"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

martedì 20 febbraio 2007

Giappone, 100 condanne a morte



(ANSA) - TOKYO, 20 FEB - I detenuti nei bracci della morte dei penitenziari giapponesi hanno raggiunto oggi la cifra record di 100. La centesima condanna alla pena capitale e' stata confermata dalla Corte suprema a carico di un malvivente di 55 anni, Kazuo Shinozawa, che nel giugno 2000 aveva dato fuoco a una gioielleria appena rapinata provocando la morte di 11 persone.
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Sembra di insistere troppo nel ritornare sempre sui soliti temi, ma, appunto perché soliti, sono temi di sempre che vedono al centro l'uomo e le ingiustizie da lui perpetrate. L'omicidio legalizzato, purtroppo ancora molto attuale, è un nodo nevralgico da sciogliere al più presto, se vogliamo evolverci verso una civiltà di valori più vera e più giusta. Non si discute sull'efferatezza di certe uccisioni da parte dei singoli ( un omicidio, efferato o meno, rimane sempre tale e non è giustificabile), ma ciò non autorizza, moralmente, la società a farsi carico di "vendette" a nome delle vittime. Si può, e si deve, trovare il modo di isolare gli assassini, anziché togliergli la vita, lasciando al tempo, ed alla loro coscienza, le modalità di un sempre possibile recupero.. Senza contare che la giustizia umana non è scevra di errori, anche marchiani, nel giudicare gli individui. Troppi innocenti sono morti perché la giustizia umana non ha saputo (o voluto!) esaminare correttamente i fatti e quindi a giungere alle giuste condanne o assoluzioni.

Un'esempio lampante di ingiustizia è il caso di Delara Darabi, 20 anni,condannata a morte dalla Corte Suprema iraniana "..Quando aveva 17 anni, Delara avrebbe ucciso un cugino di suo padre, nel corso di un furto commesso insieme a un ragazzo allora 19enne, Amir Hossein.
Delara inizialmente avrebbe confessato l’omicidio, per poi ritrattare: “Essendo ancora minorenne, credevo di evitare la condanna a morte. Così, su richiesta di Amir, mi sono assunta la responsabilità dell’omicidio, per salvargli la vita”, ha spiegato Delara.
Amir è stato condannato a 10 anni di carcere, successivamente aumentati a 13. (Fonti: AFP, 16/02/2007)". Quali le ragioni e quali i torti?




Vi invitiamo perciò ad aderire alla campagna di raccolta firme per la moratoria lanciata da
NESSUNO TOCCHI CAINO
http://www.nessunotocchicaino.it/
altra azione altamente umanitaria:
SCRIVI A UN CONDANNATO A MORTE
http://www.coalit.org/penpal.html


2 commenti:

ska ha detto...

Grazie per la segnalazione, Ele, ho sottoscritto.
D'altronde mi insulto da sola...c'era bisogno che lo segnalassi tu perché lo facessi?
Pare di sì.

Quella di scrivere a un condannato, poi, è un'azione davvero bella. Prende un po' più di tempo, però. Cosa si scrive a un condannato a morte? Come si consola un condannato a morte senza ricorrere alla menzione di un' "altra" giustizia , in cui neanche io so se credere?

Non si può impedire ad un uomo di provare sentimenti umani quali l'odio e la vendetta. Allo Stato sì. Si deve.

elena ha detto...

C'è un film italiano... "LA LETTERA", che parla di una classe di ragazzini che, come esercizio di inglese, si mette a scrivere ad un uomo che attende la morte in un carcere americano. Non dico altro, cercalo e guardalo! E' una storia vera. Dopo la morte, il condannato ha voluto essere seppellito nel paese di questi ragazzini...
Quanto a quello che noi, adulti, potremmo scrivere, hai ragione, è complicato. Non abbiamo più l'innocenza e la "freschezza" dei bimbi, noi...