"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

sabato 27 ottobre 2007

Scuola in piazza contro la Finanziaria



«Dateci più risorse»

di Massimo Franchi


Il giorno dopo gli statali, tocca alla scuola. La due giorni di scioperi e manifestazioni a Roma si chiude con in piazza professori muniti di striscioni, fischietti e palloncini. Si sciopera contro un governo amico, si sciopera partendo dalla Bocca della Verità sulle note di "Dove vanno i marinai". Si manifesta contro la mancanza di risorse finanziarie per scuola, università e ricerca, e per il contratto dei lavoratori scolastici. I sindacati confederali mandano un messaggio chiaro al governo: la scuola pubblica deve avere più risorse.

Un serpentone lungo, non foltissimo (lo riconoscono anche i partecipanti) ma partecipato. Con ironia e sagacia. Come ha fatto Francesco Brandani, segretario della Flc Cgil della Toscana, che si è mascherato da Dante con accanto la sua Beatrice (sua moglie insegnante in un istituto d'arte). «Abbiamo voluto fare questa buffonata, nel senso buono del termine, per testimoniare come anche il sommo poeta al giorno d'oggi rischierebbe di rimanere disoccupato. Siamo in piazza perché vogliamo ribadire le ragioni della scuola pubblica che fa ancora i conti con la penuria di risorse. Non siamo tanti e non poteva essere diversamente il giorno dopo lo sciopero degli statali. Scioperare contro un governo amico è un atto di autonomia, ma io (che non ho tessere di partito) chiedo al sindacato della scuola di essere autonomo a qualsiasi partito».

«Io qua non ci dovrei essere», racconta Antonio, 57 anni da Casarano (Lecce) 31 di anzianità come professore di italiano alle superiori. La sua considerazione è comune ai tanti che hanno votato questo governo. «Siamo delusi - continua - ci aspettavamo molto di più dal governo e invece ci troviamo ogni giorno a lottare per riuscire a formare i nostri ragazzi».

Gli insegnanti sono, in quanto tali, preparati. E snocciolano le rivendicazioni come se fossero studenti ad un'interrogazione. «In finanziaria non ci sono risorse per il rinnovo del contratto, mentre abbiamo firmato da quattro mesi il contratto per il 2006. Ogni volta il governo promette che non ci saranno tagli agli organici e puntualmente ci sono», attacca Margherita, trentenne insegnante di scuola elementare in ruolo da ben 11 anni. «Io sono stata fortunata, ho vinto il concorso a 22 e ho avuto subito una cattedra, ma nella mia scuola anche quest'anno mie colleghe hanno perso il posto o sono state trasferite».

Arrivati in piazza Navona, i manifestanti sono stati accolti dalla notizia dell'organizzazione. «I lavoratori hanno aderito in massa alla sciopero» ha detto dal palco una rappresentante del sindacato. Sul palco montato sotto la fontana del Bernini, campeggia lo striscione: «Per una scuola pubblica e di qualità».

«Siamo scesi in piazza per lanciare un messaggio chiaro a Fioroni e a Prodi: - spiega Enrico Panini, segretario Flc Cgil - sulla scuola non si scherza. Della scuola non bisogna solo parlare ma fare. Occorrono investimenti precisi perchè siamo il Paese che meno investe sul futuro dei nostri ragazzi».

A chiudere la manifestazione è stato il segretario della Cisl Raffaele Bonanni. «Non è un atteggiamento serio da parte del Governo - ha sottolineato - aveva promesso un piano e il piano non c'è. I soldi per i contratti della scuola sono sempre stati in tutte le Finanziarie, perché in questa no?».


Pubblicato il: 27.10.07
Modificato il: 27.10.07 alle ore 19.25

fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=70125

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7 commenti:

Anonimo ha detto...

"Sul palco montato sotto la fontana del Bernini, campeggia lo striscione: «Per una scuola pubblica e di qualità»."

Ma dove cavolo vivono i sindacati? Sono loro che hanno ridotto la scuola così con un garantismo esasperato e mettono gli striscioni.

Sono quelli che ci governeranno domani?

