Summit a Parigi per cambiare le regole
E a Londra cresce la polemica per i minori mandati al fronte
Parigi - Un impegno senza condizioni per mettere fine al reclutamento e all'utilizzo dei bambini-soldato: sessanta Paesi si riuniscono oggi a Parigi, sotto la guida dell'Unicef, per dare una spinta alla lotta contro lo sfruttamento dei bambini in guerra. Secondo l'organizzazione internazionale, infatti, sono 250 mila i ragazzini coinvolti nelle guerre in corso nel pianeta. Ma anche qualche paese occidentale è direttamente responsabile del fenomeno: e dopo le ammissioni del ministro della Difesa britannico Adam Ingram, che sabato ha riconosciuto che quindici adolescenti non ancora diciottenni, fra cui quattro ragazze, sono stati inviati in Iraq, a Londra esplodono le polemiche. Anche perché ciò è avvenuto nonostante la Gran Bretagna abbia firmato nel 2003 il protocollo delle Nazioni Unite contro i bambini-soldato.
Voluta dal ministro degli Esteri francese, la conferenza che si svolge oggi e domani si concluderà con l'approvazione dei ''Principi di Parigi'', nuova tappa sulla lunga strada ancora da percorrere per mettere fine allo sfruttamento militare dei bambini. Come ha riconosciuto lo stesso portavoce del Quai d'Orsay, il testo non avrà tuttavia valore giuridico: ''E' un forte incitamento affinchè gli Stati s'impegnino a rispettare determinati orientamenti e principi''.
Dire bambini-soldato non significa però solo bambini in armi. L'Unicef non si stanca di ripeterlo: il reclutamento e lo sfruttamento di minorenni a fini militari dev'essere inteso in senso molto più ampio. Sono maschi e femmine, a volte hanno appena sette anni. Oltre che come combattenti, sono utilizzati come spie, portatori, cuochi, infermieri, staffette e le ragazze possono anche essere sfruttate a fini sessuali. Per gli eserciti, regolari o no, sono essenziali: avere dei bambini fra gli ausiliari consente di avere più adulti da inviare al fronte.
Attualmente, almeno dodici paesi sarebbero toccati dal flagello: Colombia, Burundi, Costa d'Avorio, Uganda, Repubblica democratica del Congo, Somalia, Sudan, Ciad, Birmania, Nepal, Filippine, Sri Lanka.
In questo contesto appare ancor più sconcertante l'ammissione britannica sui ragazzini spediti in Iraq: ''Nessuni di loro è stato schierato dopo il luglio 2005 - siè difeso Ingram -. La maggioranza di loro era a una settimana dal diciottesimo compleanno o è stata ritirata dal teatro delle operazioni dopo una settimana. Meno di cinque ragazzi diciassettenni sono stati schierati per un periodo superiore a tre settimane''. Ma la parlamentare liberaldemocratica Sarah Teather, che ha rivelato la vicenda, ha detto che il comportamento del governo ''non ammette scuse''.
Voluta dal ministro degli Esteri francese, la conferenza che si svolge oggi e domani si concluderà con l'approvazione dei ''Principi di Parigi'', nuova tappa sulla lunga strada ancora da percorrere per mettere fine allo sfruttamento militare dei bambini. Come ha riconosciuto lo stesso portavoce del Quai d'Orsay, il testo non avrà tuttavia valore giuridico: ''E' un forte incitamento affinchè gli Stati s'impegnino a rispettare determinati orientamenti e principi''.
Dire bambini-soldato non significa però solo bambini in armi. L'Unicef non si stanca di ripeterlo: il reclutamento e lo sfruttamento di minorenni a fini militari dev'essere inteso in senso molto più ampio. Sono maschi e femmine, a volte hanno appena sette anni. Oltre che come combattenti, sono utilizzati come spie, portatori, cuochi, infermieri, staffette e le ragazze possono anche essere sfruttate a fini sessuali. Per gli eserciti, regolari o no, sono essenziali: avere dei bambini fra gli ausiliari consente di avere più adulti da inviare al fronte.
Attualmente, almeno dodici paesi sarebbero toccati dal flagello: Colombia, Burundi, Costa d'Avorio, Uganda, Repubblica democratica del Congo, Somalia, Sudan, Ciad, Birmania, Nepal, Filippine, Sri Lanka.
In questo contesto appare ancor più sconcertante l'ammissione britannica sui ragazzini spediti in Iraq: ''Nessuni di loro è stato schierato dopo il luglio 2005 - siè difeso Ingram -. La maggioranza di loro era a una settimana dal diciottesimo compleanno o è stata ritirata dal teatro delle operazioni dopo una settimana. Meno di cinque ragazzi diciassettenni sono stati schierati per un periodo superiore a tre settimane''. Ma la parlamentare liberaldemocratica Sarah Teather, che ha rivelato la vicenda, ha detto che il comportamento del governo ''non ammette scuse''.
La Repubblica, 05 febbraio 2007
Giampiero Martinotti
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altra risorsa sul tema.. per chi ne ha lo stomaco.
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Sierra Leone : otto anni di conflitto hanno devastato questo piccolo Paese dell´Africa Occidentale ricco di miniere di diamanti.
"Tutte le guerre sono brutte ma questa è particolarmente brutta: atrocità inimmaginabili, violenza dalle radici molto lontane. In Occidente c´è qualcuno che ha le mani implicate in questa guerra, e quindi mani sporche di sangue" - afferma mons. Giorgio Biguzzi, vescovo di Makeni.
Dramma nel dramma sono i "BAMBINI SOLDATO".
Più di 4.000 ragazzi portati via forzatamente da casa a 7-8 anni per essere usati come servi dei combattenti. Sistematicamente drogati sono stati avviati alla guerra, forzati a bruciare case, a sparare, uccidere. Bambini diventati vittime della loro stessa violenza.
Oggi più di un migliaio di questi bambini sono stati liberati. Per loro si stanno mettendo in atto piccole strutture di accoglienza e di recupero. Una battaglia - questa pacifica e creativa - che vede p. Giuseppe Berton, missionario Saveriano da oltre 30 anni in Sierra Leone, in prima fila. Una sfida nella quale è in gioco il futuro di migliaia di ragazzi, e la nostra dignità di adulti.
Durata: 27 minuti
Costo: 14,98 euro
"Tutte le guerre sono brutte ma questa è particolarmente brutta: atrocità inimmaginabili, violenza dalle radici molto lontane. In Occidente c´è qualcuno che ha le mani implicate in questa guerra, e quindi mani sporche di sangue" - afferma mons. Giorgio Biguzzi, vescovo di Makeni.
Dramma nel dramma sono i "BAMBINI SOLDATO".
Più di 4.000 ragazzi portati via forzatamente da casa a 7-8 anni per essere usati come servi dei combattenti. Sistematicamente drogati sono stati avviati alla guerra, forzati a bruciare case, a sparare, uccidere. Bambini diventati vittime della loro stessa violenza.
Oggi più di un migliaio di questi bambini sono stati liberati. Per loro si stanno mettendo in atto piccole strutture di accoglienza e di recupero. Una battaglia - questa pacifica e creativa - che vede p. Giuseppe Berton, missionario Saveriano da oltre 30 anni in Sierra Leone, in prima fila. Una sfida nella quale è in gioco il futuro di migliaia di ragazzi, e la nostra dignità di adulti.
Durata: 27 minuti
Costo: 14,98 euro
Per informazioni e contatti
VIDEO MISSION - CSAM ( Centro Missionario Saveriani di Brescia)
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altro link da visitare
http://www.bambinisoldato.it/Davvero non c'è limite all'orrore..
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