"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

domenica 21 ottobre 2007

Industriale vive da operaio: "Il 20 avevo già finito i soldi"




Enzo Rossi ha passato un mese come i suoi dipendenti e dopo quest'esperienza ha deciso di dare aumenti a tutti

"L'ho fatto anche per le mie figlie, che non hanno mai provato privazioni"

inviato JENNER MELETTI


CAMPOFILONE (Ascoli Piceno) - Per un mese ha provato a vivere con lo stipendio di un operaio. Dopo 20 giorni ha finito i soldi. Enzo Rossi, 42 anni, produttore della pasta all'uovo Campofilone, ha deciso allora di aumentare di 200 euro al mese, netti, gli stipendi dei suoi dipendenti, che sono in gran parte donne. Ha dichiarato di essersi vergognato, perché non è riuscito a fare nemmeno per un mese intero la vita che le sue operaie sono costrette a fare da sempre. Ha detto che "è giusto togliere ai ricchi per dare ai poveri".

Signor Rossi, per caso non sarà comunista?
"No. Non sono marxista. Sono un ex di destra. Ex perché quelli che votavo non sanno fare nemmeno l'opposizione".

Perché allora questo mese da "povero" e soprattutto la decisione di aumentare i salari a chi lavora per lei?
"Perché stiamo tornando all'800, quando nella mia terra c'erano i conti e i baroni da una parte ed i mezzadri dall'altra, e si diceva che i maiali nascevano senza coscia perché i prosciutti dovevano essere portati ai padroni. Negli ultimi decenni il livello di vita dei lavoratori era cresciuto e la differenza con gli altri ceti era diminuita. Adesso si sta tornando indietro, e allora bisogna rimediare".

Aveva bisogno davvero di provare a vivere con pochi soldi? Non poteva chiedere a chi è costretto a farlo, senza scelta?
"Certo, sapevo come vivono le donne che lavorano per me. Ma ho fatto questa esperienza soprattutto per le mie figlie, che non hanno mai provato le privazioni. Ho voluto fare toccare loro con mano come vivono la grandissima parte delle loro amiche".

Come si è svolto l'esperimento?
"E' stato semplice. Io mi sono assegnato 1.000 euro, e altri 1.000 sono arrivati da mia moglie, che lavora in azienda con me. Duemila euro per un mese, tante famiglie vivono con molto meno. Abbiamo fatto i conti di quanto doveva essere messo da parte per la rata del mutuo, l'assicurazione auto, le bollette... Con il resto, abbiamo affrontato le spese quotidiane. Il risultato è ormai noto: dopo 20 giorni non avevamo un soldo. Mi sono vergognato, anche se ero stato attento a ogni spesa. Sa cosa vuol dire questo? Che in un anno intero io sarei rimasto senza soldi per 120 giorni, e questa non è solo povertà, è disperazione".

Signor Rossi, lei è mai stato povero?
"Sì, anche se ero già un piccolo imprenditore. Nel 1993 - erano già nate le mie figlie - ho dovuto chiedere soldi in prestito agli amici per mantenere la famiglia. Non mi vergogno a dirlo, tanto quei soldi li ho restituiti. E' anche per questo che nell'esperimento ho coinvolto la famiglia. Volevo che le mie figlie vivessero in una famiglia con pochi mezzi, per trovare difficoltà e provare a superarle".

Il momento peggiore?
"L'ultimo giorno, quando ho deciso di arrendermi. Entro nel bar con 20 euro in tasca, gli ultimi. Sono conosciuto in paese, siamo 1.700 abitanti in tutto e gli imprenditori non sono tanti. Mentre entro un pensiero mi fulmina: e se trovo sei o sette amici cui offrire l'aperitivo? Non ho abbastanza soldi. Ecco, ci sono tanti operai che, quando tocca il loro turno, debbono pagare da bere agli altri, perché non è bello fare sapere a tutti che si è poveri. Sono in bolletta e non lo dicono a nessuno. In quel momento ho pensato: tanti di quelli che sono qui sono poveri davvero e non per un mese. Mi sono sentito come quando sei immerso in mare a 20 metri di profondità e scopri che la bombola è finita".


E allora ha deciso di aumentare i salari.
"E' il minimo che potevo fare. Secondo l'Istat, il costo della vita è aumentato di 150 euro al mese. Per quelli come me non sono nulla. Per gli operai 150 euro al mese in meno sono quasi 2.000 all'anno, e questo vuol dire non pagare le rate della macchina o non comprare il computer al figlio. E poi, lo confesso, io ho aumentato i salari anche perché sono un egoista. Secondo lei, come lavora una madre di famiglia che sa di non poter arrivare a fine mese? Se è in paranoia, dove terrà la testa, durante il lavoro? Le mani calde delle mie donne che preparano la pasta sono la fortuna della mia azienda. E' giusto che siano ricompensate".