Mat

Equo ha detto...

Scusa, Mat, ma non capisco. Garantismo nei confronti di chi? E cosa c'entra con la presenza o l'assenza di finanziamenti?

Franca ha detto...

Dalla circolare del Ministro Fioroni:
«La legge finanziaria 2007 ha recuperato una prima tranche di 100 milioni di euro», mentre con il Consiglio dei Ministri del 28 giugno 2007 sono stati aggiunti altri «51.306 milioni di euro in sede di assestamento di bilancio».
Riassumendo, 151.306.000 euro sono stati reperiti dal centro-sinistra, per far meglio del centro-destra.
Ciò che Berlusconi ha tolto alle scuole private, il governo Prodi ha restituito.

Anonimo ha detto...

Vedi Equo, ai nostri tempi si stava 30 alunni per classe, inoltre i prof erano motivati e preparati ed occupavano un buon posto nella scala sociale.
Oggi c'è molto assenteismo, molti sono demotivati, altri non adatti al compito di educatori. I prof, caso strano, cambiano libri di testo ogni anno, e non temono provvedimenti disciplinari che del resto non sono mai erogati.
Per la stessa materia, molte classi vedono i prof cambiare tra ruolo e supplenti.

Questi sono i risultati dei contratti nazionali, che non si occupano solo di salario e dei diritti costituzionali, ma garantiscono molta impunità. Certo non è sola colpa dei sindacati, ma anche di una classe politica che non riesce a reggere un confronto.
In quanto ai soldi, bisognerebbe fare qualche calcolo per vedere il rapporto tra scuole, addetti, alunni.
Mat

Anonimo ha detto...

Un'altra cosa Equo, bisognerebbe riflettere sul fatto che solo in Italia i sindacalisti arrivano ai vertici della classe politica. Sono abituato a giudicare gli uomini dai risultati. Il resto lo lascio alle tue riflessioni.

Mat

Equo ha detto...

Alcune noterelle a margine... non per polemica, ma per amore di chiarezza. In primo luogo sono sempre in allarme quando si generalizza troppo, ovvero quando si dice "i Negri", "le donne" o "i sindacalisti". Nessuna generalizzazione è vera... e nessuna aiuta a comprendere. Dopo di che posso anche condividere il fatto che alcune forme di corporativismo siano andate a scapito di una giusta meritocrazia ed abbiano favorito un certo lassismo del corpo-insegnanti, ma non è certo questo il problema principale della scuola italiana, popolata di precari dall'incerto futuro,priva di adeguati mezzi e programmi, assediata dal "privato" (laico e religioso) e, almeno per ciò che concerne l'università, scippata da ogni possibilità di ricerca e sperimentazione. Attaccare ALCUNI sidacalisti è non solo legittimo, ma persino doveroso (stando sempre attenti a non fare il gioco di coloro che, con questa scusa, vogliono, in realtà, affossare le poche conquiste nel mondo del lavoro che ancora resistono)... però facciamolo a ragion veduta e non "a prescindere", ovvero aggrappandoci a qualsivoglia argomento in discussione. "Per una scuola pubblica di qualità" forse occorre anche un rigore maggiore da parte dei sindacati degli insegnanti...ma certo è prioritaria una politica che dia alla stessa scuola quell'attenzione che le è negata oggi. E, per finire, vorrei ricordare che quando si parla di sindacati della scuola non ci si riferisce solo alla "triplice" CGIL-CISL-UIL, ma anche alla grande realtà dei COBAS, fuori dai giochi di potere e da sempre impegnati in una difesa non corporativa della scuola.

Anonimo ha detto...

ma anche alla grande realtà dei COBAS, fuori dai giochi di potere e da sempre impegnati in una difesa non corporativa della scuola.

Difesa da cosa, da chi???
Può darsi che generalizzo, ma anche a parlar nbene si generalizza. Resta solo prendere atto del fallimento della scuola.
http://www.repubblica.it/2006/11/sezioni/scuola_e_universita/servizi/dispersione/numeri-dispersione/numeri-dispersione.html

Mat