"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

lunedì 15 ottobre 2007

Referendum sindacale: la parola al PdAC


Dopo l'"accusa" di dar troppa voce a Repubblica, quantomeno per par condicio eccovi il comunicato appena ricevuto dal Partito di Alternativa Comunista:



Referendum sul welfare
BUROCRAZIE, GOVERNO E PADRONI FANNO I CONTI SENZA GLI OPERAI
Partiamo dall'importante risultato del No nelle grandi fabbriche per costruire lo sciopero generale


di Antonino Marceca

I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil avevano appena finito di illustrare i dati, ampiamente attesi proprio per le modalità di svolgimento della pseudo-consultazione, che il consiglio dei ministri del 12 ottobre approvava la traduzione in legge dell´accordo del 23 luglio, il Protocollo Damiano sulle pensioni e il mercato del lavoro.
Il premier Romano Prodi, acquisito il sostegno "forte alla politica del governo", ha lasciato libertà di "astensione costruttiva" nel consiglio dei ministri ai membri del Prc e Pdci. E´ bastato qualche piccolo ritocco all´accordo per scomporre la fragile "cosa rossa" e acquisire il voto favorevole dei ministri Mussi (Sd) e Pecorario Scanio (Verdi), mentre come preventivato si confermava l´astensione "costruttiva" di Ferrero (Prc) e Bianchi (Pdci). Questi ultimi a differenza degli altri due non potevano esprimere un voto pienamente favorevole, proprio perché il loro voto avrebbe reso inutile, anche a chi ancora si illude di poter condizionare l´esecutivo, la manifestazione del 20 ottobre.
La Repubblica, a scanso di equivoci, precisava che dal 21 ottobre scatta la fase due, essendo allo studio la possibilità di porre la fiducia sul collegato. Gli aggiustamenti all´accordo sono stati, come rivelato dal ministro Damiano, precedentemente concordati con Confindustria e riguardano: l´eliminazione del tetto numerico annuale di pensionati con mansioni usuranti, ma permane il limite del tetto di spesa; l´introduzione di una sola proroga di un anno, previa certificazione sindacale, dopo 36 mesi, anche discontinui, per i contratti a termine nella stessa ditta e mansione; l´eliminazione di ogni riferimento al tasso di sostituzione (rapporto tra rendita pensionistica e salario) del 60%; l´aumento dell´aliquota contributiva di 0,09 punti percentuali a partire dal 2011. Si tratta quindi di modifiche che non intaccano l´asse dell´accordo e in parte lo peggiorano. L´intervento a gamba tesa del governatore di Bankitalia, Mario Draghi, sulle pensioni, gli interventi di Confindustria e Cisl, i rilievi di Epifani costituiscono nel contempo il gioco delle parti e l´affermazione della forza acquisita dai poteri forti dopo la pubblicazione dei dati ufficiali della consultazione: 82% i Si all´accordo e 18% i No.

