"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

domenica 19 agosto 2007

Al via il Partito della Libertà

BUFALE D'AGOSTO
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Berlusconi spiazza il centrodestra: "Io presidente, la Brambilla segretaria"



di UGO MAGRI

ROMA

La notizia è di quelle che lasciano senza parole: Berlusconi fonda un nuovo partito. Personaggi autorevoli a lui molto vicini raccontano che ne darà l’annuncio ad horas, magari già venerdì prossimo in una manifestazione a Courmayeur. Si chiamerà Partito della Libertà (PdL), e almeno inizialmente sarà costituito dai 5 mila circoli che fanno capo alla Brambilla. Non per nulla Silvio verrà incoronato presidente, Michela Vittoria segretario provvisorio.

Obiettivo del Cavaliere è riunificare sotto uno stesso tetto i moderati italiani che oggi si dividono tra An, Forza Italia, Lega, Udc e una miriade di formazioni mignon. Poiché finora non è stato possibile trovare la sintesi a livello di vertice, secondo Berlusconi per colpa degli alleati che dettano condizioni impossibili, lui ha deciso di fregarsene e di procedere a modo suo. Giocando in modo spericolato la carta della riunificazione «dal basso». Realizzata cioè direttamente dagli elettori che aderiranno al nuovo soggetto politico, scavalcando le resistenze degli apparati.

Prima domanda: e Forza Italia? Dopo l’annuncio verrà sciolta? Niente affatto, Berlusconi non è pazzo al punto da disfarsi della sua macchina da guerra, quantomeno fino al giorno in cui il Partito delle Libertà non avrà preso slancio. Idem per tutti gli altri partiti che al momento compongono la Cdl. Non ci sarà nemmeno bisogno di chiuderli, come è avvenuto per Ds e Margherita in vista della fusione nel Partito democratico, poiché la previsione berlusconiana è che si spegneranno di morte naturale, la loro funzione cesserà strada facendo. Al termine del percorso, come se l’immagina nella sua mente visionaria il Cavaliere, resteranno soltanto i gusci vuoti dei vecchi partiti. La polpa, cioè iscritti e dirigenti, sarà già da tempo confluita spontaneamente nel nuovo soggetto politico che agirà da calamita. Così Berlusconi non dovrà nemmeno venire a patti coi vari Fini (rapporti pessimi, in questo momento) e Casini.

Seconda domanda: per quale motivo l’annuncio proprio da Courmayeur e non, ad esempio, da Roma o da Milano? Per una coincidenza. Nella cittadina valdostana, 2798 gli abitanti censiti, a novembre si vota per il sindaco. Nei piani berlusconiani il Partito delle Libertà avrà dunque l’occasione di mostrarsi per la prima volta al mondo. Con una propria lista, un proprio simbolo. E la smisurata ambizione di rappresentare tutto intero il centrodestra. Se andrà bene, Courmayeur diventerà il modello da esportare ovunque si voterà in futuro, dal più piccolo dei comuni alle elezioni politiche generali. Michela Vittoria già domani sarà al Forum Sport Center, per una kermesse con Federica Panicucci e i Fichi d’India ufficialmente dedicata ai diversamente abili, in realtà per fare proseliti e preparare il terreno all’arrivo del Fondatore, quattro giorni dopo. Arriveranno pullman da ogni dove, la coreografia è garantita perché MVB politicamente sarà un tantino naive, «pescivendola» è il suo nomignolo tra gli azzurri, ma come organizzatrice è una forza della natura. A quel punto non ci sarà tempo per ripensamenti. I pochi fedelissimi che sono al corrente incrociano le dita: «Gliel’abbiamo detto e ripetuto, Silvio non farlo, è una gran ca...ta. Tutto inutile. Addirittura lui ha anticipato la mossa, originariamente prevista per metà settembre». Tanto poco sta nella pelle, il Cavaliere, che ha spifferato la notizia a Galliani subito dopo la partita Milan-Juve a San Siro: «Presto annunceremo la nascita di un nuovo, grande partito che ci consentirà di rimettere in piedi l’Italia...». Non si era accorto dei cronisti appostati lì intorno. Ieri, poi, ha svelato un altro tassello della sua rivoluzione, stavolta dopo una visita a mamma Rosa malata: «All’inizio di settembre chiameremo tutte le formazioni politiche del blocco liberale per una riscrittura del programma». Precisando di avercelo, pure in questo caso, «già tutto nella mia testa». Magari l’ha messo nero su bianco, agli alleati basta aggiungere in calce la firma.

Ha una dannata fretta, Berlusconi, perché è convinto (o spera) che tra poche settimane il governo Prodi finirà zampe per aria. «Entro novembre andremo di nuovo a votare», è un’altra delle perle regalate a Galliani e finite sui taccuini. Di riforme istituzionali, ovviamente, non vuol nemmeno sentir parlare perché «tanto tra poche settimane la legislatura chiuderà i battenti». Qualcuno o qualcosa deve aver garantito a Berlusconi che la resa dei conti nella maggioranza è matematicamente certa. Non si sa bene su quali elementi si basi tale certezza.

Continuano a circolare voci (che il portavoce Bonaiuti prudentemente smentisce) di 4-5 senatori della maggioranza pronti a passare le linee. Ma secondo altre ricostruzioni, ce ne sarebbero altrettanti dell’opposizione pronti a salvare il governo. E’ di ieri la confidenza raccolta da un autorevole esponente di governo. Che da un senatore forzista sempre più a disagio s’è sentito dire: «Se Berlusconi crede di portarci alle urne subito, senza nemmeno farci maturare il vitalizio da parlamentare che scatta il 28 ottobre 2008, fa male i suoi conti. Se poi ci mette pure agli ordini della Brambilla... Saremo almeno una decina, al momento di far cadere Prodi, fuori dall’aula con un terribile mal di pancia».

fonte: http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200708articoli/24870girata.asp

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