"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

venerdì 24 agosto 2007

Michael Moore e il suo "Sicko"



Il regista a Roma: "Voi avete lunghe liste d'attesa ma se siete gravi
vi curano subito. Da noi si muore e in questo modo si eliminano le liste"

"Che bella la sanità italiana"

Battute su Berlusconi. Sabina Guzzanti "una sorella, forse un giorno faremo un tour"


di CLAUDIA MORGOGLIONE



ROMA
- Solo un personaggio controcorrente, trascinante e controverso come Michael Moore poteva riuscire a compiere la più impossibile delle missioni: far sentire gli italiani orgogliosi del proprio sistema sanitario nazionale. Proprio qui, nel paese dei mille episodi di malasanità, delle liste di attesa interminabili, degli scandali per episodi di corruzione veri o presunti. Ma lui, il regista già premio Oscar per Bowling a Columbine, nonché Palma d'oro per Fahrenheit 9/11, realizza il miracolo. Con poche, semplici frasi a effetto, come è nel suo stile spiccio e un po' manicheo: "Certo, in questo settore così complesso avete delle lacune - spiega - ma impallidiscono di fronte al fatto che in America muori, se non hai i soldi per pagare... E poi presentatemi un solo vostro concittadino che è diventato homeless, perché l'ospedale in cui non ha saldato il conto si è preso la casa: la verità è che non ce ne è nemmeno uno, da noi tantissimi".

Punti di vista, questi, che sono al centro della sua ultima fatica, Sicko, in uscita oggi nelle sale italiane: una denuncia durissima, e documentata, sul sistema sanitario a stelle e strisce. In cui 45 milioni di poveri vengono abbandonati al loro destino, perché non hanno una polizza assicurativa; ma in cui anche quelli che ce l'hanno devono scontrarsi col comportamento paracriminale delle potenti compagnie che decidono se, e quanto, risarcirti.

Da qui la breve trasferta romana di Moore. Che si presenta all'appuntamento con i cronisti, alla Casa del cinema di Roma, con un ritardo da rockstar: sessanta minuti, un'ora tonda tonda. "Scusatemi, colpa dell'aereo", si giustifica lui. E poi via con la conferenza stampa. O meglio con lo show, in cui spesso il regista veste i panni, a lui congeniali, del comico, tra applausi e risate della platea (c'è anche il ministro della Salute Livia Turco, ovviamente lieta dello spot pro-sistema sanitario nazionale che gratuitamente riceve). Poi un breve riposo, e in serata per Michael c'è l'anteprima del film al Quattro fontane, con introduzione di Sabina Guzzanti ("una sorella, un'amica, forse un giorno faremo un tour insieme in giro per l'Italia").

E allora, come nella pellicola, anche la conferenza stampa-comizio romano di Moore parte da un dato certo: gli Usa sono solo al trentasettesimo posto nella classifica mondiale della salute. La Francia è prima, l'Italia seconda. "Il fatto - spiega il regista - è che gli Usa sono una società in cui 45 milioni di persone non hanno il diritto umano alla cura. Il che è più di un reato, è un crimine. E anche tutti gli altri, quelli che hanno una polizza assicurativa, spesso fanno bancarotta, perché la copertura non è totale". Conseguenza: "Milioni di persone muoiono perché non viene loro data assistenza. Certo, voi avete lunghe liste d'attesa, magari per una protesi all'anca o una liposuzione: ma se è questione di vita e di morte, venite curati subito". "Da noi, invece - scherza - per sfoltire le liste, abbiamo eliminato 50 milioni di poveri".

Tutto rose e fiori, dunque, in paesi come l'Italia? Su questo punto, l'autore di Sicko fa dei distinguo: "Berlusconi, ad esempio, è amico degli Usa - attacca - e allora ha cercato di ridurre la rete di assistenza e sicurezza sociale, escludendo i meno abbienti, e vi ha lasciato in una situazione non ottimale. E adesso spetta a questo governo sbrogliare ciò che lui ha incasinato, magari evitando di seguire l'America nelle sue guerre illegali e dando più fondi alla sanità". E non è l'unico passaggio in cui Moore cita il Cavaliere. Per lui, ci sono anche riferimenti più ironici: "Gesù ha detto 'gli ultimi saranno i primi, dividete pani e pesci, e andrete nella Grande Casa'. Berlusconi no, così lui non andrà nella Grande Casa. Che bello, ho anche potuto citare Gesù mentre sono a pochissima distanza dal Vaticano!".

Dall'Italia alla Francia, vicina geograficamente così come nella classifica della salute. "Lì, così come da voi, ci si ammala meno anche perché il lavoratore ha diverse settimane di ferie pagate. Certo, Sarkozy dice di voler togliere lo stato sociale, ma come Chirac verrà fermato dalla protesta popolare. Quanto a Ségolène Royal, in America pensare a un candidato che si definisce socialista e ottiene il 46 per cento dei voti è roba da manicomio".

Insomma, il ciclone Michael ha le idee chiare su tutto. E alla fine, come da copione, si prende anche i complimenti del ministro Turco: "Consiglio di vedere Sicko per tre ragioni. Primo: parla della salute, della malattia e della morte, che la nostra società spesso dimentica. Secondo: in modo preciso e rigoroso, racconta cos'è un sistema sanitario governato dalle assicurazioni. Terzo: fa vedere agli italiani che tesoro è, malgrado i tanti problemi che anch'io affronto ogni giorno, il nostro sistema sanitario".

LO SPECIALE - LE CLIP: QUATTRO STORIE DAL FILM
(24 agosto 2007)

fonte: http://www.repubblica.it/2007/08/sezioni/spettacoli_e_cultura/sicko-moore/sicko-moore/sicko-moore.html

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4 commenti:

ska ha detto...

In effetti da quel che ho potuto sentire del sistema sanitario americano, neanche io cambierei il nostro col loro.

ska ha detto...

...però è anche vero che per promuovere il proprio film si direbbe questo e altro ;D

Ad ogni modo sono curiosa di vedere il documentario: ho apprezzato gli altri due, benché trovi lo stile Moore un po' demagogico...

fuori tema: se non avete visto "Le vite degli altri" fatelo. A distanza di 3 giorni ancora mi gira per la testa: è un film meraviglioso!

Anonimo ha detto...

Qualche altra indicazione in merito?? (su "Le vite degli altri").
Ciao.

Franca ha detto...

Moore è comunque uno che sa andare controcorrente. Credo che il suo film sia da vedere.
Per quanto riguarda la sanità italiana, nonostante i suoi difetti, non c'è paragone con quella americana.
Speriamo che nessuno abbia la tentazione di proporre le assicurazioni private