Se aumenta gli stipendi, vuol dire che l'azienda rende bene.
"Nel 1997, quando ho preso il pastificio Campofilone, il fatturato era di 90 milioni di lire. Quest'anno arriveremo a 1,6 milioni di euro. Da due anni le cose vanno davvero bene, e mi posso definire benestante. Non è giusto che sia solo io a goderne. Il valore aggiunto derivato dalla trasformazione della farina e delle uova deve portare benefici sia ai contadini che mi danno la materia prima che ai lavoratori della fabbrica".

Come l'hanno presa, i suoi colleghi industriali?
"Mi sembra bene. Alcuni mi hanno telefonato per sapere se l'aumento di 200 euro è uguale per tutti e altre cose tecniche. Forse vogliono imitarmi e questa è una cosa buona. Io ho spiegato che sarebbe giusto non fare pagare alle aziende i contributi relativi a questo aumento. Se il governo capisce (mi ha telefonato anche Daniele Capezzone, della commissione imprese) l'idea di prendere ai ricchi per dare ai poveri non resterà soltanto un manifesto".

(21 ottobre 2007)

fonte: http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/cronaca/industriale-operaio/industriale-operaio/industriale-operaio.html

...

16 commenti:

Anonimo ha detto...

Caspita... Dovrebbero fare tutti così! Anche se è difficile pensare che uno che fa un esperimento simile non sia comunista.
Speriamo che anche altri seguano il suo esempio!
Testarossa (da oggi Yaris)

Anonimo ha detto...

questi sono gli unici padroni che mi piacciono.Chissà se è socio della confindustria?
Se si mica lo cacceranno via?

nullo

elena ha detto...

Yaris, è vero: parrebbe un comunista. Invece è solo ("SOLO"!!!) un imprenditore di buon senso. Uno che sa, che ha sperimentato, che un lavoratore sereno è molto meno piantagrane e molto più produttivo di uno che ha la testa al mutuo o alle bollette. Non è che qualcuno riesce a mandare quest'intervista al montezuma, o a quel facilone di Padoa Schioppa? Magari finalmente capiscono... anche se dubito.
Nullo: non lo cacceranno - sono troppo subdoli. Lo guarderanno, almeno la maggior parte, come uno zombie e lo faranno sentire uno scemo. Ma spero di no... :)

Anonimo ha detto...

Unica notizia seria e propositiva della giornata di oggi.

Anonimo ha detto...

mi dispiace, ma proprio non concepisco come potete pensare che un'imprenditore, che si mette dalla parte dell'operaio, debba essere "per forza" di sinistra... abbiamo visto come la pensano i "comunisti" che avete messo al governo... si... si...
Scendete dal piedistallo, "provate" ad essere tolleranti... con questa puzza che avete sotto al naso state diventando più snob dei ricchi "imprenditori"
Ennio Flaiano una volta rispose ad un giornalista che gli chiese se fosse comunista: "Comunista io??? No, non me lo posso permettere...!"

ps: sono un'imprenditrice e non spiattello ai 4 venti come mi comporto con i dipendenti che, guarda caso, si sentono a casa loro con noi... chissà quanti altri imprenditori si comportano così... pur non avendo una tessera di sinistra nel portafoglio... magari ci converrebbe farcela, chissà quanti favoritismi potremmo avere!
A proposito: voi di sinistra seguite Annozero di Santoro??? L'ultima puntata??? Abbiamo visto come i sindacati confederali fanno gli interessi degli operai... ma per favore!

elena ha detto...

