"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

giovedì 25 ottobre 2007

Otto tesi sul significato della rivoluzione d'Ottobre per il presente



Contributo al XVI Seminario Comunista Internazionale

Validità e attualità per il XXI secolo della rivoluzione d'Ottobre del 1917
Bruxelles, 4-6 Maggio 2007


di Iniziativa Comunista, Austria
http://www.kommunisten.at/



1. Stiamo vivendo nell'epoca di transizione dell'umanità dal capitalismo al socialismo.

La vittoria della rivoluzione socialista in Russia nell'ottobre del 1917 ha segnato l'inizio di un'epoca nuova nella storia dell'umanità. Da allora in poi ci siamo trovati nell'epoca della transizione dell'umanità dal capitalismo al socialismo. Con la vittoria della rivoluzione d'Ottobre, la contraddizione teorica tra ideologia borghese e comunismo si è mossa dal terreno della lotta ideologica e politica a quello della realtà politica nazionale. Fin dal 1917, le contraddizioni sociali e di sistema sono parte della prassi politica, sociale ed economica.

Questo fatto è una verità assoluta, nonostante l'influenza del revisionismo nel movimento comunista internazionale nella seconda metà del XX secolo, nonostante la temporanea sconfitta del socialismo in Unione Sovietica e Europa orientale del biennio 1989/90. Il processo rivoluzionario mondiale non è un qualche cosa di lineare che conduce direttamente alla vittoria finale del proletariato ed al socialismo. Nonostante gli sforzi dei comunisti, contrattacchi vincenti della controrivoluzione internazionale possono avvenire nei paesi che hanno intrapreso un percorso di sviluppo socialista. Sin dall'immediato inizio, l'URSS fu minacciata con tutti i mezzi disponibili. Il socialismo nell'URSS ed in Europa orientale fu quindi capace di resistere per molto tempo a questi attacchi, ma alla fine non fu più in grado di garantire quest’opposizione, a causa di un indebolimento interno i cui effetti erano amplificati dall’apatia ideologica. Ma se è stato colpito su un fronte, il movimento comunista mondiale non può fare altro che continuare la lotta rivoluzionaria con maggiore energia.

Dal 1989/90, il movimento comunista si trova temporaneamente sulla difensiva, soprattutto in Europa. L'imperialismo sta usando questa situazione per una nuova e vasta espansione della sua natura aggressiva e repressiva. Ma non c'è dubbio che i comunisti riusciranno di nuovo a conquistare l'iniziativa, e precisamente in mezzo a condizioni di repressione e di sfruttamento imperialista. Attualmente, i comunisti devono riorganizzarsi, valutare le esperienze di lotta fino ad oggi, e preparare la nuova offensiva. Sconfitte provvisorie come quelle del biennio 1989/90 non giustificano una liquidazione della lotta rivoluzionaria, bensì ne invocano la riassunzione.

In questo senso, la rivoluzione socialista d'Ottobre dimostra soprattutto una cosa: il proletariato può sconfiggere la borghesia e costruire una propria società. Fin da 1917, soprattutto i capitalisti sono stati consapevoli di questo. Se le ideologie borghesi oggi sostengono che la sconfitta del socialismo in URSS sia da intendersi come la morte del marxismo-leninismo e del comunismo, lo fanno soprattutto per rincuorarsi. Perché è chiaro da tempo che all'inizio del 21 secolo il processo rivoluzionario mondiale si è rimesso in moto, gli stati socialisti e di orientamento socialista e antimperialista stanno ancora resistendo all'attacco imperialista, nuovi movimenti sociali rivoluzionari e di emancipazione si stanno sviluppando in ogni parte del mondo.

Il capitalismo è ancora nel pieno del sua crisi generale, in una crisi esistenziale che la vittoria rivoluzionaria sovietica contribuì a far scaturire in modo decisivo. Questo stato di crisi, che sta continuando oggi, è la ragione per cui l'imperialismo attualmente agisce con così gran ferocia in tutto il mondo. Ed è la stessa ragione per cui noi obiettivamente ci troviamo ancora nell'epoca della caduta dell'imperialismo e della vittoria del socialismo. Quest’epoca può essere lunga, implicare sconfitte per il movimento rivoluzionario ed il socialismo ma, alla fine ci sarà la liberazione dell'umanità dal capitalismo e la transizione verso il socialismo.

