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Nel dossier anche i nomi di Rutelli, Pisanu e Alemanno
di
Marco Menduni
Ferruccio Sansa
Pubblichiamo alcuni stralci della relazione di Gioacchino Genchi, l’esperto nominato dal pm Luigi De Magistris. Il consulente appena silurato dalla Procura di Catanzaro insieme con il capitano dei carabinieri che aveva seguito l’inchiesta Why Not. Sono 22 pagine in cui compaiono i nomi di tutti i protagonisti dell’indagine. Quelli noti e quelli, fino a oggi, mai emersi: Romano Prodi, Clemente Mastella, Lorenzo Cesa. Ma anche Francesco Rutelli, Giuseppe Pisanu e Gianni Alemanno. Fino al giornalista Renato Farina e al presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, Giorgio Vittadini.
Ma la questione forse più allarmante è quella legata al centro intercettazioni della Wind. Con un collegamento immediato ed esplicito all’affare Telecom e allo spionaggio sulle utenze telefoniche. Una relazione che analizza ogni contatto telefonico. Che grazie ai grafici chiarisce i legami tra i protagonisti della vicenda. In fondo quella firma, Gioacchino Genchi, l’uomo che due giorni fa - dopo l’avocazione dell’inchiesta di De Magistris da parte della procura generale (di fatto, la spoliazione del pm titolare) - è stato silurato. Così come il capitano dei carabinieri Pasquale Zacheo.
L’ACCENTO SU MASTELLA
La relazione del perito Genchi riporta diversi contatti scomodi del ministro della Giustizia Mastella. Il Guardasigilli parla ripetutamente con uno dei principali indagati dell’inchiesta, Antonio Saladino, ex presidente della Compagnia delle Opere della Calabria. Non solo: il ministro, secondo la consulenza di Genchi, ha «intensi rapporti» con Luigi Bisignani, anch’egli indagato. Ma ecco cosa scrive la relazione: «Le intercettazioni delle conversazioni telefoniche tra Antonio Saladino e il senatore Clemente Mastella hanno evidenziato rapporti molto confidenziali tra i due... in occasione del contatto telefonico delle 11,37 del 16 marzo 2006 Mastella chiama Saladino e gli chiede di incontrarlo... Saladino gli dice che non può raggiungerlo e gli segnala l’opportunità di incontrare un suo amico “un grande costruttore”, che era “pure amico del generale”, “amico suo, amico mio”». Ma non basta. Scrive Genchi: «Proprio dalle risultanze della consulenza tecnica sugli sviluppi dei dati di traffico telefonico sono emersi, tra gli altri, gli stretti rapporti delle utenze di Luigi Bisignani e del senatore Clemente Mastella». È lo stesso perito che fa un ritratto dell’interlocutore di Mastella: «Luigi Bisignani, come risulta dalle cronache, è risultato iscritto “attivo” alla loggia P2 di Licio Gelli con tessera numero 203». Ancora: «Bisignani risulta altresì condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione nel processo milanese per la maxi tangente Enimont».
GLI AMICI DI SALADINO
Il pomeriggio del 9 marzo 2006, prima di una telefonata a Mastella, Saladino invia un sms critico nei confronti del candidato premier (poi eletto): «Berlusconi ha fatto piangere gli americani, Prodi farà piangere gli italiani». Destinatari del messaggio sono politici di tutti gli schieramenti e figure di primo piano delle forze dell’ordine. Come l’ex ministro Gianni Alemanno (An), il generale della Finanza Michele Adinolfi e lo stesso Mastella. A pagina 4 della consulenza si trova anche il nome dell’allora ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu: «L’importanza del Saladino e la considerazione in cui era tenuto dalle più alte cariche dello Stato emerge dalle numerose segnalazioni trasmesse e ricevute per raccomandare poliziotti, carabinieri e finanzieri. Significativa è l’intercettazione del 9 marzo 2006, ore 14,59, in cui Antonio Salis, segretario particolare del ministro Pisanu, rassicura Saladino del buon esito della segnalazione di un carabiniere assegnato alla Regione Emilia Romagna».
