SANITARI”/ SI DOMANDA IL RISPETTO DEI TERMINI PREVISTI
La degenza nelle gabbie chiamate “sanitari”, destinate al transito degli animali da poco accalappiati (dalla strada – al canile), dovrebbe essere al massimo di 10 giorni ma, a causa del sovraffollamento, tale obbligo non viene quasi mai rispettato.
I cani sono costretti a vivere in gabbie piccolissime (2 metri per 2) per tantissimo tempo, in box costruiti in lamiera. La reclusione in piccoli spazi, com’è ampiamente noto, non permette all’animale lo sfogo peggiorandone lo stato psicologico ed aumentandone l’aggressività. Vi sono cani in permanenza all’interno di tali box da più di un anno !

CAPANNONE IN BASSO E LAVANDERIA / SI DOMANDA IMMEDIATA OPERA DI MANUTENZIONE
I soffitti e le pareti relative alla struttura del capannone in basso, nonché del locale chiamato “lavanderia”, sono umide, ammuffite e nelle gabbie abitate dai cani sottostanti piove all’interno a causa dei soffitti ormai marci. Si evidenzia che nel Canile in generale non esiste manutenzione di alcun tipo, se non gratuita prestata dai volontari o da personale pagato dai volontari medesimi (anche attraverso organizzazione di lotterie).

CAPANNONE IN ALTO / SI DOMANDA LA CHIUSURA IMMEDIATA E DEFINITIVA
Da stalla per le mucche da macello … senza alcuna vergogna … a prigione !!
La struttura è fatiscente e pericolosa, il soffitto e le pareti scrostate dall’umidità, i pavimenti sempre bagnati.
I bancali, nonché le cucce in cui vivono e dormono i cani, sono impregnati di sporco e bagnato.
Il corridoio è sempre sporco e scivoloso e pericoloso per chi ci cammina (personale di pulizia, volontari, ecc.).
Le finestre non si possono aprire totalmente rendendo l’ambiente buio, l’aria poco areata e fetida con odore stagnante di urina.
I cani sono chiusi a vita in questo inferno !
Essendo difficoltoso arrivare all’ingresso del capannone, sempre chiuso a chiave, i cani vengono lasciati in stato di abbandono totale per tutta la giornata.
I cani presentano patologie depressive, uscendo una sola volta alla settimana (oltre i pochissimi minuti mentre vengono puliti i box).
Vi sono cani che hanno vissuto ben quattro anni in tali condizioni !
Si propone la costruzione di nuovi recinti (entro la fine del mese di agosto) nello spazio libero di fronte all’ufficio, domandando la chiusura immediata e definitiva di tale capannone.

A SEGUITO DI TUTTO QUANTO SOPRA ARGOMENTATO

e volendo evitare, in questa sede, di avanzare denuncia penale presso la Procura della Repubblica per i reati previsti dagli artt. 544 ter (maltrattamento di animali), 727 (abbandono di animali), 328 (omissione di atti di ufficio), 331 (interruzione d’un servizio pubblico o di pubblica necessità), mancata ottemperanza alle leggi in materia di gestione dei rifiuti e per altri reati che verranno eventualmente evidenziati, anche ai sensi dell’art. 253 c.p.p., che prevede il sequestro della struttura e degli animali presenti,
invito con il presente esposto
il Sig. SINDACO, nonché la Giunta Comunale, che rappresentano i cittadini lecchesi, nonché gli animali presenti all’interno della struttura, e l’ASL competente, a recarsi presso la struttura comunale onde verificare personalmente quanto sopra esposto e prendere decisioni e soluzioni immediate.
Si chiede sin da ora un appuntamento per metà – fine settembre onde esaminare e discutere le soluzioni avanzate e già intraprese.
Si allega infine proposta per un futuro rinnovo del Canile.