2. La rivoluzione d'Ottobre ha sue specifiche caratteristiche, ma anche caratteristiche generali, principi internazionalmente applicabili alla lotta rivoluzionaria.

Il marxismo riconosce certi principi senza l'applicazione dei quali una società non può essere definita come socialista o comunista. Questi criteri decisivi della rivoluzione socialista furono già affermati da Karl Marx e Friedrich Engels. Essi erano validi prima della rivoluzione d'Ottobre, erano validi dopo, sono ancora validi oggi. Questi principi richiedono: la socializzazione dei mezzi di produzione; in conformità a questo, il pianificato aumento della produttività; attraverso questo, la garanzia della vita materiale di tutte le persone; l'abolizione dello sfruttamento dell'uomo su sull'uomo; l'abolizione della divisione della società in classi; l'abolizione della guerra dalle vite delle persone; il graduale adattamento della coscienza delle persone alle nuove relazioni sociali. Anche la rivoluzione d'Ottobre e la costruzione del socialismo in URSS seguivano questi principi.

In questo senso, attraverso la loro applicazione, la rivoluzione d'Ottobre confermò i principi generali del socialismo di Marx ed Engels. Ma la domanda che necessariamente si pone è se e in che grado la rivoluzione in Russia possa continuare ad essere un esempio per gli altri paesi. Con quale estensione le esperienze e le pratiche innovative dell'ottobre rivoluzionario sono generalmente e internazionalmente applicabili?

Lenin si oppose sempre al trasferimento meccanico della rivoluzione agli altri paesi. Indicò sempre che la via giusta della rivoluzione socialista si sarebbe potuta trovare solamente sulla base di un'analisi concreta della situazione in ogni paese, prendendo in esame le specifiche caratteristiche nazionali. Ciononostante Lenin disse anche che la particolare esperienza rivoluzionaria sovietica, che fu confermata nella pratica in Russia e nell'URSS, hanno una validità generale ed assoluta nella lotta per il socialismo. Questo vuole dire che, accanto alle sue caratteristiche nazionali, la rivoluzione d'Ottobre dimostrò anche e soprattutto che quegli importanti nuovi principi erano utilizzabili ed applicabili - anche indispensabili - per la lotta rivoluzionaria nel mondo intero. Quali sono questi principi di importanza generale cui fa riferimento? Sono spiegati nei punti seguenti.

3. Senza un partito rivoluzionario della classe operaia la rivoluzione non può vincere.

La vittoria della rivoluzione in Russia - allo stesso tempo la sconfitta dei movimenti rivoluzionari negli altri paesi alla fine e successivamente alla prima guerra mondiale, come in Austria per esempio - dimostra che la rivoluzione socialista non può essere vittoriosa senza un partito rivoluzionario della classe operaia.

Con l'inizio della prima guerra mondiale, era divenuto ovvio che i partiti della Seconda Internazionale erano stati divorati dal revisionismo e dal riformismo, dall'opportunismo e dal nazionalismo. Questi vecchi partiti socialdemocratici non erano disposti, né capaci di condurre in alcun luogo la rivoluzione socialista; in molti casi essi furono apertamente controrivoluzionari. I partiti della Terza Internazionale furono fondati come reazione a questa realtà. Questi dovevano essere dei veri partiti marxisti combattenti e rivoluzionari della classe operaia, di tipo bolscevico. Questo perché il processo di differenziazione nel movimento dei lavoratori tra socialdemocrazia e comunismo era già stato anticipato nel movimento dei lavoratori russi sin dal 1903, con i menscevichi che assunsero la posizione socialdemocratica ed i bolscevichi quella rivoluzionaria. In questo senso la fondazione dei partiti comunisti in tutto il mondo non è solamente riconducibile all'esempio negativo del fallimento e della slealtà dei partiti socialdemocratici in Europa occidentale e centrale, quanto piuttosto all'esempio positivo dei bolscevichi sotto il cui comando la borghesia di un paese fu sconfitta per la prima volta e la rivoluzione fu difesa.