Il pomeriggio del 9 marzo 2006, prima di una telefonata a Mastella, Saladino invia un sms critico nei confronti del candidato premier (poi eletto): «Berlusconi ha fatto piangere gli americani, Prodi farà piangere gli italiani». Destinatari del messaggio sono politici di tutti gli schieramenti e figure di primo piano delle forze dell’ordine. Come l’ex ministro Gianni Alemanno (An), il generale della Finanza Michele Adinolfi e lo stesso Mastella. A pagina 4 della consulenza si trova anche il nome dell’allora ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu: «L’importanza del Saladino e la considerazione in cui era tenuto dalle più alte cariche dello Stato emerge dalle numerose segnalazioni trasmesse e ricevute per raccomandare poliziotti, carabinieri e finanzieri. Significativa è l’intercettazione del 9 marzo 2006, ore 14,59, in cui Antonio Salis, segretario particolare del ministro Pisanu, rassicura Saladino del buon esito della segnalazione di un carabiniere assegnato alla Regione Emilia Romagna».
IL PREMIER ROMANO PRODI
A pagina 9 della relazione del perito è scritto: «Antonio Saladino ha mantenuto ottimi rapporti e interessi di varia natura con i più diretti collaboratori dell’attuale presidente del Consiglio dei ministri, professor Romano Prodi. Le stesse considerazioni valgono per il deputato Sandro Gozi, proclamato deputato il 28 aprile 2006 e componente, dal 6 giugno 2006, della Commissione Affari Costituzionali della Camera, in sostituzione del deputato Romano Prodi, nominato presidente del Consiglio». Ancora: «Dalle altre acquisizioni di tabulati la sim gsm intestata alla Delta spa riconducibile al deputato professor Romano Prodi è risultata in contatti telefonici con le utenze fisse e cellulari di Franco Bonferroni, Antonio Saladino, Francesco De Grano, Piero Scarpellini e Sandro Gozzi». Dalle memorie dei cellulari sequestrati a Saladino, racconta il perito, emerge un numero memorizzato alla voce “Romano Prodi cellulare”. Ma il punto più delicato per il premier, a parte la frequentazione con Saladino, potrebbe essere un altro.
A pagina 9 della relazione del perito è scritto: «Antonio Saladino ha mantenuto ottimi rapporti e interessi di varia natura con i più diretti collaboratori dell’attuale presidente del Consiglio dei ministri, professor Romano Prodi. Le stesse considerazioni valgono per il deputato Sandro Gozi, proclamato deputato il 28 aprile 2006 e componente, dal 6 giugno 2006, della Commissione Affari Costituzionali della Camera, in sostituzione del deputato Romano Prodi, nominato presidente del Consiglio». Ancora: «Dalle altre acquisizioni di tabulati la sim gsm intestata alla Delta spa riconducibile al deputato professor Romano Prodi è risultata in contatti telefonici con le utenze fisse e cellulari di Franco Bonferroni, Antonio Saladino, Francesco De Grano, Piero Scarpellini e Sandro Gozzi». Dalle memorie dei cellulari sequestrati a Saladino, racconta il perito, emerge un numero memorizzato alla voce “Romano Prodi cellulare”. Ma il punto più delicato per il premier, a parte la frequentazione con Saladino, potrebbe essere un altro.
IL VALZER DEI TELEFONINI
Il cellulare che, secondo il perito, «sarebbe in uso al deputato Romano Prodi (che infatti anche ieri sera, come verificato dai cronisti del Secolo XIX risponde al telefono indicato nella relazione, ndr)», era intestato a una società privata, la Delta spa. Scrive ancora Genchi: «La Delta spa era intestataria delle quattro sim gsm cedute il 21 ottobre 2004 allo staff di Prodi... Gli aspetti più inquietanti dell’accertamento sulle schede della Delta spa riguardando l’attivazione, l’intestazione e l’imputazione fiscale e finanziaria delle sim gsm alla Delta. Infatti la Delta - come segnalato dal consulente - è risultata fornitrice di servizi alla Consip Spa... La Delta quindi era l’intestataria delle quattro sim cedute allo staff di Prodi ed era al contempo la fornitrice di servizi di telefonia pubblica della gara Consip». Lo stesso consulente, però, fa un distinguo: «Le stesse utenze risultano, però, volturate alla “Associazione l’Ulivo i Democratici”.
