"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

martedì 30 ottobre 2007

Essere Italiani (e benvisti) in Brasile




DAL SITO DI PIERO RICCA


La lettera di Francesco, italiano a Belo Horizonte, Brasile.

Caro Piero,

mi chiamo Francesco, sono laureato in Scienze Politiche, compirò trent’anni a dicembre e ti parlo dal Brasile, Belo Horizonte per la precisione. A differenza degli altri amici che ti hanno scritto, la mia scelta è stata dettata non da ragioni professionali ma dall’amore per una donna. Eppure, trasferendomi qui, non ho fatto che guadagnarci anche dal punto di vista della qualità della vita e della realizzazione personale, in tutti i campi. Lasciami fare una piccola premessa e poi capirai meglio. Anch’io ho avuto le mie esperienze professionali in Italia, quasi tutte deludenti, mal pagate e temporanee. Ho iniziato da studente universitario lavorando come operaio in un’azienda dolciaria. Questo contratto lo avevo ottenuto prima che fosse entrata in vigore la cosiddetta “legge Biagi”. Era un contratto temporaneo, il termine tecnico-giuridico era “lavoratore stagionale”, perciò lavoravo solo sei mesi l’anno. Però, proprio perché disponevo di un contratto a termine, prendevo il 20% in più di stipendio rispetto agli operai “fissi”. Inoltre godevo di ferie pagate, malattia e tredicesima; senza dimenticare che al termine del contratto mi veniva riconosciuta una liquidazione corrispondente più o meno ad una mensilità. Ma venne la “Biagi” ed iniziarono i problemi anche per me. Dopo l’esperienza da operaio ho lavorato per una società di comunicazione (lavoro interessante ma che non mi dava prospettive) e infine, prima di laurearmi e di recarmi in Brasile, ho trovato un posto con contratto co.co.co valido un anno in una cooperativa che gestiva le registrazioni audio ed eseguiva le trascrizioni delle udienze penali presso il Tribunale di Perugia. Ti dico solo questo: quando registravo le udienze prendevo solo 5 euro lordi ad ora e la cooperativa mi pagava OGNI TRE MESI SOLO IL 50% DI QUELLO CHE MI DOVEVA…
Per non parlare del fatto che un’udienza poteva durare dieci minuti come dieci ore e naturalmente l’addetto alla registrazione doveva essere sempre presente, nonostante il contratto prevedesse totale libertà del lavoratore. Insomma, ogni giorno, io, studente universitario, dovevo dare la disponibilità totale della mia presenza e la durata della mia giornata di lavoro era decisa dal caso. Ma aspetta, non finisce qui. Scaduto il contratto ho continuato a lavorare in nero per questa cooperativa e non sai quante volte mi è capitato di lavorare sedendo accanto ad un giudice mentre si stava tenendo un’udienza di una persona accusata proprio di sfruttare lavoratori non in regola. Non è paradossale?

In seguito, sempre quando svolgevo la mia parte di “schiavo moderno”, è avvenuta una tragedia nella mia famiglia (praticamente sono rimasto solo). A seguito di questo ho avuto occasione di fare un viaggio in Brasile e qui ho conosciuto la mia attuale compagna, Zara. Morale della favola? Sono tornato in Italia, ho mandato a quel paese la cooperativa (che teoricamente mi dovrebbe ancora 1500 euro, che già so che non riceverò mai) mi sono laureato e mi sono trasferito a casa di Zara. E qui comincia la parte positiva.

Da bravo “scienziato politico” sapevo che il Brasile è un paese in crescita, ma in ogni caso mi aspettavo di trovarmi una realtà arretrata rispetto a quella italiana, anche dal punto di vista politico-istituzionale. Mi sbagliavo e di grosso. Alcuni esempi? Proprio in questi mesi in Brasile il Presidente del Senato è stato indagato per accuse di possesso e lavaggio di denaro sporco. Bene, tale Renan Calheiros si è rifiutato per settimane di dare le dimissioni. Ma la stampa gli é stata addosso costantemente, tutti i giorni i telegiornali aprivano le news con la sua foto accompagnata alle accuse pendenti sul suo capo, non poteva uscire dal Senato che subito veniva assalito dai fotoreporter, tutte le copertine dei giornali venivano dedicate a lui. Insomma, un vero assedio. Ebbene, alla fine Calheiros ha dovuto cedere e si è dimesso. Vuoi sapere di Lula? Lula è molto apprezzato dal popolo brasiliano, anche perchè sotto la sua presidenza il Brasile è cresciuto tantissimo ed ora sta diventando una potenza mondiale. Però Lula è all’inizio del suo secondo mandato e già tutti parlano di chi sarà il suo successore. Lula potrebbe ricandidarsi ma nessuno prende in considerazione questa ipotesi, nemmeno lo stesso Presidente. Il perché? Perché una sua terza elezione, parole sue, “potrebbe costituire un precedente pericoloso per la democrazia”. Proprio come i nostri politici… Ma parliamo della vita quotidiana. Internet? Il collegamento a 56 kb è GRATIS per tutti, si paga solo la banda larga (a prezzi molto ragionevoli). Vuoi fare un deposito in banca? Niente fila, qui l’internet banking è molto più diffuso che in Italia e se non sai usare internet puoi fare tutto con gli sportelli bancomat, ci puoi addirittura fare depositi con contanti o con assegni. Gli uffici pubblici per il cittadino? Hanno tutti dei distributori di acqua gratuita per gli utenti ed è sempre prevista una fila privilegiata per anziani, donne incinta e portatori di handicap. L’ambiente? Nonostante il Brasile sia un paese produttore di petrolio (e questo pochi lo sanno) e quindi autosufficiente da questo punto di vista, come ben saprai è proprio qui che è nato il famoso biodiesel. Per questo ormai il 70 per cento delle auto qui è flex, cioé puó andare indifferentemente ad alcol o a benzina. Solo che l’alcol costa il 30% in meno e quindi avrai giá capito quale combustibile la gente preferisce. E infatti grazie a questa risorsa verde lo smog da auto praticamente qui non esiste. Certo, non voglio dire che il Brasile sia la Svizzera; ma, credimi, anche in questa parte a Sud del mondo ormai sono più avanti di noi.

La mia situazione personale? Fino adesso sono andato avanti dando lezioni private di italiano, ma a breve otterrò la “permanençia” e potrò lavorare come un normale cittadino brasiliano, con un contratto vero. E poiché la mia laurea europea qui in Brasile ha un grande valore, ho giá diverse ed interessanti offerte di lavoro da vagliare. In pratica stanno aspettando la mia regolarizzazione e stanno facendo a gara a chi mi offre di più. Proprio come succede in Italia con i giovani laureati…
Ah, dimenticavo, il prossimo mese io e Zara ci sposiamo.

Un saluto, Francesco



PS: Per chi volesse saperne di piú: http://www.zaraetripo.blogspot.com/


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1 commento:

Franca ha detto...

Penso che dovremo cominciare a chiederci chi è il terzo mondo