L'esistenza di un partito rivoluzionario combattente della classe operaia, un partito marxista-leninista, non fornisce, in realtà, alcuna garanzia di successo per la rivoluzione socialista. Ma l'assenza di un tale partito è una garanzia certa di fallimento o di un’assenza completa di movimenti popolari e rivoluzionari.

Secondo le esperienze dei Bolscevichi, il partito marxista-leninista deve adempiere i seguenti compiti: esso è il partito più avanzato, svolge un continuo ruolo di guida ed è la forma organizzativa più alta della classe operaia; per adempiere il suo compito storico di sconfiggere il capitalismo, la classe operaia richiede un partito politico indipendente che fornisca obiettivi e direzione attraverso la sua capacità di penetrazione all’interno della realtà sociale e nei processi del movimento. In questo senso, il partito marxista-leninista è l'avanguardia cosciente della classe operaia. Deve essere basato sulla ferma applicazione del marxismo-leninismo; non deve tollerare tra le sue fila l’opportunismo né il revisionismo. Conseguentemente, i suoi membri devono essere impegnati e necessitano di addestramento. Il partito marxista-leninista è l'avanguardia organizzata della classe operaia. Deve creare organizzazioni valide, deve dirigere tutti i necessari mezzi e metodi di lotta e deve basare la sua attività rivoluzionaria sulla chiarezza tattica e strategica. A questo riguardo, anche i militanti hanno bisogno di essere educati e utilizzati. Il partito marxista-leninista deve essere inequivocabilmente un partito di classe, internazionalista, rivoluzionario e combattente. Tale organizzazione e tali principi ideologici permetteranno al partito di guidare la classe operaia verso e attraverso la rivoluzione socialista così come di difenderla con successo e di costruire il socialismo. Nessun altro partito può affrontare questa sfida, sia per incapacità che per renitenza.

La rivoluzione d'Ottobre mostra in tutta chiarezza che la creazione, la costruzione ed il consolidamento di un partito marxista-leninista, un partito rivoluzionario della classe operaia, è il requisito primario e indispensabile per la rivoluzione socialista. Se l'attività del partito marxista-leninista ha successo da un punto di vista organizzativo e ideologico, la classe operaia non solo è in grado, sotto il suo comando, di sfidare la borghesia nella pratica della lotta di classe, ma soprattutto di sconfiggerla.

4. La costruzione del Socialismo è impossibile senza la dittatura del proletariato.

Da un punto di vista politico la rivoluzione socialista si deve intendere primariamente come l'esercizio del potere del proletariato organizzato come classe dominante. Questa regola della classe operaia, la dittatura del proletariato, deve avere una natura duplice: deve essere democratica in un modo nuovo (per i lavoratori); deve essere al contempo dittatoriale contro le precedenti classi sfruttatrici. Capitalisti e proprietari terrieri non sgombreranno volontariamente il campo, ma lotteranno con ogni mezzo a loro disposizione per riconquistare il potere politico ed economico. È perciò compito del nuovo stato socialista contrastare queste classi, ovvero, continuare la lotta di classe sotto nuove condizioni. Se questo non accadesse, la porta sarebbe spalancata al sabotaggio borghese ed in ultimo alla controrivoluzione. Di fronte alla necessità di trasformazione politica ed economica che, come Marx ed Engels scrivono, è solamente possibile attraverso usurpazioni "dispotiche" secondo la legge precedente, lo sviluppo della democrazia socialista avanza gradualmente. Nell'URSS, la costituzione del 1936 sancì infine l’estesa struttura della democrazia socialista.