Una consultazione degna del modello sindacale aziendalistico e corporativo. Il premier Romano Prodi, subito dopo il consiglio dei ministri di venerdì, ha sottolineato come "il voto sul protocollo è stato favorito anche da un risultato del referendum che è andato oltre le aspettative sia per adesione che per numero di Si". Ma questa consultazione, peggiore per sfregio delle regole di quella del 1995 sulla riforma pensionistica di Dini, non si è effettuata con le necessarie garanzie di democrazia operaia, per contro tutta l´operazione ha assunto una forma truffaldina direttamente proporzionale alla portata della posta in gioco: l´avvio di un modello sindacale aziendalistico e corporativo e il sostegno alla politica economica e sociale del governo. Infatti non erano stati ancora aperti e rovesciati sui tavoli gli scatoloni pieni di schede che veniva annunciato il clamoroso risultato, d´altronde la burocrazia sindacale non aveva da temere nessuna smentita da commissioni elettorali, centrali e periferici, strettamente controllati e monopolizzati. Nelle assemblee che hanno preceduto la consultazione non era previsto alcun contraddittorio, nelle commissioni elettorali non era prevista nessuna rappresentanza dei contrari all´accordo, infine la stessa platea degli aventi diritto al voto, al di là dei pensionati, non era chiaramente definita. La mancanza di questi elementi essenziali per una consultazione democratica ha favorito le più diverse manovre banditesche e truffaldine.Tutta la gestione delle assemblee -dalla convocazione al materiale informativo distribuito, dall´apertura alle conclusioni- era esclusivo appannaggio di una presidenza costituita dalla burocrazia sindacale favorevole all'accordo, solo in quanto delegati e lavoratori è stato possibile intervenire contro l´accordo con tempi contingentati. In diverse categorie, tra cui il pubblico impiego, le assemblee non sono state fatte, oppure sostituite da assemblee territoriali andate deserte. L'assenza del controllo operaio, se non nelle grandi imprese sindacalizzate con una forte sinistra sindacale, ha reso evidente le più bieche manifestazioni di disprezzo per la democrazia operaia: si sono visti burocrati sindacali che si presentavano alle assemblee con pacchi di schede in bianco e poi andare via introducendo le schede appena votate nelle loro borse; scatoloni ai seggi elettorali privi di qualsiasi garanzia contro le manipolazioni; si sono visti seggi elettorali nelle piazze, nei mercati e persino nelle sedi del Partito democratico (ex Ds); si è votato senza nessuna riservatezza e sotto l'occhio vigile e consigliante del burocrate di turno; si è visto l'utilizzo indegno dei pensionati nei patronati. Infine abbiamo visto all´opera nelle piccole e medie aziende il modello Cisl: collaborazione attiva tra padroni e burocrati sindacali nella gestione del voto. Solo cosi si può spiegare l'altissima partecipazione al voto in generale, e il plebiscito in Sicilia in particolare. In questa terra la collaborazione avviene con la borghesia mafiosa, quella che spara ai comunisti e ai sindacalisti che difendono i diritti e le tutele dei lavoratori.

L'importante risultato del No nelle grandi fabbriche e in tante aziende. Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, entusiasta come i colleghi di Cgil e Uil, ha sintetizzato il dato politico del risultato: "abbiamo cambiato la storia del sindacato.. la Cgil è uscita cambiata dal referendum", nel giorno di gloria Guglielmo Epifani aveva perfino ricevuto i complementi del leader confindustriale Cordero di Montezemolo. Anche Walter Veltroni non si esimeva di imprimere il segno del Partito democratico a tutta l'operazione, il risultato "premia la giustezza delle scelte del governo e il coraggio e la lungimiranza dei sindacati".
In realtà il risultato, frutto di operazioni di voto prive delle più elementari garanzie, ha soltanto confermato il controllo della burocrazia sindacale, vera e propria agente della borghesia, sul movimento operaio. Un fatto che aggiunge elementi a quanto ci avevano segnalato i dati, resi pubblici dall´Istat, sul crollo delle ore di sciopero dopo l´insediamento del governo Prodi.
Non di meno riteniamo che i dati della consultazione vanno studiati e pesati, in questo senso sarebbe importante conoscere il risultato nelle aziende con oltre 500 dipendenti. La Fiom Cgil ha diffuso i dati territoriali per aziende metalmeccaniche: il No nelle grandi fabbriche ha raggiunto il 65%, un dato significativo perché evidenzia come nelle aziende dove è stata possibile la presentazione delle ragioni contrarie all´accordo il dissenso operaio ha potuto esprimersi anche in presenza di una consultazione truccata. Il No ha vinto in aziende importanti del gruppo Fiat, da Mirafiori a Termini Imprese, da Cassino a Melfi fino a Pomigliano, nel gruppo Iveco, nel gruppo Piaggio dalla Toscana all´Aprilia in Veneto, alla Ferrari come alla Macerati, all´Elettrolux, alla St-microelectronics di Catania, nel gruppo Fincantieri, che il governo vuole privatizzare, in Campania, in Liguria, in Veneto e in Friuli Venezia Giulia. Nel commercio come all´Ikea di Padova e Milano, alla Carrefur, nei servizi come all´Atm di Milano, ad Atesia, il più grande call-center, nel turismo come ai Musei Civici di Venezia. Nel pubblico impiego dall´Università di Siena all´Università di Torino.