Rimango in attesa di Vs. immediato riscontro scritto.
Cordiali saluti,

Dott.ssa Susanna Chiesa

fonte: http://www.merateonline.it/Finestra_Zoom.asp?ID=48483&RicercaData=&Sezione=&SezioneStart=Dossier&Sottosezione=

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Canile Lecco agosto 2007
13 / 8 / 2007


Susanna Chiesa: sul canile
prevedo inaspettati sviluppi


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La dottoressa Susanna Chiesa



Si formula la presente in nome e per conto dei cittadini che hanno a me evidenziato le problematiche inerenti il Canile Lecchese, indicate nell’esposto datato 26 luglio e successive comunicazioni.
Mi preme evidenziare, come fatto a me rilevare, che la prima lettera non firmata apparsa sui giornali, è stata stilata dalla Direzione del canile domandando ripetutamente la successiva sottoscrizione ai volontari dopo che la stessa fosse stata pubblicata. Si fa rilevare inoltre che una buona parte dei “volontari firmatari” risultino essere collaboratori stretti od addirittura stipendiati della struttura.
Riguardo alle mie competenze professionali, messe in dubbio recentemente dalla Presidentessa della Società che gestisce il Canile Comunale (che si permette di sentenziare riguardo ad ogni e qualsiasi cosa), si fa notare che tutte le comunicazioni inviate e depositate presso gli Uffici Comunali, sono state da me redatte nel rispetto della professione che esercito. A tal fine si rende noto che la sottoscritta, come da tessera n° 2426 rilasciata dall’Ordine Avvocati di Monza, risulti essere regolarmente iscritta presso il Registro praticanti avvocati abilitati al patrocinio legale (Corte d’Appello di Milano) dalla data del 14.03.03.
Sono infine a comunicare che la continua attenzione della stampa alla problematica Canile di Lecco ed i continui interventi pubblicati, anche a cura della Presidentessa, hanno avuto un risvolto inaspettato richiamando l’attenzione di Associazioni per la tutela degli animali di livello nazionale, associazioni che verosimilmente si occuperanno della vicenda per il prossimo futuro.
Cordiali saluti,

Dr. SUSANNA CHIESA

fonte: http://www.merateonline.it/Finestra_Zoom.asp?ID=48522&RicercaData=&Sezione=&SezioneStart=Dossier&Sottosezione=

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POVERA BRAMBILLA, INCIAMPATA IN CANILE 5.. COME FARA' ORA A MANTENERE IL SUO APLOMB DI IMPRENDITRICE DI SUCCESSO?
IN PREDICATO PER ESSERE SUCCEDANEA DEL CAVALIERE OFFRE ORMAI UN'IMMAGINE TROPPO INZACCHERATA.
NON BASTA ESSERE "AMANTI" DEGLI ANIMALI PER SUCCEDERE AL BERLUSCA, CARA MICHELA..
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Miss Forza Italia

di Gigi Riva

L'infanzia blindata. I concorsi di bellezza. Gli amori. Il successo nel commercio del pesce. I circoli azzurri. Passioni, imprese e gaffe di Michela Brambilla, la preferita del Cavaliere


Chi non ha fatto un pensiero sulla Brambilla? Da Ratti Alessandro, fotografo, ex compagno di classe, a Berlusconi Silvio, politico, ex premier, c'è un filo conduttore che lega gli anni Ottanta ai giorni nostri. Il pensiero è diverso (forse), un amore liceale per Alessandro, l'investitura a futuro leader per Silvio. Il soggetto è sempre lei, Michela Vittoria Brambilla da Calolziocorte, una che, esteticamente, non è cambiata poi di molto se erano tacchi a spillo, minigonne mozzafiato, autoreggenti in classe come adesso nei consigli di amministrazione.

Solo i capelli lunghi lunghi
sulla schiena sono cambiati di colore, dal castano ramato al rosso tiziano. Una cromatura che è anche un'identità costruita e ferocemente difesa con quattro sedute settimanali dal parrucchiere ("Significa fuoco, grinta", commenta il suo coiffeur). Sedute frequenti ma brevi, il quarto d'ora di tempo per passare i capelli sotto la piastra alla tormalina in modo da avere l'effetto liscio e luminoso che tanto rende in televisione. Qualche prodotto per lucidarli, una pettinata di mantenimento alla riga a zig-zag e via. Eccola pronta a risalire sulla Mercedes a due posti con cambio automatico parcheggiata davanti al negozio di Umberto Losa, stilista L'Oréal.