Il compito della rivoluzione proletaria consiste nella distruzione del vecchio apparato borghese di potere e la sua sostituzione con una forma statale di un tipo nuovo, lo stato della dittatura del proletariato, che è solamente un sinonimo per democrazia socialista proletaria. In questo senso, la rivoluzione d'Ottobre e l'URSS hanno offerto una prova inoppugnabile della giustezza teorica di Marx, Engels e Lenin riguardo la transizione verso il socialismo, contro la quale riformisti e revisionisti socialdemocratici del marxismo sono stati contraddetti non solo dal successo bolscevico ma soprattutto dal loro fallimento. Così, dalla vittoria della rivoluzione d'Ottobre, è una verità generale provata attraverso la prassi storica, che la via al socialismo non passa dalla democrazia (borghese), bensì attraverso la rivoluzione socialista.

La prova della necessità della distruzione dello stato borghese e dell'instaurazione della dittatura del proletariato, che secondo Marx fu già mostrata dalla Comune di Parigi del 1871, fu fornita con ogni evidenza dalla vittoriosa pratica rivoluzionaria dell'URSS. Gli attacchi contro la giovane Repubblica dei Soviet e più tardi sull'URSS dimostrano in modo impressionante i tentativi controrivoluzionari, interni ed esterni, di minare un corso indipendente di sviluppo socialista. La via di sviluppo socialista quindi può essere difesa solamente dalla costituzione di un potere statale rivoluzionario basato sulla dittatura del proletariato.

5. La lotta rivoluzionaria è aiutata dall'alleanza della classe operaia con le classi e gli strati sociali non proletari oppressi.

Non da ultimo, la rivoluzione d'Ottobre ha mostrato l'importanza e il valore di un’efficace politica delle alleanze dalla classe operaia e del suo partito marxista-leninista. Nella Russia del 1917, i contadini erano gli alleati non solo naturali ma anche necessari della classe operaia rivoluzionaria nella lotta contro i capitalisti ed i grandi proprietari terrieri. A prima vista, l'importanza della componente contadina, in quanto parte più numerosa della popolazione in Russia, sembra essere una particolarità storica e nazionale della rivoluzione d'Ottobre. Ciononostante, un principio generale ed internazionale della lotta rivoluzionaria nell'età di imperialismo può essere dedotto dalla politica rivoluzionaria bolscevica delle alleanze.

La fase imperialista del capitalismo, il capitalismo monopolistico, richiede la supremazia economica della borghesia monopolista, del capitale finanziario. I monopoli nell'industria, nel sistema bancario, in agricoltura e nel commercio, non solo sfruttano la classe operaia in modo classico, ma esigono anche un tributo da tutti gli strati e le classi non-monopolistiche della popolazione - questa è la base del profitto monopolistico che eccede il "normale" profitto medio. Quest’opposizione al capitalismo monopolistico da parte di larghi strati sociali, che chiaramente vanno oltre il proletariato, è un'oggettiva opportunità per la classe operaia e per il suo partito marxista-leninista per entrare in alleanze antimonopoliste e antimperialiste. Su questa base, sono possibili ampi movimenti popolari contro il potere del monopolio e dell'oligarchia terriera, contro la militarizzazione e gli attacchi alla democrazia, contro la repressione imperialista e la guerra. Il costituirsi di un movimento popolare e progressista di questo tipo può aprire nuove prospettive rivoluzionarie. Una lotta riuscita del movimento popolare antimonopolista e antimperialista può ricostruire robuste relazioni sociali a svantaggio dei monopoli e dell'imperialismo stesso e in favore dei lavoratori nelle città e nelle campagne. Questo può favorire il proseguimento della lotta per il socialismo, il cui orientamento deve essere sempre dettato dalla parte più avanzata del movimento, dai comunisti. Si tratterebbe così per i comunisti di guidare il processo rivoluzionario già iniziato da una fase democratica, antimonopolista e antimperialista, verso la rivoluzione socialista.

6. La rivoluzione socialista può avere successo anche nei paesi arretrati. Su scala internazionale, il capitalismo in fase imperialistica è maturo per la rivoluzione socialista.

