"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

mercoledì 27 giugno 2007

USTICA: inaugurato Museo della Memoria




2007-06-27 17:29

USTICA: NAPOLITANO, COMMOVENTE IL MUSEO DELLA MEMORIA

BOLOGNA - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nella ricorrenza del 27/o anniversario della strage di Ustica del 27 giugno 1980, ha scritto una lettera alla presidente dell'Associazione delle vittime, Daria Bonfietti, in cui ha rinnovato la propria "solidarietà". "Il loro dolore - è il messaggio del Capo dello Stato ai familiari, diffuso dall'Associazione - è quest'anno acuito dalla commovente iniziativa di aprire un 'Museo della Memoria' (nel pomeriggio l'inaugurazione a Bologna, ndr) nel quale è ricostruito il relitto del DC9 che è stato recuperato nelle acque del Tirreno. L'iniziativa, cui va il mio partecipe apprezzamento anche per la sua valenza artistica, rende ancora più intenso il ricordo e più determinato il desiderio di tutti di vedere accertata la verità sulle cause di un evento così drammatico per il paese".

PRODI, IDEALMENTE VICINO NEL GIORNO DELLA MEMORIA

''Nella giornata del ricordo desidero far pervenire alle autorita', all'on. Melandri, all'artista Christian Boltanski e a tutti i presenti il mio saluto piu' caloroso e la mia ideale sentita vicinanza''. E' il messaggio del presidente del Consiglio Romano Prodi all'associazione delle vittime della strage di Ustica, che ne ha diffuso il testo, nel giorno del 27/o anniversario della strage. Prodi ha annunciato che, per precedenti impegni, con rammarico non puo' essere presente all'inaugurazione del Museo della Memoria.

FASSINO, ARTE E MEMORIA INSIEME AIUTANO A RICORDARE

''Coniugare arte e memoria ritengo sia il modo migliore per ricordare e rendere omaggio alle vittime della strage del Dc-9 Itavia''. Si conclude cosi', con l'auspicio di poter ''visitare presto'' il Museo della memoria che oggi pomeriggio viene inaugurato a Bologna nel 27/o anniversario della strage di Ustica, il messaggio del segretario dei Ds, Piero Fassino, alla presidente dell'associazione dei familiari delle vittime, Daria Bonfietti. Una ''vicenda dolorosa - scrive Fassino - dove la verita' storica non si e' accompagnata fino ad oggi a una verita' giudiziaria, ma che ha messo in evidenza, agli occhi di tutti i cittadini, le connessioni tra stragismo eversivo e apparati deviati, o reticenti, dello Stato. I Ds ricorderanno sempre il sacrificio di quelle 81 vittime perche' le nuove generazioni sappiano e riflettano su un passato che ha visto atti di inaudita violenza i cui scopi restano oscuri''.


ORLANDO, SOLIDARIETA' A FAMIGLIE VITTIME

''Il ventisettesimo anniversario della strage di Ustica e' un momento di dolore e solidarieta' ma anche di speranza. Dolore per la perdita di vite umane, solidarieta' verso quelle famiglie che da oltre un lustro attendono di conoscere la verita' sui motivi e le responsabilita' per la morte dei propri cari''. Lo ha dichiarato Leoluca Orlando, presidente della commissione bicamerale per gli Affari regionali e portavoce nazionale di Italia dei Valori. ''Questo anniversario e' pero' anche un momento di speranza, proprio perche' quelle famiglie non hanno perso la voglia e la forza di chiedere verita' e giustizia e perche' dalla propria esperienza hanno costruito un percorso di crescita sociale rivolto alla collettivita', una lezione di coscienza civile e solidarieta' umana - conclude - che e' d'esempio per tutti''.


VELTRONI, RESTIAMO IN ATTESA VERITA'

''Ci sono nella vita di una persona alcuni eventi che hanno avuto un significato particolare, che hanno determinato un impegno al quale proprio non ci si poteva sottrarre. La strage di Ustica ha rappresentato tutto questo''. E' uno dei passi del messaggio che il sindaco di Roma Walter Veltroni ha inviato all'Associazione dei familiari delle vittime della strage del Dc9-Itavia inabissatosi nei mari di Ustica il 27 giugno 1980. Veltroni spiega che l'impegno di Torino ''che non posso proprio rimandare'' gli impedisce di essere presente all'inaugurazione del Museo della Memoria a Bologna, progetto in cui ''la citta' di Roma - scrive rivolto alla presidente Daria Bonfietti - ha creduto fortemente''. Quel Museo e' una delle ''molte cose'' che sono state fatte alla ricerca di verita' e giustizia, ''perche' i luoghi fisici hanno a volte l'incredibile forza di evitare che il tempo che passa porti via con se' il ricordo di cio' che non dovrebbe essere dimenticato. Non potrebbe comunque, il tempo, portare via con se' la verita' su quel 27 giugno 1980. Di quella per ora - e io desidero, nonostante tutto, sottolineare 'per ora' - restiamo tutti in attesa. Perche' c'e' sempre spazio per la verita'. Adesso a parlare di cio' che e' accaduto ci saranno anche il Museo, il relitto del Dc9 e l'opera di Chistian Boltanski''. Saranno il racconto della ''tragedia'' di 81 persone che non hanno ''neanche il diritto di conoscere il perche'''.

Fonte: http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_155723014.html

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Ustica, un museo per ricordarci di non dimenticare

di Massimiliano Melilli

La legge del pendolo è micidiale. Sempre. A volte, anche in senso positivo. Dopo anni trascorsi a considerare inutile la memoria personale e collettiva - perché al tempo del Governo Belusconi bisognava essere molto moderni e dimenticare al più presto il nostro terribile passato - doveva proprio accadere. E’ la potenza della memoria. Lo è ancora di più, in occasione del ventisettesimo anniversario della strage di Ustica (27 giugno 1980). Un momento buio della nostra storia.

