Voglio parlarvi del Tempo. Ovviamente non quello meteorologico, visto che c’è già chi se ne occupa più egregiamente di me.. Ma del Tempo che scorre, quello che afferriamo mai perché così ineffabile.. ma umanamente non eterno.
Ecco, l’Uomo, un giorno si è stancato del Tempo come lo ha concepito Madre natura, quel hic et nunc che ci dava la dimensione dell’Eterno, per inventarsi un tempo che mettesse in fila i fatti della sua vita. Ricordando, e mettendo in sequenza episodi conservati nella sua memoria, ecco che ha preso coscienza del Sé, unico e inconfondibile. Con l’Io sono, ha però perso la dimensione del trascendentale per attaccarsi all’immanente. Insomma, è fuggito dal tempo circolare, dove tutto “è”, per rifugiarsi in quello lineare, da lui concepito.
Lo so, questo preambolo ci porterebbe molto lontano, nella discussione. E siccome so che NON avete tempo (e voglia), per il momento soprassederemo.
Tuttavia, la questione del Tempo porta nelle sue pieghe una considerazione interessante, direi anzi vitale. La considerazione non è mia, ma di Seneca e la trovate in una delle sue famose Lettere a Lucilio. L’ho ritrovata, recentemente, grazie a un amico (nonché mio paziente psichiatrico) che mi ha fatto dono di una copia di queste Lettere. Precedentemente mi ci ero imbattuto, invece, grazie ad una signora che conoscevo quando ero poco più che quattordicenne, che possedeva uno di questi preziosi libri, in edizione Bur. Lei, come studi, non era andata oltre la terza elementare, ma chiaramente era persona sensibile e profonda. Chiaro anche, che al ragazzo di allora (per via della sua boria..) non siano servite a granchè (anche se contemporaneamente leggeva i Pensieri di Pascal).
Mi direte: e allora? Semplice, “tutto il tempo che ci viene sottratto, non potrà, mai, essere restituito”.
Non mi sembra una considerazione da poco. Visto che siamo persone “finite”, e che il nostro tempo non è illimitato (un giorno, ahimé, moriremo..), è davvero un furto colossale quello che operano certi individui, o la società, nei nostri confronti. Dovremmo sempre avere la coscienza di questa “finitezza”. E quando impegniamo il tempo altrui, dobbiamo avere sempre ben presente come il tempo che spendiamo (quello degli altri, ma anche il nostro), mai e poi mai potremo restituirlo, o riaverlo comunque indietro.
Pensiamoci. Le implicazioni sono molte e investono tutta la nostra vita.
Voi che ne dite?
mauro
2 commenti:
“tutto il tempo che ci viene sottratto, non potrà, mai, essere restituito”.
Una grande inquietante verità, che come tutte le verità sotto gli occhi di tutti vine fin troppo spesso sottovalutata.
Specialmente la situazione lavorativa precaria con cui la maggior parte di noi è purtroppo abituata a convivere e combattere ci sottrae 2/3 della nostra giornata, tempo che dovremmo dedicare ai nostri affetti e alle nostre passioni/inclinazioni. Già è difficile sopravvivere con quel poc che guadagnamo, poi la società tramite la pubblicità ci impone dei modelli di vita a cui non adeguarsi sembra ai più un fallimento: se non hai l'ultimo mdello di telefonino, o se non cambi la macchina ogni due anni non sei nessuno.
E' un sistema perverso basato sulle "cose" e sul duro e spesso doppio lavoro per accumularle, per poi non avere neanche il tempo di goderne.
Da cittadina quale sono cresciuta per quasi 30 anni della mia vita, mi sono ritrovata a scontrarmi con il "disagio" di trovare i negozi chiusi non solo la domenica, ma anche il giovedì pomeriggio nella cittadina di provincia in cui ora abito. Io, abituata ad andare a comprare i libri o a fare la spesa tutti i giorni, fino alle 21.00...ci sono orari per lavorare e altri per riposarsi e giocare a un gioco di società con i propri cari.
Ora cerco di ricordarmi quando sono aperti i negozi senza darlo per scontato, non perdo più 1 ora della mia giornata a cercare parcheggio o 2 in mezzo al traffico per percorrere pochi chilometri strombazzando al malcapitato di turno troppo lento a ripartire al verde.
Ieri sera sono uscita di casa per andare al cinema - l'unico cinema del paese - con 10 minuti di anticipo sull'inizio del film. Ho camminato sul lungo lago per tornare a casa.
Mi sono chiesta come ho potuto essere così folle per tanto tempo.
Diamo un valore al nostro tempo.
Brava skakkina...diamo valore al nostro tempo!!Ciao mauro..sono anche io della Bdf..
C'è una frase che mi ha molto colpito in quello che hai scritto:
"è fuggito dal tempo circolare, dove tutto “è”, per rifugiarsi in quello lineare, da lui concepito"... hai concretizzato un'impressione che ho dal molto tempo...tutti dovremmo riscoprire quanto è bello godersi il ritorno degli eventi...il sorgere del sole, non come "accidenti, la svegliaaaa" ma aspettando con fiduciosa serenità il suo successivo spuntare...ricominciare ad ascoltare il corso e ricorso della natura, dal quale non ci sono lampioni o paio di guanti che ci faccia sfuggire...
ricominciamo ad amare il dolce ritorno del tempo!!!Facciamo nostro quel tempo che ci viene rubato...
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