Perché Michela va veloce, brucia le tappe e accumula rancori per quel primato strappato presso il cuore del Cavaliere. Non se ne cura, mai un'occhiata allo specchietto retrovisore se i suoi amici di ieri, tra Calolziocorte e Lecco, luoghi manzoniani, lamentano di essere stati abbandonati dall'ingresso di nuovi e più potenti ammessi alla corte. "Ha cambiato giro", concludono fatalisti. E del resto dove lo troverebbe il tempo, divisa com'è tra il lavoro di imprenditrice, presidente dei giovani Confcommercio e dei Circoli della libertà, mamma e compagna (non sposata) del padre di suo figlio?

Si parla di lei ovunque.
A Lecco solo un po' meno perché la conoscono e sono stupefatti da un'ascesa tanto veloce quanto inspiegabile. Qui la si ricorda per il lavoro al canile comunale, per l'auto in divieto sul lungolago e relative multe (una collezione). Ma leader della Casa delle libertà, forse futuro premier, dai, è uno scherzo. Ué Brambilla, dove vuoi arrivare tra sorpassi spericolati e fughe in rettilineo?

Intanto sarebbe carino
conoscere il pensiero politico minimo di una candidata (da Berlusconi) a tutto. Ma si sbatte contro un muro di reticenza inopinato per un personaggio che vorrebbe rappresentare milioni di "cittadini stanchi di come vanno le cose". A una serie di domande risponde "no comment". Eppure non sono difficili. Che ne pensa dei Dico? "No comment". Della fecondazione assistita? "No comment". Quanto guadagna? Silenzio. Eppure nelle democrazie evolute i personaggi pubblici tutto dichiarano di sé. Né va meglio se si passa alla scena internazionale. Fu giusta la guerra in Iraq? Pagina bianca. E va anche peggio quando la risposta arriva. Come definirebbe il suo pensiero politico? "Istituzioni della politica veramente al servizio del cittadino. Oggi è così? Non mi pare. Prevale il palleggiamento (sic) ideologico e non e i primi a essere furibondi sono i metalmeccanici cui era stata promessa una busta paga migliore". Oltre a Berlusconi, quali i politici di riferimento? "Ho stima per quelli che interpretano il mandato come servizio al cittadino". Tra quelli del passato? "L'elenco non è difficile farlo". Ma non lo fa.

Dichiara un luogo comune, quello per cui i commercianti non pagano le tasse e per lei gli evasori dovrebbero rischiare anche le manette. Come negli Stati Uniti. Boom. Tutto qui? Tutto qui. Come dire: sotto il vestito le famose autoreggenti.

Dove arriverà, si vedrà.
Qui si racconta da dove arriva e cioè il suo ormai stretto micromondo su quel famoso ramo del lago di Como. Via Manzoni è un budello che si inerpica in salita dal centro di Calolziocorte. Al 12, muro alto, telecamere e fili elettrici, villa Brambilla. Michela ci nasce il 26 ottobre del 1967, da Vittorio e Bianca Bosi, romagnola di Cesenatico. Nemmeno il padre è indigeno, ma sfollato in provincia da Milano nel 1942 dopo che i bombardamenti distrussero la fabbrica, Trafilerie Brambilla, ramo acciaio. La grande casa ha 10 mila metri quadrati di parco ed è anche una sorta di zoo. Michela ricorda di aver imparato a camminare "attaccandosi al collare di uno schnautzer".


