"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

mercoledì 20 giugno 2007

Hanefi LIBERATO





Hanefi è a casa

Manuela Bianchi, 19 giugno 2007


Afghanistan La liberazione del dirigente dell'ospedale di Emergency a Lashkargah riapre la possibilità che la ong italiana possa tornare ad operare nel Paese, dopo la chiusura di tutte le strutture sul territorio per motivi di sicurezza

Kabul, ore 16: Rahmatullah Hanefi è finalmente libero. Oggi ad attenderlo all'uscita dell'ospedale interno al carcere Investigation Department 17 in cui è stato detenuto dal 20 marzo scorso, il fondatore della ong Emergency, Gino Strada, come riportato dal sito Peacereporter e ripreso da numerose agenzie. Gli occhi stanchissimi, il corpo avvolto in un candido shalwar kameez, Rahmatullah si è abbracciato a Gino e gli ha risposto prima in pashtun alla domanda "Come stai? " - "sono vivo" - e poi, in italiano "Sto bene".

Con oggi si chiude la tortuosa vicenda costellata di polemiche, iniziata con il rapimento da parte dei talebani del giornalista di Repubblica, Daniele Mastrogiacomo, il 5 marzo scorso e poi snodatasi attraverso una serie di avvenimenti tragici in cui hanno perso la vita l'interprete e l'autista del giornalista italiano per mano talebana. Una vicenda che ha dato l'avvio alle polemiche in Italia sul ruolo della Farnesina e del governo Karzai nel rilascio di Mastrogiacomo, che ricordiamo è avvenuto il 19 marzo con la mediazione affidata dal nostro ministero degli Esteri ad Hanefi, e soprattutto riguardo alla detenzione illegale del mediatore. Il giorno dopo la liberazione del giornalista di Repubblica, infatti, Hanefi viene catturato dai servizi segreti afghani e tenuto prigioniero senza alcuna spiegazione. Nel corso del tempo, a dispetto degli appelli per la sua liberazione lanciati da esponenti del mondo della cultura e della informazione, Rahmatullah è stato sempre tenuto nascosto alla vista di qualunque autorità italiana, degli stessi familiari e dei colleghi di Emergency presenti sul territorio. L'unica notizia che trapela è che il manager dell'ospedale di Lashkargah è in attesa di processo. Bisognerà attendere il 31 maggio perché venga finalmente data l'opportunità di vedere Hanefi. Opportunità data all'ambasciatore italiano in Afghanistan, Ettore Sequi, che lo visita in carcere trovandolo "particolarmente provato". La Farnesina commenta l'avvenimento come "un passo avanti, ma non sufficiente". Il 7 giugno il Giornale, precedendo le autorità afghane, pubblica le accuse contro Rahmatullah che lo vedono complice dei talebani nel sequestro del giornalista italiano e dei suoi collaboratori afghani. Mastrogiacomo rilascia un'intervista in cui smonta, dal suo osservatorio privilegiato di testimone diretto, tutte le accuse mosse al cooperatore afghano. Il 10 giugno comincia il processo, a cui prendono parte tre magistrati, il rappresentante dell'accusa, Fatah Khan, e l'avvocato difensore, Ajimal Hodan. Inaspettatamente, l'11 giugno il processo si chiude con il proscioglimento di Hanefi da ogni accusa, ma solo sabato 16 giugno la sentenza viene comunicata all'avvocato difensore. Da sabato ad oggi Hanefi è rimasto in ospedale, dove era ricoverato già da tempo a causa di una insufficienza renale, e ha visto il suo avvocato in attesa della imminente scarcerazione una volta portati a termine gli adempimenti procedurali.

Dopo il rilascio, Rahmatullah è stato portato da una macchina di Emergency nella casa dove alloggiano gli internazionali della associazione umanitaria. Da lì ha potuto finalmente parlare con la moglie dopo tre mesi di silenzio e telefonare a Teresa Strada, presidente di Emergency, a cui ha indirizzato il suo ringraziamento aggiungendo un "thank you italian people". La presidente della ong ha commentato all'Ansa "Siamo tutti strafelici, è la notizia che aspettavamo".
Tra le reazioni per la liberazione, quella di Gino Strada che ha detto "E' una bellissima giornata, una giornata di festa. Non solo per Rahmat e Emergency, ma anche, credo, per moltissimi afghani e moltissimi italiani',
"Un grande sospirio di sollievo per la liberazione annunciata" di Rahmatullah Hanefi è stato espresso dal viceministro degli Esteri, Ugo Intini che ha aggiunto "Penso che l'Italia si sia mossa bene e anche con la necessaria prudenza e abbia pagato la posizione di rispetto nei confronti dello Stato afgano", mentre Severino Galante, capogruppo del Pdci in commissione difesa della Camera , ha posto all'attenzione il tema del rientro della ong in territorio afghano "Ora che Hanefi è finalmente libero è necessario che il governo afgano permetta ad Emergency di rientrare pienamente in servizio presso i suoi ospedali e soprattutto che ciò avvenga nell'assoluta sicurezza del personale medico".

Come anticipato nei giorni scorsi dal portavoce di Emergency, Vauro Senese, la liberazione di Rahmatullah riapre infatti la possibilità che la ong italiana possa tornare ad operare in Afghanistan, dopo la chiusura di tutti gli ospedali sul territorio per motivi di sicurezza in seguito all'arresto del responsabile dell'ospedale di Emergency a Lashkargah. "La voglia di lavorare con gli afgani c'è sempre - ha detto Gino Strada - adesso si tratterà di fare una serie di incontri, di colloqui e accertare se è praticabile la richiesta, ovvia, di Emergency di poter continuare a curare tutti, in modo assolutamente neutrale", una richiesta che è stata messa in discussione nelle dichiarazioni del capo dei servizi segreti afgani "in cui si accusava Emergency di essere un'organizzazione terroristica perchè offre le sue cure anche i talebani. Ecco, questo ci ha creato grandi problemi di sicurezza che occorrerà risolvere".

fonte: http://www.aprileonline.info/3660/hanefi-e-tornato-a-casa

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