Costruiamo lo sciopero generale, a partire dal 9 novembre Questi dati pesano, questi luoghi costituiscono i reparti, la struttura portante delle lotte dei lavoratori e del sindacato nel Paese. Essi esprimono un forte dissenso tra i lavoratori contro la politica economica e sociale del governo e del padronato, ma anche la resistenza a un modello sindacale aziendalistico e corporativo. Anche considerando i dati complessivi pubblicati dalle categorie della Cgil Metalmeccanici, Pubblico impiego, Commercio, Alimentaristi e Agricoltura risulta che il dissenso rispetto agli accordi di luglio sulle pensioni e sul mercato del lavoro comprende almeno il 33% dei lavoratori attivi. Il 22 e 23 ottobre si riunisce il Direttivo della Cgil, all'ordine del giorno, ha dichiarato Epifani, "ci sarà un giudizio sul referendum e come questo determinerà le scelte future del sindacato". Bonanni prendendo spunto dalla riconfigurazione del panorama politico con la nascita del Partito democratico annuncia "una stagione di grande rinnovamento". La Fiom Cgil, che in questa battaglia ha mantenuto un profilo "disciplinato", inadeguato alla posta in gioco, Lavoro e Società, che ancora fa parte della maggioranza di Epifani, devono sciogliere queste ambiguità. Gli spazi di democrazia all'interno della Cgil tenderanno a ridursi, tutta la sinistra sindacale, compresa la Rete 28 aprile, subirà una forte pressione per adeguarsi. A queste pressioni è necessario rispondere con un salto organizzativo e programmatico costruendo una forte sinistra sindacale di classe collegata con quei delegati e lavoratori che si sono spesi contro quest´accordo infame. La risposta ancora una volta sta nella lotta, a partire dal rinnovo del contratto dei metalmeccanici, nella partecipazione unitaria allo sciopero del 9 novembre organizzato dalla RdB Cub, SdL, Cobas, nella costruzione dello sciopero generale unitario e di massa contro il governo e il padronato.

2 commenti:

Franca ha detto...

Credo sia singolare che le minime aperture sull'accordo strappate al Governo siano state contestate proprio dal sindacato.
Ma da che parte sta? Da quella dei padroni?

Val ha detto...

