"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

mercoledì 15 agosto 2007

Legge Biagi, affondo dei Ds: il Prc si smarca



Testo con modifiche sostanziali presentato da 100 deputati



ROMA — Massima tensione nella maggioranza sulla legge Biagi
. I Ds replicano duramente al leader di Rifondazione comunista, Franco Giordano, che con un’intervista al Corriere, ha minacciato di non votare le leggi per applicare l’accordo su pensioni e welfare raggiunto il 23 luglio da governo e parti sociali, se non verrà cambiata radicalmente la riforma Biagi del mercato del lavoro. «A leggere le interviste degli esponenti di Rifondazione e dei Comunisti italiani — dice il responsabile Lavoro dei Ds, Pietro Gasperoni — c’è di che restare esterrefatti. I giudizi che vengono espressi sulle politiche sociali e del lavoro prodotte dal governo di cui sono parte non secondaria, sembrano dettati più dal desiderio di smarcarsi dalla responsabilità di governo che da una critica costruttiva ».

Sul tema torna anche il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, diessino anche lui: «Non accetto che qualcuno dica che non stiamo attuando il programma». Il ministro dice quindi che alcuni cambiamenti della Biagi si stanno facendo. E sul punto delicato dei contratti a termine fa una cauta apertura a Rifondazione: «Se nel protocollo ci sono parti che possono aver generato degli equivoci, nella scrittura dei testi legislativi rimuoveremo quegli ostacoli sentendo le parti sociali». Damiano invita quindi i ministri della sinistra massimalista a non scendere in piazza il 20 ottobre nella manifestazione contro la precarietà.

L’iniziativa, lanciata con un appello pubblicato su Liberazione (quotidiano di Rifondazione) e Il manifesto, servirà anche per chiedere modifiche all’intesa del 23 luglio. Ma, sempre dall’interno della maggioranza, Lamberto Dini (Ulivo) avverte che se il governo dovesse accettare «il ricatto» dei massimalisti, lui potrebbe uscire dalla coalizione. E a Giovanni Russo Spena (Rifondazione) che lo accusa di voler far cadere il governo replica ricordando che è stato lo stesso presidente del Consiglio, Romano Prodi, a dire che l’accordo non è più negoziabile.

Le sinistre radicali però non demordono. Maurizio Zipponi, responsabile Lavoro di Rifondazione, annuncia che il partito spingerà per l’approvazione di un progetto di legge sottoscritto già da più di 100 deputati della sinistra per modificare profondamente la Biagi. E Marco Rizzo per il Pdci dice a Damiano che «si sbaglia, e di molto» se pensa di non cambiare radicalmente la legge. A dare battaglia in Parlamento si prepara anche l’Udc: «Per difendere la legge Biagi—dice Francesco Pionati—e far esplodere le enormi contraddizioni interne al centrosinistra. Prodi è tra due fuochi: da una parte Giordano e Caruso, dall’altra Dini, Treu e Mastella».

Enrico Marro

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20 Ottobre: Noi non ci saremo

Sull'appello per la Manifestazione del 20 Ottobre promosso da" Il Manifesto" e "Liberazione"

(8 agosto 2007)

Da poche settimane è nato il "Coordinamento per l'Unità dei Comunisti", formato da delegati sindacali, giovani, associazioni, compagne e compagni provenienti da molte esperienze (PRC, PdCI, McPCL, associazioni e collettivi della sinistra "extra-parlamentare") che avvertono il bisogno di una nuova soggettività politica organizzata, fuori e contro le gabbie del centrosinistra e del bipolarismo.

Non pensiamo sia vera la tesi secondo cui la caduta di consensi del Governo Prodi sia dovuta alla mancanza di risposte ai problemi fondamentali per i quali molti lavoratori e lavoratrici, e gran parte dei precari, lo avevano votato (anche se solo in funzione anti-Berlusconi). Queste risposte ci sono state ma, come purtroppo era ampiamente prevedibile, si sono rivelate assolutamente inaccettabili!

Il centrosinistra aveva creato l'aspettativa della rottura con le "politiche di guerra" ed ha, invece, avallato la costruzione di una nuova e più grande base militare USA a Vicenza, confermato la missione NATO in Afghanistan, spostato parte delle proprie truppe d'occupazione dall'Iraq al Libano e, senza nemmeno un dibattito parlamentare, ha dato l'assenso allo scudo stellare voluto da George W. Bush.
Si era presentato ai propri elettori promettendo la cancellazione della Legge 30 (ancora viva e vegeta insieme al Pacchetto Treu) e l'abbattimento della precarietà, che invece viene blindata dall'ultimo Protocollo sul Welfare sottoscritto, chissà perché, a luglio inoltrato!
Si parlava esplicitamente di cancellare gli scaloni pensionistici introdotti da Maroni e invece arrivano gli scalini con, addirittura, un ulteriore innalzamento dell'età pensionabile...

Le risposte ci sono state, dunque, ma sono state positive per Confindustria ed assolutamente negative per milioni di lavoratrici e lavoratori!
Il solco tra Governo e sinistra di governo, da un lato, e movimenti e paese reale, dall'altro, si è ulteriormente allargato lo scorso 9 Giugno quando quasi 100 mila persone hanno manifestato contro le politiche di guerra di Bush e Prodi... mentre PdCI, Verdi, PRC, Arci e la sinistra-stampella, venuti tutt'insieme a soccorso di un governo di banchieri e faccendieri, radunavano solo qualche centinaio di funzionari a Piazza del Popolo.

Proprio perché abbiamo a cuore la nostra sorte di lavoratori e lavoratrici, questo autunno non scenderemo in piazza a manifestare senza gridare a voce alta il nostro NO! al Protocollo di Luglio ed alla nuova controriforma delle pensioni, senza opporci alla politica estera di questo sciagurato Governo, senza tacere sulla necessità di uno sciopero generale contro precarietà, contratti da fame e carovita. Infine, ha ribadito la volontà di costruire lo scempio economico-ambientale del TAV in Val di Susa ed in Val Sangone, infischiandosene dell'opposizione popolare largamente maggioritaria nella zona.
Scendere in piazza per difendere i nostri interessi significa, oggi, manifestare contro il Governo Prodi. Ed ogni eventuale conseguenza sulla stabilità di questo vergognoso esecutivo saranno da attribuire esclusivamente alle sue scelte antipopolari.

La nostra urgenza di partecipare alle scelte che contano non significa affatto firmare assegni in bianco al Governo Prodi, ma riconoscere una diffusa conflittualità di classe ed adoperarsi per far crescere il potere di contrattazione del popolo contro la guerra, dei movimenti contro gli ecoscempi e, soprattutto, dei milioni di lavoratori italiani che, anche con Prodi e Padoa Schioppa, hanno perso ulteriormente diritti, potere di acquisto e di contrattazione.

Per gli stessi motivi, invece, saremo all'assemblea di Roma del 12 settembre, dove si prefigura un percorso di resistenza a tutte queste politiche guerrafondaie e antisociali. Crediamo nella piena autonomia dei movimenti di lotta. E' finito il tempo del loro legame (più o meno "invisibile") con le compatibilità di sistema, a fianco o in sostegno di un Governo ormai servo dei patti di stabilità e delle compatibilità decise da Confindustria, BCE e FMI.

I compagni e le compagne del "coordinamento per l'unità dei comunisti"
cucnazionale@yahoo.it

fonte: cucnazionale@yahoo.it

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doccia per precario - NOVITA'!


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