"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

sabato 24 febbraio 2007

BAYER e farmaci a rischio AIDS






Che i vaccini siano un falso scientifico e tossici lo abbiamo ormai capito, cosi' come la truffa dell'Aids. Ho rintracciato questo articolo, di tre anni fa (vedi foto) dove si parlava di "leggenda che ritiene i vaccini USA portatori di malattie e sterilità"... Non fatevi sviare dalla datazione: purtroppo l’argomento è attualissimo e altamente drammatico. Serve a ricordarsi che, nonostante il dilagare di informazioni “soporifere”, come sembra essere il costume italiano, vi sono realtà che bisogna conoscere e di cui tener conto per una corretta valutazione dei fatti.

E’ in gioco la nostra salute e, insieme al futuro, a quella dei nostri figli. Senza dimenticare i milioni di poveri cristi dei Sud del Mondo che, per pura speculazione e ricco tornaconto, muoiono “anche” a causa della nostra disinformazione e del nostro voler poco conoscere le verità dei fatti.

E sulla Bayer torneremo, parlando di lager nazisti ed altri orrori.

mauro

LEGGENDA?

Bayer «ha venduto farmaci a rischio Aids»


In Giappone, a Hong Kong, in Argentina e a Taiwan centinaia di persone sono morte di Aids - gli ultimi nel '96 - per aver assunto farmaci che li avrebbero dovuti aiutare a curare l'emofilia (ma quanti ne sono morti "dopo", e ne moriranno ancora?n.d.r.). Questa la denuncia del «New York Times», che nell'edizione di ieri accusa senza mezzi termini l'azienda farmaceutica Cutter Biological, segmento del gruppo tedesco Bayer, di non aver ritirato dai mercati asiatici e latinoamericani il «Factor VIII Concentrate».

Il farmaco, pensato nel 1973 per la cura di pazienti affetti da emofilia, veniva realizzato con il plasma di donatori che non erano stati sottoposti al test per l'individuazione dell'Hiv, dal momento che allora si ignoravano i legami tra l'insorgenza dell'Aids e la presenza di Hiv. Nel 1984 però, in seguito alle maggiori conoscenze sulla diffusione dell'Aids, i tecnici Bayer avevano messo a punto un nuovo farmaco che, utilizzando plasma sterilizzato ad alte temperature, avrebbe evitato il contagio dei pazienti emofiliaci. La vendita del vecchio farmaco, secondo il «New York Times», sarebbe però continuata su alcuni mercati, fino allo smaltimento di 100 mila confezioni «infette», per un valore di 4 milioni di dollari. «Forse la vita in Asia vale meno che altrove», dice al quotidiano Li Wei-Chun, padre di un ragazzo di Hong Kong morto nel 1996 di Aids a 23 anni per aver assunto il «Factor VIII». A Leverkusen, sede del gruppo farmaceutico tedesco, gli uomini della Bayer reagiscono con una certa sorpresa: «Non riusciamo a capire come mai si parli oggi di un fatto di 20 anni fa - ci dice un portavoce del gruppo -. Ai tempi i dettagli sono stati chiariti a fondo con le autorità sanitarie internazionali, le corti di giustizia, i pazienti. Sono stati creati dei fondi per risarcire le persone che hanno subito dei danni consumando quei prodotti e solo negli Usa, nel 1997, le ditte produttrici misero a disposizione 600 milioni di dollari». Come si spiega allora il fatto che in Asia e in America Latina i pazienti curati con il «Factor VIII Concentrate» hanno continuato a morire? «Non bisogna generalizzare - dice il portavoce -. La progressiva sostituzione dei prodotti non sottoposti al trattamento di sterilizzazione ad alte temperature con quelli della nuova generazione è cominciata nel 1984. Poi ci sono stati tempi di attesa legati al fatto che si doveva ottenere la licenza di mercato nei singoli Paesi, ci si doveva coordinare con le autorità sanitarie e fare i necessari controlli. E' stato un processo inevitabilmente lungo, perché le licenze non si ottengono automaticamente. E per questo si sono verificate discrepanze temporali tra un Paese e l'altro».



La Bayer non è la sola azienda che produceva farmaci di questo genere, e a rigore, non è la sola a dover subire accuse. «In Germania erano cinque le ditte che distribuivano questi prodotti - spiegano a Leverkusen -. Anche negli Usa ce n'erano più di una, tra cui la Baxter, e tutte quante avevano lo stesso problema. Il problema si pose quando, di fronte all'insorgenza di casi di Aids nei pazienti trattati con il concentrato, ci si è posti la domanda su come rendere più sicuro il prodotto. Ma fino al 1985 non è stato possibile dimostrare che il virus potesse essere distrutto tramite un trattamento alle alte temperature». L'informazione, sostengono oggi, è stata trasparente: «Abbiamo sempre discusso con le autorità dei Paesi coinvolti e le associazioni degli emofiliaci. Proprio da parte dei consumatori, all'inizio, c'era scetticismo verso il nuovo prodotto, perché temevano che il trattamento ad alta temperatura distruggesse la qualità del farmaco, diminuendone gli effetti».

Per la Bayer - che ancora deve superare le conseguenze dello scandalo Lipobay - le accuse riaprono un capitolo triste della storia del gruppo, «ma definitivamente chiuso». Resta l'interrogativo sul perché, proprio oggi, si torna a riparlare di quella storia. «Ma questo dovreste chiederlo al «New York Times», rispondono alla Bayer.

di mauro guarinieri, http://www.e-laser.org/htm/news.asp?idNews=224

Coalizione contro i pericoli derivanti dalla Bayer

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4 commenti:

Equo ha detto...

Vi prego di notare come l'illustre rappresentante della multinazionale eviti dì accennare al fatto che non si è fatta l'unica cosa logica, in attesa dei permessi per farmaci sicuri, ovvero ritirare senza indugio le vecchie confezioni dal mercato.Ad un livello più blando mi rammenta quando, scoperto che alcuni coloranti erano cancerogeni, fu imposto di non utilizzarli più...ma la legge scattò dopo l'esaurimento delle scorte di magazzino. Se mai volevamo un esempio della "etica del mercato"...

Anonimo ha detto...

Vero, equo.. all'epoca mi ero scandalizzato anch'io (erano gli anni '70/80), e il ritiro IMMEDIATO sembrava la cosa più logica.. almeno per noi poveri consumatori. Ma no, c'è una logica ben più "alta", ed la logica del Mercato (Mammona..), che ha fatto si che le scorte andassero comunque consumate. Non si poteva mica danneggiare le aziende!
mauro

elena ha detto...

... come ebbe a dire il delegato americano alla riunione del WTO (World Trade Organization) - dicembre 2002 - davanti a 143 sì di altrettante nazioni a favore della vendita a basso prezzo di farmaci per la cura delle malattie più devastanti per i paesi poveri (AIDS, malaria, etc): "I diritti delle case farmaceutiche vanno tutelati. I brevetti vanno rispettati..." :(((

Equo ha detto...

Vabbé... Ce la stiamo contando tra di noi! Mi pare che qui si sia tutti d'accordo sulla "reificazione" dell'uomo in questa società. O ci siamo dimenticati (perché nessuno ne parla) della Bomba N, quella a basso potenziale esplosivo, ma elevatissima radioattività, inventata per uccidere le persone senza danneggiare "le cose"? E' il simbolo di questo sistema...