(28 maggio 2007)

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L'altolà di Confcommercio

di Emiliano Fittipaldi

La base dei commercianti, analisi politiche alla mano, ha il cuore a destra. E così non stupisce che Michela Vittoria Brambilla, imprenditrice di successo, sia stata folgorata (con reciproca attrazione) dal Cavaliere, che prima ha benedetto i suoi Circoli della libertà e poi ipotizzato persino l'ascesa della 'rossa' alla poltrona di Palazzo Chigi, facendo storcere il naso a mammasantissima come Marcello Dell'Utri e Giulio Tremonti.

La Brambilla, però, ha fatto carriera mediatica soprattutto grazie al suo incarico ufficiale: dal 2003 è presidente dei giovani di Confcommercio, e come tale è sempre stata accreditata nei talk show politici che l'hanno ospitata. Ma Confcommercio è un'associazione che, almeno sulla carta, è sempre stata apolitica e superpartes nei confronti di partiti e schieramenti. L'attivismo anti-governativo della Brambilla, dunque, ha fatto arrabbiare non poco i vertici dell'associazione. La situazione è precipitata quando la rappresentante dei giovani ha rotto gli indugi e si è schierata con Forza Italia.

La questione è stata tenuta sotto il tappeto per mesi perché, ammettono da Confcommercio, motivo di "grande imbarazzo". Ora, però, il vaso è colmo, e sia la giunta confederale sia il consiglio degli under 40 hanno sollevato il problema con più forza. Anche il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli è stanco della Brambilla-mania, e ha lanciato un diktat senz'appello: Michela deve lasciare l'incarico in tempi brevissimi, "prima", dicono fonti bene informate, "della scadenza naturale del suo mandato, che finisce a ottobre. La Brambilla lo sa". Ma le dimissioni, finora, non sono state presentate e, visto il carattere battagliero dell'imprenditrice di Lecco, non è detto che arrivino mai.

A quel punto Sangalli sarà costretto, suo malgrado, a chiedere ufficialmente un passo indietro. Sperando che Michela tra qualche anno (gli amici giurano che ha la memoria lunga) non diventi davvero il nuovo presidente del Consiglio. Emiliano Fittipaldi

fonte: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Miss-Forza-Italia/1625547

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MA DON ABBONDI SA A CHE SANTO VOTARSI



(fonte immagini- silvio: profile.myspace.com/index.cfm?fuseaction=user...; bondi: www.ilfattonline.com/archives/date/2007/06/19/)

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5 commenti:

Anonimo ha detto...

Chi non c'ha fatto mai un pensierino? Io lo confesso, mai e poi mai. Basta guardarla in faccia. Le gambe e le autoreggenti? Io non sono mica un vecchio sbavoso. Per grazia di Dio si può "sbavare" anche con la propria fidanzata. Spero che alla Presidenza del Consiglio non arrivi mai, altrimenti sarà meglio espatriare.

Anonimo ha detto...

Anche perchè, caro innoxius, un "prodotto" si giudica dal contenuto e non dal contenitore. E questo mi sembra parecchio deteriorato..

mauro

Franca ha detto...

A causa della Brambilla, io ho pregato per l'estinzione delle rosse.
Vi ricordate la vicenda del gene recessivo che tanto ha tenuto banco qualche giorno fa?

elena ha detto...

Certo che me la ricordo, la storia del gene recessivo: c'ho pianto per giorni!!!
Non solo i miei occhi azzurri son lì lì per sparire, ma perfino la mia amata pargoletta Fuoriserie Testarossa rischia la stessa fine... Anzi, non la rischia: incombe.
Per ora ho iscritto entrambe al WWF (sia mai...), ma sto meditando altre iniziative.

Scherzi a parte: questa qui di rosso naturale non ha proprio NULLA. Per buona sorte del rosso.
D'altronde, fonti non citabili (http://nonciclopedia.wikia.com/
wiki/Pagina_principale) sostengono che Berlusconi abbia detto di lei: "O si fa bionda, o col cazzo che entra nel PDL!"

Anonimo ha detto...

CERCATE CONCORSO POESIA DELLE LIBERTA BRAMBILLA SU YOUTUBE O SIMILI. HAnno fatto un video fantastico quelli de www.ilventre.it