Paola, se leggi bene il mio commento ho scritto che è "solo un imprenditore di buon senso". Che è un po' diverso. Sono contenta per te e per i tuoi dipendenti se tu ti comporti in maniera analoga - ma la rara avis sei tu. Io lavoro da un piccolo imprenditore e non mi sento per nulla a casa. Sarà perché a casa mia regna la fiducia e non volano coltellate? Non puoi pensare che, solo perché tu e pochi altri vi comportate in modo che (oltretutto) fa comodo a voi per primi, tutto il mondo sia bello e pulito... a parte il fatto che sarebbe interessante sapere cosa ne pensano i tuoi dipendenti: magari anche montezuma è convinto di essere "giusto"... quanto ai "comunisti" che "abbiamo messo al governo", la stessa manifestazione di sabato dimostra quanti pochi comunisti ci siano, al governo. E sul fatto che il sindacato non stia facendo gli interessi dei lavoratori, spari sulla croce rossa. Ma ti sei accorta che l'hanno detto solo da Santoro? E che TG e stampa si sono limitati a plaudire al risultato del referendum?
Noi siamo sul piedistallo ed abbiamo la puzza al naso? A me pare invece che, noi comunisti veri, siamo proprio i più critici anche nei confronti della sinistra, più o meno reale.
Dopodiché certo, se pensi che ti possa venire utile una tessera di sinistra, falla. Probabilmente otterrai anche dei vantaggi, come dici tu. Solo, stai attenta al partito che scegli: ci sono pure quelli che richiedono impegno e non rilasciano benefits solo per il dubbio merito di avere una tesera in tasca. Ma il fatto che ci siano storture e privilegi da abbattere anche a "sinistra" non significa che siamo tutti uguali. Se vale per gli imprenditori, vale anche per noi. O no?

Equo ha detto...

Francamente non credo che la situazione economica dell'Occidente (e dell'Italia in esso) sarà risolta da "imprenditori di buon senso" o dal paternalismo. Non tanto perché industriali o artigiani di tal fatta siano, comunque, una insignificante minoranza, ma, piuttosto,perché la questione rimane quella dell'utilizzo del plusvalore dei prodotti: o è proprietà sociale e viene utilizzato, ad esempiom per migliorare i servizi o calmierare i prezzi, o appartiene ad un "proprietario" che ne fa ciò che vuole... e la sua parziale ridistribuzione sotto forma di aumenti generosamente concessi... è un po' come diventare repubblicani per decreto del re. Il sistema è al tracollo... serviranno nuove guerre come valvole di sfogo... e 200 euro al mese non pagheranno i lutti. In quanto ai "comunisti", francamente al governo io non ne vedo. E voi?

Franca ha detto...

Quell'imprenditore non sarà un "comunista" nel senso di avere la tessera, ma è "comunista" nel senso che almeno tiene (fosse anche perchè gli conviene" ai suoi dipendenti, è questo non è poco.
Fossero tutti così, già si starebbe meglio perchè se si deve aspettare che sia il sindacato a fare gli interessi dei lavoratori...

ska ha detto...

A me questo pare un luminoso esempio da essere imitato, qualunque sia stata la vera intenzione dell'imprenditore: paternalista o no, 200 euro (puliti) in più in determinate situazioni possono fare la differenza, seppure non risolvere una vita. Se l'imprenditore ci guadagna in pubblicità, buon per lui! E se l'azienda cresce anche grazie a questa pubblicità, speriamo allora che ci siano ulteriori aumenti.
Non cerchiamo sempre del marcio ovunque: quando c'è del buono, si fa bene a sottolinearlo.

Testarossa, ma come?! Passi dalla fuoriserie all'utilitaria giapponese? ;)

Anonimo ha detto...

Brava skakkina!!!!

Mat

Equo ha detto...

Regalandogli un pesce sfami un uomo per un giorno; insegnandogli a pescare lo sfami per la vita.
Un "gesto generoso" aiuta un gruppo di famiglie per un po'... ma è solo cambiando il sistema che si aiutano tutti per sempre.

Anonimo ha detto...

Didascalico e incomparabile Equo!
mauro

elena ha detto...

Ska, tranquilla: la Testarossa è tutto tranne un'utilitaria. Solo che... è geniale! Da qui il cambio di nome.
Per il resto, non era mia intenzione cercare motivazioni interessate a tutti i costi. Solo che il comunismo è un'altra cosa, ed è giusto che Yaris lo capisca. In fondo non chiediamo la luna... ma che i diritti fondamentali di qualsiasi individuo vengano rispettati. Tra questi il diritto ad una vita decente. Poi per carità, averne di padroni che ti aumentano lo stipendio di 200 euro senza nemmanco doverglielo chiedere... ma non è questa la giustizia sociale che io auspico. Tutto qui.
Equo, sei grande.

Equo ha detto...

Un benvenuto di cuore al "piccolo genio" Yaris! Vorrei poterglielo dare in un mondo migliore...invece la nostra generazione le consegna... questo. L'unica giustificazione a nostra parziale discolpa si condensa nella frase: "Abbiamo fatto del nostro meglio!"
E, per la miseria, non abbiamo ancora finito!

Anonimo ha detto...

Dove sono i pesci?????
........................
Mat

Anonimo ha detto...

Grazie Equo... Quanto al "piccolo genio", ecco il compromesso: Testarossa Yaris!!!
TY