Si è fatto un gran parlare (anche a sproposito) in questi ultimi tempi di Pacs e dintorni. Ormai sull’argomento è stato scritto di tutto e di più, quindi non mi sembra il caso di rivangare posizioni, più o meno scorrette, delle parti, politiche e sociali, in causa. Madre Chiesa in primis.
La notiziola di cui vorrei parlarvi è, diciamo, fresca fresca di giornata. Un progetto di ricerca finanziato dalla Direzione generale degli Archivi (e curato scientificamente da Alfonso Assini dell’Archivio di Stato di Genova e dalla Società Ligure di Storia Patria) ha portato al ritrovamento di alcuni antichi atti notarili che illuminano sull’esistenza di patti che tanto assomigliano al Pacs al centro dello scontro politico: sono almeno una mezza dozzina (ma si aspettano di ritrovarne molti altri..) che descrivono “uniones” fra coppie di uomini (per ora di soggetti femminili non sono venuti alla luce), i quali si giurano fedeltà eterna, reciproco soccorso e condivisione dei beni.. e ciascuno indicando l’altro come proprio erede al momento della morte. Stilati da almeno due notai diversi (dei quali uno, tal Andrea de Cairo, era non solo notaio ma anche cancelliere della Curia!), questi atti parlano di “unio” e “fraternitas” per descrivere il legame fra di loro.
Qual è la particolarità di questa notizia? Semplice; questi atti sono stati redatti verso la metà del Quattrocento!
Quando si dice: nulla di nuovo sotto il sole…
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