La Russia zarista prima della Grande Guerra era un paese relativamente arretrato, soprattutto in relazione alla principali potenze imperialiste dell’Europa occidentale e centrale. Per questa ragione, molti, in particolare i socialdemocratici, profetizzarono una rapida fine della rivoluzione russa. Ma la difesa vittoriosa del potere dei soviet, la costruzione del socialismo e, non ultima, la grande vittoria dell'Armata Rossa e del popolo sovietico contro gli aggressori fascisti nella Seconda Guerra mondiale, confutarono le menzogne di queste persone.

Sta di fatto che le condizioni materiali per la costruzione del socialismo in Russia nel 1917 non erano ottimali. Sebbene esistessero già notevoli centri industriali ed un proletariato numericamente rilevante, la maggior parte del paese era economicamente arretrato. L'ottanta percento della popolazione viveva di agricoltura e nell'entroterra vigevano ancora rapporti di tipo feudale. I socialdemocratici e gli altri oppositori della rivoluzione reputarono che il capitalismo in Russia, se stimato nello sviluppo delle forze produttive, semplicemente non fosse ancora maturo per il socialismo.

Ma i bolscevichi trovarono il modo di aggirare l'arretratezza economica, la supposta mancanza delle condizioni materiali per il socialismo. I primi strumenti a questo scopo furono le fasi della "Nuova Politica Economica" (NEP), introdotta da Lenin, ed il piano OELRO. Con l'introduzione dei piani quinquennali di Stalin, il periodo speciale della NEP terminò, e sino al 1941 tre importanti compiti furono portati a termine: la rapida industrializzazione del paese, il cambio dei rapporti di classe nelle campagne e la costruzione del sistema educativo socialista. Attraverso queste misure, e nel più breve tempo possibile, l'Unione Sovietica creò le basi materiali, economiche e sociali in grado di resistere anche alla più grande macchina di annientamento militare, il fascismo tedesco.

Questa è la prova che, in alcuni anni, anche paesi relativamente arretrati possono seguire un percorso di sviluppo non capitalista, e in ultima analisi socialista, che li porti al livello degli stati capitalisti industriali più avanzati. Tale obiettivo può essere difficile e richiedere grandi sforzi e sacrifici, ma l'URSS ha dimostrato che è possibile. Il fatto che l'URSS riuscì in questo senza l'assistenza di paesi alleati sottolinea le conquiste del popolo sovietico e della dirigenza del PCUS in questi anni.

L'avvenuta costruzione del socialismo in un solo paese, costantemente sotto minaccia, contraddice le menzogne di tutti gli pseudo-marxisti radicali di destra e di sinistra, "teorici della rivoluzione mondiale" i quali si illusero che l'URSS non sarebbe potuta sopravvivere in assenza della rivoluzione in Europa occidentale e centrale. Lenin e Stalin ammisero che, con questo evento storico, l'URSS affrontava un difficile compito, ma non furono mai sfiorati dall'idea di capitolare di fronte a questo.

Naturalmente la classe operaia di ogni singolo paese, attraverso l'alleanza con i contadini, può sconfiggere autonomamente i propri capitalisti e costruire il socialismo in quel paese - questo è, dopo tutto, il compito con cui essa raggiunge i propri interessi, ed il più importante contributo della classe operaia di ogni nazione all'internazionalismo proletario ed alla rivoluzione mondiale. Non c'è ovviamente, nessuna garanzia del carattere definitivo della vittoria in un paese, siccome c'è sempre la possibilità di un intervento imperialista. Ma nel caso dell'URSS, l'attacco fascista del 1941, che si supponeva avrebbe condotto alla distruzione del primo stato proletario, non solo fu un insuccesso, ma ottenne l'effetto opposto: la vittoria dell'Armata Rossa sul fascismo aprì la strada a percorsi di sviluppo di tipo socialista per altre nazioni dell'Europa orientale, che sfruttarono questa possibilità con gradi diversi di successo. In ultimo, come ha mostrato la storia, l'URSS non poteva essere distrutta dall'imperialismo mondiale finché non fu divorata internamente dal revisionismo.