Ciò che era strumento democratico e stato reso del tutto insignificante: per restare al referendum sindacale,mia moglie si è sentita dire" vota favorevole fidati"....solo che ha un marito)
Ma passiamo al concreto.
Vediamo se rendo chiaro il concetto di quanto sia più di sinistra e quanto corrisponda al sogno o alle esigenze dei più quanto asserisco.
Dunque:abbiamo detto che servono riforme che cancellino totalmente l'esistente per ridare la possibiltà di vivere degnamente agli operai,ai lavoratori e agli ultimi si o no?
Benissimo,allora rendiamo piacevole l'uscita dal lavoro a chi diventerà pensionato rendendo la perequazione automatica simile almeno ala metà degli aumenti salariali di categoria del settore di appartenenza,se volete a scalare in maniera modesta con l'avanzare degli anni.
Rendiamo possibile la scelta opzionaria al superstite di due pensioni.
Studiamo forme di autofinanziamento nel lavoro dei lavoratori(ci sono stati per Gescal,Mezzogiorno e quant'altro e,ad esempio non possiamo sacrificare un'ora di lavoro settimanale per noi stessi e i nostri figli? ,con il contributo delle imprese e dello stato dove si possa attingere per dare un corposo contributo all'assistenza ai possessori di pensioni minime,di inviladità o chi li sostiene seguendoli nella cure di ogni giorno,oppure ancora creiamo il salario di disoccupazione,attento a chi perde il lavoro senza volerlo,che cancelli quella cassa integrazione,mobilità o quant'altro che ingrassa i soliti noti(in modo massiccio da una parte,molto meno o con minor lucro dall'altra) con i soldi di noi onesti,cosa che mi fa incazzare non poco visto che,una volta risanato, non ritorna indietro nulla allo stato.
Con quest'opzione,che il signor Prodi bolla come stantia e non praticabile,perchè copiante di altri sistemi ci si deve accontentare di queste leggi del menga (e cioè chi lo ha nel culo se lo tenga), che fanno sfregare le mani ai due burattinai del PD, i signori Montezemolo e Ruini.
Partendo da queste cose, tutto il resto sembra essere scrito da De Sade con veri e propri colpi degni di Fregoli o se preferite Macchiavelli,sul come il salvare aziende o dirigenti che ,scusatemi il termine calcistico, dovrebbero pertecipare alla terza categoria in un ipotetico campionato del capitalismo.
Stessa cosa per gli operai i lavoratori protettie unti dagli esodi o da chissà che altro alcuni,troppo vecchi a 45-50 anni per lavorare e troppo giovani per andare in pensione quando ne hanno sessanta.
Il problema allora è capire cosa diamine faranno queste persone in questo lasso di tempo che può prevedere due o quattro lustri nelle mani di questi signori?
Crederanno di essere cittadini di una libera società,democratica e possibilista per chiunque si o no?
Avranno la possibilità di aprire una propria attività onesta imprenditoriale o artigianale come giovane impresa aiutata con la detassazione totale per un certo periodo di tempo da parte dello stato,oppure rimarranno ai margini della società,portando avanti un'esistenza che li pone ai limiti della legalità?
Questi cialtroni tradiscono due volte, perchè per la smania di voler interessare gli uni e gli altri non accontenteranno altro che le loro tasche.
Sono forse interessati ai problemi dei lavoratori?
Hanno inteso la valenza e compreso per bene il significato di "sogno americano?
Trovate le risposte e capirete dove ci porteranno.
Da parte mia vi ho sempre detto di essere socialista, ma devo ammettere che un filosofo davvero unico e essenziale per l'umanità,con me è riuscito nel suo intento ed ora non sono più come ero solamente l'anno scorso.
Diciamo che la naturale involuzione si è completata al 100% anzi è andata ben oltre.
Vedi Elena io non credo che l'"accusa" sia rivolta a questo o quello.
Edgar ha ragione da vendere,perchè da un possibile sogno che doveva unire quelli come Dossetti(ricordo il DC che non voleva l'Europa occupata ne dall'Urss e nemmeno da gli Usa, come tali Palme,Berlinguer ecc,ecc.)al resto del centro sinistra sino ad abbracciare e integrare nel progetto democratico (chi di loro lo avesse ritenuto opportuno), il partito della rifondazione comunista.
Come è finita lo sappiamo,con Confindustria e Cei i progetti iniziali sono andati a farsi benedire,così come la pretesa di democrazia orizzontale ,rendendo evidente a tutti sia la natura umana dell'individuo sia la ormai irreversibile crisi della democrazia verticale che,preda del cieco furore legato al potere dominante,non è più in grado di farsi capace di potere si egemonico, ma anche e soprattutto rappresentativo in una società di pieno sviluppo sociale e fautrice della democrazia circolare.
Con questi uomini la profezia di Nanni Moretti,che tace perchè intelligente,la sinistra non va da nessuna parte.
Non lo farà con il PD e non lo faranno nemmeno le altre sinistre, perchè se l'uomo è sicuramente cresciuto dalla Comuni di Parigi,è altrettanto vero che la sua contaminazione intellettuale,visto la fine ingloriosa di un socialismo che non ha saputo portarci alla società comunista per causa dell'incapacità di rappresentare per intero le istanze del socialismo,rendendolo simile a quello che era diverso e nostro nemico.
Il tentare altre strade anticipando i tempi,ci ha portato ad essere giudicati simili ad altri che molto bene ha definito Giovanni Paolo II,ed ora stiamo consegnando a loro il potere per anni e anni da qui a venire.
Del resto se le mire di una sinistra sono nel non far governare l'odiato e non unico ladro e così via del panorama politico italiano accettando leggi barzelletta che rendeno carta straccia ogni articolo della costituzione inerente alle tematiche che affrontano,non si va molto lontano.
Specialmente con chi, estraneo alla politica,chiede i fatti.
Poltrone o meno ,interessi o altro senza progetti diversi,loro saranno i traditori e noi i nostalgici con buona pace dell'ultimo fesso.
Prova a domandarti che fine hanno fatto l'autocritica e la conoscenza del saper accettare entrambi i ruoli del potere della democrazia politica e alla fine,quando avrai ottenuto la risposta capirai perchè siamo così.
Questo non vuole affatto dire che gente come noi ,eticamente ineccepibile,invendibile e delusa debba mollare.
Questo mai !
Suerte
Val