"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

giovedì 8 febbraio 2007

LIBERTA' DI PENSIERO, LIBERTA' D'INFORMAZIONE




Libertà di pensiero poca, libertà d’informazione zero???

E’ difficile “far andare il cervello”, come dico io. Un po’ per la quantità di informazioni, spesso del tutto inutile e banale, che ci viene rovesciata addosso. Un po’ perché anziché come semplici notizie, spesso ci vengono presentate pre-digerite, già commentate ed incasellate nel loro “giusto” posto. Un po’ perché è molto più comodo accettare pigramente quello che altri ci propinano piuttosto che cercare autonomamente il “cui prodest” che tanto spesso illumina i percorsi più oscuri…

Siamo pigri, siamo abituati ad esserlo e anche quando ci ribelliamo, più che del nostro spirito critico attivo, il merito è del nostro essere un po’ bastioni contrari. E va bene, aggiungo pure che, senza avere tutti i dati di riferimento, va onorato il nostro sporadico tentativo di andare oltre.

Insomma, non è una vita facile quella del pensiero autonomo – non necessariamente originale.

In compenso… Leggo dal notiziario che regolarmente ricevo dai compagni del PdAC (Partito di Alternativa Comunista) che “Il Manifesto” li censura. Cioè non li pubblica.

Mando comunicazioni ai forum/gruppi che penso più ricettivi su certi temi (sostanzialmente la mafia) su iniziative in preparazione e NESSUNO raccoglie…

Il compagno del PdAC cui ho mandato una mail potrebbe non averla ancora aperta (fa i turni e spesso è assente)

Il blog del PRC è un mistero. C’è la censura preventiva, e per quanto non mi piaccia, sono d’accordo che dopo quello che è successo sia necessaria. Detto questo, può anche essere che io abbia sbagliato tutto e chissà dov’è finito il mio post, però non capisco come mai i miei commenti ai vari blog altrui passano la censura e vengono pubblicati, mentre se scrivo di due iniziative che manco sono mie il messaggio non arriva.

Il blog del PdCI è quello che al momento mi piace meno. Anche qui, intendiamoci bene. Problemi con gente incapace di confrontarsi, problemi con virus inseriti ad arte…. Lo sappiamo benissimo tutti, noi “tenutari di blog”. Il problema grosso, adesso, è che c’è una redazione che evidentemente si occupa anche di altro – di molto altro – e ha pochissimo tempo per aggiornare il blog e postare nuovi argomenti – con il risultato che moltissime cose importanti vengono passate sotto silenzio. Con buona probabilità la consegna ai compagni più vicini alla redazione è stata “ignorate tutti gli interventi che non riguardano direttamente l’argomento in corso di discussione” e ci riescono pure bene.

Peccato che uno che vuole segnalare qualcosa non sa più come fare. Scrive alla redazione? Non risponde. L’ufficio stampa e propaganda? Neppure. Cerca una scappatoia di comodo e intasa la casella postale di un qualche dirigente di partito? Mah! Per me si può anche fare: sono machiavellica, e poiché il fine è sicuramente giusto (lotta alla mafia), qualsiasi mezzo è lecito. Ma poi subentra la consapevolezza che, intasando le caselle postali di persone coinvolte ed interessate sì, ma preposte ad altro pure, si complica il loro lavoro e non si risolvono le cose – dispersione, si chiama.

Quindi i miei pochi e fortunati lettori, se abitano in luoghi vicini a Firenze o a Reggio Calabria, sanno che sabato 10 nella prima città parlerà Mario Ciancarella e sabato 17 nella seconda ci sarà una manifestazione di Ammazzateci Tutti. E se vogliono ci potranno andare. Gli altri, per incuria o ignavia, “moriranno ignoranti”.

E qui subentrano un altro paio di discorsi, uno meno bello dell’altro.

Può anche essere che io sia un’imbranata colossale (anzi, lo sono davvero) e che il mio utilizzo/conoscenza dell’informatica sia pari all’allergia che la stessa mi scatena dopo una turbolenta permanenza in IBM (e allora mi scuso per le illazioni perfide e gli anatemi che ho mandato contro i vari blog "sinistri"). Il brutto ovviamente è che sarei “rossa” di vergogna ma per nulla “esperta”…

Ma può anche essere – ed è quello che temo – che nonostante il gran parlare che stiamo facendo a proposito della necessità di unire le forze della sinistra e superare battibecchi e rinfacciamenti di errori passati/recenti, prevalga sempre e comunque la logica dell’informazione di parte e/o di comodo.

Come dire, se non sei iscritto, se sei anche solo parzialmente in divergenza con il mio pensiero ufficiale, io ti passo sotto silenzio. Nella miglior tradizione imperialista e stalinista.

Bene. Io non passo sotto silenzio nessuno (salvi i principi enunciati… qualche centinaio di post fa). A me non importa tesserarvi (anzi! Così mi risparmio pure la fatica di controllarvi). Ognuno resta responsabile di quello che scrive e di come lo scrive. Io ed il mio blog facciamo da cassa di risonanza – e non è che se per il 17 febbraio c’è già in programma una manifestazione le altre eventuali vengono taciute…
Dopodiché, il sito “il pane e le rose” ha trovato corretto inserire un mio commento a proposito del licenziamento di alcuni lavoratori, citando pure il mio blog (dove avevo espressamente scritto che potevano anche cancellarlo). Certo a loro faceva “comodo” perché riportavo una notizia di “loro” interesse, ma siccome non l’avrei cancellata neppure se non mi avessero dato visibilità, avrebbero potuto comportarsi in altro modo.

E allora? La morale è una – per me.

Io sono nata stalinista (dal punto di vista politico giovanile). Ma i panni sporchi li lavo in piazza. Perché non ho paura del confronto e nemmeno dello scontro. Perché la verità è e deve essere rivoluzionaria. Perché è ora che tutti, coraggiosamente, ammettiamo i nostri errori e riconosciamo i meriti degli avversari. Perché coltivare il nostro orticello non basta più. A nessuno. E perché alle verità politiche (nel senso di “di comodo o di opportunità”) non voglio credere.

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