Una caratteristica essenziale dell'imperialismo consiste nel fatto di essere agonizzante, un capitalismo parassita in processo di decadimento. L'imperialismo è la vigilia della rivoluzione socialista. In questo senso, il capitalismo attuale è maturo per una rivoluzione socialista. La rivoluzione socialista può avere successo perciò in ogni paese, che sia un paese centrale dell'imperialismo o della periferia dipendente. Nei paesi economicamente arretrati e dipendenti, saranno necessarie alleanze di vasti strati della popolazione e forse delle fasi di transizione, ma il rovesciamento degli sfruttatori nazionali e di quelli imperialisti è già scritto nell'agenda della storia.

7. Combattere il revisionismo è di centrale importanza nella lotta per il socialismo.

La storia dei bolscevichi e della rivoluzione d'Ottobre mostra che la lotta incessante contro il revisionismo e l'opportunismo all'interno del movimento operaio è di importanza decisiva nella lotta per il socialismo. Dalla fondazione del Partito Operaio Social Democratico Russo alla rivoluzione d'Ottobre si ingaggiò un'aspra lotta ideologica all'interno del movimento operaio russo. La vittoria della rivoluzione fu possibile solamente perché i bolscevichi decisero questa battaglia in loro favore. Il partito di Lenin fu così libero dalle influenze borghesi, da posizioni revisioniste, e da strategie e tattiche non marxiste. Questo fu un requisito indispensabile per la creazione di un partito marxista combattente della classe operaia russa in grado di condurre al successo il processo rivoluzionario.

Come all'epoca di Lenin, così anche oggi la nefasta presenza del revisionismo danneggia il movimento internazionale dei lavoratori, il movimento comunista internazionale - o più precisamente le organizzazioni e i partiti che si chiamano comunisti o socialisti. Se il movimento comunista internazionale vuole condurre con successo la lotta rivoluzionaria per il socialismo, deve rompere i legami con tutti gli elementi e le influenze piccolo-borghesi, revisioniste ed opportuniste.

La lotta contro i revisionisti di vecchio e nuovo stampo prevede la difesa e l'ulteriore sviluppo creativo del marxismo-leninismo. Da un punto di vista ideologico questo significa difendere la visione marxista-leninista del mondo, costruire la teoria comunista, elaborare programmi e strategie sulle posizioni fondamentali del marxismo-leninismo, in particolare sulla teoria marxista dello stato, sulla teoria di Lenin dell'imperialismo, sulla comprensione leninista del partito, sull'internazionalismo antimperialista operaio e sulla difesa del diritto delle nazioni all'autodeterminazione. Da un punto di vista pratico, i comunisti devono mostrare di continuo la dannosità del revisionismo, del riformismo e dell’opportunismo nel movimento dei lavoratori e devono difendere gli specifici interessi indipendenti della classe operaia. Nel dibattito sulla storia del movimento operaio, i comunisti devono enfatizzare, e difendere il ruolo storico dell'Unione Sovietica e degli stati socialisti europei. Questo richiede, non da ultimo, di esaltare l'importanza storica della rivoluzione d'Ottobre ed il suo significato nel presente.

8. All'imperialismo come sistema mondiale deve essere opposto un movimento comunista basato sul marxismo-leninismo.

La vittoria della rivoluzione bolscevica ed il fallimento dei menscevichi in Russia nel 1917 segnò simultaneamente la vittoria concreta del marxismo sul revisionismo, l'opportunismo e il riformismo. Di conseguenza, la fondazione dell'Internazionale Comunista, in contrapposizione alla vecchia Seconda Internazionale, significò la richiesta dello stesso riconoscimento a livello internazionale.