Proprio in occasione del ricordo di questo atto di guerra che causò la morte di 81 passeggeri, a Bologna si inaugurerà il Museo per la Memoria di Ustica, un sogno che l’Associazione familiari delle vittime insegue caparbiamente da diciassette anni: una spazio di riflessione che ruota attorno ai resti dell’aereo, il Dc9 Itavia, che quella maledetta sera s’inabissò nelle acque del Tirreno. Torna in vita uno scheletro del passato, dunque. E lo fa per testimoniare (sinceramente) come il ricordo sopravviva sempre. Anche davanti all’inestricabile grumo d’intrighi e ingiustizie che ha segnato il mistero Ustica. Ecco perché questo Museo ha un ruolo decisivo: ci ricorda di non dimenticare. I resti dell’aereo sono arrivati a Bologna un anno fa dal deposito di Pratica di Mare dove per anni è rimasto in custodia. Obiettivo: mostrarli, farli osservare, rifletterci sopra. In autonomia. L’immagine fissa in un movimento di pensieri. Pensieri a perdere per tanti, troppi anni.

I visitatori del museo riceveranno una piccola pubblicazione, parte integrante dell’installazione di Christian Boltanski, il versatile artista chiamato a raccontare la tragedia di Ustica. Lui che ha sempre lavorato sul tema delle “vite qualsiasi”, di figure ai margini, proiettato adesso su una bianca arena di nomi e cognomi: quelli delle vittime. Un quadernetto accoglie le foto di alcuni degli oggetti dei passeggeri rinvenuti in mare. Un testo, duro e appassionato, lo correda. Titolo: “Lista degli oggetti personali”. Lo ha scritto Beppe Sebaste. Struggenti alcuni passaggi: “Le cose, testimonianze della vita delle persone. Gli oggetti sono tracce. Segni di una presenza. Impronte. Gli utensili, il valore d’uso delle cose. Il valore dimesso, la dismissione. Oggetti ordinari, infraordinari, quotidiani. Necessari, superflui”.

In questa poetica minimalista dell’appartenenza, c’è tutto il senso del dolore che da effetto asettico - l’oggetto - diventa metafora palpabile, quasi la sentissimo a livello epidermico, di una strage in nome collettivo che non ha mai smesso di tormentare la coscienza di un Paese. Così, le storie personali di una tragedia corale, rivivono nella geografia degli spazi allestiti nel Museo, fino a diventare volti. I volti di 81 cittadini morti in uno scenario di guerra. Che è bene non dimenticare mai. A futura memoria.

fonte: http://www.articolo21.info/editoriale.php?id=2492

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Dal mio libro AI MARGINI DI USTICA 2
“…
In nome del popolo Italiano non sono state accertate responsabilità. Tutti assolti! I generali, dicono i giudici, sono stati incriminati ingiustamente. Essi oggi possono andar fieri del loro trascorso e chi aveva intravisto delle macchie nel loro operato, ha solo gettato fango sulle istituzioni democratiche del nostro paese e dovrà pentirsene. I testimoni che hanno giurato di aver visto quella notte, dopo una manciata di minuti dalla caduta del DC9, insolite stranezze fatte di inseguimenti aerei e di lampi di guerra sui cieli della Calabria non sono credibili; e se hanno dato all’inchiesta un apporto concreto, sono stati incivili e sconsiderati. E se hanno caparbiamente insistito nelle loro farneticazioni, devono essere considerati alla stregua di criminali, capaci di uccidere la verità e i parenti.
Ma è davvero possibile che tutto ciò che era stato accertato in anni e anni di indagini possa essere cancellato e negato con tanta disinvoltura? Possibile che la gente più avveduta e i giornalisti non abbiano notato delle bizzarre contiguità, preludio di altrettanto sospette collaborazioni in corso d’opera? Possibile che nessuno abbia scorto, dietro l’alibi abbastanza comodo della “ragion di Stato”, altre motivazioni non necessariamente di interesse generale, come quelle politiche e diplomatiche, ma anche le ben diverse logiche elettorali, di condizionamento, di semplice schieramento, di vaga opportunità? Possibile che nessuno si sia chiesto se talune promozioni e candidature al Parlamento nazionale rappresentino il premio del silenzio?
E i politici, ora che è tempo di consuntivo, che fanno? Tacciono. Fingono di non sapere. Ci invitano a visitare il Museo della Memoria allestito a Bologna per non dimenticare. Dicono di avere la coscienza pulita, di aver fatto quanto era nelle loro possibilità e che adesso è tempo che della strage si occupino gli storici. Pretenderanno di vederci appagati. E noi finiremo realmente col dire che era ora che si accertasse la verità. Questo faremo. Fingeremo indifferenza solo per non dover traumatizzare i nostri figli; lo faremo per amor di patria, come non conoscessimo a quali approdi perverranno poi gli studiosi. Gli occhi senza lacrime della storia ci diranno che il secolo appena scorso è stato permeato da stragi senza colpevoli, da fatti sanguinosi senza un perché. …”

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La Corte d’Assise d’Appello di Roma ha emesso in data 15.12.2005 la decisione sui presunti depistaggi. Il dispositivo della sentenza http://www.stragi80.it/documenti/processo/appello/motiviappello.pdf
ha però un contenuto diverso e più ampio di quello che è stato fatto conoscere ai giornalisti: http://www.stragi80.it/documenti/processo/appello/dispositivo.pdf
Se non è un falso, come può essere qualificato l’episodio?
Possibile che nessuno l’abbia notato? Io sono sospettoso e ne chiarisco i motivi nel mio sito
http://www.studiolegalebrogneri.it
Saluti. Enrico Brogneri