Il cancelliere tedesco,Angela Merkel, ha esortato la Cina a fare di più per contrastare i cambiamenti climatici. Ma questo richiamo non è stato gradito dai dirigenti di Pechino, i quali hanno fatto presente che l'Occidente industrializzato inquina i cieli da molto più tempo di una Cina entrata di recente nella grande corsa allo sviluppo. Alla sua seconda visita da cancelliere a Pechino, dove è arrivata domenica anche in veste di presidente del G-8, la Merkel ha in agenda proprio il clima, in vista dell'incontro mondiale tra quattro mesi a Bali dei ministri dell'Ambiente, cui spetterà preparare una nuova tornata di colloqui finalizzata a prorogare oltre il 2012 il protocollo di Kyoto. Il primo incontro della giornata è stato con Wen Jiabao.
Il premier cinese ha accolto l'ospite lunedì a metà mattinata con una cerimonia davanti alla Grande Sala del Popolo, nel centro di Pechino.
In questa missione, che mercoledì proseguirà in Giappone, la signora Merkel prepara il terreno a una serie di importanti accordi commerciali e questo spiega un seguito di 25 dirigenti d'azienda e d'industria.Il cancelliere ha chiesto maggiore protezione del diritto d'autore e fatto presente che le regole di fondo per l'approvvigionamento di risorse devono essere uguali per tutti e ovunque: un'implicita critica alle relazioni tra la Cina e il regime del Sudan. Nel Paese africano sono enormi gli interessi di Pechino che finora non ha prestato ascolto alle pressione internazionali affinché tenga un atteggiamento più critico nei confronti di Khartum: molti denunciano che con gli aiuti cinesi il regime sudanese alimenta la violenza nella devastata regione del Darfur.
Se Wen ha assicurato un impegno della Cina a fare il possibile per contrastare la pirateria commerciale, sul fronte ambientale ha detto che le posizioni non coincidono. «I cinesi vorrebbero, come tutti, cieli azzurri, colline verdi e acque cristalline», ha detto Wen nella conferenza stampa congiunta. Ma -ha aggiunto- il compito di ridurre le emissioni dei gas responsabili dell'effetto serra è più difficile in Cina che in Germania, perché ampie fasce della sua popolazione non hanno ancora raggiunto la crescita economica dei Paesi industrializzati in termini di Pil pro capite. «La Cina si assume parte di responsabilità per i cambiamenti climatici soltanto per gli ultimi trent'anni, mentre i Paesi industrializzati per gli ultimi duecento anni», ha sottolineato Wen.
Pubblicato il: 27.08.07
Modificato il: 27.08.07 alle ore 9.56
fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=68384
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