Anche, oggi a fianco delle socialdemocrazie, apertamente pro-imperialismo, un revisionismo nuovo si sta sviluppando nei partiti che un tempo erano, o formalmente lo sono ancora, comunisti. Con il cosiddetto "Partito della sinistra europea" questi partiti revisionisti hanno creato una struttura internazionale all'interno della struttura imperialista dell'Unione Europea. Questo tentativo di formare un partito riformatore, revisionista ed in alcune sue componenti apertamente antimarxista, deve essere rifiutata dai comunisti marxisti-leninisti e contrastata con la coscienza di classe attraverso la cooperazione internazionalista, antimperialista e con la solidarietà del movimento comunista internazionale che naturalmente si estende oltre l'Europa. Il processo della differenziazione tra le forze revisioniste e le forze rivoluzionarie non è ancora terminato. Questo processo non solo è una lotta contro il "Partito della sinistra europea" come struttura e modello ideologico, ma anche all'interno di esso e dei partiti che lo compongono. Sotto queste condizioni, il compito di costruire un polo internazionale e rivoluzionario nuovo, che la "sinistra europea" non rappresenta, non significa uno scontro frontale con quei comunisti sinceri, organizzati all'interno dei partiti della “sinistra europea”.

La necessità di un forte movimento comunista internazionale fondato sul marxismo-leninismo, non sorge solamente o prevalentemente con lo scopo di smarcarsi dal revisionismo, ma dal fatto che l'imperialismo è un sistema mondiale. La fase attuale del processo capitalista di internazionalizzazione prevede la forma capitalistica di socializzazione del lavoro su scala globale. Così, se le condizioni del lavoro salariato si stanno internazionalizzando sulla scorta del capitalismo monopolistico, questo comporta la "mondializzazione" della pressione sul lavoro, il dumping salariale e lo smantellamento dello stato sociale. La lotta per la spartizione del mondo e per l'egemonia imperialistica significa la militarizzazione dei paesi imperialisti. Non solo questa rivalità inter-imperialistica, ma anche l'imperialismo collettivo oggi si esprimono in modo sempre più evidente in guerre imperialiste e in dirette occupazioni militari. I paesi imperialisti minacciano apertamente di aggressione militare i rimanenti socialisti rimasti e i paesi che scelgono un percorso antimperialista di sviluppo. Lo smantellamento dei diritti democratici, gli attacchi continui ai diritti dell'uomo e al diritto internazionale puntellano in modo repressivo il nuovo e totale spiegamento dell'essenza aggressiva dell'imperialismo.

L'aggressione del capitalismo monopolistico internazionale, attraverso i suoi stati e alleanze, deve trovare l'opposizione dei movimenti popolari mondiali per la democrazia, la libertà e i diritti sociali. Questi movimenti popolari devono essere collegati globalmente, essere coordinati, agire insieme ed in solidarietà. L'unica forza costantemente internazionalista è il movimento comunista. Mostrare la via a questi movimenti è sostanzialmente il suo lavoro. Per questo è inizialmente necessario fortificare il movimento comunista internazionale. Un movimento comunista internazionale forte rinforza il movimento comunista nei singoli paesi - e viceversa. Anche a questo proposito la rivoluzione d'Ottobre ci insegna qualcosa. La fondazione dell'Internazionale Comunista successivamente alla rivoluzione d'Ottobre non solo significò per l’URSS un sostegno strutturato, politico, materiale e morale dei lavoratori di tutto il mondo, ma al contrario sostenne i partiti comunisti nei singoli paesi, ancora capitalisti, attraverso l'Internazionale Comunista, il PCUS e l'URSS.

Se il movimento comunista mondiale riuscirà a riorganizzarsi su base marxista-leninista, riuscirà ad uscire dalla difensiva, condizione nella quale in somma parte si trova ancora, e passare all'offensiva. Può essere un compito difficile ma è indispensabile finché l’umanità si fronteggerà con la scelta tra socialismo e barbarie.

Traduzione dall'inglese per resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare




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6 commenti:

Anonimo ha detto...