IL VICEPREMIER RUTELLI
Ma ci sono anche altri personaggi di spicco della politica italiane nella relazione del perito silurato dall’inchiesta. «Numerosi sono pure i contatti telefonici - scrive infatti Genchi - tra Antonio Saladino e Francesco Rutelli, del quale il Saladino aveva anche annotato i riferimenti delle utenze di diversi cellulari, dell’abitazione e degli uffici di partito». Ma sarebbe un errore, afferma lo stesso perito, cercare di dare una coloritura politica a Saladino. «Con il più assoluto e totale trasversalismo politico, Saladino si è posto nelle condizioni di potere di dare e pretendere qualunque tipo di favore o di servigio dai diversi soggetti (politici, ministri, pubblici funzionari) appartenenti ai diversi schieramenti, con i quali di volta in volta è entrato in contatto». Così Saladino,che pure ha molti contatti con il vicepremier, in altre intercettazioni «esprime pesanti considerazioni critiche nei confronti di Rutelli».
L’INTRECCIO CON TELECOM
I contatti del guardasigilli con Luigi Bisignani aprono anche un nuovo collegamento. Bisignani è in frequente collegamento con Mastella e il generale della Finanza Walter Cretella Lombardo. «Ma hanno destato un certo allarme - prosegue il perito - i contestuali, intensi e numerosissimi contatti telefonici tra le utenze di Bisignani e le utenze personali e di servizio di Salvatore Cirafici, ex ufficiale dei carabinieri e direttore Corporate Governance di Wind spa». Il nome di Cirafici non dice molto ai non addetti ai lavori. «Ma Cirafici è il capo struttura che si occupa della gestione di tutte le richieste di intercettazioni telefoniche, accertamenti e tabulati, inviate da tutte le autorità giudiziarie italiane. Non esiste acquisizione di tabulati, richiesta di intercettazioni, accertamenti anagrafici da qualunque autorità giudiziaria che non venga portata a conoscenza della struttura aziendale diretta da Cirafici». È un passaggio fondamentale, perché lascerebbe intendere la possibilità dell’associazione di conoscere i nominativi delle persone intercettate e, di conseguenza, a carico delle quali sono in corso delle indagini.
LE INDAGINI SPIATE
Un esempio? Lo riporta ancora Genchi, quando parla dei contatti telefonici di Cirafici con i cellulari della Global service e di Lorenzo Cesa, il segretario dell’Udc, «che poca attinenza paiono avere con le garanzie di riservatezza chieste alle funzioni esercitate da Cirafici, anche con riguardo alle indagini che diverse procure italiane hanno eseguito e stanno eseguendo sulla Global Service e sul deputato Lorenzo Cesa». Ancora: «È però accaduto che, processati i dati di traffico delle utenze del Bisignani e rilevati gli intensi rapporti col Cirafici, le utenze di quest’ultimo hanno evidenziato circolari rapporti telefonici con utenze già nella disponibilità di Fabio Ghioni, Luciano Tavaroli, Marco Mancini, Tiziano Casali, dei quali è stato accertato in sede cautelare il coinvolgimento in vicende spionistiche, finora limitate al gruppo Telecom».
LO SFOGO DI GENCHI
Queste le carte di Genchi. Il perito allontanato da un’indagine che ha puntato, forse, troppo in alto. Sul sito internet del perito Genchi, allontanato dalle indagini senza troppi riguardi, è anche apparso uno sfogo personale. «Hanno conteggiato tutti i costi sostenuti dalla Procura Generale di Catanzaro, e hanno detto che quelle erano le liquidazioni di De Magistris per le mie parcelle. Nientemeno. Perché sia chiaro – e sfido chiunque a dimostrare il contrario –: il giudice De Magistris non mi ha ancora liquidato un solo centesimo di euro per il mio lavoro. Nemmeno il rimborso del traghetto da Messina a Villa San Giovanni. Sapevo, inoltre, che accettare i suoi incarichi non mi avrebbe arrecato alcun vantaggio. Avrei potuto continuare ad occuparmi di rapine, mafia ed omicidi. Mi chiedo se sia anche per questo che qualcuno voglia fermarmi. Non ho paura delle minacce e ho la coscienza a posto. Ho sempre messo nel conto i rischi del mio lavoro. Invero, non avevo mai considerato quello di essere sequestrato, a scopo di estorsione. Con i milioni di euro che Mastella mi attribuisce di avere ricevuto da De Magistris, andare in Calabria diventa pericoloso anche per questo! A parte l’ironia, questo è il mio lavoro e ne sono fiero».
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1 commento:
Che dire? Quando si scoperchiano le pentole...
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