Bravi! Così si fa.
Oggi ho visto nuovamente il Tg2 (così per puro masochismo ;) ) ed al servizio su quanto è avvenuto nelle Camere del nostro Governo... mi è venuto un pensiero: vogliono "convertici" al liberismo...
Ora non lo so, ma spero che questo loro tentativo forzoso, sia solo l'inizio della loro fine.
Ciao compagni.

P.S.: Ok, il regime sovietico ed altri assimilabili hanno commesso obbrobri, ma le idee sono "sante" rispetto al degrado umano che stiamo vivendo oggi.
Come possiamo accettare che razionalità, uomo e idea, siano assoggettate al dio denaro! Puah!
...Infatti oggi i più giovani sono più ignoranti sulle materie umanistiche... come mai?? Per me ciò la dice lunga.

elena ha detto...

Il liberismo strisciante impera ovunque. Le vedette sveglie sono poche... e in un modo o nell'altro vengono delegittimate: messe a tacere, indagate, rimosse o eliminate fisicamente.
E questa sarà l'inizio della loro fine solo se noi non gettiamo la spugna e non ci rassegnamo.

Materie umanistiche? Pretendi troppo Edgar: come può un sistema che si baserebbe sul consenso acritico permettere che la gente usi il proprio cervello?

Equo ha detto...

Eeeehhhmmm... tutto vero, ma...
Essere marxisti oggi significa riproporre paro-paro le idee marxiane (cioè del buon Carletto) o non, piuttosto, usare le categorie del materialismo storico-dialettico per analizzare l'attuale società, nella quale, dai tempi di Marx ed Engels, sono avvenuti profondi mutamenti strutturali e sovrastrutturali? Rammentiamoci che se Vladimir Ilyich Ulyanov detto Lenin si fosse attenuto al pensiero di Marx non ci sarebbe stata nessuna Rivoluzione d'Ottobre in un Paese che non era industrializzato e, di fatto, non possedeva una vera e propria classe operaia. Il marxismo non è una fede (come sembrano pensare molti "gruppuscoli" impegnati a conservare la purezza del "Verbo") ma uno strumento.Inoltre (e questa è una piccola provocazione ad uso interno per noi "irriducibili") le difficoltà di un mondo in cui il cosidetto liberismo si afferma come ambizione della maggioranza spingono molti nel vicolo cieco del determinismo: il Socialismo arriverà... perché è inevitabile nel flusso della Storia... e questo è uno scambiare i propri desideri con la realtà.
Studiare, studiare, studiare. O saremo bocciati dalla Storia stessa...

Franca ha detto...

Avanti con le idee, ma senza gli obbrobri di cui parla Edgar che, alla fine, sono ciò che non rende credibile il comunismo

Equo ha detto...

Non credo di doverlo dire a te, Franca...e tanto meno ad Edgar, ma milioni di pesone credono nel dio cristiano nonostante l'inquisizione, le crociate, i conquistadores, ecc. Ovviamente ciò non giustifica i crimini staliniani, ma vorrei ricordare a tutti (specie agli anti-comunisti) che le prime vittime dell'imperialismo sovietico furono proprio i Comunisti Internazionalisti... per non parlare dei marinai di Kronstad o degli Anarchici delle Brigate Internazionali fatti massacrare in Spagna...

Anonimo ha detto...

Signori, se qualcuno ci ha fatto caso (perchè la notizia è stata detta velocemente - come per le avvertenze delle pubblicità dei medicinali) oggi 26 Ottobre 2007, Prodi ha incaricato un'uomo (non so altro) che avrà l'incarico di dirigere l'Agenzia per la Sicurezza della Repubblica.... Ora reggetemi sennò mi uccido ;)
Cosa hanno sentito di tanto odioso le mie orecchie?? Questo: Agenzia per la Sicurezza della Repubblica.
Allora?
Nessuno sa della (per me) famigerata Agenzia di Sicurezza Nazionale (NSA) degli Stati Uniti? quindi mi sono detto: perchè? Perchè pure noi? Ce n'era proprio bisogno?

Temo l'avversarsi di un "Quarto potere".
Un doppio caloroso saluto ad Elena, Franca ed Equo.